CAPITOLO 7

Il 14/05 andò alla comunione del cugino Riccardo e si divertì apparentemente, però moriva dentro sempre per la stessa situazione.
Si vestì con un abito rosso scuro con rombi e motivetti tipici orientali che le risaltava le forme sinuose.
Fu una bella festa, si rilassó e cercó la parola magica per dire basta, ma fu impossibile.
Fu una bella festa, si rilassó e cercó la parola magica per dire basta, ma fu impossibile. La festa si svolse dove fece lei il 18esimo compleanno a Villa Buonanno, una villa stupenda, un castello medievale che aveva anche un albergo e la sala colazione all'interno. Era gigante, aveva salette per tutto il perimetro del castello, un giardino enorme, diviso in settori. Era rinomata per il cibo, poiché si mangiava bene. Al compleanno di Elena si mangiò benissimo e tutti andarono via soddisfatti e soprattutto felici. Anche dal cuginetto si mangiò bene, solo che c'era tensione poiché con i familiari di Zia Monica ci si vedeva raramente e quindi si stava parecchio in imbarazzo. Però tutto sommato tutto si risolse, fu divertente. Il problema era sempre interno ad Elena che non riusciva a calmarsi e a vivere tutto quello che di bello la vita le stava offrendo per quella sera.

I giorni dopo andó in Uni a seguire corsi con i ragazzi, fu libera da turbamenti soliti, almeno agli occhi dei suoi la ragazza stava bene, nessuno sapeva i suoi dilemmi interiori.
Poterono immaginarli ma nessuno mai pensava a ciò che Elena volesse.
Non era pazza, o stupida o cose varie che tutti van a pensare, cercava di ritagliarsi quel tempo che aveva perso, che non c'era, quel ragazzo che non era giusto per lei.

A lungo andare si affezionó ad un altro amico, Giorgio, chiamato a volte Giorgio II oppure Gió, per distinguerlo dall'amico di corso e gruppo Giorgio.
Praticamente Elena si sfogó anche con lui su tutta la storia con Vito. Lui stranamente la capí, ebbe grosso modo la sua stessa esperienza, fu lasciato dal suo più grande amore, Alba, con cui era stato circa due anni.
Nonostante questo lui era ancora innamorato di lei e la idealizzava ancora.
Pur vero era che Giorgio usciva spesso, andava ai bar e faceva cose che tutti i 22enni facevano.
Infatti raccontava ad Elena tutto ciò che gli accadeva ad esempio 'le conquiste del sabato sera'.

Giorgio aveva i capelli ricci corti e neri, gli occhi castani penetranti, i baffi e barba ed un'immancabile faccia pulita. Assomigliava a Vito solo in poche cose, tipo per quanto concerneva l'aspetto fisico solo baffi e barba, faccia onesta ed occhi castani. Non trascurabile l'aspetto anagrafico era un 2001, come lui.
Elena a lungo andare iniziò a vederlo come qualcosa di più, forse era un' amicizia speciale che lei stava trasformando per riflesso e per dolore provato in amore.

Secondo lei sarebbe stato un amore non ricambiato sicuramente, ma anche non voluto realmente. Lei voleva Vito era chiaro. Non si rassegnó all'idea di perderlo, anche se tecnicamente lo aveva già perso.

Ecco quindi era di nuovo nel vortice. "lo faccio o non lo faccio?, me lo prendo o non me lo prendo? Che faccio?,Marco aiutooo"!
Era disperata, di nuovo.

Alla fine ne riparló con Pacifico e Piotr i suoi amici stretti e fu ancora più difficile capire la vera realtà. Per entrambi era difficile trovare una giustificazione a tutto quello che Elena aveva dovuto subire. Anche loro le dissero:"vatt a piglià a Vito", tu lo ami, vai!"
"Muoviti prima che si trova ad un'altra, vai, vaiii!"
"i tuoi hanno ragione, la loro vita già l'hanno fatta."
"Ora tocca a te però. Fattene una solo tua, devi costruirla tu, però. Vai, se lo vuoi, vai a prenderlo!"
I suoi amici, nonostante la forte pioggia si fermarono con lei, a rassicurarla o meglio a cercare di snodare i demoni interiori che aveva ed i sensi di colpa che provava nel 'pensiero malsano' di riprendersi il ragazzo.
Non voleva disobbedire i suoi genitori, che non lo meritavano, non dimentichiamo Sara, lei contava più di tutti per Elena, nonostante fossero l'allegoria del giorno e della notte.

