7. Dichiarazioni e chiarimenti
Le cose tornarono ad andare per il verso giusto per Thranduil. La verità era stata accettata ed aveva ricevuto le scuse di tutti, soprattutto da Amdìr, che era molto dispiaciuto di aver buttato i sospetti su di lui. Poteva ricominciare a passeggiare per il palazzo senza essere fulminato dagli sguardi rabbiosi dei servi, poteva mangiare tranquillamente senza essere certo che tutti lo stessero fissando e poteva tornare a ridere e scherzare con i gemelli. In quel meraviglioso ritorno alla normalità, però, era presente una grossa pecca: la permanente faccia da funerale di Indil. La ragazza era quasi sempre triste, non scherzava mai, mangiava poco, alle battute si limitava a sorridere e rimaneva pensierosa per parecchio tempo. Al principe spiaceva vederla in quello stato, ma ogni volta che provava a chiedere spiegazioni si vedeva rispondere un semplice- Niente, lascia perdere.
Un pomeriggio il giovane si trovava a passeggiare nei giardini reali quando notò la fanciulla seduta sulla panca di pietra su cui lui soleva andare a pensare fino a poco tempo prima. La principessa stava fissando un punto imprecisato nel vuoto, i capelli sciolti che cadevano disordinatamente sulle spalle. Il principe si avvicinò silenziosamente e gli sembrò di sentirla sospirare.
-Indil...- la chiamò.
Lei si voltò e sembrò un pò turbata.
-Oh, Thranduil... ciao.
-Cosa ci fai qui?- le chiese il giovane, sedendosi accanto a lei.
-Pensavo... niente di importante, davvero, lascia perdere.-rispose Indil.
L'Elfo cominciava ad arrabbiarsi. Lei gli stava nascondendo qualcosa e lui non poteva accettarlo. C'era qualcosa che la faceva stare male, e voleva andare a fondo a quella storia- No, non lascio perdere! Qualcosa ti fa soffrire ed io voglio sapere cosa mi nascondi!
L'espressione di Indil si indurì un poco- Cosa vuoi dire?! Non c'è niente, non vedo perché ci dovrebbe essere! Stai diventando paranoico!
Si alzò per andarsene, ma il giovane la prese per mano, con fermezza ma senza farle male, e la fece sedere- Non ti muoverai da qui finché non mi avrai detto che ti prende!
La giovane lo fulminò con lo sguardo- Come osi darmi ordini?! Chi credi di essere, mio padre?! Non sono tenuta a dirti niente!
Il viso di Thranduil, fino a quel momento piegata in un'espressione dura, quasi minacciosa, si addolcì immediatamente ed il principe lasciò la mano della fanciulla- Hai ragione, Indil, ti prego, perdonami, scusami tanto, non so cosa mi sia preso. È solo che sono preoccupato per te. Sei sempre triste, mangi meno e non ridi mai. Non so cosa ti turbi e so che non vuoi parlarmene. Sei libera, non sei tenuta a dirmi nulla, è vero, ma se avessi bisogno di... di sfogarti, sì, insomma, io sono a disposizione.
La principessa lo guardò con i suoi grandi occhi grigi un pò lucidi a causa della sfuriata di poco prima e gli chiese, con voce tenue- Perché ti interessa tanto?
La domanda, fatta così a bruciapelo, lasciò Thranduil alla sprovvista. Il cuore del giovane cominciò a battere velocemente e nella sua mente si riversarono mille pensieri. Conosceva bene la risposta, ma aveva paura di dirla. Aveva il terrore che lei potesse rifiutarlo, ridergli in faccia o più semplicemente chiedergli: credevi veramente di avere possibilità? Ma non voleva più mentire. Era il momento della verità.
-Il fatto è che... sono stato innamorato di te fin dal primo momento in cui ti ho vista. Non so quali siano i tuoi sentimenti, ma sappi che io ti amo più di qualsiasi altra cosa.
Glielo aveva detto. Il principe restò ad osservare la giovane che lo osservava. I secondi passavano e lei non si muoveva. Ad un tratto, Indil abbassò la testa con un sospiro e Thranduil si sentì sprofondare.
-Capisco...
