CAPITOLO 5 PARTE 2

I giorni da cancellare furono l'11/04 ed il 12/04 dal punto di vista calcistico stavolta, le squadre di Elena persero tutte e due, sia all'andata che al ritorno uscendo come coglione alle prime armi. Una col City che poi va bene che è il City ma il Bayern doveva e poteva giocarsela.
L'altra col Milan, il Napoli se non avesse sbagliato il rigore e se non avesse fermato Días del Milan fooorse sarebbe riuscito a vincere. Va bene così entrambe avevano un campionato da vincere.

Era nervosa per Vito, per le squadre che persero, beh non abbandonava Marco con i suoi sproloqui sbalzi d'umore pesanti.
Che poi Marco le disse:"Elena a me fa più strano quando stai zitta e di st'argomento non ne parli, sai?, quando non lo fai vuol dire che hai fatto qualcosa o comunque cocc strunzat".
Sempre parlando di lui con Marco decise che doveva sfogare, non sapeva con chi, però doveva farlo sennò esplodeva.
Era normale che fosse incazzata, ma doveva farlo, doveva parlare con i suoi genitori poiché stava uno straccio.

Avrebbe dovuto aprire il suo cuore a loro due, dicendogli:"mi sono innamorata di Vito, lui è onesto, non come i suoi genitori. Lui vorrebbe diventare magistrato o comunque un notaio, è un ragazzo onesto, buono, diverso da loro due, pur essendo loro figlio."

Avrebbe voluto essere onesta e sincera con loro su ciò che pensava e soprattutto voleva. Non ci riusciva, sapeva benissimo che non era giusto il ragazzo, anche se per lei lo era.
Se fosse rimasta con lui avrebbe condotto una vita di merda, stando ai pensieri dei genitori.
Sarebbe dovuta scappare ripetutamente, per paura di essere trovata, forse proiettata in futuro poi con dei figli.
Sarebbe scappata anche perché non riusciva lei, essendo psicologicamente debole, ma apparendo sempre forte.
Però le sarebbe piaciuto essere la "sua fidanzata".

Con i suoi genitori non parlava mai di questo argomento, deliziava solo Marco che le dava "idee malsane", sotto sotto le voleva lei queste idee.

Con i suoi fingeva di star bene e nel mentre premeditava il modo di scrivergli e dirgli la verità. Era un Diavolo o un Angelo? Entrambi.
Non giudicateee, vorrei vedere voi al posto di Elena. Che avreste fatto? Secondo me vi sareste comportati uguale. In nome dell'amore eh che si fa!
La giovane non si interessava delle conseguenze, non le interessava che stava preparando un vassoio freddo ai suoi con una sorpresona niente male.

Volle scrivere a Vito un messaggio sotto la guida e la spinta di Marco che le disse espressamente che in caso di chiusura o continuazione di un rapporto lui sarebbe voluto essere sempre sincero ed onesto con l'altra. Quindi così fece.

Il 17/04 gli scrisse un messaggio in telegram.
"Ciao nemmeno vorrai sapere ciò che ho da dirti e probabilmente nemmeno leggerai. Volevo dirti che nulla è andato come ti ho detto. C'è qualcosa di più grave sotto, che non posso dire al cellulare e che vorrei fare da vicino avanti ad un caffè. Non è andata come ti ho detto".
Lui lesse dopo tre minuti esatti, le rispose: "non ero una cosa passeggera?",
" che c'entra adesso?" scrisse lei.
Alla fine Vito, giustamente, pretese un audio se davvero tale cosa fosse stata importante da sapere.
Infatti con voce, finalmente rotta dal pianto, Elena gli disse che Giacomo stava indagando su cose avvenute lí intorno, droga, narcotraffico, racket cose varie, definite dalla ragazza "strane" perché appunto non le sentiva tutti i giorni, lei.
Il problema si poneva qui, c'erano due tizi tali Teresa Oderisi ed Aldo Mariani che a Giacomo preoccuparono parecchio, per questo decise di dirlo ai Moretti.
Elena pur immaginando e sperando ancora che fossero due casi di omonimia gli chiese scusa a fine audio, lei comunque lo amava e non riusciva ad odiare un'anima pura come Vito.