Ebbene i giorni passarono lenti, a tratti la vita di Elena si stava trasformando in una perenne ASFISSIA perché non sapeva che cosa fare, non voleva deludere nessuno, neppure sé stessa.

Il giorno 19/05, prese la decisione più difficile della sua vita.
Il cuore e la carne sono deboli, cazzo, forse troppo.

Quella stessa sera scrisse un messaggio strappalacrime, con tanto coraggio da vendere e tanto amore da dispensare. Lo giró ai suoi amici per vedere se andasse bene o meno, poi decise di fare IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBA.
Lo invió a Vito, che era alla solita uscita del venerdì con i ragazzi e quindi si sarebbe creato un guaio bello e buono.

Ancora una volta non diede ascolto ai suoi genitori, ascoltó i suoi amici e commise l'irreparabile. Perché, è inutile dirlo, lo amava, lui era suo e lei era sua. Pur senza nulla che lo presupponesse, ovvero il fidanzamento, il bacio che tanto voleva ed il rapporto sessuale che sarebbe arrivato dopo un anno di frequentazione, Elena gli disse fermamente così, al telefono un pomeriggio di Marzo.
Dopo tutto questo, non ancora avvenuto, lei gli apparteneva, lo sentiva.

Il messaggio inviatogli recitava così:
"Spesso mi chiedo se abbiamo fatto bene a chiudere, se è davvero valsa la pena.Quando ascolto le solite canzoni della mia playlist il pensiero torna a noi due, a quello che sarebbe potuto accadere e non è successo. Ogni volta che vado in Università, qualsiasi giorno, mi manchi mi ritrovo vuota, senza di te, che riempivi tutto il resto.
I pomeriggi a casa sono una merda, mi mancano le telefonate, tu e i tuoi messaggi stupidi.
Ovviamente questo te non lo sai, ma le argomentazioni con i miei amici stretti siamo io e te, il mio dilemma, ti devo riprendere con tutta la situazione complicata, disobbedendo i miei genitori o lasciarti andare?.
C'è chi dice si, chi dice no.
Io però non mi pongo la domanda Elena che vuole fare? Sai perché?
Ho paura di un tuo rifiuto, di un tuo no.
Ho paura che se invece mi dicessi di si, dovremmo vivere sta storia clandestinamente (un mi attira, mi piace il semplice ma pure il brivido, sotto sotto, sono un pazza ed incosciente 🤪), dovremmo combattere soprattutto contro i miei genitori, che non vogliono con te non perché non sei giusto, ma perché hai una situazione complicata.
Non so cosa accadrebbe a me, se mi vorranno bene come prima, se mi odieranno a vita, se ti accetteranno.
Sanno quello che hai vissuto, poi ho parlato con loro, non è stato facile, mi hanno detto tante cose schifose.
Mi hanno detto che avevo sbagliato a dirti la verità, che avevo preso un rischio troppo grosso, o per incoscienza o perché ho avuto coraggio.
Nessuno ha pensato a me, a come stavo io, certo non ero in pace però. Stavo malissimo, sai lo rifarei tutto ciò che ho fatto, però non ti lascerei andare.È difficile per tutti e due.
"Dal tuo come rimaniamo" , io ho capito tutto, secondo me noi ci vogliamo, ma ci siamo dovuti fermare prima del tempo, causa ciò che sappiamo.
Non è colpa tua, io lo so ed è proprio per questo che io ti rivorrei.
Voglio pulire tutto quello che non va, spazzare la tristezza che ti prende, aiutarti a non abbatterti e a non avere quegli sbalzi d'umore che ho imparato a conoscere.
"Non voglio che tu faccia la vittima, che possa soffrire di più di quanto già non soffri, non voglio che tu faccia come il 17/04, è stato bruttissimo non ti riconoscevo più, non capivo chi fosse il mio Vito, quello conosciuto o il fragile della chiamata. Adesso ho capito che sei entrambi."
Però voglio vedere solo il mio uragano capito? Non più quello triste. Se dovesse arrivare lo caccerei a botta di vaffanculo, se serve, poi dopo queste cose sceme ti abbraccerei, forte, più del 23/03, ti romperei le ossa. Mi conosci abbastanza per capire che lo farei sul serio.
Se non facevo sto passo mi sentivo codarda.Ho voluto scrivere questa cosa per capire tu che vuoi fare. Vuoi davvero chiudere? Non vuoi nemmeno provare?
Se chiudiamo va bene, mi rassegneró a questo, ci sta tante storie finiscono, figuriamoci la nostra mai iniziata...
Poi ti penserò come un'esperienza, diversa dalle altre. Mi ha davvero segnata.
Se decidi di sì, ovvero di continuare, io non so cosa può succedere in casa mia, però se sento che tu sei giusto per me, allora vale la pena continuare.
Pensa che ho scritto una lettera ai miei genitori dove parlo di te, di noi, di ciò che vorrei fare, sono talmente senza palle che ancora non riesco a dargliela. Come a te non riesco a sbloccare da nessuna parte e non riesco a dirti che sei importante, ancora.
O non riesco a capire se vuoi chiudere. Se non lo faccio non lo capiró mai.
Di che cazzo ti sei innamorato?
Della mia insicurezza, della mia paura dei miei e della vita, della mia ansia e del panico?
Di questo Vito?
Io con te mi sentivo forte, serena, tranquilla, libera, felice. Ero IO.
Adesso sembro un'altra persona, un po' spenta, disillusa e distrutta da tutto quello che ho vissuto. Sbrogliamo questa matassa."

