CAPITOLO 17

Il martedì dopo, il 14 Novembre dunque, rimase in università e fu un giorno interessante, normale forse, ma un bel giorno. Indossò la camicia Burberry, il jeans strappato alle ginocchia, una cintura Valentino con tanto di camicia in pantalone. Portava i capelli sciolti, ondulati e voluminosi adornati con un fermaglio bianco simulante un fiore. Aveva ugualmente gli occhiali da sole che contraddistinguevano la sua personalità. Era serena, nonostante in casa sua si vivesse un Marzo 2. Voleva prendere Mattia in considerazione come qualcosa di più di un semplice amico, ma non voleva e poteva fare tutto lei logicamente, aveva bisogno della parte in causa che era lui.

Appena arrivata in università, non alla Centrale ma al Chiostro di Porta di Massa che era simile ad una chiesa medievale, con posti a sedere, vari piani, varie scale in cui si diramava l'edificio. Quella era la sede principale dell'indirizzo degli Studi Umanistici, quella in cui si laureò Agnese in Psicologia e quella dove Elena raramente andava a seguire le lezioni di Teoretica e altre di filosofia o Storia Moderna.
Era una struttura antichissima, poiché c'erano vari edifici e varie architetture, pietra in tufo che non faceva andare linea telefonica e WhatsApp.
C'erano varie aule studio chiamate catacombe, tale era il posto in cui davvero studiava, era isolata dal mondo come i monaci benedettini.

La ragazza che era solita andare là a mangiare, sapeva che c'era Vincenzo con gli amici sicuramente lì e decisa ad evitare il gruppetto con cui stava fino a poco fa pure lei, decise di stare con  Marco e la sua fidanzata Francesca, che volevano veramente stare con lei effettivamente.
Ai due non li vedeva da secoli, si aggregò contenta anche per l'accoglienza che le fecero. Andò in terrazzo con Marco che fumava una sigaretta all'aroma di kinder, sicuramente, quale gusto non sapeva. L'aroma di nocciola era inconfondibile e subito riconoscibile. I due parlarono come spesso accadeva, ma online sempre. Stavolta parlavano dal vivo ed era molto meglio.
"Ma che segui?"
"Teoretica e poi tra poco arte contemporanea. È stupendo il corso, il prof è proprio un bono da paura e i ragazzi sono tanto gentili. Sai siamo talmente tanti che dobbiamo avviarci prima in aula, sennò restiamo a terra."
"Oddio talmente che piace il corso? Ma immagino siate più di un corso a seguire no?"
"Esatto, esatto. Siamo noi di storia poi i ragazzi di archeologia classica e i vari curriculum economico gestionale e altri che non mi ricordo."
"Va beh ci sta. Io sto a studiare Medievale e mi sono scocciato." disse mentre aspirava l'aroma della sigaretta che inondava il piccolo ambiente in cui erano.
"Vai che è semplice haah, hai i miei appunti, no? Ma la sigaretta è a Kinder cereali o cosa? È buona, mi mette fame! "
"Si ovviamente! La siga è a Kinder Bueno.
Ma così, stavo pensando, tua sorella studia allo scientifico?"
"Gnam buona! Eh sí fa latino e un sacco di cose mamma che schifo. Io non ce l'avrei mai fatta. Lei è brava, le piace molto, più delle materie scientifiche in realtà."
"Ma tu alla maturità quanto prendesti?"
"Eh presi 88. Ma potevo prendere 93 se avessi avuto più crediti, era il periodo del maxi orale capí..? Ma comunque io lo meritavo il voto che ho preso!"
".... Noo. Non parlarmi più. Cioè a te era il periodo del covid ecco perché..."
"Ohi eddai non dire stupidaggini. Comunque io sono andata bene, forse se fosse stato come te l'88 sarebbe stato di meno perché sarei andata in panico con gli scritti però chi può dirlo. Ovviamente ringrazio il cielo fossero così intendo col maxi orale, perché avrei avuto ansia, su ansia e ancora ansia per gli scritti."
" Io ricordo che i professori di matematica e latino si odiavano e litigarono in piena prova, noi riuscimmo a copiare tra noi. Fu bello, wa chi se lo scorda, li fregammo tutti. Presi 73 io, ma a differenza tua era tosto il mio scientifico, senza covid."
"Daii. E smettila. Aahh. Comunque Marco si è fatta na certa, devo beccare Mattia."
"Ah mo c'è sto Mattia. E in bocca al lupo" disse stringendola forte.
"Ciaoo e saluta Francesca".

