CAPITOLO 18
"Fattaccio?" Ma perché fu definito fattaccio? dunque...
"Raga mi sto sentendo con una certa Alessia su tinder. Mi ha chiesto il numero e ci vediamo domani sera. A me non piacciono le ragazze indecise che prima dicono ok, poi promettono e non se ne fa più niente. Prima di lei mi stavo sentendo con un'altra infatti che era indecisa. "
Mattia diceva questo con una tale spavalderia ma ciò che ancora faceva meraviglia era che guardava in faccia Elena, la quale nervosamente addentava il cornetto alla ciliegia, per non dargli la minima soddisfazione di aver accusato il colpo.
Claudio e lei ascoltavano e restarono impassibili, mentre guardavano i quadri di Van Gogh. I due certo non si aspettavano che un quasi ventenne fosse iscritto a Tinder e che avesse avuto effettivamente una attività sessuale regolare.
Elena, a fine lezione sul Corso Umberto, di ritorno dall'università, ne parlò con Giorgio, che sapeva già quanto la giovane tenesse a questo damerino artista.
Pronta col cellulare in mano, aprí WhatsApp e inviò dei messaggi vocali apparentemente lunghi all'amico, mentre camminava. Gli raccontò dalla A alla Z tutto quanto.
Lui le disse, scrivendo, però:"Elena ma questo sta inguaiato, a vent'anni ceh si iscrive su tinder. Ma tinder è per disperati. Dico fatti una vita no?"
"Giò hai ragione. Io non capisco, mi ha intossicato un botto e mo chi mi fa calmare a me?"
"Ja non ci pensare, passa. Tu però non ti abbattere, mangia e non smettere di provarci. Può essere che è come me, vuole vedere quanto ci tieni. Magari lo fa per farti ingelosire e niente di tutto questo è vero."
"Mah non lo so, io non mollo. Però non è normale. Un uomo normale esiste?"
Sempre di ritorno dall'uni parlò con Fernando su whatsapp sempre dello stesso argomento. Lui le diede esattamente le stesse risposte che le erano già state date dall'altro amico, nulla di nuovo.
Ritornata poi a casa mangiò non si ricordava neppure che cosa e provò a rilassarsi.
Di pomeriggio, dato che era giovedì ultimo giorno di corsi, avrebbe studiato il giorno dopo volentieri, ma meglio di no. Entrata in cameretta e sdraiata sul letto ascoltò "Too late" ,"Some other Time" degli Alan Parsons Project gruppo preferito del padre e la canzone "Egoista" di Shari.
Per una santissima volta pianse. Non ci riusciva più, era inutile farlo dopo Vito, credeva che non fosse riuscita più ad innamorarsi o a piangere per una persona. Invece lo fece.
Di too late mise una parte in instagram, dedicata a Mattia ovviamente, che la vide e logicamente non disse una minima parola.
Quando sua madre le portò in cameretta il caffè, vide che era sul libro di filosofia teoretica a leggere e le chiese:"Per chi è too late? Va tutto bene?"
"Sí. Ma deve essere per forza per qualcuno? Comunque l'ho messa perché mi piace." rispose scazzata.
"Va bene. Mo vado. Studia."
"Sí mamma!" disse lei seccata.
Poi andò dalla nonna Elena, si rilassarono, ma lei era nervosa il che è normale. Dato che Sara era a telefono con Christian e poi online su WhatsApp con il gruppo classe del liceo, Elena ne approfittò per parlare con la nonna.
La donna, di una saggezza immensa, conosceva poco il mondo dei giovani, ma sapeva un pó i giovani come funzionavano.
Infatti dopo aver ascoltato il suo discorso su questa conoscenza con Mattia dall'inizio della frequentazione fino al 16 Novembre, le consigliò di star lontano da questo qui poiché era troppo piccolo, troppo giovane e quindi non ambiva alle aspettative e aspirazioni di Elena.
Con questi presupposti, quindi avrebbe dovuto togliere di mezzo per il fatto che abbia avuto storie così, a maggior ragione l'ultima avuta su un sito di incontri.