Dopo questa forte dichiarazione d'amore e questa sua forza, finalmente decise di inviarglielo, stava ascoltando una delle sue canzoni preferite l'Isola Delle Rose di Blanco. Lo fece e guardò la sua stanza forse per trovare assenso nel suo gesto. Non era felice per niente, aveva paura. Sentiva forse che stava per andare nel baratro, ancora più di quanto non lo fosse già.

Improvvisamente il suo entusiasmo si placó, divenne una maschera di ferro, alla risposta di Vito. Il ragazzo le rispose, parecchio irritato e a tratti incazzato:"Ma cioè i tuoi amici sanno della mia situazione familiare?"
"Ho capito, ormai sono diventato un caso pubblico, sono su tutti i quotidiani".

Elenuccia nel mentre era in chat col fedele Marco al quale inviava gli screenshot della conversazione col ragazzo. Gli chiese cosa fare, Marco le consigliò di mentire.
Elena gli disse:"Mah no, mica sono così cattiva, in realtà lo sa soltanto Marco."

Lui geloso, probabilmente, o comunque con sospetto le chiese:"Chi è Marco?", lei prontamente rispose:"È un mio collega di corso, sapeva di noi dall'inizio e soprattutto ti dirò, lui senza di me non si laurea"
Poi continua a dire sempre lui:"Eh va beh, ok. Ma vorrei capire, è già umiliante che lo sappiano i tuoi. Ceh!"
Elena gli disse:"ho una faccia che parla perdonami, mi hanno vista male ed ho dovuto parlare".
Elena gli chiese:"ma che facciamo allora, ohi?"
Lui non le risponde, anzi la richiamó per errore, come disse lui.
Lei terrorizzata ed impietrita da tutto ciò che stava facendo, meravigliata a tratti da tutta questa forza che aveva.

Vito le scrisse:"comunque dopo tutto ciò che è successo stasera, il tuo messaggio era l'ultima cosa che mi aspettavo, mi hai preso alla sprovvista."

Elena, un misto tra stupidità e forte amore provato, tanto amore, disse a Vito:"ma allora anche per te 'da quel come rimaniamo' non era finita, cioè non volevi andasse così, vero?" lui le disse:"eh ovvio, secondo te?"
"Ma allora cosa facciamo?" Chiedeva Elena, volendo una risposta che solo lui poteva darle.
Lui le scrisse:" da quando mi ha detto la verità e te ne sei andata io non sto bene". Elena gli disse:"lo so, ho capito tutto, era difficile, è difficile e sarà difficile, se staremo assieme, ce la faremo, lo so che è dura"
Vito tergiversava ancora sulla domanda "che facciamo."

