CAPITOLO 4 PARTE 3

Il giorno dopo poi non si videro più perché andò a mangiare a casa di Zia Cristina e quindi dovettero rimandare al prossimo giovedì la loro uscita e quindi il fidanzamento.

Si sentirono più poco del normale, poiché essendo a casa dei suoi zii e con le sue cugine utilizzó poco il telefonino.
Si divertì, parló degli ultimi esami sostenuti e dei suoi amici ma non parló con loro di Vito.

Non erano ancora nulla, anche se si erano dichiarati e puntualmente si lasciavano al cellulare con un bacetto, ovviamente con l'onomatopea smack, si intende.
Era una cosa solo loro poi e non si sentiva ancora di mettere i manifesti in famiglia.

Gli invió il video della stanzetta, a lui piacque, ma volle sapere se c'erano esposte le loro fotografie da qualche parte.
Lei gli disse che non c'erano ancora, che ci teneva tantissimo a lui, che poi l'avrebbe sicuramente aggiunte.

Si risentirono il giorno dopo il 26/03, il suo Vito era alle prese con la cucina e lei con Hegel. "Sai ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale. Io non sto capendo una mazza, Vito. È impossibile Hegel"
Lui le disse:"Ma vero? Un pó lo penso anche io, ciò che è razionale è reale e ciò che reale è razionale. Aahh sei grandissima."
"Uh Gesù Eddai. Tu sei pazzo, da legare, però!"
Lui cucinó sugo gamberetti e pomodori con spaghetti, per tutti i suoi familiari.
Lei invece non cucinava, non riusciva, era brava a mangiare aveva un palato sopraffino. Infatti glielo disse:"ma io non so cucinare, ceh non ho mai provato, in realtà.
So mangiare, però, ho un buon palato".
Lui scherzando disse:"Ma in realtà, per mangiare serve il palato,per cucinare non serve.... Senti mi sa che compro una pizza allora, che è meglio".
Lei si offese, ma disse:"Come faccio ad incazzarmi con te? Dimmi!".
Erano uniti e non si erano ancora fidanzati.
Lei disse:" se continui così, io ti sposo, ceh cucini tu?".
Elena desiderava un marito che cucinasse, non era brava, non ci aveva mai provato in tutta sincerità. Voleva imparare, magari con l'aiuto di Mamma Costanza e Zia Cristina.

Sempre quel giorno i due si dedicarono canzoni o meglio fu Elena a dedicargliene una, lui doveva ancora pensarci, era difficile trovarne una così velocemente.
Lei gli dedicò "Piove In Discoteca" di Tommaso Paradiso, la sua preferita su tutte, dopo Completamente e Questa Nostra Stupida Canzone D' Amore.
A lui piacque molto pur non avendola mai sentita, poi rimedió all'errore e quindi fu un'ottima idea, gli piacque molto.

Si complimentó per la velocità della scelta, lei gli disse l'indecisione cronica tra alcune di Blanco.
Ovvero mi fai impazzire o finché non mi seppelliscono, che erano bellissime.
Infatti si ironizzava su mi fai impazzire che diventava 'mi fai morire', frase che Vito le diceva semprissimo.

Elena non faceva assolutamente effetto morte. A Vito piaceva la sua semplicità, la sua dolcezza, il suo preoccuparsi per cose stupide ed il suo parlare in napoletano, nonostante fosse una che parlasse più italiano che altro.
Era una ragazza semplice, ma seria, pacata, indipendente e libera, anche se forse forse inizió leggermente a dipendere da lui, gli diceva spesso mi manchi. Ci sta.
Era il suo primo ragazzo, il suo sole che la bruciava e scottava, senza che lei se ne rendesse conto.
Era anche l'uragano che la travolgeva, portando avanti il suo essere splendida, nuova, ragazza positiva e diversa da come era inizialmente.

Erano così, si fidavano gli uni degli altri.
Lui la lasciava libera, si fidava di lei, le lasciava spazi.
Lei anche faceva tutte queste cose, era un pó possessiva e gelosa, però si fidava. Logicamente gli avrebbe fatto fare tutte le esperienze belle che doveva fare, basta che lei fosse stata coinvolta ad ogni modo.

