CAPITOLO 9

"what is love, baby don't hurt me, don't hurt me no more"
Ahia. Elena a furia di dire dont hurt me si era fatta male da sola.

La seconda 15ina di Giugno fu stramba o forse lei doveva razionalizzare.
Certo non aveva RAZIONALIZZATO UN TUBO, STAVA LÀ, SEMPRE LÀ, A SBATTERE LA TESTA COME I RINOCERONTI NEL MURO. NON SENTIVA PIÙ IL DOLORE. Sembrava una statua.

Diceva tra sé e sé:" datemi i pizzicotti, fatemi punture con gli aghi più affilati che avete, rovinatemi la vita più di quanto già non lo sia, tanto io non sento più nulla. Sono diventata immune a tutto.
A 21 anni già sto soffrendo così tanto." Alcuni dicono:"ohhh e ancora devi vedere quanta roba ingoierai, quanta merda incontrerai sul tuo cammino.
Fai questo che è successo è nulla, rispetto a ciò che dovrai vivere ancora! Ja è un'esperienza, per fortificarti."
Lei però stava più di là che di qua e quindi manco ascoltava.

Cercava di calmarsi, di negare quanto fatto, anche avanti alle eventuali evidenze che non c'erano per fortuna state, tutto ciò che le era accaduto, che le era successo. Stava una pezza. "O stracc p pulezzà e piatt stev meglij e Essa. Oppure a pezz p lavà nderr pur stev meglij e essa.."

Elena non riusciva più a capire nulla, sembrava una stupida. Nemmeno si chiedeva più come stesse Vito. Immaginava stesse peggio di lei e che forse non la odiasse realmente come lei pensava in realtà.
Forse entrambi erano nati per andare lontano ed essere liberi, ma erano affini alla sofferenza, al vivere dannati, per colpe di altri, non loro. Forse erano giusti, ma non in questo momento e non in questa vita.

Ma spiegatemi in quale vita il figlio di un camorrista, che vuole cambiare la sua sorte, studiando Giurisprudenza e distaccarsi dall'ambiente schifoso del padre e la figlia di un'avvocato e di un medico, che era il partito a cui tutti ambivano probabilmente erano giusti???? In quale cazzo di vitaaaa? Ehhh in nessuna.

Se solo i genitori di Elena fossero stati più comprensivi e non avessero "puntato il dito" contro il ragazzo, giudicando la sua provenienza senza conoscerlo.
Senza parlargli, senza capire le sue ragioni, senza capire che era diverso dal padre.
Eh hanno giudicato e messo bocca nella vita di Elena, per salvarla ovviamente sì, per tutelarla, sí per tutte queste cose... Non hanno sentito ragioni e glielo hanno sradicato dal cuore senza pietà.

Elena ha sempre premeditato tutto quello che avrebbe voluto realizzare per riprenderlo. Forse anche questa volta, solo che decise di buttarsi sull'esame, sul serio, anche se non era la giusta soluzione, forse.
Decise di buttare Vito indietro, ceh attualmente in stallo, sapeva che non sarebbe realmente finita lì.

Immaginava tante cose, tipo quando si sarebbero potuti rivedere per caso. Molte ipotesi, nessuna però la soddisfava, c'era una su tutte che le piaceva e le sembrava unica e reale.

1)LA SUA LAUREA CHE SI SAREBBERO VISTI,CHE LUI AVREBBE BACIATO ED ABBRACCIATO LEI E CHE I SUOI L'AVREBBERO ACCETTATO, PER NON ROVINARE LA LAUREA DI LEI.

2)CHE SI SAREBBERO VISTI PER CASO E SI SAREBBE RIACCESA LA PASSIONE. E L'ULTIMA CHE ERA FORSE LA PIÙ REALE DECISE DI FARCI UN PENSIERINO IN PIÙ.

3)LA PIÙ REALE SU TUTTE: Si sarebbero visti alla festa di laurea o di Armando o di Claudio, suoi amici di corso, loro amici comuni.
Appena lo avrebbe visto gli si sarebbe buttata addosso per abbracciarlo fortissimo, sarebbe stato ovviamente single, senza una ragazza vicino, perché Elena era Elena e nessuno doveva competere con lei per quanto fosse stata importante per lui.