Elena si stufó, gli scrisse:"ma allora?" "Lo sai che non è giusto, non dobbiamo rinunciare a noi per tuo padre, no, no. Aggiungo che le storie d'amore come la nostra i romanzi e le serie tv onestamente se le sognano."
"Mi spieghi perché dobbiamo rinunciare a noi? "
Disse lui che sembrava un'altra persona, improvvisamente:" io non posso scegliere, non importa ciò che voglio io, non vale ciò che voglio io."

Elena gli disse per sdrammatizzare:"ladro, questa frase è la mia. Non rubare, la dico io, sempre 😂"
Poi aggiunse:"tu puoi scegliere, devi scegliere!"

Lui le disse:"io non posso scegliere, io devo rinunciare perché sono cattivo."
Elena qua si arrabbió, fece davvero quello che avrebbe dovuto fare il 17/04 ovvero fermarlo, piangendo, ma fermarlo e dirgli basta.

Infatti piangeva e questa volta reagì seriamente scrivendogli:"Noooooooooo, bastaaaaaaa, bastaaaaaa, bastaaaaaa, Vito non sei cattivo, non è vero. Nooooooooo, sei buono, sei un uomo meraviglioso. Bastaaa.
Poi gli scrisse Amore" Aggiunse :"Se un ti conosco non sei nemmeno lucido, sembri quello del 17/04. Vito torna in te ti prego."
Lui disse:"veramente sono perfettamente lucido."
"Comunque vorrei capire perché adesso, ora. Ora è passato tanto tempo."

Lei disse:" mmmm penso che hai capito che persona sono, cioè vado a scoppio ritardato, ma sono sempre sul pezzo, non importa se presto o tardi io sto qua". All'inizio mi rincorrevi te, ora invece lo faccio io. Siamo così noi". "Non sono più importante per te, non voglio crearti problemi, voglio liberarti, stai meglio senza" .

Elena le scrisse:"eri una mia priorità".
Vito scrisse:"appunto ero". Elena continuó:" scusa in realtà lo sei ancora, io voglio vivere la mia vita d'accordo, ma con te, però. "

"Ma quindi che se fa?" disse ancora lei.
Lui disse:" io non voglio crearti problemi, devi andare avanti senza di me. Poi non preoccuparti per me, tu devi stare tranquilla ed hai altre cose a cui pensare."
Lei disse di no.

Si stufó e gli diede un ULTIMATUM o AUT AUT, gli scrisse.
"Se decidiamo di sì, dobbiamo assumerci entrambi le responsabilità, dobbiamo cambiare regole, non puoi più telefonarmi i pomeriggi come facevamo prima. Dobbiamo vederci se si può, effettivamente, solo all'uni, purtroppo anche questa sta finendo purtroppo e dobbiamo trovare altri giorni per vederci, non abbiamo più "giovedì a disposizione".
Potremmo vederci alle uscite universitarie con il prof che si terranno a fine Maggio, se vuoi. Poi ti aggiorno poi. "

"Se invece decidiamo di no andiamo ognuno per la sua strada ed andremo avanti ognuno per fatti suoi, ricordando che è stato bello."
Elena gli disse ancora:"secondo te sono pazza, sono incosciente, non penso?"
Lui le disse:"non sei incosciente, stai tranquilla".
Elena disse:"io ho paura!
Non so cosa potrebbe succedere a casa se si scoprisse".
Lui le disse:"io non voglio che tu abbia paura, con me te l'ho detto sempre che devi stare tranquilla, o sbaglio?"

"Vito che facciamo?" ancora chiedeva senza una risposta.
Lei gli chiese:"Un attimo, ma tu dici così perché vuoi proteggermi, salvarmi, o perché non siamo l'altra metà della mela?"
Vito, quasi all' esasperazione disse: "Ma perché non capisci, secondo te?, secondo te? Non ho detto questo, assolutamente.
Se dico così è per proteggerti". "Giusto hai ragione." Disse lei.

Si fecero le 00:00 lui ancora non le diceva sì o no, lei continuava a stare in contemporanea con Marco in chat, quindi....