Mamma Costanza e papà Daniele che ruolo hanno in questa storia? Effettivamente loro due che Elena stava crescendo e stava diventando più donna di quanto già non fosse, questo no, non lo sapevano mica.
Sapevano che sentisse un ragazzo originario di Avellino, che frequentasse Giurisprudenza e che fosse amico di Armando e Claudio i suoi colleghi, altro non sapevano.
Elena almeno omise, inizialmente, che i due fratelli abitassero con i nonni e vivessero solo con la madre, non sapevano che il padre lo avesse abbandonato a 14 anni.
Elena teneva tutto per sé, anche la sua felicità, il suo amore per lui. Stava bene e voleva viversi tutto al massimo, all'inizio aveva sofferto per Vito, adesso era cambiato, convinto ed innamorato di lei.

Sempre quel pomeriggio si fece raccontare il momento che si sentirono, perché inizió.
Lui le disse, in modo onesto, che cercava nei followers dell'amico Riccardo un'amica speciale che piaceva al suo amico.
Improvvisamente si imbatté in Elena Moretti, andò ad aprire il profilo, notó che fosse carina, le invió il segui e tutto inizió con un messaggio sul Napoli. Disse tra sé e sé:
"la contatto, tanto non risponderà. Facciamo sto tentativo, và."
Elena rispose: "ed eccoci qui poi. Chissà se non avessi risposto cosa sarebbe successo. Fiera di aver iniziato. Lo sai, già te l'ho detto e non mi stancherò mai di farlo. Tu sei diverso, sei di un'altra pasta."
Raccontando quanto successo i due rivissero quel momento meraviglioso, dell'inizio e non avrebbero mai voluto finire.

Il giorno dopo andò in Uni, fu un giorno strano e particolarmente movimentato, era Lunedì ed infatti traumatico per iniziare la settimana.
Nonostante fosse lunedì lei aveva Vito e lui aveva Elena e quindi niente era complicato, se i due fossero insieme telefonicamente parlando.
Fu un giorno durissimo per entrambi, le lezioni erano pesanti e tanto strane.
Quei due eran pazzi non si interessavano delle lezioni da seguire, si scrivevano continuamente. C'era amore nell'aria, tutti lo avevano percepito. Sprizzavano gioia da tutti i pori, stavano su nuvole di diverso colore, probabilmente prediligevano più quelle blu che gli altri colori, il blu era il loro colore.

Di ritorno dall'Università Elena poi studió e poi disse a Vito di chiamarla. Fu un modo particolare di chiedere, infatti gli disse: "ohi voglio una dose di Mariani".
Lui le disse:"scusa, mi vuoi chiamare? Aggiuse una faccina che rideva", lei disse:"si se puoi, aggiungendone una uguale".

Dopo la chiamata Elena gli dedicó una storia su mare fuori, dove c'erano Carmine e Rosa Ricci che si baciavano, c'era scritto tu sei inaspettato ci aggiunse un... Cuore blu. Aggiunse poi che era per lui in chat poiché gli commentó la storia. Disse: "è per te, ogni volta che metto cuore blu, sono tutte per te".
Gli spiegó:"Io non voglio capiscano altri, voglio che capisci tu."
Lui disse stupito:"Ah wow siamo arrivati al momento delle dediche.? Mise la faccina sexy e misteriosa. "
Lei disse: "si!"
Poi andò a mangiare.

Parló con Mamma Costanza che voleva sapere chi fosse Vito ed sapere anche un pó di lui e della sua famiglia. Elena si aprì, sapeva poche cose, gliene parló.
Le disse che aveva una situazione complicata, viveva con i nonni, insieme a sua madre e suo fratello e che il padre Aldo lo aveva abbandonato a 14 anni.
La madre rimase scossa, inizió a tempestarla di domande, si preoccupava e finirono così per litigare.
Mangiarono e videro Mare Fuori, Elena continuó a sentire Vito, ma stava una vera merda.
Avrebbe voluto tanto che quel discorso con la madre non ci fosse stato.
Si era sfogata come tante persone fanno, perché si fa, pensava di avere una madre comprensiva come tutte le sue amiche.
Sapeva fosse una rompiscatole, ma non così tanto.
Si addormentó malissimo infatti e si sveglió addirittura peggio il giorno dopo.
Menomale che c'era Vito a salvarla e ad alleviare le sue ferite. Lui era un guaritore.