L'avrebbe stretta fortissimo a sé quasi ammazzondola, per punirla dato il dolore che aveva sentito perdendola.
Lei gli avrebbe detto piangendo, perché ormai le lacrime le aveva perse, ma con quello lí le ritrovava sempre: "Maaa... È il profumo del nostro appuntamento! Allora lo hai messo ancora!. È bellissimo! Lo sai che l'ho cercato ovunque senza trovarlo mai in nessun negozio, ma anche in nessun ragazzo?.

POI PRIMA CHE TU POSSA AGGIUNGERE ALTRO. IO... TI DEVO PARLARE, DARTI UNA SPIEGAZIONE, ANCHE DOPO UN ANNO, ORMAI, ME LO CONCEDI?
DEVO RACCONTARTI TUTTO, TI PREGO È IMPORTANTE CHE TU SAPPIA. "

" È stata bruttissima quella domenica di Maggio, scusa ti ho intossicato il compleanno, non volevo assolutamente. Praticamente già dal Sabato non riuscivo più a mangiare serena, avevo l'ansia ed i conati di vomito, ti ho raccontato che questa è la mia reazione quando sto male. All'inizio nessuno se n'è accorto, poi però è continuata questa cosa e non ho voluto che continuasse. Ho buttato tutto sull'esame che stavo preparando, ma non poteva essere quello soltanto.
Papà non ha capito nulla, anzi lui mi giustificava anche.
Mamma sì, senza sapere cosa avessi, aveva capito che c'era qualcosa sotto di più grande.
Io non riuscivo a stare calma pensavo a noi, alla sofferenza vissuta, alla paura di essere scoperta, ai sensi di colpa nei confronti dei miei genitori e di mia sorella. Capí che in qualche modo c'entravi tu.
Io sembravo una sfinge, non dicevo né né no, Vito ti ho protetto, salvato, custodito fino a che non ho mollato, poi.

Non ce l'ho più fatta, ti ho bloccato perché ho litigato con mamma, capito. Per paura che scoprisse ho preferito cambiarti di nome, eri Giovanni 2 università, appunto l'avevo pattuito con Marco, venerdì sera.

Per non portarti tutto a lungo, mi conosci, ho preferito "bloccarti, ripristinare il tuo nome contatto e togliere di mezzo, per paura che mia madre leggesse, prendesse il cellulare e capisse tutto!" Scusami, lo so avrei potuto parlartene, grazie a Marco stavo per inviare un messaggio il pomeriggio, messaggio che scrivevo e cancellavo.
In questo ti dicevo tutte queste cose che ti sto dicendo faccia a faccia avanti a sto bicchiere di prosecco, stasera.

Sai perché non cliccavo il tasto freccetta di telegram? Perché stupido io non volevo realmonte chiudere con te. Avevo paura di te e della tua reazione...
Avevo paura che se avessimo continuato sarei potuta morire sotto le cucchiarellate di mia madre, gli insulti e le parole orribili di mio padre (che essendo caratterialmente uguale a me, ti uccidono più della cucchiarella) e t scuord a Sara, chell si t guard t'accir...
Capito perché ho tolto di mezzo adesso?

Si nu strunz se hai pensato che non ti volessi più. Sei un coglione Vito Mariani.
Un imbecille, peggio di Alfonso Caputo in 32 Dicembre eddaii.
Però ti posso offendere io soltanto, è chiaro?
È pur vero che la mattina ero da sola, con i ragazzi miei, Pacifico e Piotr che mi hanno invogliato a sbloccarti. Sai come stavo? Sembravo una cretina, ero in stato di shock non sapevo che fare, stavo malissimo, ti pensavo, ma avevo il ribrezzo della tua situazione, di tuo padre, della sua vita, di quello che avevo scoperto.

Ti pensavo, ma sembravo una cogliona, non capivo e soprattutto non reagivo.
Hai presente i bambini quando hanno paura, si rintanano da qualche parte, io stavo così, sembravo una bambina impaurita.
Sono scappata per paura, ho avuto le palle a cercarti di nuovo, a riprendere ciò che mi apparteneva, ma non ho retto poi, ho dovuto farlo, lasciarti stare, forse per il bene di entrambi.
Ho pensato va bene la rinuncia è una forma d'amore, va bene così.
Poi sapevo che non era giusto, perché ti amavo tantissimo. Volevo dirti tutto, che avevo paura, che non volevo essere uccisa da nessuno per un regolamento di conti nei riguardi di tuo padre o che ne so, per una vendetta trasversale, sono troppo paranoica, dillo ai miei non a me, colpa loro.
Nemmeno volevano farmi venire stasera, ho insistito io...Per l'amicizia che mi lega ad Armando ed Claudio.