Improvvisamente le disse lui:"domani scusa posso chiamarti?" lei disse: "assolutamente no, perché vado a vedere una rappresentazione e quindi starò con mia madre tutto il giorno". Allora facciamo quando non ci sono i tuoi.
Elena in realtà temeva tantissimo. Era in cameretta sul lettino con le cuffie Bluetooth solite, infatti improvvisamente arrivò una canzone :"Stavo pensando a te di Fabri Fibra" qui inizió a dire al ragazzo:"Che cazzo mi hai fatto, vedi, adesso sto morendo di caldo"
"Sei ovviamente con i ragazzi eh? " infatti sì.
Disse lei:"Oh cazzo, che figura di merda, mi auguro non si siano accorti di nulla", disse lui:"tranquilla, nessuno sa niente!"
Elena stava per scrivergli:"chi non deve sapere non sa", si riferiva ad Armando e a Claudio ovviamente che erano gli amici in comune di Vito ed Elena. (non gli scrisse più nulla, poiché poi scrisse lui, lampo e tuono erano!)

Vito le scrisse:"ovviamente loro, Armando e Claudio, non sanno nulla. Non devono sapere nulla" disse lei:"Armando sa di Mirko, quindi della preistoria ridendo, Claudio non sa nulla in realtà".

Vito un pó geloso, scrisse:mmm il famoso Mirko. La ragazza ribatté:"aahh il famosissimo, ridendo, disse ancora per stuzzicare un pó, foorse.
Lo sai che l'avevo immaginato sicuramente bono, ma anche molto stronzo. Te sei n'altra storia".
Disse lui:"eh so magico".
Poi le disse: "Senti ma mica ti dispiace se ti faccio sapere domani per quella cosa? Ti contatto io"
Elena disse:"vai tranquillo e prenditi tutto il tempo!"

Era super impanicata, non sapeva più cosa fare, non era felice come avrebbe dovuto essere dopo la riappacificazione col suo "quasi fidanzato clandestino".
Era in ansia, indovinate un pó, le erano ritornate le paranoie dell'inizio, mattone allo stomaco e questo chiuso.

SI SENTIVA SPORCA, IN COLPA CON SUO PADRE, SUA MADRE E SUA SORELLA, SI SENTIVA COME UNA LADRA CHE STAVA RUBANDO QUALCOSA, SI SENTIVA REALMENTE UNA POCO DI BUONO STAVOLTA. TUTTO QUESTO PERCHÉ? PERCHÉ SI ERA INNAMORATA DELLA PERSONA SBAGLIATA.

Come avrete inteso la poveretta non riuscì a godere del momento. Il tutto le si ripercosse la mattina dopo, sembrava un'altra, si capì dal suo svegliarsi male e dalle sue risposte a monosillabi a tutti in famiglia. Poi razionalizzó insomma. Andò a studiare e accese il cellulare subito sperando che Vito le avesse scritto, invece non lo fece.

Sfogó con Marco le sue ansie. Lui le disse:"speri in quel no, vero?, io ho capito bene. Tu non riesci a gestire nulla, vorresti i tuoi genitori d'accordo con te, purtroppo non è così, che ci puoi fare? Non devi mollare mo!"
Vito le scrisse"ehi" "come stai".
Lei le scrisse":tutto ok, sto studiando per l'esame di storia moderna, è molto più difficile di storia medievale più lungo."
Disse lui:" Innanzitutto prenditi un pó di tempo, sennò ti scoppia il cervello, eppoi mangi tardi e studi troppo. Come al solito".
Disse lei:" certe cose non cambiano mai." Poi andò a mangiare e faceva i classici conati di vomito ed era parecchio in tensione.
Disse ai suoi genitori che la vedevan strana:"è per l'esame è davvero moltissima roba, per quanto voglia e soprattutto possa studiare non riesco, è veramente troppo".
I suoi credettero a questa cazzata.

Si vestì si preparò per la rappresentazione, andò con il padre Daniele che guidava, Zia Cristina, sua madre Costanza, zua cugina Miriam e sua sorella Sara. Non prese per nessun motivo il cellulare, sarebbe cascato l'asino, d'accordo che il contatto era stato cambiato da Vito Giurisprudenza a 'Giovanni 2 Università', quindi non correva nessun pericolo. Meglio non provare ed infatti non provó.
Lo ignoró per tutta la sera, lui le scrisse, lei non rispose, però. Le scrisse:"spero ti diverta, buona rappresentazione". Andò al teatro Augusteo a Napoli, alla Galleria Umberto 1 a mangiare la pizza da Michele sempre con la "malsana abitudine" e al Gambrinus a prendere un caffè strapazzato, loro specialità.
Nel suo bar preferito, fece parecchie foto pensando al suo Vito Uragano. Tipo la foto dei piedi di Maradona. Avrebbe voluto inviargliela, ma non lo fece sempre per evitare di essere scoperta dalla banda di donne che c'era con lei. Evitó di evitarlo per non star male, eppure diceva di amarlo, e tantissimo pure.