I due giovani non sapevano il destino che cosa aveva in serbo per loro, questa vita orrenda che tutto ti dà e tutto ti toglie, "una vita bastarda".
A questi poveracci ha dato ed ha tolto tutto, facilmente con una schioccata di dita.

Il 28/03 lei indossò la "prima cosa che trovò nell'armadio", quindi una maglia fuxia a maniche lunghe della Tezenis, un maglioncino a maniche corte blu della Benetton con rombi rosa, grigi e vari riquadri a fantasia.
Aveva anche il pantalone nero, che le faceva una bella silhouette ed inoltre indossava i soliti stivaletti neri della Tata, quelli del primo incontro col ragazzo, quelli che volente o nolente l'accompagnarono per tutto il periodo successivo.
Elena quei vestiti li ricordava benissimo e difficilmente li avrebbe dimenticati. Non per colpa sua o di ciò che accadde ma sarebbero stati il suo peggiore incubo.

Quella mattina, come di consueto, era in Università con i suoi amici di sempre, non era però felice come al solito. Andarono a fare la solita colazione con annesse chiacchiere e caffè e risposta di Vito sulla storia della cheesecake ai baiocchi, duretta e sua preferita.
Infatti "MARTEDÌ BAIOCCHI", diceva lei.
Il tutto veniva da questa esperienza del 28/03.
Stavano così bene insieme.

Elena sfogó con gli amici quanto successo a casa con la madre. I suoi compagni le dissero di stare calma, serena e che i suoi genitori non potevano ostacolare la loro figlia. Infatti furono tutti sulla stessa lunghezza d'onda.
Nessuno, tanto meno Elena sapeva ciò che sarebbe accaduto dopo.
Già stava male, arrabbiata con sua madre in primis e poi automaticamente col padre, che non c'entrava nulla, ma di riflesso era d'accordo con la madre.
Sentì Vito, fu contenta, voleva che il Giovedì fosse giunto subito, erano impazienti e soprattutto con il desiderio di vedersi.
Elena quel bacio lo voleva, con lui si sentiva sicura, tranquilla, pronta ad una storia d'amore con lui, che sarebbe stato il primo.
Erano uniti.
Elena che avrebbe dovuto fare l'esame ad Aprile e quindi avrebbe dovuto studiare molto di più di quello che già faceva.
Non volendo rinunciare alla telefonata col suo uragano, decise di chiamarlo in pomeriggio, ma nulla andò come previsto. Lui ne fu felice, nonostante a lei sembrava un pó arrabbiato.
Tutto il resto del giorno passò bene, o meglio, ci si provò a trovare un compromesso. Bastava non sentire la madre o qualsiasi altro familiare su whatsapp per stare bene. Sarebbe bastato questo, solo questo. Logica conseguenza sarebbe stata al contrario sentire soltanto il suo Vito. Per cercare di non perderlo. Anche se era difficile dal momento in cui si era legato.

Dopo aver preso il treno che la conduceva a casa, essendo in contatto costante col ragazzo, ebbe anche un messaggio di sua madre.
Per lei era strano che non avesse sentito i genitori o sua sorella sul gruppo WhatsApp di famiglia. Non si chiese perché, nemmeno le interessava.
Era quello che fondamentalmente voleva, non sentire i suoi genitori, perché stava nervosa ed incazzata nei loro confronti. Avrebbe sputato veleno se solo avesse potuto.

Una volta varcata la soglia di casa avrebbe avuto bisogno soltanto di fare filosofia velocemente e poi solo di Vito e di quel dannato Giovedì 30 Marzo.
Pensava tra sé e sé la canzone di Mare Fuori DDOJE MANE, poi disse silentemente:"Se pure non dovessero approvare non devo necessariamente sposarlo, può essere che ci mettiamo e che duri poco. Mica devo sposarlo."
"Io ho capito che ci vogliamo bene, che ci voglio stare e non è giusto che vogliano rovinarmi la vita e gestirmi, solo perché vogliono il meglio per me."
"Non voglio nemmeno che pensino che lui era un diversivo per evadere dalla mia amara, triste e monotona vita fatta solo di uscite con i miei genitori e sorella e studio tanto studio. Non voglio che pensino: "Elena si deve fare l'esperienza, solo perché ha trovato ad uno che l'accetta."