Avrei voluto scriverti che sta situazione di merda mi andava stretta, che volevo vivere alla luce del sole il nostro amore.
Non volevo essere una "puttana che si divertiva di nascosto con chi non doveva".
Volevo essere Elena innamorata di Vito e basta. È chiaro che volevo essere la tua fidanzata però.
Quando mi sono decisa a dirti tutto, mi ero accorta che mi avevi bloccata. Fanculo al tempismo.
Là volevo sparire. Suicidarmi sotto un treno o che ne so. Avevo perso l'amore mio, per colpa mia. Scusami, scusami, scusami.

Ho iniziato ad immaginare il tuo odio, ho pensato parlassi con tuo padre e che meditavi una vendetta contro me, mio padre, mia madre, mia sorella e il fidanzato di mia cugina. Sono stata una puttana, davvero. Ti ho illuso, mi sono fatta desiderare e poi ti abbandonato, sono Giuda.. Mi faccio schifo per tutto, scusami. Scusami... "

Vito atterrito, impietrito le avrebbe spiegato delle cose: "uno, tu non hai sbagliato nulla, se non nei modi, sei stata una stronza, se non volevi e potevi, dato che non ce l'hai fatta, dovevi dirmelo subito, ohhh. Ma che si fa così?
Io non ti capisco proprio, forse non ti ho mai capita. Però eri così semplice sotto sotto... E invece sei complicata.
Sei normale come gli altri. La merda sono io, tu sei pulita scappa, vai via, ti sporco. Lascia stare, ti ringrazio, sei stata nuovamente sincera, brava. Hai lavato nuovamente la tua coscienza adesso. Mo lasciami stare, vattenne."

" Vito aspettaaaa. Che cazzo stai dicendo, ohhhh. Si scem allor? TI AMO E NON SMETTERÒ MAI...
ah finalmente l'ho detto. In realtà aspettavo che me lo dicessi tu.... Ma Ok. Tra noi è sempre andata a parti invertite, io ero l'uomo della coppia. Anche con i miei genitori è così. A me piace eh!!
È un anno che non ci vediamo e che volevo dirtelo. Mi stringi di nuovo, ti prego?"

"mmmm eh. Cioè cosa hai detto..?"
Improvvisamente non si capisce più nulla, i suoi amici stanno lontano da loro due, Riccardo, Armando e Claudio i ragazzi amici più stretti di tutti e due i ragazzi, si godono lo spettacolo da lontano. Gli altri ragazzi, amici solo di Vito, si stavano divertendo in altro modo di là.

I tre presenti dissero:"ma sti duij c'anna fa?" disse Claudio chiese:"raga ci penso io o lascio fare a Vito?"
Armando disse:"lascia fare, lascia fare, secondo me tra un pó...". Claudio e Riccardo dissero:" tra un pó cosa, ma la smetti di sognare?"
Loro due impazziti o forse data la loro sfuriata collettiva, erano liberi.
Vito si avvicinó a lei, la guardò come se fosse stata l'unica donna quella sera, la stinse più forte di prima.

Elena aveva un vestito bianco e nero, simile a quello della prima volta che si videro quindi era normale il desiderio di Vito. Lui invece aveva la stessa cintura GG ma un pantalone nero ed una camicia bianca. Era bellissimo.
Per i due insomma un tuffo al cuore, sembrava che l'orologio si fosse fermato al 23/03 a quando si videro.
Improvvisamente le prese il viso tra quelle mani gigantesche e la baciò con desiderio quello che ti brucia solo a guardare.

Lei spaventata, era il suo primo bacio, non riusciva a capire come si facesse. Poi aprí le labbra e ci mise la lingua, e che cazzo! Sì lo fece senza freni, lo amava, lo voleva. Gli era mancato. Ebbe un pó di solletico con i baffi onestamente.. Però fanculo. Lo desiderava più di ogni altra cosa al mondo.
Gli disse:"azz baci bene, complimenti! Eh mi sei mancato, sai?, aspettavo sto bacio dal 23/03. Poi lo abbiamo spostato al 30 Marzo, che è arrivato, ma non c'eravamo noi". Ti amo e stavolta non ti lascio più. Succeda quel che succeda, io con te e tu con me. Basta, non c'è due senza tre."

