17. La partenza per Mordor

-Non se ne parla neanche!- esclamò Thranduil, voltandosi di scatto verso la moglie.

-Ma perché no?- ribatté Indil- Ti ho sempre accompagnato ovunque e non mi è mai successo nulla!

I due principi si trovavano nella loro lussuosa camera riservata agli ospiti, situata nell'ala ovest del palazzo reale della valle di Imaldris ed ora stavano discutendo a proposito di una questione delicata e piuttosto seria. Infatti il giorno seguente i reali elfici avrebbero condotto i rispettivi eserciti al fronte per la battaglia. In previsione dell'evento, il giovane futuro re e la sua consorte si erano ritirati presto, ma Thranduil aveva scoperto la moglie a fare bagagli ed aveva chiesto spiegazioni. Così aveva scoperto che la fanciulla aveva intenzione di unirsi alla compagnia armata, e si era subito opposto.

-Bè, questa è una cosa diversa!- esclamò il nobile, alzando ancor di più la voce- Non esiste che tu venga con noi! È fuori discussione!

-Ma si può sapere che ti prende oggi!?- domandò la giovane, continuando ad urlare come se i due si stessero parlando dai due lati opposti di un campo da calcio- Vorresti che recitassi la parte della brava mogliettina buona solo a farti da cameriera e restassi a casa mentre l'uomo che amo rischia la vita su un campo di battaglia?! No signore! Io vengo con te, Thranduil, e sai di non potermi fermare...

-Invece posso, e lo farò!- ribatté L'Elfo, sbalordito. Possibile che la sua sposa non capisse le sue motivazioni? Lui non aveva intenzione di escluderla, il suo unico obbiettivo, in quella discussione, era proteggerla- Non ti permetterò di andare a morire come se nulla fosse! E poi, al nostro popolo non ci pensi? E a nostro figlio? Non può crescere senza una madre!

-Se è per questo, non può neanche fare a meno di un padre!- rispose la principessa. Era davvero tanto cocciuto, suo marito, da non capire che il suo unico scopo era seguirlo sempre ed in qualunque situazione, come aveva promesso il giorno del matrimonio, nella vita e nella morte?

-Non ti lascerò andare, Indil.- ripeté il principe- Il discorso è chiuso!

-Nel caso te lo stessi domandando, non ti sto chiedendo l'autorizzazione, Thranduil.- si intestardì la fanciulla, che cominciava ad arrabbiarsi sul serio.

-Oh, invece sì che me la stai chiedendo!- ribatté il giovane, che dal canto suo non era mai stato un tipo molto paziente ed iniziava ad incollerirsi- Fino a prova contraria, l'uomo sono ancora io!

-E con questo cosa vorresti dire?!- esclamò la ragazza, inorridita da questo discorso così terribilmente maschilista per essere stato pronunciato dal suo sposo, sempre così rispettoso nei confronti delle donne- Staresti forse insinuando che devo sottostare senza emettere fiato al tuo volere?! Chi credi di essere, uno dei Valar?! Non puoi decidere tu del mio agire!

Ma Thranduil era troppo teso ed arrabbiato da ricordare che aveva promesso, il giorno delle nozze, di rispettare sempre le decisioni della moglie e di accettare ogni suo consiglio- E poi né io né nessuno dei soldati e degli ufficiali può averti come peso in una missione delicata di questo genere!

La frase, buttata lì con leggerezza da una bocca irata ferirono profondamente il cuore di Indil. Era davvero questo che suo marito, l'uomo che amava con tutta sé stessa, pensava di lei? Ricacciò indietro le lacrime e guardò L'Elfo dritto negli occhi:

-Non è questo che pensi davvero, Thranduil Oropherion!

-Invece sì!- rincarò la dose il giovane, che oramai non si controllava più tanta era la sua rabbia- Sei solo un peso, ed ogni volta che ti ho portata in missione con me per assecondare i tuoi stupidi ed insensati capricci ho dovuto badanti come ad una bambina e salvarti da qualche mostruosa creatura che non avevi coraggio né capacità di affrontare...

Lo schiocco secco dello schiaffo risuonò nella camera, seguito da un improvviso silenzio. Il principe di Bosco Atro piegò la faccia di lato, trascinato dalla forza del colpo della moglie, che lo guardava con profonda rabbia ma aveva gli occhi lucidi nello sforzo di non piangere di fronte a lui. Le dita della ragazza erano stampate, rosso su bianco, sulla guancia destra del malcapitato.

