Un atroce risveglio

Lily si svegliò tutta sudata. Gocce argentate le colavano sulla fronte e il respiro le era diventato pesante. Era rossa in viso, e si sollevò dal cuscino con la stessa rapidità di chi vuole sfuggire alle sue più grandi paure.
Continuò ad ansimare velocemente, portandosi una mano sulla testa per spostare la frangetta appiccicata su quella fronte troppo bagnata.
Si guardò intorno e notò che c'era buio, così si sporse leggermente sulla sua sinistra ad accendere la lampada sul comodino.
È stato terribile, pensò.
Tutto, quella notte, era stato terribile.
Killian.
Sperava stesse bene. Era stata strappata dal suo abbraccio troppo velocemente e con troppa forza che non aveva neanche potuto accorgersene.
Non aveva nemmeno potuto salutarlo o assicurarsi che fosse tutto a posto, almeno per lui.
Per quanto fosse sconcertata, e per quanto tutto in quel momento potesse sembrarle un casino, cominciò a pensare a quanto lui fosse bello, quella notte. I suoi occhi neri e profondi erano più magnetici del solito, e avevano una luce in più.
Si ricordò di come, in preda allo spavento, l'unica cosa positiva fosse proprio quello sguardo, tanto capace di infonderle calma e sicurezza, come la certezza che non potesse succederle nulla.
Scosse la testa per riprendersi da quello stordimento tipico della mattina presto, quando ti sei appena svegliato e fatichi anche a ricordare il tuo nome.
Lily decise di alzarsi e di andare in bagno a sciacquarsi il viso. Magari le avrebbe fatto bene e si sarebbe ripresa del tutto.
Non poteva perdere Killian, non poteva perdere l'unica persona che contasse davvero, l'unica sempre presente, anche se non veramente lì.
Era frustrante.
Incontrarlo solo di notte, nei suoi sogni, era come un atroce castigo a cui era stata condannata da chissà chi per aver commesso chissà quale crimine o per essere colpevole di chissà quale colpa.
Non credeva di meritare una simile sofferenza. Era come se fosse stata messa nelle condizioni di riconoscere la felicità, toccarla con mano ma non poterla mai vivere per davvero. Non credeva potesse esserci cosa peggiore.
Ricordava ancora il primo incontro, come se fosse ieri. Ricordava quel timore e quel leggero imbarazzo che le aveva fatto arrossare il viso. Riusciva a sentire ancora il calore salirle dal petto e raggiungerle il viso, colorandole quelle guance morbide e paffute che a lui piacevano tanto.
Ricordava di come entrambi fossero impacciati, e di come si erano timidamente presentati, non sapendo che quello sarebbe stato il primo di una lunga serie di incontri.
Sorrise, pensando a tutto questo.
Ricordò che lui era stupito quanto lei. Non tanto la prima volta, ma quelle successive. Perché continuavano a incontrarsi? Perché continuavano a ritrovarsi sempre nello stesso identico posto? Perché loro? Perché?
Non erano ancora riusciti a trovare una risposta, ed era passato ormai più di un anno, e nessuno di loro due aveva trovato una spiegazione quantomeno plausibile. Un anno. Ogni notte per un anno intero passato a vedersi ma senza farlo mai per davvero. Niente di tutto quello che stavano attraversando aveva una logica, ma in un certo senso gli piaceva. A Lily piaceva. Le piacevano quegli incontri giornalieri, quella ripetitività incessante. Le piaceva sentirsi bene, aspettare qualcosa, qualcuno. Le piaceva avere la certezza che l'avrebbe trovato sempre, in ogni momento, nei suoi pensieri più profondi.
Quei pensieri che non aveva mai confessato a nessuno, perché non aveva nessuno.
Aveva solo lui. Killian. Quel ragazzo tanto strano quanto estremamente perfetto che ormai era entrato a far parte della sua quotidianità.
A volte temeva di stare impazzendo, ma bastava qualche ora di sonno per farle passare di mente tutti i dubbi e le incertezze che la distruggevano.
Era Killian, la soluzione a tutto. Era lui che la stava salvando giorno dopo giorno, facendola crescere e maturare e accompagnandola in ogni piccola tappa della sua vita. Era lui che le dava forza, che la sosteneva. E lei non aspettava altro che il momento in cui sarebbe andata a dormire, per incontrarlo nei suoi sogni e raccontargli ogni cosa.

Mente era persa nei suoi pensieri, Lily alzò lo sguardo per guardarsi allo specchio. Notò un nuovo brufolo appena sotto il naso, e alzò le mani al cielo sbuffando un po'.
Se avesse potuto chiamare Killian, di certo avrebbero riso insieme di quel piccolo vulcano pronto all'eruzione.
Sorrise a quel pensiero, ma se ne rattristì subito l'attimo dopo, consapevole del fatto che non sarebbe mai potuto succedere.
Era la notte, il loro momento. Era quello, il loro destino. E se era quella l'unica occasione che avevano per vedersi e stare insieme, allora voleva dire che avrebbero continuato a sfruttarla.

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