Nel frattempo mentre uscí dall'edificio beccò Vincenzo l'alter ego di Vito che stava fumando  Portava con sé il computer in una borsa a tracolla, indossava dei jeans con  una felpa nera e rossa.
Salutò la ragazza  baciandola su tutte e due le  guance. Elena che lo osservava come se il cuore le impazzisse, ne fu felice.

"Tra un pó vado a seguire. Tu?"
"Io aspetto amici poi vedo aah, Ciao!"
"Ma ok! Ciao, ciaoo"

Nel mentre Elena vide la cenere della sigaretta colargli sulla felpa. Gliela tolse toccandogli tra i pettorali e l'addome per toglierla. Pensò a Vito e alla sua pancia al  suo primo appuntamento.
Lui un pó sorpreso disse:"Ah grazie!"
"Di nulla aah. È stato un piacere!" si salutarono col bacio sulla guancia e andò dal suo Mattia.

Giunta in Via Marina, li vide al bar e decise di sedersi con loro, di fronte a Mattia. Come sempre faceva iniziò a squadrare la sua preda, con gli occhiali da sole non si vedeva  lo sguardo fisso.
Non prese caffè, si rilassò molto parlando con loro.
Mattia sorseggiando un ginseng parlò di sé e non ne ebbe vergogna assolutamente.
"Raga una volta sono uscito con un uomo, ma io sono etero, si vede, penso. Io ci uscii perché onestamente come sempre dico, bisogna provare tutto per capire."

Ettore disse:"Oh raga sapete, mi dovevo chiamare Cristo, va beh mi chiamo Ettore aahh, i miei erano un pó sciroccati."

L'altra amica, riccia con gli occhiali blu aggiunse:"Il mio nome non è così normale sai? Mi chiamo Anna Vita, però per tutti sono solo Vita.

"Woow raga. Io invece mi chiamo Elena perché mia Nonna si chiama così e non so, vorrei chiamare mio figlio Mattia, sono in fissa da anni."
"Oddio... Mattia?" disse ridendo e parecchio sorpreso. Poi aggiunse:
"Io invece vado per i nomi particolari per i figli, tipo Tancredi, Clorinda, sto in fissa con la Liberata."

Ad un certo punto tutto cambiò, la conversazione ebbe una piega differente, un pó più piccante.
Parlarono di verginità, come si facessero determinate cose un pó imbarazzanti, ma comuni tra i giovani. Si parlava apertamente di come si praticasse all'uomo  una fellatio. Non si parlava ovviamente di tale pratica col suo nome latino ma in napoletano, che però era detta in terminologia abbastanza volgare, tanto da non essere replicabile.

Elena era vergine e un pó si vergognava a sentire, però superò il tabù. Era la più grande del gruppo e ancora non era pronta a farlo e a parlarne. Scherzosamente ne voleva parlare ma  seriamente non era così brava.

Al tavolo sedeva anche la rossa  Alba, che era davvero carina con Elena e con tutti gli altri.
Disse:"Raga mia madre mi pensava lesbica addirittura. Invece non sapeva che andavo a letto da anni con il mio ragazzo. Cioè è vero che in una fase della mia vita ho pensato seriamente di essere lesbica però ora ho deciso la mia strada. I miei sono vecchi cioè aahh non voglio offendere la categoria senior, però onestamente non sono cinquantenni, ne hanno settanta."
"Anche i miei sono anziani e diabetici addirittura. Wa. Io poi sono l'ultima figlia, ho una sorella più grande di me." Disse Vita.

"Raga mi è venuta in mente un'altra cosa."
"Spara Matt"
"C'è un mio amico che ha fatto uno shooting a me, a Roma mezzo nudo, cazzo non lo trovo, volevo farvi vedere."