Qui lui non rispose, inizió a dire che era ai corsi e certamente non perdeva tempo con lei. Le chiese perché le fosse venuto ora lo scrupolo, qualsiasi cosa le fosse successa, effettivamente lui non voleva saperla.
Non gli interessava perché era stata proprio lei a lasciarlo. A rifilargli una balla colossale poi, dopo tutto quello che fece quel lunedì.
Lei gli disse che lui stava male, ma che logicamente nessuno pensava a come stava lei. Lei aveva rotto il suo braccialetto portafortuna e non solo, se n'era probabilmente privata apposta dato che aveva perso lui. Non si sapeva chi dei due stava peggio.
Vito improvvisamente le scrisse:" ciò chei detto nel primo audio non è vero", probabilmente quanto trovato da Giacomo era na cazzata? Bho.

Elena era in stazione a Garibaldi, precisamente in Feltrinelli a Napoli ed improvvisamente la chiamó chiedendole se fosse da sola e se potesse parlare liberamente.
Dal tono di voce era alterato, ma con voglia di chiarire, si sentiva.
Le voleva bene, sempre e comunque.

Infatti lei disse senza spaventi vari i nomi dei suoi genitori, pensando fosse una a di omonimia, invece erano loro purtroppo.
Volle capire che successe, perché lo fecero, Elena le disse che era stato il fidanzato della cugina poliziotto a prendere notizie.
Lo faceva abitualmente quando scopriva con chi si sentivano le "piccoline di casa", era poi per deformazione professionale che Giacomo faceva queste cose.
Detto fatto, Vito le spiegò, dopo essersi incazzato, perché pensava che Elena non si fidasse di lui.

I due genitori erano divorziati, non vivevano più insieme e soprattutto non c'entravano nulla con gli affari del padre. Erano tutti e tre onesti, vittime soprattutto di quella persona.
La madre era innocente, fu accusata per aver commesso il fatto, ma riabilitata e quindi l'accusa cadde.
Il padre era l'unico colpevole.
La mamma aveva colpe, minori, se non addirittura peggiori. Tali erano ESSERSI INNAMORATA DI ALDO MARIANI, PRENDERE BOTTE DA LUI E ED ESSERE INCAPACE DI DIFENDERE VITO ED ETTORE DA UNA FURIA COSÌ.
Infatti i poveri piccoli le prendevano in tenera età e tentavano di denunciare il padre tante volte, invano, però.

Vito spiegò che sua madre lo ha fatto sempre condurre una vita libera, onesta, tranquilla. Infatti Vito andava a calcetto, in tenera età a Kick boxing e pallanuoto.
Adesso poi andava in Università ed usciva con gli amici.
Non dimentichiamo che aveva scelto la FACOLTÀ nemica della camorra il ragazzo, come faceva ad essere disonesto?
Era libero e non aveva paura di fare tutto ciò che faceva. Lui non temeva nulla, perché non sapeva quali fossero le malefatte del padre, che odiava con tutte le sue forze.
Elena sentiva questa carica d'odio potente nei suoi racconti.
Sentiva l'amarezza di non poter vivere l'amore con lei, sentiva tutto, lei avrebbe voluto dirgli "la verità" , ma non gliela disse, lasció intendere quanto detto.

Vito volle sapere perché gli disse una simile balla su Mirko, non poteva essere onesta con lui, o dirgli tutto il martedì? Sì, solo che aveva paura. Vito capí che era una bugia.
Sul fatto delle faccende del padre le disse:"se me lo avessi detto, ti avrei spiegato".
Continuava a dire che avrebbe voluto ripulire il nome della sua famiglia, che era onesto, che lui, Ettore e sua madre erano puliti.
Elena intanto piangeva seppur poco ma sì piangeva, lei lo amava e voleva dirglielo, ma non riuscì, era troppo dura con sé stessa.

Lui le disse:"MA QUINDI, COME RIMANIAMO ADESSO?" Elena spiazzata, disse:"Eh, Eh, Eh come rimaniamo?, io vorrei stare con te, ma ho il divieto da parte dei miei genitori, io vorrei, credimi, vorrei, ma non posso, io non posso, devo fare ciò che dicono loro, mi dispiace." lui disse: "io ho capito bene, fai bene, io non ti biasimo, hai fatto benissimo a starmi lontano, devi starmi lontano, fa' quello che dicono loro."
Elena disse: "Non è colpa mia se guardano troppo Mare fuori o fiction così, io che ti devo dire, temono vendetta trasversale o che ci ammazzano per uno scambio. Per quanto io possa impormi e provare ad insistere, loro non vogliono. Io quel giorno nemmeno volevo tornare a casa, mi sarei rotta volentieri una gamba anziché tornarci."