Lei disse:"Nonna hai ragione, solo che io mi sono già affezionata. Ricordo perfettamente che appena ci siamo iniziati a scrivere, ho provato la stessa sensazione che ho avuto con Vito. Non c'era il mattone sullo stomaco, ma la volontà di conoscere a fondo un'altra persona, ero gioiosa e mi andava di buttarmi. Ho subito pensato che Mattia fosse la persona giusta o comunque quella con cui ci stavo bene e ci sto bene. Fino ad oggi però credo di aver idealizzato troppo questa figura, avendo visto che questo usa Tinder e ha quasi vent'anni, come ha detto anche il mio amico Giorgio, si presta a queste cose solo per avere avventure, quando una ragazza la puoi trovare facilmente dal vivo.
Io penso di voler lasciare perdere però non so se è giusto perché devo calpestare il mio inconscio e interesse che certamente non vuole chiudere.
Vorrei continuare perché come ho già detto mi sono affezionata e quindi non so cosa fare."
Elena riprese fiato e ascoltò quello che le disse la nonna.
"È difficile, io ti direi di smetterla e vai avanti, tanto non è successo niente. È più piccolo di te, ha altre esigenze, vuole divertirsi e tu vuoi la cosa seria. Poi cosa devi fare con uno così?"
Elena pensò un attimo alla domanda della nonna e poi le rispose, provò a restare calma.
"Hai ragione. Lo so tu preferisci che io avessi qualcosa di più con una persona più grande che mi dia stabilità positiva e negativa ma che soprattutto mi dia quella allegria che a tuo dire Mattia non mi dà.
Ecco che però tu non lo conosci Mattia e non sai come è veramente. È divertente e fa molto ridere a me e agli amici stretti."
Avendo capito che si era alterata Elena e conoscendola benissimo, lasciò la presa.
"Io posso darti consigli ma devi essere tu a scegliere perché sei grande quindi vedi tu cosa vuoi fare.
Io ti ho detto un sacco di volte che per me andrebbe addirittura meglio Armando lo psicologo, perché poi abita vicino a noi e in un buon quartiere, poi è anche più grande di te, studia psicologia alla magistrale e quindi dai è un buon investimento a nonna.
Perché ti vuoi buttare giù con questo che è più piccolo e che conosci anche da poco effettivamente. Sbaglio o è così?"
Disse Elena seccata e senza la minima voglia. Voleva difendersi e difendere Mattia soprattutto.
"Nonna lo so che non sbagli, è un buon ragionamento, però anche su Armando io non so come fare, poi non conosco proprio. So quelle poche cose di lui perché ci siamo visti sulla strada per andare all'università. Ad ogni modo io lascio la porta aperta con entrambi, continuo a scrivere con Mattia perché ho il contatto. Continuo a sperare che un giorno o l'altro, magari pure un martedí o giovedì anche riesca a vedere Armando sul corso Umberto e magari da lì riesco a scambiarmi il numero di telefonino o a capire se lui è fidanzato o meno perché anche questo effettivamente non lo so."
"Va bene fai così, io voglio che tu stia bene e che sia felice." disse la nonna.
"Chiama Sara è pronto."
"Saraa è prontooo."
"Eccomi. Che urli sto qua fuori!"
Le due mangiarono guardando Affari Tuoi con la nonna e si rilassarono cancellando le brutte cose.
Il giorno dopo non sarebbero andate dalla nonna a mangiare poiché Sara e la madre dovevano andare a vedere Elodie in concerto a Napoli. Elena e il padre le avrebbero fatto compagnia e le avrebbero aspettate. I due pattuirono che mentte aspettavano le due avrebbero fatto la cena intima padre-figlia.
I Moretti non erano assolutamente sereni, perché Sara si era fidanzata con questo ragazzo con cui non volevano assolutamente e Elena e lei erano vittime, Elena aveva già dato a Marzo scorso quindi si sentiva intoccabile. Sara soprattutto era davvero scazzata con i suoi soprattutto con la mamma che lo odiava. Durante il tragitto si ascoltava Elodie e tutte le canzoni. Improvvisamente arrivò "Niente canzoni d'amore" che faceva:"IN ME CI SARÀ SEMPRE UN PÓ DI TE IN ME, CI SARÀ SEMPRE UN PÓ DI ME IN TE....." Qua pensò a Vito e le scese qualche lacrima di troppo, che subito pulí.
Già durante il tragitto Sara era nervosa e sempre ripeteva che voleva Christian. Le due si rovinarono il concerto poiché Sara continuava a dire imperterrita:"Voglio Christian, voglio Christian.", ma anche perché quella maledetta sensazione aleggiava su di loro.