Decise di archiviare tutto per stare concentrata sulla rappresentazione, infatti ci riuscì.
Lesse in macchina i messaggi da Telegram, ritornando a casa stava male, iniziò a sudare e a provare a piangere con tutta la forza che aveva. Non vi ci riuscí.
Il ragazzo le scrisse:"Voglio che ti diverta e che vada tutto bene."
"Elena. Va bene ho capito."
Lei pensò che fosse cattivo davvero.  Non ce l'aveva con lui ma con la situazione di merda in cui stavano e per i genitori che l'avrebbero castigata. L'effetto rappresentazione era andato a farsi fottere, letteralmente.

Tornò a casa serena, felice, almeno agli occhi dei suoi. Poi decise di rispondere a Vito, gli scrisse:
"Scusa non volevo farti aspettare, comunque sono a casa e tutto ok. Ho sistemato i vestiti in armadio, come facevo sempre, la donna di casa per intenderci. Allora che hai deciso?"
Lui non le disse nulla.  "comunque c'ho la memoria piena al cellulare che merda, è un problema ricorrente, ogni volta che vado ad un concerto o ad una rappresentazione, incredibile".
Disse lui:"ehhh la Madonna, waa, e compra una schedina, no?"
Lei disse:"guarda che non risolverebbe nulla, si riempirebbe facile."

Si fece ora di pranzo, solito copione. I genitori si bevvero il tutto e lei tornó a studiare e chattare col ragazzo in telegram.
Gli disse lui:"Guarda mamma e mio fratello che mi hanno fatto per festeggiare il Napoli?".
La madre e il fratello gli avevano fatto la maglia azzurra del Napoli con scritto CAMPIONI ITALIA 3 CON UNO SCUDETTO GRANDE AL CENTRO. "bellissimaaaa" disse lei.
Ah e comunque questo è il mio regalo. "È il piede di Maradona che era al Gambrinus, ti ho pensato subito appena ho fatto foto, ma non potevo inviarti nulla, avevo paura oh."
Poi disse che c'era Starace alla rappresentazione. Lui era davvero felice, e proprio come lei adorava Starace.

Elena gli pose la domanda: "oe meglio io o Tommy!?"
Lui le disse:"mi avvalgo della facoltà di non rispondere, tu sei tu e Starace è Starace".
Ceh. A quella risposta "tu sei tu", lei non ebbe nessuna scossa, le era stata detta da Gió proprio sabato sera, mentre le raccontava l'ennesima conquista. Le fu detto in napoletano :"tu si tu".
Non capiva nulla, lei certo però, voleva Vito, era più forte.

Alle 18 c'era Napoli-Inter il mitico 3 a 1, con l'immancabile goal di Gaetano all'ultimo.

Ed ecco che qui inizió ad andare tutto male.
Si avvicinava la sera ed infatti i dolori allo stomaco, dopo doccia e shampoo canonici della domenica si fecero sentire di nuovo. "Ahh maledetta ansia!". Non riusciva a stare calma, tranquilla, in pace, sempre il solito copione, solo che stavolta accade qualcosa di diverso.

La madre si arrabbió. Le disse:"se c'è qualcosa che non va, dimmelo, se è successo qualcosa dimmelo, tu stai troppo strana, l'ultima volta che ti ho vista così era per quello con cui ti mettesti solo per" provare" cosa significasse essere fidanzata. Che è fatt, ch è fatt, ch è fatt? Si è fatt coccos rimmel mo e furnimm.
Lei negó di aver fatto, negó di Vito, negó. La madre le disse:"E capit ca chill p me è muort, e capit che gent song?".
Lei disse:"sì mamma, ho capito che persone sono. Stai calma, ho capito,basta."