Improvvisamente Vito disse cose pesanti e davvero da far piangere. Disse:" io non ti biasimo, ti apprezzo per il coraggio che hai avuto a parlarne, ti ringrazio." Aggiunse:" Non è per vittimismo che faccio questo eh, non è per vittimismo.... IO NON SONO BUONO, LASCIAMI PERDERE, PORTO SOLO GUAI, SONO IL FIGLIO DI QUELL'UOMO, SONO UNA MERDA, LASCIAMI STARE, ASCOLTA I TUOI."
Elena pianse, non ebbe il coraggio di dire che quanto detto per rabbia era una bugia, che era la persona più bella che conoscesse e l'uomo della sua vita, forse esagerava ma ci teneva tantissimo a lui.

Poi staccarono e si
risentirono scrivendosi.
Elena disse che avrebbero dovuto bloccarsi per quieto vivere e che sarebbe stato meglio così. Lei non voleva andasse così, perché non era giusto effettivamente, lei lo amava(non glielo disse mai, manco stavolta).
Gli fece capire che c'era rimasta male a modo suo.
Gli disse:"Non voglio nessuno vicino a me, almeno adesso", "Con te se ne sta andando l'ennesima occasione persa di essere felice e di vivere una storia d'amore. Io con te ho passato tre mesi meravigliosi, i più belli della mia vita, anche se non è stato possibile costruire nulla".
Gli disse:"fino al martedì si potevamo fare tutto".
Poi nervosamente si lasciò scappare questa cosa:"a causa di tuo padre dobbiamo pagare noi."
Vito ovviamente le rispose.
Le disse:"non mi interessa ciò che pensi di me, ma mia madre è onesta, pulita. Io mi sarei rotto un braccio per aiutarla e soprattutto per non farla soffrire come ha sofferto."
Le fece capire che ci teneva a lei, che avrebbe dovuto trovare un ragazzo "retto ed onesto", "poi devo pagare solo io, non tu".
Aggiunse:"tutti siamo di passaggio, io in fondo lo ero."
Elena qui si arrabbió, gli scrisse per la prima volta sicura di sé, aveva capito che l'aveva perso, forse per sempre.
Gli scrisse:"non è vero sei importante, qua ti sbagli". Lui le scrisse:"sono stato felice con te". Lei invece gli scrisse:"eh lo so, pur io".
La conversazione finì così e non si bloccarono più.
Nessuno avrebbe saputo nulla, Vito si fidava, purtroppo non mantenne Elena.

La ragazza stava male e non riusciva a stare zitta, parlava per avere un conforto, più da estranei che da chi doveva sapere, ovvero i suoi genitori.

Poi tornò a casa con una maschera di ferro, mangiò ciò che la madre le diede e finse che andava tutto benissimo.

Soprattutto la sera del 17 dormí malissimo, le rimbombavano le parole di Vito nella testa, si rigirava nel letto, aveva freddo ma soprattutto piangeva.
Riuscì a fare questo gioco, fingere di star bene e non sapere nulla, fino ad una certa.
Era una persona con una coscienza ed un cuore, ovviamente.
Addirittura ne parlò con Marina, sua cugina, stava talmente male che avrebbe parlato con chiunque. Marina, quasi 27enne, frequentante la facoltà di ingegneria meccanica. Era bionda, aveva gli occhi castani e portava anche lei gli occhiali neri, identici a quelli di Elena. Era una gran bella ragazza, un pó in carne, ma comunque al giorno d'oggi le ragazze son meglio curvy. Poi Marina è bellissima quindi a nessuno interesserebbe la sua forma fisica. Elena dunque parlò con sua cugina, le lasciò audio in WhatsApp mentre aspettava il treno giù in circumvesuviana. Poveraccia! Marina capí subito tutto il fatto e cercò di dissuaderla dal suo pensiero, cercò di farla rendere conto di quanto fatto. Lei voleva essere onesta con Vito e ci stava pure, ma non avrebbe dovuto mettere in mezzo Giacomo o dirgli il nome dei parenti senza avere la minima paura. È stata incosciente ma anche molto molto coraggiosa. Le voleva tantissimo bene e certamente non desiderava che sua cugina si distruggesse per amore. Voleva che si lasciasse il tutto alle spalle, che se ne sarebbe fottuta di lui, di ciò che realmente voleva dato che non era assolutamente per lei. Elena condivideva appieno ciò che disse sua cugina, ma nessuno capiva realmente che lei davvero si era innamorata e che davvero ci teneva a lui. Non aveva mai smesso di pensarlo. Nessuno sapeva, tranne Marco logicamente, che avrebbe fatto di tutto per riprendersi ciò che aveva perso. Elena era così, quando si metteva in testa una cosa, nessuno gliela toglieva, aveva le palle, è vero a Napoli è semplice essere "una donna giusta e con le palle".
Elena Moretti ce le aveva seriamente, solo che si è lasciata fottere dai buoni sentimenti, dai suoi genitori, con cui non riusciva assolutamente a parlare di questa situazione, perché sapeva come avrebbero reagito.