Di ritorno a casa, apparentemente normale dopo questo soliloquio tra sé e sé, con gli occhiali da sole che coprivano ogni sua reale emozione ed espressione facciale. La madre le fece prima togliere il cappotto, poi la fece accomodare in cucina sulla sedia bianca della sorella e poi le diede dei fogli importanti da leggere. Elena mise un attimo gli occhiali da vista, senza occhiali non vedeva, né leggeva niente.
Come un fulmine a ciel sereno, ricordando l'emozione del 24/03, ebbe notizie bruttissime, proprio su Vito e la sua famiglia. Stavolta il fulmine andava in direzione negativa. Fu piuttosto una doccia gelata.

Lesse da questi fogli varie e brutte notizie. Tali recapitati tramite Giacomo il poliziotto, fidanzato della cugina Miriam.

AVELLINO - 2007
Rapina nel Bar Acqua Rosa di Gardino.
Giovani ragazzi di età compresa tra i 23 e i 27 indagati per estorsione, intimidazioni tipiche del metodo camorristico. Il bar è stato incendiato e i giovani han preso soldi. Il proprietario nonostante la paura ha denunciato. I fatti ripresi dalle telecamere. Lí si intravede un tale Aldo Mariani, 26enne avellinese nell'atto di estorcere il pizzo al signor Gardino.

In un altro articolo più recente c'era scritta un'altra cosa.
AVELLINO NEWS- 2022
Seguono ulteriori casi sugli spacci di droga e riferimenti vari ai Clan di Avellino e provincia. Proseguí più sotto, aiutata anche dai nomi sottolineati con l'evidenziatore giallo della tratto.
I nomi degli indagati ignorò gli altri nomi, andò dritta a
MARIANI ALDO di anni 42 e ODERISI TERESA di anni 43 residenti ad Avellino. Loro dovranno discutere il rito abbreviato in separata sede.

APRILE 2022
Torna libero Aldo Mariani.

Elena appena lesse, sembrava non aver avuto reazioni, sembrava impassibile, ferma, rigida, immobile. Non riusciva a piangere. Pensava e diceva:"Basta, basta, basta, adesso devo andare a studiare."
Poi scoppiò a piangere ed iniziò a urlare. Là ebbe la reazione più forte e brutta della sua vita.

Le passarono avanti agli occhi tutte le telefonate, le risate, le organizzazioni per gli appuntamenti futuri, le loro parole dolci e il suo modo di fare. Improvvisamente le balzarono alla mente i loro progetti insieme. Volevano sposarsi verso i 30 anni, avere due figli, uno naturale ed uno da adottare, Elena ne avrebbe voluti addirittura tre, Vito l'avrebbe accontentata, non ne avrebbe fatto a meno.
Secondo Elena quel corpo dopo la prima volta, gli avrebbe creato dipendenza. Sicuramente ne avrebbe voluto sempre di più.
Lei pensava che Vito non si sarebbe mai stancato di toccare la stessa ragazza, senza saziarsi mai di quello che aveva tra le mani.
Aveva tra le mani un piccolo corpo e troppo piatto probabilmente, ma una ovviamente donna con la "D maiuscola".
Elena, per lui era da proteggere, da rispettare, amare e rendere libera.
I due infatti avrebbero voluto vivere una vita meravigliosa insieme, perché erano innamorati.
Erano entrambi sognatori, però volevano concretizzare tutto il resto, piano e non veloce. Ora era in procinto di rompersi tutto, purtroppo.

Elena stava male, non riusciva a capire cosa le stesse succedendo.
Si sentiva sconsolata e sfiduciata nei confronti della vita. Si sentiva una vittima.
In più non riusciva assolutamente a piangere.
Di per sé era difficile per lei farlo, dal momento in cui era molto fredda e poco sensibile, poi si aggiunse il fatto che aveva sempre sofferto per amore e quindi si era messa una corazza.