Tempestivamente cancelló la chat, il nome falso e lo bloccó, poi giocò con il cell ed avvertì Pacifico.
Disse all'amico: "Sono una puttana, l'ho riscritto, sedotto ed ora abbandonato, senza un motivo, senza dirgli la verità." "Ho litigato con mamma, penso che ha capito una mezza cosa. Ho paura adesso, tantissimo, ecco perché non gli ho dato spiegazioni, non ho fatto in tempo e manco ho letto gli ultimi messaggi cazzo, mi aveva scritto del Napoli con i 💙💙, e poi un altro che non ho letto e che non saprò mai cosa riguardasse, ho tolto la chat senza neppure aprirla".

Il 22/05 marinó Università per stare con Piotr e Pacifico, stava in trance, male, incazzata, nervosa, impanicata, non voleva mangiare neppure con loro che si fermarono  sulle panchine vicino al Maschio Angioino per il pranzo a sacco. Non riusciva a stare serena. Con loro era trasparente e limpida, forse pianse, ci riuscí.
Pensava solo a che avrebbe dovuto fare, cioè sbloccarlo e dargli spiegazioni si intende. Non lo fece. Aveva paura di essere giudicata male o forse era talmente in trance negativamente che non reagiva, non riusciva a prendere una decisione che si protrasse a lungo pure.

All'arrivo di Ludovica la loro amata amica, che attendevano alla fermata Municipio, fu difficile fare le solite cose ed infatti non riusciva. Apriva telegram compulsivamente e finché entrava, tutto ok, vedeva gli accessi del ragazzo e vedeva che lui entrava regolarmente. Peró lei ce l'aveva ancora bloccato e quindi non sapeva se gli scrisse o meno.

Conobbe quella stessa mattina Sonia l'amica lesbica di Piotr, ma anche la fidanzata del ragazzo, Caterina che era in gita con la scuola proprio a Napoli.
Andarono tutti insieme a Via Chiaia, una via bella, ma molto stretta di Napoli dove c'erano negozi di Souvenir e di varie librerie. In più c'erano le pasticcerie più importanti di Napoli. Una di queste era Casa Infante.
Le piacque nonostante non fosse assolutamente in sé. Ascoltava i racconti dell'amica Ludovica e nel mentre pensava a lui. Non soltanto sembrava ma era a tutti gli effetti assente.
La ragazza raccontava varie cose, la nonna era malata e il padre non poteva accudirla poiché lavorava sempre fuori Napoli. Dunque lei abbandonò l'università per un pó di tempo, andò da uno psicologo poiché non riusciva a sostenere tutto lo stress che il padre le aveva procurato.
Parlava anche di un possibile ragazzo francese che aveva conosciuto ad una mostra d'arte. Non sapeva come fare a conoscerlo meglio.
Fu un pó complicato per lei essere normale, ma non ci riuscí.
Chi era la vera Elena?
Non lo sapeva nemmeno lei.

Cercò di stare calma con i suoi amici e tutti gli altri nuovi conoscenti, ma si vedeva che stava una vera e propria schifezza.
Parlò con Ludovica, le disse:"Ludo è normale che non riesco più a guardarlo con gli stessi occhi di Marzo? Io... Perché?"
"Perché è normale, adesso sai tutto. Lo guardi con occhi diversi. Vedi ciò che vuoi fare. Noi siamo qui."

Al momento in cui dovevano tornare a casa, Pacifico le fece compagnia poiché doveva ritornare anche lui.
Fu un brutto poi ritornare dalla Metro, con Pacifico che l'aveva supportata.
Elena pianse stringendo l'amico più forte che poteva. Gli disse:"Io ho paura, non voglio fare questa cosa, mi fa malissimo, io lo amo, non gliel'ho mai detto. Io lo amo, non voglio lasciarlo. Perché, non è giusto, non va bene! Perché ci amiamo e non possiamo dircelo, ma soprattutto perché non possiamo stare insieme?". "Ele è una scelta difficile, però tu devi scegliere, devi decidere. Tu ci tieni a lui, ma devi lasciarlo, è per il bene di entrambi, secondo me. Ho capito benissimo che lo ami e ci tieni ancora tantissimo a lui. Poi stai male, contro i tuoi. Valuta bene cosa vuoi. Mo scendiamo e vediamo. Scrivigli questo messaggio, apriti, sii onesta come hai fatto fino ad adesso."

