4 Capitolo

Le ultime settimane sono state un vero e proprio trambusto, ma perlomeno Gaia è stata denunciata ed espulsa dal Paese per aver aggredito senza motivo apparentemente un membro della DOGMA, perché non importa se ci sei da anni o da poco, le aggressioni vengono punite allo stesso modo.  Ma il mio cervello sa che non è ancora finita, e che in un modo o nell'altro tornerà.

E purtroppo avevo sospettato bene. Infatti mi arriva una chiamata da un numero sconosciuto seguito da un messaggio <<Se non rispondi ti strangolo>> quindi accetto pur sapendo chi sia.
"Che cosa vuoi ancora Gaia? Anche se sei sotto falso nome non vuol dire che non ti farò di nuovo causa. Sei seria?? Ma te sei pazza! Senti, devi andare a lavoro. Addio" e riattacco bruscamente.

Finalmente il mio braccio sta abbastanza meglio da poterlo muovere e tornare a lavoro, non me lo aspettavo ma Gyol è stato molto premuroso in questi giorni, venendo addirittura a trovarmi.

E io che pensavo fosse un uomo di ghiaccio, ma poi mi ha spiegato che al lavoro dev'essere così con tutti, altrimenti il direttore avrebbe da ridire. E infatti ha anche scoperto come mi aveva chiamata e fatto una lavata di testa lo stesso giorno che mi ero fatta male.

Siamo all'obitorio, e Gyol mi mostra un pezzo di metallo con una forma irregolare nella bocca di una delle tre vittime, probabilmente pensato per uccidere sul colpo.

"Le altre vittime sono la ragazza di diciassette anni e una di venti. Mi chiedo se conoscessero l'assassino perché spiegherebbe la poesia ritrovata in una tasca" dico senza esitare.

"È vero Thyol, in effetti conoscevano l'assassino. Mentre ti riprendevi ho fatto alcune indagini con la nostra intelligente e altri colleghi che si trovano anche in Italia, che hanno dato conferma di questo nome: si chiama Karl Oliver Spike, ha diversi precedenti in altri paesi, ma non spiega comunque come sia arrivato fino a qui se è un criminale" replica lui sempre freddo, ma posso sentire l'ansia nel suo tono, quindi cerco di calmarlo.

"Ho un'amica che si occupa sia di poesie che di libri, e a pensarci bene mi aveva già accennato questo nome. Dopo le vacanze natalizie glielo chiederò così il caso è chiuso e possiamo sbatterlo in galera" gli dico e lui concorda con me. Durante le vacanze chiederò a Beth che ha diverse risorse lavorando in una casa editrice.

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È arrivata la cena di Natale, come al solito io e mia cugina abbiamo fatto l'albero insieme decorato con tanti diversi colori e festoni in stile Harry Potter sulle finestre e una ghirlanda sulla porta. Inoltre io ho invitato Beth, sua sorella, il suo ragazzo John che ho conosciuto di recente, e suo padre Nico a cena da noi, dal momento che la sua famiglia mi odia perché ho sempre difeso Beth e le sue scelte insieme a suo padre.

Abbiamo preparato di tutto, perché sarà una notte lunga. Beth e suo padre porteranno i regali da scambiarci oltre al dolce. Io ho scelto già da tempo i regali, spero che piacciano a tutti. E abbiamo anche preparato il tavolo.

Sento suonare e mi precipito, inevitabilmente cado a causa della mia goffaggine. "Attenta cuginetta! Non vorrai mica romperti l'osso del collo?" mi rimprovera dolcemente Wendy, non rispondo perché ha ragione, ma ho sempre paura di fare tardi o sbagliare qualcosa. Apro la porta e invito tutti ad entrare.

"Ciao Beth! Benvenuta nella modesta dimora di mia cugina. Ciao Jade, ome va? Spero tutto bene. Salve signore"
"Ciao Elisa! Io sto bene grazie e te?" mi chiede la mia amica che è come una sorella.

"Mi sono ripresa non preoccuparti" lei annuisce soltanto mentre va a posare i regali sotto l'albero e a stringere la mano a mia cugina.

"Ciao Elisa, diciamo che adesso sto molto meglio, ed è bello vedere Beth sorridere" mi risponde Jade. Non ha mai potuto vedere sua sorella triste a causa di Gaia o Mark. Meglio non fare arrabbiare nemmeno lei, sa essere molto vendicativa con chi fa del male a sua sorella.

"Ciao Elisa, mia figlia mi ha raccontato come vi siete ritrovate, e di Gaia... a me quella ragazza non è mai piaciuta onestamente. E chiamami Nico" risponde per ultimo il papà di Beth.

"Sì, scusa hai ragione... abitudine" rispondo arrossita. Mente lui ride e mi dà una pacca giocosa sulle spalle mentre chiede a Beth quando arriverà John.

"Doveva essere già qui, in realtà, spero non si sia perso nel traffico" risponde lei in ansia, e come biasimarla... dopo tanti rifiuti ha finalmente trovato l'uomo giusto per lei. Finché il campanello non suona di nuovo e vedo Beth tirare un sospiro di sollievo.

"Eccolo, è lui! Chissà cosa sarà successo?" me lo chiedo anch'io ma mi limito ad aprire senza fare domande inutili in cui sembrerei una ficcanaso.
"Ciao John, benvenuto a casa di mia cugina" lo accolgo cordialmente.