Improvvisamente pianse buttando tutte le lacrime che aveva, urlando, non si riconosceva più, quel ragazzo l'aveva cambiata. Apprendere quelle cose le sembrava inverosimile, non ci credeva. Non poteva essere vero, era un caso di omonima esistono. Ma purtroppo non era nulla di falso. Quei due erano loro.
Ci aveva sperato fino all'ultimo.

Urlava, piangendo e dando tutti i numeri possibili (magari fossero stati i numeri vincenti, erano numeri di frustrazione, di tristezza, di nervosismi, di tutto il resto): "Perché?, perché? Perché a me? Perché di nuovo? Non è possibile? noooooooo!! Io non troverò pace mai."

Ruppe il suo braccialetto portafortuna nero ed azzurro. Ebbe uno scatto di rabbia senza pensare lo ruppe. Poi si rese conto che lo fece per punirsi.
Aveva perso Vito e quindi nulla aveva più senso.

Non capiva se quanto scoperto fosse verità o bugia, Giacomo non mentiva ed i suoi genitori anche.
C'è da dire che scoprirono altro che ad Elena non dissero mai, fino ad una botta d'ira di sua madre.

Elena stava depressa, vide le telefonate perse di Vito. Le sue reazioni oscillavano tra il nervosismo, il panico e la rabbia repressa che finalmente stava buttando fuori.
Non sapeva cosa dirgli non voleva lasciarlo.
Lo amava nonostante tutto.
Infatti se lo sarebbe tenuto così, voleva spiegazioni, ma non poteva chiedergliele. Temeva tanto. Forse sarebbe stato meglio saperlo prima, senza iniziare una relazione così. Si era data tanti alibi, non cambiò assolutamente idea, lei lo amava, anche nel momento più cruciale, lei ci teneva. Questo significava amare una persona nonostante tutto.

Lui povero non c'entrava nulla, pagava lo scotto dei suoi genitori. Povero Vito! Elena voleva salvarlo, ma doveva lasciarlo. Uno così non andava bene, per lei, per le aspirazioni dei suoi genitori.

Si fece coraggio e lo lasció per messaggio purtroppo. Però non finì assolutamente.
Lui la chiamó e le disse che non capiva nulla del perché gli avrebbe fatto questo, adesso, dopo le tante "dosi di Mariani". Non era logico.
Lei, gelida, algida, fredda, quasi senza cuore, gli disse che a casa di zia Cristina aveva visto uno che le segnò la vita: Mirko, lui era il ragazzo del mare che l'aveva fatta penare prima di mettersi con lei. Appunto pure per soffrì tanto per lui prima di prenderselo ed essere felice.
Mirko era bruno, alto e molto magro. Aveva degli occhi meravigliosi, azzurro acquamarina. Portava sempre gli occhiali da sole a specchio blu e vari costumi fluorescenti della Lotto.
Era un ragazzo bellissimo. Solo più grande di lei di 17 anni.

CHE CAZZO STAVA SUCCEDENDO?
Infatti Elena gli mentì, al telefono piangeva, lui lo aveva capito.
Non era vero nulla, Mirko non esisteva.
Si lasciarono, non in malo modo, giurandosi vendette o cose varie, ma si bloccarono su tutti social.
Frasi più dure furono:"credevo fossi diversa, non me lo aspettavo da te, ho perso solo tempo. Sono io che non voglio più sentire te"
Elena negó fosse una balla, stava malissimo, quel pomeriggio non studió nulla, era depressa e stanca.
Voleva svegliarsi e pensare di aver sognato tutto, che Vito c'era ancora.

Il giorno dopo fu tutto pesante ed amplificato Odiava sua madre, e mal sopportava il padre, anche se i due le davano conforto. Sentiva le canzoni e cercava di piangere, le uscivano a fatica le lacrime. Purtroppo.

