5. Indagini

Quelli che seguirono furono giorni di pura tensione. Dopo la grave insinuazione di Amdìr per Thranduil non ci furono conseguenze gravose, non materiali almeno. Non fu sbattuto in una cella a pane ed acqua o torturato fino a quando non avesse confessato il furto della collana come il principe aveva temuto. Fu tutto molto peggio, almeno per lui. Consumava ancora i suoi pasti insieme alla famiglia reale, ma non una frase veniva pronunciata e lungo la tavola volavano solamente occhiate di dubbio, rabbia o diffidenza.

Il resto della giornata la passava da solo a non far niente, perché Celeborn lo aveva esonerato dalle lezioni e dagli allenamenti in attesa che le acque si calmassero. Il principe, allora, usava sedersi su di una panca di pietra nei giardini reali a pensare. Chi poteva avercela con lui tanto da farlo risultare colpevole di un furto che non aveva commesso? Chi poteva essere stato tanto crudele? E perché, poi? Non ricordava di aver mai fatto mai niente di male a nessuno quindi, a rigor di logica, nessuno avrebbe avuto motivo di vendicarsi. Forse qualcosa che aveva fatto suo padre che qualcuno stava facendo ricadere sul figlio? Non gli risultava. Quella faccenda non quadrava, ma il giovane non poteva farci nulla: nessuno gli credeva e se avesse richiesto di far condurre un indagine, sarebbe risultato ancor più sospetto. Quindi che fare?

Un giorno si trovava immerso in queste riflessioni, quando una voce interruppe il flusso dei suoi pensieri- Thranduil... che ci fai qui?

Lui si girò e vide Indil a pochi passi dalla sua postazione.

-Pensavo...- rispose freddamente, alzandosi- Ma stavo per andarmene.- continuò, cominciando a dirigersi verso il palazzo.

-Aspetta!- la voce della fanciulla lo raggiunse come un raggio di luce in un cielo tenebroso. Il principe si voltò verso di lei. La giovane gli corse dietro fino a raggiungerlo- Devo chiederti una cosa.

Thranduil sapeva cosa doveva chiedergli. Era ciò che si chiedevano tutti e lui non la criticava per questo. Tutte le prove gli erano contro e non c'erano altri sospetti. Aveva ascoltato dei frammenti delle conversazioni dei servi: per molti il caso era bello e risolto.

-Dimmi.- disse comunque.

Lei sospirò e poi, con lo sguardo puntato a terra, domandò- Sei stato tu?

La domanda era davvero pesante e, nel pronunciarla, Indil sentì il peso che aveva sul cuore diventare più leggero. Il giovane la guardò intensamente negli occhi- No. Indil, te lo giuro! Non ero neanche a conoscenza dell'esistenza di questa collana! Non so chi sia l'autore del furto, ma ti posso giurare su ciò che vuoi che non sono stato io.

Si sarebbe un'occhiata piena di dubbio, uno sguardo inquisitorio che lo guardava intensamente, cercando di capire se quello che aveva appena detto era vero o no. Niente di tutto questo. Le brillavano gli occhi di felicità e di sollievo e abbracciò di slancio il principe, che la strinse forte a se. Entrambi avevano avuto paura, ed entrambi avevano creduto nell'altro.

-Lo sapevo...- sussurrò la fanciulla al orecchio del amico- Sapevo di potermi fidare di te.

Si sciolsero dal abbraccio.

-Ora c'è solo una cosa da fare!- esclamò la giovane con determinazione- Trovare il colpevole di questo brutto scherzo!

**********
-Hai trovato niente?- chiese Indil dopo mezz'ora abbondante di ricerche. Lei e Thranduil avevano pensato di dare un'altra occhiata alla stanza della giovane in cerca di indizi che non avevano visto. La fanciulla aveva lasciato tutto esattamente come l'aveva trovato la mattina del furto per facilitare eventuali ricerche.

-Niente.- rispose sconsolato il principe- Nella cassettiera non c'è nulla di sospetto, solo i tuoi vestiti, i tuoi trucchi, i tuoi gioielli e poi qui uno strano orecchino spaiato.

-Com'è fatto?- volle sapere distrattamente la giovane mentre continuava a cercare nel comodino.

-Rosso e verde, a forma di fiore, è davvero grande, ti coprirà almeno mezzo orecchio...

-Cosa?!- saltò su Indil, correndo vicino al giovane- Non è mio.- continuò, prendendolo in mano ed osservandolo meglio- Non l'ho mai visto in vita mia. Thranduil, abbiamo una traccia! Il ladro è una donna!- esclamò, entusiasta.

-Già...- rispose lui, ma non pareva molto felice.

-Ehi, cosa ti succede? Sembri pensieroso...

-Sto cercando di ricordare dove ho già visto quest'orecchino. Ho come l'impressione di averlo già notato, magari quando sono arrivato qui...

-Ci penseremo dopo.- lo interruppe la fanciulla- Adesso dobbiamo andare dallo zio a portargli la prova della tua innocenza.

I due si alzarono ed uscirono dalla camera, ma Thranduil venne quasi urtato da una figura semi-incappucciata che lo guardò intensamente per parecchi istanti mentre gli era affianco per poi portare dietro l'orecchio i lunghi capelli neri ed incamminarsi lentamente lungo il corridoio. In quel gesto, avvenuto a pochi centimetri dal giovane principe, egli poté vedere chiaramente qualcosa brillare: un orecchino rosso e verde a forma di rosa.

-Indil!- disse a bassa voce per non allarmare la persona- È lei!

La giovane si girò e vide il personaggio incappucciato- Seguiamola!- esclamò, ma una mano la prese per il polso.

-Dove credi di andare?- domandò Imin- Celeborn ci aspetta per la lezione. Meglio non fare tardi...- continuò, lanciando un'occhiata obliqua a Thranduil.

-Imin, non è proprio il momento...- ribatté Indil, con disapprovazione.

-O sì che lo è.- rispose il cugino- Muoviti, non voglio arrivare in ritardo!

-Ma...

-No, niente ma.- concluse Imin, irremovibile-Forza...

Cominciò a trascinarla via. La giovane si voltò verso il principe e gli sussurrò- Vai tu.

Lui annuì e corse al inseguimento. Ogni volta che lei si voltava, Thranduil si nascondeva dietro un angolo o in una stanza. La donna lo condusse in lungo ed in largo per il castello, sempre più giù, sempre più in basso, fino hai sotterranei, luoghi che il principe non aveva mai visto. Lungo la strada, il giovane lasciava varie tracce, in modo che Indil, in caso fosse riuscita a convincere lo zio della sua innocenza, potesse trovarlo. Poi, ad un tratto, la figura si introdusse in una stanza celata alla vista da una pesante porta di ferro. Thranduil attese qualche minuto e poi, non vedendo nessuno uscire, entrò: l'incappucciata si era tolta il cappuccio, si vedeva in volto e, quando la vide, il giovane rimase molto sorpreso.

-Annael?!

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