Elena sbiancò letteralmente. Voleva vedere quelle foto ovviamente.
Disse, dunque per restare sul pezzo della conversazione:"Raga io invece mi metto sempre sul divano sembro un misto tra Paolina Borghese e l'Olympia ma forse è meglio perché è una prostituta. Sono magra poi, si vede, immagino, sono un misto di Maya Desnuda o vestida, che dire."
Logica conclusione fu che lo aveva fatto per colpire Mattia positivamente, sapeva che amava Goya e soprattutto le due Maya.

Mattia ancora raccontò: "Poi mi ricordo anche a proposito di verginità, mia cognata non voleva rapporti prima di sposarsi, li aveva orali con mio fratello, poi quando si sono sposati finalmente lo hanno fatto bene. Poi ci stanno provando a mettere su famiglia ma non ci riescono."

Elena nel mentre guardava Mattia e pensava dove cavolo fosse finita aah.
"Elena... Ma tu non ci racconti niente?"
"Io non ho nulla da dire. Mio padre fa il medico, mia madre l'avvocato e ho una sorella che sta al liceo scientifico."
"Ah quindi lei è più ramo medico come tuo padre e  più ramo umanistico come tua madre?" disse il ragazzo generalizzando.
"Bravo esattamente. E i tuoi che fanno?"
"Mia madre lavora a scuola mia, in segreteria. Mio padre è disoccupato. I miei fratelli uno è a Milano e poi..." fu interrotto Mattia.
"Ragaaa entriamo."
"Vamos su."

Elena andò vicino a Vita e sapeva che dietro di loro c'era Claudio che non abbandonava mai.
Parlò con Marco su WhatsApp sulla situazione attuale con Mattia. Lui le scrisse: "Fregatene, basta, se stai bene, stai bene, vai. Poi ci pensi. Su Elena, basta, prova a capire un pó."
Sicuramente Vita lesse e poteva capire qualcosa ma non capí nulla.
Lei disegnava sul banco insieme alla ragazza e ascoltavano la lezione come sottofondo, il prof spiegava Courbet e il realismo.

Improvvisamente si fecero le 18 e dovette andare, c'era il padre che l'aspettava in macchina. Fece amicizia random con un bel tipo. Biondino, con occhiali, capelli legati tipo chignon, un po' robusto e sicuramente fidanzato. Lui le disse:"Grazie che sei uscita sennò io nom tornavo a casa. Grazie mille. Aah"
"Di nulla tranquillo, io vado, ciaoo, a domani."

Arrivata alla macchina del padre seppe qualcosa su ciò che accedeva a casa loro, del tipo che Sara si stava ribellando e non mangiava neanche più per protesta. Era furiosa con la mamma e non sopportava il padre.
Da una parte ascoltava il padre e dall'altra scriveva con Giorgio su whatsapp del fatto che Mattia avesse genitori così. Effettivamente la storia di Vito l'aveva distrutta.

Il 15/11 fu un giorno divertente. Appena arrivta in università Mattia e gli altri la salutarono e lei era felice. Lei leggeva un libro sul teatro francese di Beckett, in realtà erano le pièce di teatro di en attendant Godot. Mattia invece leggeva Bianca come il latte e rossa come il sangue. Piacevolmente si avvicinò a lei e parlarono.
Il giovane Mattia stava per fregarle il libro poiché era molto vicino al suo e alle loro cartelle. Elena che si stava accorgendo di questo, disse:"Matty il libro aahhh, ti stai prendendo il mio libro."
"Oddio cosa dicii? Pensavo fosse il mio, scusa."
"Va bene se volevi prendere potevi però poi lo restituivi magari al mio indirizzo. Stessa cosa avrei fatto io."
"Nono. Aahh.
Se ti va facciamo scambio libri e poi te lo ridò?"
"Quando lo finisco magari sì."

Il trittico 14-15 e 16 Novembre non si rivelò proprio come Elena voleva.
Fu evitata e si mise vicino al fido Claudio. Sentirono in pausa che i ragazzi parlavano di cavoli loro molto ad alta voce. Elena stava mangiando un cornetto all'amarena e parlando con l'amico quando sentii "il fattaccio".

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