Vito le disse:" baci benissimo, ma la lingua Elee. Ceh..
Che cavolo ti è venuto in mente. Mi fai morì, te l'ho detto sempre e continuerò." ah scusa Ti amo anche io."

"Nooo grandissimo, devi dirmelo bene, no no non lo accetto così". "Do you remember, quando e chi disse questa cosa?" "vero hai ragione, Ti amo".
"Se non sbaglio lo disse un ragazzo di Avellino, bello intelligente, sveglio, libero, onesto e un pó impazzito. Lo disse ad una ragazza stupenda, bella, divertente ed una buona forchetta o no? Sbaglio? "
"no non sbagli, lui, proprio lui".

Armando da lontano disse: "Ehhh finalmente, che vi avevo detto!? Non ho sentito bene.." "Gesù sti due, sono pazzi" dissero in coro Claudio e Riccardo.
Non si curarono di nessuno e poi si dovettero staccare. Contegno. Ragazzi, Contegno.

Dopo il ritorno cercarono di rilassarsi. Però avrebbero dovuto parlare di come comportarsi nella loro situazione. Era più importante di tutto il resto.

"Amore allora, che facciamo, io devo capire, ci vediamo di nascosto come due ladri oppure ci amiamo alla luce del sole, rischiando che ci bollano per la vita tutti e che ci giudicano per le scelte fatte?"
"Io ho paura, non so se è una bella situazione, ma ho paura, te l'ho detto. Con te sto bene ma ho paura. Il problema sono io, non tu. "

"Allora viviamoci il momento con calma e ti ho detto di stare tranquilla con me. Basta adesso. Ma tu sto cervello del cazzo lo spegni un pó o no?"
"Mica stai arrabbiato?"
"Ma sij pazz. Noo non sono arrabbiato", le disse facendo scivolare la mano su una gamba di lei.

"Vitooo che caaa fai?. Ma perché ora? No. No. No. Ah, oddio."
"Secondo me ne vuoi di più, non ci resisti, lo sapevo!"
"No. No. Grazie mille, sei gentile. Andiamo a mangiare adesso, ja, ci aspettano." "Elenaaa che fai?"
"Che è successo adesso? Che ho fatto?" "Ah ti riferisci alla mano sulla pancia uh. Scusa è scivolata, non l'ho fatto apposta. Scusaaa". "Che c'è ti sei eccitato, azz? Ohhh. Adoro this".
Vito come cenno d'intesa le diede una spallata e risero.

Dopo questo riavvicinamento ritornarono a mangiare i primi. Paccheri con gamberi (già sgusciati) e pomodorini la prima scelta, la seconda scelta invece erano i cortecce con il pesto, pinoli, formaggio.
Elena prese la prima scelta, odiava il formaggio, lo mangiava da piccola. Da grande le era venuto il disgusto ed arbitrariamente non lo assaggiava nemmeno.

I due scapparono improvvisamente, si baciarono di nuovo. Andarono in macchina di lui. Era una Smart piccola, nera, con i faretti piccoli anteriori ed i posteriori erano rossi con delle geometrie strane.
Era davvero carina, piccola fuori ma piena di oggetti dentro. Era una macchina piccola ma dentro stupenda, aveva gli schienali rossi, i finestrini che si abbassavano in automatico.
La tappezzeria tutta nera, in contrasto con gli schienali rossi. Elena al punto gli disse:"Oh ma che sei del Milan, scusa? Tutto rosso nero qui dentro, sei pazzo o cosa?" "Sei grandissima guarda. Ma secondo te posso mai tifare Milan? Tu sei impazzita forte." "Non ci credo per come è piccola sta macchina amo! Ceh mi credi. Abituata alle grandi dei miei, questa mi sembra strana, ti giuro. Non ti offendere ja! Non voglio farti star male. Ti amo lo sai. Il problema è che sono obiettiva ed una grande osservatrice, quindi che ci vuoi fare."
"Mahhh. Io non mi offendo dato che ti amo eppure tantissimo. Ti capisco aah. Però piano piano ti piacerà, è un mondo dentro guarda!"

