CAPITOLO 5 PARTE 1
Che vitaccia. Sí che vitaccia.
Elena si addormentava depressa, dopo aver messo storie di canzoni che gli ricordassero Vito mettendo un cuore blu sotto ogni storia instagram. Un giorno mise Stavo pensando a te, un altro giorno Every Breath you take ed un altro ancora La Canzone Nostra.
Non bastava addormentarsi depressa, si svegliava anche depressa, con ansia, panico, non riusciva a mangiare.
Si trascinava, non voleva studiare più, non voleva più fare l'esame ma era inutile rimandare, bisognava reagire. Doveva farsi violenza per studiare, cancellare una brutta ferita e chiudere definitivamente con l'amore.
Si promise che voleva solo avventure, non voleva legarsi basta, l'amore per lei era sofferenza. Non le andava mai bene nulla.
Probabilmente per gli altri l'amore era vivere a pieno la felicità, spararsi a mitragliatrice mille storie all'ora su Instagram per dire al mondo quanto c'era felicità nell'aria.
Elena voleva farlo perché amava Vito e l'avrebbe accettato per tutti i difetti e pregi suoi. Voleva farlo per rivalsa personale, quella povera stupida era l'ultima a fare tutto, adesso aveva trovato l'uomo che avrebbe resa felice.
Si chiedeva Vito come stesse, cosa facesse ma era inutile, stavano male entrambi era palese.
Il 3 Aprile era un fascio di nervi, sfogó con Marco tutta la verità. Lui fu la prima persona a sapere i dolori di Elena, i tormenti, le sue paure, ma soprattutto l'amara verità.
La aiutò, la rassicuró dicendo probabilmente era colluso solo uno dei due, eppure non era poi così buona come situazione per i genitori di Elena, ovvio.
Elena avrebbe preso Vito in qualunque situazione, con ogni sua sfaccettatura. Se ne sbatteva del suo 'problema', lei lo amava e se lo sarebbe preso con tutto il suo guaio.
Temeva di morire a 21 anni, per uno scambio di persona, o per vendetta trasversale ai danni di Mariani Senior.
Lei aveva paura, tantissima paura, ma nonostante questo avrebbe volentieri lottato per quest'amore, questo era un amore puro, onesto proprio come loro.
Un amore pulito, libero ma soprattutto "estraneo" da queste guerre tra clan.
Elena e Vito avrebbero voluto vivere sereni questo amore, erano così innamorati l'uno dell'altra. Elena pensava che tutto questa situazione pesante, asfissiante e soffocante sarebbe potuta essere vissuta in una bolla, data l'importanza e la forza del loro sentimento, che appunto sarebbe sopravvissuto a questo stillicidio.
Elena parlava spesso con Marco della sua paura di morire per mano dei Bonetti poiché sapeva troppo, pur senza parlare col ragazzo di ciò che sapeva realmente. Era questa la sua paura più grande, nonostante amasse Vito preferì fare un passo indietro. Era per il loro bene, anche se faceva male, lei lo lasció, certo non voleva assolutamente.
Marco la faceva parlare, sfogare ed elucubrare cazzate, su cazzate e su altre cazzate. Logicamente cercava di farla rinsavire.
Le diceva sempre: "Ee le guerre tra clan non esistevano più da anni!", diceva: "i tuoi genitori si sono fissati su argomenti preistorici, e sai cosa stanno facendo?...", dopo una breve pausa tattica, probabilmente aspettava una sua risposta, che non arrivó, concluse il discorso.
"I tuoi ti stanno praticamente mandando al manicomio, facendoti spaventare, perché tu pensi le loro stesse cose, ragioni come loro e quindi non va bene. Come speri di riprenderti Vito che dici di amare, se non ti scrolli questa convenzione da dosso?"
Ecco Marco era un pó come Camilla, Pacifico, Piotr e Ludovica, solamente più persuasivo e molto insistente più dei suoi amici stretti.
Ecco... Elena con lui aveva poco scampo, lui proponeva, lei valutava, poi agiva di sua volontà. Bel sodalizio lei lo aiutava per l'università e lui l'aiutava per le faccende sentimentali.
Lui le voleva tantissimo bene, proprio come Elena gliene voleva a lui, poco interessava il tornaconto degli appunti per gli esami e stupidaggini varie del tipo:"Io senza di te non mi laureo, sappilo, dovremmo laurearci insieme, così tu mi dai consigli e mi aiuti". Marco per Elena era un punto di riferimento forte, quando non c'erano gli amici lui c'era, beh non era l'amico spugna o quello a convenienza anzi, quello ci sarebbe stato ovviamente di continuo.