L'Elfo si incamminò tristemente verso il palazzo. Superò la principessa e, improvvisamente, si sentì afferrare la mano sinistra. Si voltò verso di lei. Si era alzata dalla panca di pietra e si avvicinò al giovane:
-La verità è che siamo due imbroglioni. Abbiamo finto entrambi per tutti questi anni in attesa che l'altro provasse per noi ciò che noi provavamo, senza capire che era già così. Thranduil, mi sei piaciuto subito, fin da quando ci siamo visti la prima volta, durante la tua prima visita. Se i tuoi sentimenti sono uguali ai miei, allora credo che non possiamo più continuare a fingere. Sei certo di amarmi?
Il principe le sollevò il mento con la mano per guardarla dritta negli occhi:
-Tanto che, se dovessi scegliere tra il mio popolo e mio padre e te, non esiterei un istante a sacrificare tutto ciò che ho per te.
La ragazza sorrise ampiamente e avvicinò ancor di più il suo viso a quello dell'Elfo.
-Allora sappi che il tuo amore è contraccambiato con tutta la forza e la gioia di cui sono capace.
Thranduil sorrise a sua volta e, chiudendo gli occhi, appoggiò le sue labbra su quelle di lei. Entrambi chiusero gli occhi, il giovane le mise una mano dietro alla schiena e la fanciulla intrecciò le dita con le sue. Rimasero lì per un tempo infinito, con il vento gli accarezzava i capelli, così vicini da poter sentire il cuore dell'altro che batteva tanto velocemente da esplodere in una miriade di sentimenti confusi che si univano a quelli del compagno. In quel momento non c'era nient'altro: niente padri, niente regni, niente doveri. Solo loro, così vicini, e le loro labbra le une contro le altre.
Quando, poi, si separarono e continuarono a guardarsi negli occhi sorridendo, pensando a quel magico momento che avevano appena vissuto, la mente di Thranduil venne attraversata d un pensiero orribile: la sua amata era promessa!
Si separò precipitosamente da lei e le disse- Scusa! Perdonami, Indil!
Lei lo guardò con un sorriso interrogativo- Perché ti scusi? Non hai fatto nulla di male...
-Invece sì!- rispose lui- Che dirà tuo zio? Ed il tuo promesso?
Indil pensò che il giovane fosse totalmente impazzito- Che? Promesso? Ma di cosa stai parlando?
Ora fu il principe a guardarla con aria interrogativa- Ehm... il nobile di Gondolin che devi sposare tra meno di un mese, hai presente?
La fanciulla rimase per qualche secondo interdetta, ma poi credette di comprendere- Ho capito!- gridò, arrabbiata ma con le lacrime agli occhi- Tu ti sei pentito! Non vuoi avere guai con tuo padre o con mio zio e quindi usi questa scusa! Scusami tanto, io ti amo ma Celeborn ti ha già promesso quindi perdonami, ci siamo emozionati ma ora addio! Vergognati, verme!- e si incamminò a gran passi verso la reggia, mentre le lacrime le rigavano il viso.
Thranduil, che si sarebbe aspettato una qualunque reazione ma non questa, rimase parecchio scosso da quella sfuriata, ma poi cominciò a ragionare: che ne sapeva Annael di ciò che decideva il re? Era più probabile che quella fosse tutta una menzogna, e lui ci era cascato in pieno!
-Indil, aspetta!- gridò, mentre le correva dietro, ma lei non accennava a rallentare. Allungò il passo della corsa e la raggiunse. Le si parò davanti e si affrettò a spiegare- Indil, per la quattordicesima volta in un pomeriggio, ti prego, perdonami. Sono stato uno stupido. Ho creduto alle parole di Annael, una ragazza che voleva solo vederci separati. Sono uno sciocco, avrei dovuto immaginare il tranello. Puoi amarmi ancora?
La fanciulla cercò di mantenere un'espressione arrabbiata, ma ben presto scoppiò in una bella risata cristallina che Thranduil non sentiva più da molto tempo- Che sciocco che sei!- gli disse la giovane- È ovvio che ti amo ancora, no? Che domande fai? In quanto a quella ragazza, pensi che possa saperne più di me in argomento? Avresti dovuto chiedere!
Lo abbracciò con foga e gli sussurrò all'orecchio- Non dubitare mai di me, Thranduil. Io non dubiterò del tuo amore.
Si allontanarono da quel giardino, mano nella mano, chiacchierando di cose sdolcinate e tanto zuccherose che avrebbero fatto venire il diabete ad un vegano. Da quel momento in avanti, i loro destini erano uno solo...
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