"Grazie a te dell'invito Elisa. Ma come mai c'è una sedia in più vuota? Non siamo tutti?" mi chiede confuso e anche Beth mi guarda in attesa di una risposta, vedendo la sedia diversa da tutte le altre. Deglutisco a vuoto. Per me e Wendy non è facile parlarne, ma è giusto che sappiano la verità. Mi faccio forza e parlo.

"Quella... è la sedia dove si sedeva nostra nonna Anna, è mancata che io avevo solo cinque anni mentre Wendy dieci. È morta di una malattia incurabile, e anche se non c'è più, non ce la sentiamo di togliere la sua sedia preferita perché è come se la vedessimo sedersi lì per la consueta cena di Natale in questa casa che ha lasciato in eredità a mia mamma... ma lei era distrutta dal dolore e ha preferito che l'avesse Wendy, per avere una casa sua" rispondo a fatica, cercando di trattenere le lacrime.
Beth mi abbraccia senza dire nulla, sapeva che mia nonna era morta quando ero piccola ma non i dettagli, perché come lei li ho saputi solo una volta diventata più grande.

L'abbraccio tra le braccia della mia migliore amica sembra eterno, ma mi accorgo che si è aggiunta Wendy seguita da Jade, Nico, e John anche se posso sentirlo esitare ma non lo biasimo, dopotutto mi conosce da pochissimo. Ma manca una persona... mio nonno Lucrezio che è morto sei mesi fa lasciandoci con un vuoto incolmabile.

Con qualche esitazione sciolgo l'abbraccio e ringrazio tutti per il sostegno dimostrato. Mi rimetto ad apparecchiare la tavola quando sento dei clacson suonare come dei matti. Mi affaccio e vedo una scena terribile. Due auto si sono scontrate, tra cui una di un normale cittadino che vorrebbe festeggiare il Natale na che è finito addosso alla macchina della DOGMA.

Sperando che non sia troppo tardi, mi precipito in strada per cercare du calmare lo spiriti di Gyol che sa essere una vera testa calda.

"BASTA! Si può sapere cosa è successo?" chiedo cercando di interrompere la litigata. Non appena vengo notata Gyol sembra diventare color rosso pomodoro o forse lo era già prima che arrivassi.
"E lei chi è?" mi chiede in modi alquanto sgarbato la donna della seconda auto che non ha proprio un'aria amichevole.

"Guardi, so che non sono affari miei, ma si dà il caso che proprio qui vicino ci sia la casa di mia cugina, ho sentito il suono e non volendo che i vicini chiamassero la polizia, sono scesa io. Per cui, adesso mi può dire cosa è successo o devo chiedere al mio collega?" chiedo indicando Gyol con la testa. Vedo che resta in silenzio quindi lo chiedo a Gyol.

"Stavo guidando per rientrare a casa mia, che è anche abbastanza lontana, quando vedo questa macchina venire nella mia direzione a tutto gas, sterzando a sinistra e poi a destra. Io ho inchiodato ma la signora non ha fatto in tempo ed ecco come abbiamo fatto l'incidente" mi spiega Gyol.

"Signora... quello che il mio collega ha detto, è grave dal momento che siamo entrambi membri della DOGMA che lei sicuramente conosce. È andata veramente così o no?" le chiedo molto educatamente, ho notato che è impallidita al nome dell'agenzia, ma è probabile che non ne avesse ideadal momento che tutti noi usiamo auto di nostra proprietà per non spaventare inutilmente i cittadini.

"No... in effetti il suo collega ha ragione, ma quello che non sa, è che io stavo sì, svoltando a sinistra, ma poi un'altra macchina (probabilmente un furgone) piuttosto pesante ha urtato il fianco sinistro della mia, purtroppo non sono riuscita a riprendere il controllo in tempo ed è finita così" mi risponde e mi mostra il lato della macchina, ha effettivamente un segno bello grosso.

"Beh, a questo punto non c'è nulla da fare, se non mandare le vostre auto dal carrozziere più vicino, se vuole le chiamo un taxi, pago io. Gyol, lei può stare da me se desidera" dico rivolgendomi a lui.

"Accetto, se può lasciarmi un minuto Thyol, avverto tutti che non sarò lì per tempo. Domani mi potrebbe accompagnare a casa mia?" mi chiede, e posso sentire una nota di speranza nella voce.
"Sì, certo. Ci fa sempre piacere avere un ospite in più. Signora mi dispiace molto... spero che lei riesca comunque a passare un buon Natale"

"Grazie di tutto signorina, auguro anche a lei un sereno Natale" mi risponde l'anziana signora non appena il taxi arriva dò i soldi alla signora, in modo che possa pagare in contanti e le passo la borsa.

"Sono tornata! E c'è un ospite in più" avverto, tutti accolgono di buon grafi Gyol, che chiede di chiamarlo per nome, ho notatoche Wendy mi ha guardato con complicità,  probabilmente pensa che stiamo insieme io e Dylan, invece siamo solo conoscenti per ora. Gli mostro una stanza dove potrà dormire e finalmente ceniamo augurandoci tutto il bene possibile e un felice anno nuovo.

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