Nell'arco di un'ora, dopo essere scesa dalla metropolitana.
Si decise finalmente ad essere sincera con lui e dirgli tutto, per vedere insieme come fare a risolvere tutto, quando....
Si trovò "ULTIMO ACCESSO DOPO MOLTO TEMPO", capí che era stata bloccata, pure su whatsapp.
Stava male, tutto avrebbe voluto tranne questo.
Si sentiva come se l'avesse lasciata, per sempre e senza margine di riconciliazione, stavolta.
Stava male, non voleva mangiare finse che tutto andava bene e che stava tutto ok. Il problema è che non stava tutto ok e nemmeno riusciva a studiare.

I giorni dopo, annoió Marco nuovamente e stava malissimo.
Si malediva e riempiva di "puttana e poco di buono, dovendo riconoscere che aveva perso l'uomo che avrebbe potuta rendere felice".
Non riusciva più a capire niente, stava depressa, di nuovo, non contava nulla per lei, mangiava per farlo, si sostentava anche con i liquidi per farlo. Mica perché voleva!

I giorni dopo passarono così, Maggio finí con le uscite universitarie, che andarono bene ma non benissimo, lei non stava bene. Ricordava quando lo disse a Vito di venire e sotto sotto lo aspettava, nonostante tutto, anche questa volta, che non si erano sentiti più.
Fu un trauma fare Piazza Bovio da sola, luogo in cui si vide la prima volta col ragazzo e lo strinse forte.
Come volevasi dimostrare infatti era un fascio di nervi, piangeva mentre camminava, rischiando anche di essere investita. Non ragionava più.

Quel ragazzo che amava adesso lo aveva perso. Infatti povera Elena si incolpava per non aver fatto nulla prima che fosse troppo tardi. Capí logicamente che Giorgio era un amico, solo un amico.

Inizió addirittura a pensare: "sono una puttana perché ho illuso Vito, forse volevo inconsapevolmente Giorgio, quindi è colpa anche sua, non solo dei miei." In realtà Giorgio non c'entrava nulla.

Era perennemente in colpa per il suoi, non voleva mentirgli, ci teneva a loro, tanto, anche a Sara, tanto. Non era capace di affrontarli e fare un discorso. Conoscendo com'era si sarebbe persa, avrebbe iniziato ad urlare poiché non era ascoltata o se si parlava sopra per contrastare la sua voce.
Preferì stare zitta, non parló mai con i suoi, non gli disse mai "la cazzata di Maggio" e il suo tentativo malsano di mettersi col figlio di Aldo Mariani, camorrista affilato ai Bonetti.
Che Vito poi, tutto era tranne camorrista.
Per ricordare, aveva conservato tutto, nessuno mai si insospettí.
Preferí perdere il suo amore e pensare:"vabbè alla fine io lo amavo, no. Anche la rinuncia è amore, no?".

Si accingeva a venire un Giugno pieno di feste e gioie per lei, solo che lei ehhh come stava.
Questo nessuno se lo chiese mai. Nessuno si chiedeva se Elena stesse bene o meno, se studiasse davvero o per finta. A studiare davvero lo faceva, psicologicamente era distrutta però.

Si chiedeva se potesse andare da uno psicologo, si rispondeva anche da sola, per auto convincimento, appunto.
"No non puoi andarci, non hai problemi, sei normale, con due genitori adulti e moderni, puoi parlare di tutto, senza paura, senza riserve, liberamente, loro sono buoni, ti accettano, ti amano.
Quindi che cazzo vai a fare da uno psicologo, se questo ti dice lo stesso dei tuoi?."

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RICONOSCO CHE ANCHE QUESTO SIA MOLTO LUNGO,MA LEGGETELO TUTTO. NON SI CAPISCONO GLI ULTIMI DUE SENNÒ!!!ORMAI BELLI SIAMO AGLI SGOCCIOLI DI QUESTA FANTASTICA, MOVIMENTATA E STRANA STORIA 😓🥺🥲.. BUONA LETTURA....

AHH VOGLIO STELLINA E COMMENTI COSÌ DIMOSTRATE CHE AVETE LETTO...
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