Dopo ripetuti giorni di sfogo con gli amici stretti e l' onnipresente Marco, decise di fare la cosa più giusta, ma brutta da fare, ovviamente PARLARE CON I SUOI.
Ed ecco che cascó l'asino.

Parlando con i suoi genitori ebbe pareri discordanti da quelli degli amici.
Furono crudi e crudeli. Sicuramente avevano ragione. Però c'erano modi e modi per farglielo capire, non dovevan fare quanto fatto.

Elena, secondo i suoi, sbaglió a dire tutto a Vito, doveva assumersi le responsabilità di 21enne, non ragazza o donna, ma addirittura femmina.
Non doveva parlare con lui, doveva bloccarlo e cancellarlo per sempre.
Non doveva mettere a repentaglio la vita sua e di altri doveva stare zitta.

Lei ha parlato per AMORE, ha datto prevalere il cuore, dato che pensava sempre con la TESTA. Voleva riprendere ciò che le era stato estirpato dal cuore con violenza, senza opposizione perché non poteva combattere.

Elena ne parló prima col padre sperando di essere capita e compresa, da lui che era tale e quale a lei caratterialmente.
Purtroppo era stata bistrattata dal padre, addirittura. L'aveva giudicata una poco di buono eh lui, sì. Lui. Quello uguale a lei, sì, sì. Il padre non volle camminare con lei sottobraccio come sempre camminavano. Piangeva e a lui non interessava. Era deluso da lei profondamente.
Non voleva farla andare in Università perché temeva facesse guai, che non fosse capace di fare una cosa seria.

Parlò con la madre che fu stranamente comprensiva, a lei non disse tutto. Omise l'intento reale, riprenderselo ed omise il come rimaniamo non disse, lo protesse.
Lei lo amava, non glielo disse mai, avrebbe potuto farlo.
Era chiaro che voleva riprenderselo, ma non poteva, perché non si poteva. La madre la giudicó supplichevole e senza dignità, sottona e ridicola. A che si era ridotta per un uomo. Quell'uomo, e che uomo. Aveva capito chi era quello? Lei lo amava e non se ne fregava.

Anche sua sorella ci mise il carico, dava ragione al padre, Elena a quel punto provó a farla finita, fu salvata da sua madre e da sua sorella.
Dato che i suoi le avevano tolto il telefonino, non poteva parlare con Marco era completamente disperata. Povera piangeva a dirotto, ecco perché la causa di questo gesto così grave.
Si era sentita persa, sola, senza amore, senza Vito soprattutto.

Nessuno capiva le esigenze di Elena che voleva Vito e basta, pure col padre affilato ai Bonetti e la madre onesta da quanto poi tutti appresero quel pomeriggio.

Elena non ce la faceva più, sapeva soltanto che voleva Vito e basta, non si rassegnó nemmeno quella volta.
Aveva le palle e soprattutto coraggio da vendere 'sta ragazza, doveva prenderselo!

I genitori la giudicarono una cretina, stupida, probabilmente puttana senza dirglielo in faccia. Si stava facendo in quattro per il figlio di un camorrista.

Loro non sapevano che Vito era innamorato ancora di Elena e che avrebbe voluta ancora. Loro non sapevano nulla, pensavano che Elena fosse una donnetta che si era fissata, che gli aveva rotto solo le scatole al giovane. Eh che ne sapevano loro, loro non sapevano nulla.

Solo gli amici, Marco su tutti, le diedero forza e ragione. Le dissero di andare oltre, lei non ci riusciva, però. Lo amava ancora, nonostante tutto!

I genitori parlavano sempre di Blackout. Arrivarono a fargli odiare Preziosi, il personaggio di Giovanni e tutto il resto, solo perché paragonavano Vito a quest'ultimo che aveva riciclato i soldi del fratello camorrista e si era rovinato la vita dovendo cambiare identità.

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