Elena e il padre invece si fecero una bella cena padre e figlia, Elena avrebbe potuto essere sincera e raccontargli di Mattia, ma non volle, stava troppo male per esternare o affrontare un corpo a corpo col padre. Guardava l'orologio in continuazione, pensava: "Chissà che fa adesso, già se la sarà scopata?"
Decise di non pensarci e mangiò un hamburger al piatto, con dei pomodori, il padre prese un hamburger con contorno di patate fritte. Successivamente ad un bar prese un Magnum con salsa di mais tostato e pop corn e ricoperto di cioccolato.
Era tranquilla, nonostante avesse il macigno addosso.
Per i restanti giorni non pensò, né sentí Mattia tra whatsapp e instagram. Si disintossicò almeno da lui. La situazione in famiglia faceva schifo tutto per colpa di Sara.
Sabato uscì con i suoi, lei si disperdeva tra Via Toledo e Port'Alba, tra Galleria Umberto e Via Verdi al negozio della cioccolata, stava bene ed era contenta, poi si congiungeva con suo padre e madre e con i genitori di Mattia, insieme andavano a mangiare una pizza. Elena era indipendente e libera, lo è sempre stata, a poco interessava se fosse single, se non avesse una comitiva fissa con cui uscire al di fuori dell'università o se fosse con i genitori. Lei stava bene e questa le aggradava come soluzione.
Fu solo lunedì che lo beccò, ne fu felice ma nulla cambiò nei suoi riguardi, anzi cercò di fare l'indifferente, cosa che poco riusciva a fare, lo salutò e poi andò a lezione di teoretica.
Fece un'uscita post lezione con Giorgio e Piotr tra un caffè, un the e una chiacchierata passò il tempo, poi ritornò a casa.
Fu l'ardua impresa sopportare il ragazzo martedì, a lei piaceva molto e nonostante fosse stato sicuramente usato da Alessia quel venerdì sera era inutile che lei gli sbavasse dietro e fosse gelosa delle sue amiche femmine. È normale avere un botto di amiche se hai fatto il linguistico e sei un maschio, sei in una classe di donne ci sta, anche con Elena era così, c'era un unico maschio nella sua classe, composta prettamente da donne.
Provò a stare vicino al fido Claudio e a tanti altri ragazzi che aveva conosciuto durante il corso di arte. Ma nonostante tutto pensava a lui, a Mattia, se la guardava, se le parlava.
Il giorno clou, forse quello della verità, che vorresti non arrivasse mai, forse forse stava arrivando.
Il Mercoledì 22 Novembre Elena andò in uni, come da copione andò sulla sua scaletta a Via Marina appoggiata e attendeva Mattia e i ragazzi che conosceva anche lei. Proferí parola con le ragazze sui vestiti, sui jeans su misura data la magrezza.
Parlò con la bionda Deborah amica di Mattia, Ettore e Vincenzo, parlò con Cristina la rossa nerd con gli occhiali bassina e lentiginosa, ancora poi parlò con Elvira la bionda tedesca da parte di madre.
Elena intratteneva conversazioni per perdere tempo ed aspettare le 15:30 inizio della lezione, in realtà aspettava solo Mattia e gli altri due, più Mattia.
Si mise sulla scaletta, da lí brillava lei e la sua maglietta verde acqua, velata e merlettata di Stradivarius, che lasciava intravedere le spalle dal merletto, il suo pantalone nero a macchie di Divided che le disegnava una bella silhouette sia avanti che dietro. Portava il solito chignon, gli occhiali da sole che poi tolse, gli orecchini verdi, l'ombretto verde chiaro, l'immancabile mascara e il rossetto indelebile viola di gradazione prugna per essere precisi. Era bellissima e non se ne rendeva conto.
Improvvisamente passò un ragazzo che si accomodò vicino a lei sulla scala.
Era alto, parecchio robusto, aveva i capelli lunghi castani, un pó ondulati, che chiudeva in uno chignon. Aveva gli occhi castani, la barba e i baffi. Era selvaggio, ma le ispirava vibes, le sembrava buono e sincero.
Era molto simile ad un altro individuo, per questo ne era attirata.
"Piacere Armando."
"Piacere Elena."
"Anche tu fai storia?"
"Si! E tu pure, giusto?"
"Esattamente. Sto o al secondo anno e tra poco vado dal prof di Storia Moderna 1."