Improvvisamente Elena lo guardò con gli occhi sognanti e forse desiderosi di qualcosa di più di una singola "mano sulla gamba", così gli disse con una punta di malizia, che nell'ultimo periodo aveva caratterizzato il suo essere. Elena gli disse:" ti ricordi che cosa dissi un anno fa?"
"no, che cosa?"
"Avrei fatto l'amore con te, ma non subito, ti avrei fatto aspettare un anno. E tu ridevi, dicesti ehh un anno". Invece guardaci, dopo tutto sto bordello, ci siamo persi e poi ritrovati. È un segno, stai per smettere di aspettare Vito. Sono pronta, la paura c'è, ma se ho te, già esperto poi. Con te se ne va a farsi benedire".

"Sei sicura, mica ti ho costretta, non volevo metterti la mano sulla gamba, è stato spontaneo come gesto. Non voglio forzarti, se tu non vuoi. Aspetto ancora. Tranquilla, se stai bene tu, sto bene io, se tu vuoi, voglio io". "Io non sono così, non mi va di forzarti, se non sei pronta io ti aspetto, non deve essere un'imposizione. Voglio stare con te, più di quanto voglia tu! Però devi essere consenziente, capito?"

"Stupido, voglio! Ho l'ansia è normale. Devi avermi solo tu.Ma che cavolo, perché hai messo la Legge in mezzo? Tu mi fai morire!! Non sei assolutamente vero. Aahh però hai ragione, sono consenziente e consapevole di tutto quello che può succedere stasera, me ne assumo tutte le responsabilità ed i rischi del caso".
Aggiunse poi:"Sai cosa pensavo da piccola o comunque anche ora?" Comunque sono fortunato ad avere una fidanzata come te! Ringrazio Dio ogni giorno." "Amore mio grazie! Sei troppo buono, lo sai? E dunque sei impazzito secondo me... o hai bevuto troppo o ti sei rincretinito. Credo che a 23 anni non sei diventato pazzo, a meno che non è colpa mia. Questo non lo so!"
Aah e poi volevo dirti una cosa importante per me." "mm no. Ovvero?"
"che la persona con cui avrei perso la verginità sarebbe stata la persona giusta, quella con cui sarei rimasta per sempre, perché gli avevo dato tutto di me."

"Ah hai capito... Quindi mi stai dicendo che vuoi restare con me per sempre, combattere con tutti, per restare con me?"
"Si vita mia, sì. Ti amo, te l'ho detto tantissime volte da stasera, quindi sì. Caccio le palle e parlo con i miei a costo di rompermi con tutti e tre."
Dopo i tentativi di dissuadere Elena, Vito cercò di farla rigare dritto, non ci fu tanta scelta. Lei era decisa, l'avrebbe fatto.
Era testarda la ragazza, lo voleva. Ci teneva a lui, non voleva rovinarsi il momento, questa volta voleva andare fino in fondo. Non esisteva più Aldo Mariani ed il Clan Bonetti, in quel preciso istante c'era soltanto Vito Mariani, o meglio Vito o Uragano, basta.
Lui voleva starci con lei, è logico, ma voleva proteggerla dal destino che probabilmente aspettava ad entrambi.
Una storia meravigliosa, come la loro, sarebbe potuta terminare con un proiettile al petto destinato a Vito, che avrebbe però preso Elena per salvarlo e fargli da scudo. E forse l'avrebbe portata sulla coscienza per la vita.

I due scacciarono questo pensiero macabro ed orribile e poi stettero insieme.

Stettero insieme, si abbracciavano fortissimo, lei non voleva essere lasciata assolutamente.
Aveva quel corpo così piccolo, si sentiva schiacciata un pó dal corpo pesante di Vito, reggeva tutto però. Aveva quelle gambe chiuse e strette, si sentiva forte. Si sentiva sua, davvero stavolta. Non lo voleva lasciare.
"Amore ti piaccio sii onesto. Mi hai vista per la prima volta senza vestiti e senza "il trucco del reggiseno" , non mi dire che non te ne eri accorto. Eddai non te ne eri accorto?"
"Mica sono brutta, dimmi la verità, ti prego! Ho il seno piccolo delle sculture di Canova, che adesso stai guardando Nature, un fisico da ginnasta a tratti troppo anoressico nonostante mangi tantissimo, tu sai quanto appunto, e il culo della Ferragni."

"Aaahhhhh il culo della Ferragni no. Eddai. Allora... Signorina Moretti sei bellissima!
Hai un seno piccolo ma chi se ne fotte, a me piace, poi guarda qui... Ho queste, delle mani che lo fanno diventare grande. Eppoi lo spazio centrale è bellissimo, la mia testa ci va giusta giusta. Voglio sentire il tuo cuore esplodere. Dai piccola. E poi sei bellissima hai un culo bello, più bello di quello della Ferragni . Maro e che gambeee, adesso capisco perché ti piacciono, sono completamente perfette! Basta sto trascendendo!"