Era in un vicolo cieco, non sapeva come comportarsi, pianse tutte le lacrime che aveva.
Non parló con nessuno, di nulla. I suoi amici sapevano di Mirko e tutti, anche Armando e Claudio seppero di lui, tramite Vito ovviamente. Armando visse con Vito la rottura. Ad Elena era tutto chiaro.
Quel giorno era da cancellare.
Stava male ma i giorni dopo furono addirittura peggio.
Ebbe tantissimi sbalzi d'umore, peggiori di quelli di Vito in passato.
Non riusciva a studiare e non si capacitava della verità scoperta.

Il Giovedì che si sarebbero dovuti fidanzare infatti, Elena era rimasta a casa sua a studiare per l'esame. Infatti fu davvero brutto e complicato, certo lei pensava ai progetti che aveva con Vito quella mattina e al suo primo bacio, ne era terrorizzata ma con lui si sentiva sicura, donna più di quanto già non fosse e soprattutto 'libera'.

Giunse la madre in cucina, dove stava studiando la ragazza, per facciata, non davvero, ci stava provando, però.
Le chiese:"Tutto bene, stai studiando, hai problemi per caso?" Lei negó, rispondendo la madre malissimo, additava a lei la colpa di tutto, pur avendo fatto bene a fare il suo dovere di madre, perché aveva salvato sua figlia da una vita scomoda probabilmente, nonostante Vito non c'entrasse nulla con quella vita di merda.

Ecco qui, la madre capí subito che Elena ce l'avesse con lei a morte, e le disse anche di dover prendere in mano la sua vita e di voltare pagina. Lei non ci riusciva, non voleva forse, perché lo amava ancora.

Vedendo la sua impossibilità nel reagire e la sua passività, improvvisamente sua madre esplose e che in uno scatto d'ira le riveló un'altra verità, non detta per proteggerla.
"Elena, ma tu sei stupida?? Non capisci che ti sei salvata?? Allora tu non hai capito nulla?? Capito che famiglia sono?? I genitori sono affiliati al Clan Bonetti. Te lo devi togliere dalla testa, non è per te, per noi. Hai capitoooo?????"
Le disse tutto questo urlando, lei trattenne le lacrime, le ultime rimaste, probabilmente.
Non stava più capendo niente voleva lasciarsi andare, aveva deciso così. Non poteva avere Vito e si sarebbe lasciata morire in senso metaforico, ovviamente.
Aveva bisogno di quel brio che non aveva più, Elena era tornata la menefreghista, la timida, la tranquilla, l'eterna bambina quella di sempre. Era tornata questa, perché aveva perso Vito, non era più sicura di sé come lo era con lui, non era più libera come lo era con lui, non era più ELENA era un'altra persona, con un cuore spezzato e con zero sensibilità, diventata fatalista quanto bastava, nulla la toccava. Era insensibile, intorno a lei potevano accadere mille catastrofi e potevano stare tutti male, a lei non interessava nulla, perché stava male lei e basta. Per una volta egoisticamente stava pensando a lei.

Lei aveva sempre aiutato gli altri, i suoi amici, i suoi genitori, adesso stava male lei ed aveva bisogno di stare così, per riprendersi e tornare più forte di prima. Fu un'impresa tornare normale ai ritmi antecedenti a Vito, ci provò senza riuscire.

Intanto con un Marzo agli sgoccioli con una prima parte da salvare e una seconda da buttare via, si avvicinó Aprile e con lui l'esame insopportabile da sostenere.

Purtroppo alla giovane non fu possibile vedere Mare Fuori, dato che le ricordava Vito ed i tempi andati ormai.
Non fu solo per questo ovviamente, anche sua madre infieriva addirittura sulla sigla dove stava la parte: "O uaglion do sistem me vo sistimà tutt cose". Dopo questo per lei fu impossibile fronteggiare una situazione così, non riusciva più, piangeva addirittura mentre ascoltava quella sigla che amava poi.
Preferì abbandonare una serie che adorava molto, appunto perché era lontana e distante da lei e dal suo mondo.
Purtroppo, dopo questa amarissima vicenda si accorse che non era poi così lontana e decise di non vederla più.
Le dava dolore e l'amore si era trasformato in profondo odio. Giurò di riprenderla, quando sarebbe stata pronta, ed avrebbe superato, però.

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