Elena ebbe un sussulto, la pietra allo stomaco era ritornata, Vito e il suo ricordo erano vividi. Quell'anno maledetto le stava tornando in mente. Scacciò la sua psicologia e rispose al ragazzo.
"Uh ok. Io sono al terzo. È l'anno degli anni, il più difficile o forse il più pieno causa esami a scelta, ma è un anno interessante serve per il tuo futuro!"
"Ok. Ho già la guida allora!"
"Certo quando vuoi ci sono."
"Oh si. Il tuo insta però non ce l'ho. Lo usi, vero?"
"Sí, sì. Aahh sono Elena Moretti la tipa col vestito azzurro. Ti accetto dopo devo andare a lezione adesso."
"Ma Armando... Di dove sei? Quanti anni hai?"
"Beh sono nato sotto il segno della Vergine ahh, sono 2003 e nient'altro.... Abito vicino Avellino."
"Ah. Ok. Aahhj ci sta. Io sono 2002 e sono un Capricorno di Gennaio. Aahh ora scappo!"
Cazzo era identico a Vito. Non è possibile. Non è possibile, nooo. Liberatemi. Pensò tra sé e sé.
Andò dai ragazzi, beccò il fido Claudio e improvvisamente arrivarono i magnifici 3. Avevano gli occhiali da sole ed erano bellissimi tutti i e tre, lo era anche Vincenzo, bellezza che Elena non preferiva rispetto ai due bonazzi degli amici.
Maglia nera, pantalone rosso, stivaletti, occhiali da sole Mattia era bellissimo. Elena lo guardava ipnotizzata, poi le venne vicino, le disse:"Ciao" fece l'occhiolino e poi la evitò.
Claudio osservava tutta la scena da lontano.
Disse ad Elena:"Elena dopo ti devo parlare. Ok?"
"Oh certo va bene."
Seguendo la lezione lei si chiedeva perché l'avesse evitata e avesse preferito parlare con altri amici anziché con lei a fine pausa, ripresero le lezioni e Elena serviva per quel che riusciva perché stava veramente male, fu assalita dalla paranoia.
Quando la lezione finì doveva
aspettare il padre con macchina e nel mentre che aspettava con Claudio.
Egli che a inizio lezione le disse:"Devo dirti una cosa, ma dopo".
"Cla che mi devi dire. Tutto bene?"
"Certo. Tra noi è tutto ok. Il problema non è tra noi ma tra te e Mattia. Ho visto quando è arrivato tu come lo guardavi. Mi ha dato fastidio lui come si è posto nei tuoi riguardi, però. Ho visto che faceva una faccia strana vicino l'amico quando te lo hai guardato. Poi ho visto che ti ha salutato e fatto occhiolino ma poi ti ha evitato. Mi dispiace dirlo ma secondo me non gli interessi. Non ho visto il suo atteggiamento ben disposto. Mi dispiace perché lo so quanto gli vuoi già bene e so già quanto è stato difficile per te provare a riprendere la vita in maniera leggera dopo Vito. Tu non mollare,però Può essere che ho sbagliato, può essere che lo sta facendo apposta e se fosse così fidati é bravissimo. "
Elena incredula non riusciva a rispondere e mettere due parole in croce.
" Tu hai fatto benissimo, se non me lo dici tu che sei in disparte chi deve dirmelo, tu che vedi tutto, sei perfetto. Devi dirmi tutto quello che noti. Anche quello che può fare male, siamo amici e devi dirmi tutto. Siamo intesi?"
"Si certo. Non voglio che tu stia male. Però dovevo dirtelo."
" Tranquillo guarirò. Sono più fragile ma non incapace di combattere, anzi." "C'è mio padre, vado"
"Ciao"
"Tutto bene?"
"Si. Sto stanca, lezione interessante ma lunga. Sara come sta?"
"Il fatto del tipo che ha inviato il messaggio non si è capito chi è il mittente, anche Giacomo non lo ha trovato quindi è un guaio."
"Si sistema. Che vita di merda, però."
"Ma tu sicura che stai bene, sì? Se hai qualche problema parla, risolviamo. E smettetela di non parlare tutte e due con me e mamma."
"Si papà. Sto bene, non ti preoccupare."