In realtà per Elena nessuno era amico a convenienza, non avendone molti nemmeno sapeva come fossero amici a convenienza.
Poi giunse quel maledetto ed orrendo giorno, il famoso esame incriminato, storia della Filosofia Morale.
Elena stava depressa, ansiosa, nervosa, era un fascio di nervi.
Stava peggio degli altri esami, era uno straccio. Povera cucciola.
Improvvisamente vide Claudio in Università, voleva sprofondare sotto terra.
Mai come quel giorno, dopo tutto quello che era successo tra lei e Vito, i suoi amici certo non aveva voglia di vederli.
Non ce la faceva a reggere il confronto con i due, partiva sconfitta in partenza.
Infatti non cercó di mettersi vicina a loro, infatti se poteva evitare o lui o Armando lo avrebbe fatto volentieri.
Fortuna che c'era Monica! Ah finalmente si mise vicina a lei. Era affranta, ma non poteva dire la verità, la buttó sull'esame ma quanto poteva durare?
Ovviamente Elena aveva fatto un patto con i suoi genitori, ovvero stare zitta su tutto quello che avevano scoperto su Vito e famiglia perché era una brutta situazione.
Elena infranse questa regola, infatti ne parló con Monica e Fernando che appunto sapeva tutto quanto dalla A alla Z, quindi fu poi in automatico dire tutto a tutti, anche perché comunque già lo sapeva Marco, quindi a poco serviva nascondere tutto.
Non riusciva a parlare con Armando, nelle fattezze del ragazzo vedeva Vito. Vedeva lui in ogni gesto, in ogni termine che diceva, forse era solo una questione psicologica, però ok, intanto non ci riusciva.
Rotte le barriere non poté fingere di non conoscere quei due e ci parló. "A storia ci conosciamo tutti ed è impossibile ignorarsi o essere ignorati di proposito", lei diceva sempre così.
Non voleva evitare loro due, voleva farsi male probabilmente o forse voleva fargli capire che erano amici nonostante avesse lasciato Vito, e che l'amicizia fosse più forte del sentimento amoroso provato nei riguardi dell'amico loro.
Con Claudio cercó di star serena, cercó di mettere un discorso in mezzo per rompere gli argini, sembravano impacciati. Parlarono di filosofia che divertimento, ovviamente ironia, che agonia!
Fu importante divertirsi, Elena era depressa, voleva piangere se solo ci fosse riuscita, era davvero nervosa e triste.
Con Armando provó a parlare normalmente, ma fu totalmente inutile. Infatti il giovane senza neanche una parola, intese con uno sguardo.
Elena disse"Io mi sentivo con un ragazzo", Armando disse: "eh Vito."
Elena sorrise. Poi lui cambió espressione. "Senti ma perché lo hai lasciato? Quanto è durato con quello del mare, una settimana, due settimane, quanto?". Armando non era in sé o forse voleva fare giustizia al suo amico, il che era giusto. Non era un amico qualsiasi era il suo migliore amico.
Elena disse: "ci siamo messi al mare l'ultima settimana, prima che me ne andassi da lì ed ora stiamo insieme". Questa era una bugia, bugia doveva essere coerente a quello che aveva detto a Vito a fine Marzo.
Volle sapere, seppur senza chiedere come stesse Vito, lui disse: "ma guarda sei stata tu a dirgli di non cercarti più e lui non lo ha fatto, logicamente. Poi ceh dimmi ma tu pensi ancora a Vito?" lei disse di no, ma era che invece ci pensava e come.
Si sentiva una poco di buono agli occhi di Armando, lei era pulita, buona, anche l'amico suo lo era, purtroppo non erano giusti.
Era ancora innamorata di lui, che palle, doveva solo voltare pagina, ma ripeto che era impossibile.
Elena ebbe una scarica d'adrenalina in negativo, stavolta, pianse avanti a Claudio che le chiese:" ohi tutto ok?", lei rispose:"si, tutto bene è per l'esame, vorrei che mi chiamasse subito per togliere il pensiero" palese fu che era per l'amico suo, stava una merda e dovette subire prove da sforzo non indifferenti oltre all'esame in sé che già lo era.
Restó con Armando e gli altri ragazzi tra cui Fernando, infatti tutti passarono gli esami. Erano tutti soddisfatti anche Elena che per come stava, neppure avrebbe dovuto presenziare.
Fece l'immancabile foto di rito, la prima senza che Vito la guardò, fu avvilente.