-Bene!- gridò Indil, furiosa come non mai- Sai che ti dico?! Arrangiati! Andate agli Orchi, tu ed il tuo egocentrismo! Non portarmi, benissimo, tanto meglio! Vorrà dire che non ci sarò quando avrai bisogno di qualcuno che ti aiuti a sopravvivere di fronte a ragni giganti e Troll assassini! Mentre combatterai, io lavorerò all'uncinetto, prenderò il sole e non mi preoccuperò minimamente del tuo futuro, va meglio così, Vostra Altezza Imperialistica!? Non voglio vederti mai più, principe dei miei stivali! Buonanotte!- urlò, per poi uscire dalla stanza sbattendo la porta.

-Aspetta, Indil...- tentò di fermarla il giovane, che aveva sbollito la rabbia grazie al colpo subito e si era reso conto di aver detto cose orrende, ma la ragazza non tornò, né in quel momento né nel tempo successivo.

Il futuro re andò a dormire ed il letto a due piazze gli sembrò tristemente vuoto senza la sua adorata sposa...

**********
Il giorno dopo Thranduil avrebbe voluto riappacificarsi con la moglie prima di partire, ma lei non solo non si presentò a colazione, evitò persino di farsi vedere al momento della partenza ufficiale. Il principe si dispiacque infinitamente per questo, sicché quella sarebbe potuta essere l'ultima volta che la vedeva in quel mondo. Quella mattina, oltretutto, aveva notato che i bagagli di Indil erano spariti dalla loro stanza.

Si è trasferita definitivamente pensò con tristezza È vero che non vuole rivedermi mai più.

Continuava a scrutare la folla di Elfi riuniti in torno agli eroi che dovevano partire per tornare vittoriosi, sperando di individuare gli occhi grigi della moglie nella calca, ma ben presto si rese conto che ella non sarebbe venuta ed un grosso peso gli si calò sul cuore. Un soldato semplice gli si avvicinò, risvegliandolo dai suoi pensieri:

-Siamo pronti a partire, Mio Signore. Non appena darai ordine, lasceremo queste terre.

-Uhm uhm...- rispose distrattamente il principe, mantenendo uno sguardo triste e pensieroso.

-Sei triste perché la tua sposa non è venuta, o principe?- si azzardò a domandare la guardia bionda- Non preoccuparti, sono certo che è qui con te, con il pensiero, anche se non puoi vederla...

-È quello che credi tu, che sei giovane ed ingenuo...- rispose il giovane, distrattamente- Tu non l'hai vista ieri sera, non hai vista i suoi occhi... scintillavano, come ogni volta che è furibonda come un orso selvaggio... e poi lo schiaffo... sono stato uno stupido, sai? Aveva ragione, non penso nemmeno una delle parole orrende che le ho detto. Non è vero che è un peso, per me, non lo è mai stata. Mi ha sempre appoggiato, aiutato, è stata disposta a scendere a compromessi e ad ammettere di avere torto per il bene mio e della famiglia. La mia Indil è una donna fantastica, valorosa e competente, un soldato pari a me e forse anche superiore. È intelligente, dolce, ma testarda, e...- ma cosa stava facendo?! Si stava confidando con un soldato, una guardia, un sottoposto?! Ma cosa gli era saltato in mente?! Parlare della sua amata con un perfetto sconosciuto!- Ma perché perdo tempo a discutere con te!? Non dovresti nemmeno rivolgermi la parola! Impara a rimanere al tuo posto, ragazzo, e non ti caccerai nei guai!

Il giovane chinò il capo in segno di rispetto e se ne tornò con la sua compagnia. Quanto a Thranduil, raggiunse suo padre e gli altri reali in testa alla colonna di soldati e, al suono del corno, spronò il suo alce a galoppare verso il fronte e la guerra...

📚Angolo me!📚

Questo capitolo è dedicato a tutte le femministe (Quindi sì, anche a te Prim)! Chi, come me, pensa che a Thranduil abbia un tantino, ma giusto un tantino esagerato? Ed Indil? Forse anche lei è stata un pò senza cuore. Chi dei due, per voi, ha ragione? Sono curiosa di sentire le vostre risposte!

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