"Grazie mille, tesoro. Davvero ti piace il seno piccolo?, io pensavo che... Che non ti piacessi perché fossi troppo magra, ceh sai volevo la tua testa sul mio cuore. Però batte tantissimo non impressionarti. Non so se batte per te o se è normalmente così. Spesso fa così batte fortissimo normalmente, ora per te esplode!"
"Vito senti.. Io ho paura per l'altra cosa, stai attento e metti il preservativo. Fai piano ti prego!

I miei mi ammazzano A se scoprono che non sono più vergine e B se l'ho fatto proprio con te ed abbiamo fatto il guaio."
" ok tranqui, nemmeno dovevi parlare, guarda qui eccoli."
"Un attimo li avevi portati già?"
"Tesoro hai capito quanti anni abbiamo? Io ne ho 23 e tu ne hai 22. E poi si ce li ho sempre con me. Non ti fare strane idee, eh, dopo Costanza non ho toccato più nessuna e tu sei quella che voglio di più di tutte. Tu non sei tutte, tu sei tu e basta."

Cenno d'assenso in quegli occhi leggermente maliziosi di lei. E quella voglia di lui si mischiarono, insieme.
Si divertirono abbastanza.

Elena aveva paura, lui anche non voleva farle male, era la prima volta per lei.
Elena era felice, stava benissimo con lui. Incrociarono le mani e si strinsero di più, molto di più, fino a farsi male. Avevano già dolore entrambi, quindi questo qui provato al confronto era "passione e desiderio" Fu magico e bellissimo.... Stettero insieme, lasciandosi dolori e segni enormi, come se la prima volta fosse stata l'ultima, per paura di non rivedersi più. Elena si strinse alla sua schiena infatti, per il dolore, per il desiderio, per la paura, per il forte amore che provava. Lui invece la stringeva forte, le baciava il collo fortissimo e le diceva di stare tranquilla, calma, che non sarebbe accaduto nulla di quello che pensava. Se aveva scelto lui, doveva stare tranquilla.

TACCC FINITA L'IMMAGINAZIONE ELENA CONTINUÓ A RIPETERE STORIA MODERNA E L'AVVENTO DEGLI ASBURGO IN ITALIA.... PECCATO SOLO CHE FOSSE UNA SUA PROIEZIONE DEL PENSIERO. FU DISTORTA DALLA SORELLA CHE ENTRÒ SENZA BUSSARE IN CAMERA DI ELENA E LA VIDE SUBITO STRANA, PERÒ NON LE CHIESE NULLA. Quando se ne andò ricominciò a fare delle analisi di coscienza ed era punto e a capo.

SAPEVA CHE NON SAREBBE MAI ACCADUTO TUTTO QUESTO.
ERA SEVERA CON STESSA. POVERA, STAVA DISTRUTTA.

L'unico modo per odiare definitivamente Vito e dimenticare questa situazione era comprare i libri sulla Camorra che parlassero di realtà crude, ma anche di storie d'amore nate in quell'ambiente, come la loro che stava per nascere.
Purtroppo, dopo accurate ricerche non acquistó i libri della trilogia di Luigi Romolo Carrino su Acqua storta, la città immaginaria dove vivevano due clan rivali. Il tutto poi passó nelle mani di Mariasole Simonetti "Vient e Terra", la moglie di Salvatore Acqua Storta, figlio gay del Boss Antonio Acqua Storta, risiedente a Napoli.
In questa città vivevano anche Rosa ed Antonio che si amavano nonostante tutto il vissuto dei loro genitori. Ed è questo che ad Elena fece accendere la lampadina.
Purtroppo ad Elena mancava questo, doveva chiudere con Vito.

Era duro ma doveva farlo. Basta sperare di vederlo, alla laurea di Armando o Claudio, basta sperare che sia single, potrebbe anche essere fidanzato lui o lei.
O potrebbero essere entrambi single ma lui essere rancoroso nei suoi riguardi di Elena. Chi lo sa.
Nessuno lo sa infatti.

Alla fine Battisti diceva: "Lo scopriremo solo vivendo", ed infatti tutto si scoprirà solo vivendo.

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