Fu riaccompagnata a casa dal padre come ogni esame.
Eh. Aveva portato un 24 a casa, poteva essere felice, ma era tormentata per i suoi demoni, VITO MARIANI o meglio SUO PADRE ALDO che gli ha rovinato la vita.
Era una bomba ad orologeria, che a breve esplodeva.
Non sopportava sua madre che era petulante e sempre pronta, a ricordarle tutto ciò che era passato fortunatamente.
Certo che era per il suo bene, ma cazzo, lei non riusciva a razionalizzare, lo voleva ancora, nonostante tutto, come detto già all'inizio.
I giorni dopo passarono veloci, si ritrovó al Sabato Santo, più morta che buona. Andarono tutti a casa di Zia Cristina a darsi ai piaceri della buona tavola. La zia era davvero un'ottima cuoca, cucinava da Dio.
Lei non solo si gustó le prelibatezze della buona tavola, ma aiutò sua cugina Marina a farcire la colomba alla cioccolata, ripensava a Vito che le disse:"ohi se falliamo gli studi, io vado a lavorare al MC."
Elena ribbatteva invece:"No tesoro, te apri un ristorante ed io prendo le comande." Vito le disse in quell'occasione:"Oe nooo, te a prendere le comande, no.
È troppo umile, ti butti troppo giù, nono, non va, per te ci vuole un posto di rilievo."
Abbandonando il pensiero malsano, ebbe il déja-vu solo perché stava aiutando sua cugina. E quindi si immaginó aiuto chef di Vito.
Fu così che buttó fuori qualcosina con Marina, giusto un pó solo perché non poteva dire chissà cosa, era pur sempre con i suoi, che avevano detto di stare zitta, anche in famiglia.
Elena pensava a Vito ugualmente, sapeva che anche lui la pensava. Armando fu leggermente onesto il giorno dell'esame.
Le disse:"Sai io so che Vito adesso sta bene, però che ne so, fino a qualche giorno fa stava male." "Io che ne so se poi ti pensa ancora ".
A Pasqua pure stette con loro a casa di Zia Cristina. Fu un'esperienza mistica sennò peggiore.
Immaginava scene bruttissime a tavola di Casa Mariani, tipo i pranzi con i Bonetti ed il padre di Vito che affettava l'agnello dicendo:
"Nel nome del padre"affondando forchetta e coltello nervosamente nel povero agnello, che seppur non potendo realmente farlo, imprecava chiedendo pietà.
Elena non immaginava più il suo Vito puro, onesto, calmo ed innamorato di lei, lo immaginava inquinato dal mood camorristico, nonostante lui a queste cose neppure ci pensava.
Era onesto lui.
Ovviamente queste erano ridicole supposizioni, lei non sapeva realmente cosa stesse facendo Vito, se era con la madre, il fratello, i nonni e gli zii, senza suo padre.
Ecco, Elena immaginava, non sapeva realmente la situazione.
Proprio quei giorni le balenó in telegram di scrivergli:
"Sai che c'è, che per te ho apposta uno spazio nella testa che calpesta ogni mio altro pensiero", la frase della canzone di thsup, che gli dedicava e quante volteee! Stette ferma, senza farlo mai realmente, avrebbe dovuto bloccarlo su tutti i social network anche su telegram, quindi, non lo fece, le andò bene così. Logica conclusione andava a veder morbosamente gli accessi telegram di Vito Giurisprudenza.
A Pasquetta andarono in un paesino di Montagna dove Nonna Elena aveva la casetta, lí vennero oltre ai Della Corte e Giacomo, anche il fratello di Mamma Costanza e Zia Cristina ovvero Zio Mirko con Zia Elvira, la cugina Sonia e la cagnolina Mendy.
Adesso era tutto al completo, mancavano i fratelli di Sonia, Marco ed Agnese che erano con amici e fidanzata.
Fu una bella pasquetta sempre sotto sotto, perché Elena pensava a Vito, a quello che stava facendo lui, erano quasi vicino Avellino, poi.
A Mamma Costanza Elena non sembrava assolutamente in sé, ed infatti aveva ragione. Stava incazzata, furiosa, nervosissima, manco a mangiare riusciva!
Parlò di wattpad con sua cugina, grande divoratrice di libri, del fatto che un anno fa stava scrivendo una storia, che era in fase di sviluppo ed aggiornamento. Va beh che attendeva di pubblicarla, non era mai sicura. In questo periodo era tornata l'insicurezza, che non l'avrebbe più lasciata.
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