Tornati a casa, Elena fece fuori per la forte incazzatura una busta già aperta di patate più gusto alla paprika e la sorella studiava in condizioni pietose causa del messaggio inviato da anonimi. La Madre continuava ad infierire e poi decise di scrivere al contatto del telefonino da cui partí il messaggio. Lei e il mittente misterioso si scrissero e fu evitata la denuncia. Il mittente non si seppe mai e la storia fu archiviata da tutti, tranne da Costanza, che in modo ossessivo compulsivo cercava risposte che non si trovavano.
Il giorno 23 novembre Elena andò in università accompagnata da suo padre in macchina poiché c'era sciopero dei mezzi e quindi lei non poteva partire da casa lo so la camicia nera quella che dice al primo appuntamento con Vito con un jeans e forse ancora gli stivaletti che aveva quella mattina. Tutto sommato stava tranquilla cercò di parlare con l'amico Claudio parlare un po' con le ragazze d'arte appena arrivò e e dunque cercare di non pensare a Mattia, cercare di non pensare a tutto quello che era successo il giorno precedente. In compenso ottenne nuovamente di essere evitata salendo le scalette che portavano al primo piano dell'aula A1 fu osservata molto dal ragazzo che aveva un maglione rosso e ed era sempre bello e tutto il suo splendore però questa volta lei ci rimase male talmente male che quando finì la lezione fu quasi catartico e una liberazione tale e trovare il giovane Armando sulle scalette che la strinse talmente forte da togliere il respiro, lei ovviamente ricambiò questo abbraccio. Forse le ricordava Vito e quel maledetto 23 Marzo.
Fu guardata dall'amico Claudio che disse: "Elena ma non è un po' troppo quest' abbraccio? Ma poi questo ragazzo chi è?"
Lei disse: "Claudio questo ragazzo è uno che ho conosciuto mercoledì e fa storia come noi, però è più piccolo. Non ti ricorda qualcuno."
Non fece nessun movimento per fargli capire a chi si riferisse, lui aveva già capito.
"In realtà sincero l'ho visto e non mi ricorda molto lui, però se lo dici tu ci sta, forse tu vedi qualche somiglianza, qualche modo di portare barba e capelli che magari è simile al suo e ci può stare io però ti posso dire almeno per quella volta che mi lo vidi, sto tipo non mi sembra simile."
"Hai ragione, va bene ora vado perché devo vedere se riesco a tornare a casa alle 13 finiva lo sciopero quindi devo andare."
"Ciao. A Martedì."
Tagliando per le varie scorciatoie, Elena giunse sul corso Umberto dove si diresse alla stazione centrale. Appena trovata la pace, prese il telefonino e iniziò a lasciare messaggi vocali all'amico Giorgio, che subito ascoltò e gli diede una sua versione.
Il ragazzo insicuro sempre indeciso, il classico bravo ragazzo ma anche il tipo che Elena però non piaceva perché troppo insicuro, l'uomo ci vuole sicuro e deciso.
Lui le disse, secondo il suo parere, che Mattia poteva essere insicuro, che poteva essere un ragazzo che diceva bugie su ogni cosa che accadeva solo per tirarsela, in realtà è timido.
"Può essere che è proprio come me. Quindi stai calma e goditi tutto, anche sto dolore. Elena devi stare tranquilla perché può essere che tale e quale a me. Io poi non credere che sia un ragazzo sveglio guarda. Mi piace Costanza ci sto dietro una tipo un anno, vedi un po', e ancora non ho fatto nulla. Poi lui ti caga, sa che esisti. A me Costanza non mi guarda, non sa chi sono, non sa un cavolo."
"Va beh mi calmo. Grazie!!"
Elena si tranquillizzò, fittiziamente, però, solo perché doveva tornare a casa.
Mandò gli stessi messaggi vocali dell'amico Giorgio a Fernando.
Lui le disse la stessa identica cosa.
"Devi stare più tranquilla non devi fissarti, devi provare diverse sensazioni, senza farti troppe aspettative, troppe paranoie."
"Grazie Fer. Sei grande. Io ci provo."
"So pure che non riuscirai, tu però prova!"
Elena stava malissimo, non riusciva a fare nulla. Era in un momento brutto. Era scazzata rispondeva tutti male e non si calmava. Poi decise quindi di parlarne con suo padre Daniele con cui sfogò un pianto liberatorio.
"Elena che c'è?"
"Papà è Mattia, io sto male, lui mi evita, non mi calcola più come prima.."
"Uh ma allora è per amore... Racconta che è successo?"
"Eh. Ti ricordi sabato 28/10 a Port'Alba che mi fermai... Mi scrisse un tipo Mattia e quindi mi sentii lusingata. Ero già attirata da lui, lo guardavo a lezione, ma erano solo sguardi. Lui mi ha contattato poi quel sabato e non mi aspettavo tutto questo."
"Bella cosa no? Ma dov'è il problema?"
"È che da quando ci sentivamo, non lo abbiamo fatto più, io non ho azzeccato, ma lui poi si è staccato. All'università ci vedevamo sempre ed ero contenta, fino a Giovedì che dice agli amici ad alta voce che si sente con una ragazza. Gli è passato l'interesse ma a me piace."
"Amore mio l'interesse passa, ci sta, mo si sta scrivendo con sta ragazza e gli è passato con te, magari ti ha conosciuto e non gli piaci. Tu non devi farti colpa, malattie varie, stai serena."
"Si era perfetta la famiglia, il padre è disoccupato ma la madre lavora in segreteria al suo liceo. Ha due fratelli e niente più. Sapeva che siete medico e avvocato"
"Ma è un cacciatore di dote?" rise il padre.
"Mah aaahj papà..."
"Ho visto uno identico a chi sai..."
"Ma... E che vuol dire mica se è uguale ti devi concedere eddaii Elena..."
"Meh hai ragione papà aahhh. Mi sento scema è normale?"
"Si. Fa' a brav!"
"Grazie panda!"
"Di niente, io ci sono sempre."
"Avete finito la tribuna politica.? Putit veni a magnà?" disse la madre, che quasi sicuramente aveva sentito tutto.
Mangiarono tutti più sereni e si godettero il giovedì, Elena andò nelle sue stanze a giocare sul cellulare e poi a studiare un pó di filosofia per tenersi leggermente al passo con le spiegazioni della prof.
Gli altri giorni furono anonimi e menomale! Erano tutti stanchi di combattere e Elena in primis lo era.
Domenica 26 Novembre fu traumatico vedere che Mirko, il leggendario fregni estivo con cui si era legata tantissimo, avesse postato una storia con la presunta fidanzata di cui non aveva certezza. Questa foto la destabilizzò, era normale. Lí decise di archiviare definitivamente con lui, le era difficile. Cosa era semplice per lei? Tanto si sarebbero visti l'anno successivo al mare.
Eccezione fecero il martedì, il mercoledì e il giovedì delle lezioni d'arte in cui Elena andò, si vestí sempre bene e agghindata, ma provò a togliersi dalla testa quel maledetto Mattia.
Fu tra tutti i giorni solo il 30 Novembre quello più risolutivo che le assicurò maggiore libertà.
Andò a fine lezione a Mezzocannone aria riservata da sempre alle librerie e cartolerie, lí cercò un libro che le serviva per il corso d'arte, tale era introvabile e quindi fu costretta a rinunciarvici. Ancora non tornò verso il corso per andarsene, doveva fare una cosa per lei, quella che non fece il 17/05/2022...
Andò da Scaturchio, rinomata pasticceria di Napoli sita al lato di dietro di Mezzocannone, là incantata da vari dolci, ma intenta a prenderne uno soltanto, prese un ministeriale. Era il famoso cerchietto alla cioccolata con il rum dentro. Che bontà che era!!!
Fattesi quasi le 12:45 scappò velocemente dalla strada, si ritrovò ad attraversare veloce e corse fino a perdere un cuore riuscendo ad arrivare al Corso Umberto e quindi qualche minuto dopo alla stazione centrale, partii e si riposò strada facendo.
Di ritorno dopo aver disfatto la cartella, si spogliò e a casa loro venne Miriam che stava influenzata, il padre le prescrisse delle cure. Elena era tornata in sé, l'indipendenza era quello che più contava per una donna. Lei si era fatta la sua passeggiata e aveva assecondato un suo desiderio, era serena.
Scrisse nel pomeriggio all'amico più grande di lettere moderne, Ettore. Lui era il suo mentore, quello che le apriva la mente, che la indirizzava. Infatti grazie a lui riuscì a conoscere un lato di lei che non conosceva affatto. Lui le fece scaricare l'applicazione di messaggi anonimi tellonym.
Fu l'inizio di qualcosa di nuovo e contemporaneamente era in atto la metamorfosi di Elena.
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