14. Presagi e oscure creature
-Quel re, Adar.- salutò Thranduil, sedandosi accanto al padre.
-Buongiorno anche a te, figlio.- rispose il re- Io e la tua consorte stavamo giusto parlando di qualcosa che ti riguarda.
-A sì?- domandò distrattamente il principe, scoccando un bacio sulle labbra di Indil ed uno sulla fronte del piccolo Legolas, che aveva ormai quattro anni- E cos'è tanto grave da impedire alla mia adorata sposa di parlarne con suo marito?
La giovane rispose con una risatina allegra- Oh, Thranduil, non c'è nulla di grave. Io e re Oropher stavamo semplicemente considerando che è molto che le guardie non pattugliano la foresta.
-Perché impiegare soldati in un'operazione futile quale questa?- domandò il principe- Padre, il regno è pienamente sicuro. Non è necessario pattugliare il bosco, non c'è nulla di pericoloso. Possiamo dire con certezza che Bosco Atro è in pace.
-Sarà anche.- rispose il sovrano- Comunque sono preoccupato. Avverto una strana presenza nell'aria. E' ancora molto debole, ma ogni giorno diventa più forte. Mi agita e mi tormenta, risveglia in me infausti ricordi. Oggi stesso ordinerò di pattugliare il regno, e vorrei che tu, Thranduil, facessi parte del gruppo.
il giovane stava per rispondere, ma la moglie lo precedette.
-Non temere, Mio Signore. Io e tuo figlio saremo più che onorati di renderti certo della sicurezza del regno facendo parte della spedizione.
-Tu e mio figlio?- ripeté Oropher- Parteciperai anche tu, Indil?
-Certamente, Mio re.- rispose la fanciulla, drizzando un po' la schiena- E' un onore ed un dovere seguire il mio sposo, sempre. L'ho promesso.
Anche Thranduil era preoccupato- Ma... cara, non ti sembra rischioso?
-Non hai detto tu che il regno è sicuro?- ribattè la principessa con sicurezza- Mi armerò anch'io ed andrà tutto bene.
-Ehm... amore, io... non so come dirtelo senza sembrare privo di delicatezza, ma... tu non sai combattere...
La giovane lo guardò malissimo, poi successe tutto in un attimo. Dalla manica del vestito della giovane uscì un coltellino che, dopo essere volato abilmente da una mano all'altra della fanciulla, scintillò alla luce delle candele e pmsi fermò ad un millimetro dal collo del giovane, nello stupore generale.
-Come puoi vedere, caro, non sono del tutto indifesa.- concluse Indil con un sorrisino, mentre riponeva il pugnale nella manica.
-Molto bene.- concluse re Oropher, una volta ripresosi- Tu, Indil, andrai con Thranduil e le guardie a pattugliare la foresta. Mi raccomando, però: non correre mai rischi inutili. Non esporti e resta sempre dietro a mio figlio.
**********
La pattuglia, formata da venticinque guardie reali e dai due principi, era partita appena dopo colazione ed in quel momento stavano attraversando il bosco, diretti al confine Est. I futuri reganti cavalcavano Thranduil Alcarohtar e la fanciulla bionda la sua cerva, i soldati andavano a piedi.
Indil aveva raccolto i capelli in uno stretto schignon e non portava alcun gioiello, esclusa, naturalmente, la fede. Aveva due coltelli nelle maniche, quattro nella cintura ed altri due negli stivali. Il vestito era semplice, color corteccia e molto leggero, in modo da facilitarla in caso di combattimento.
La truppa avanzava, compatta, attraverso gli alberi, quando alla principessa parve di udire uno strano rumore, strisciante e disghstoso.
-Fermatevi!- ordinò, tirando le redini di Calime, la sua cavalcatura.
-Che cosa c'è, Indil?- domandò il giovane principe, affiancandola.
-Non senti?- rispose la fanciulla- Qualcosa si avvicina. E non promette niente di buono.
Proprio in quel momento un ragno gigante scese in picchiata da un albero, agguantò un soldato con l'orrida bocca e risalì, usando un filo di ragnatela come corda.
Si udirono le urla del poveretto e poi niente.
-Alle armi!- gridò Thranduil, estraendo dal fodero la propria spada- Indil, stai indietro!
La cerva della giovane indietreggiò di qualche passo ed entrambe si guardarono intorno, circospette ed impaurite.
Almeno una decina di quei luridi esseri si calarono dagli alberi ed attaccarono gli Elfi. Per ogni mostro ci volevano circa tre soldati ed erano tutti molto occupati. Solo il principe combatteva da solo, contro il più grosso.
Con la spada, il giovane tagliò una delle zampe della bestia, facendola rotolare da una parte. Il reale comtinuò ad incalzarlo, ma l'aracnide si rivelò più agile del previsto. Si rialzò velocemente ed avanzò verso il biondo.
Sputò una ragnatela che attaccò al tronco di una quercia la mano armata di Thranduil. Il principe non aveva via di scampo. La creatura avanzava sempre più, già pregustando la sua preda, quando, all'improvviso, un pungale argentato si conficcò nel torace del mostro. L'essere non fece nemmeno in tempo ad accorgersi della morte, che egli morì.
Thranduil si voltò e vide la sua sposa con il braccio ancora teso. La sua espressione era di pura paura e disgusto, ma appena si accorse di aver salvato suo marito un largo sorriso carico di sollievo le si dipinse sul viso.
La fanciulla corse verso di lui e lo liberò. I due si abbracciarono, sollevati di essere sani e salvi.
-Grazie, Indil.- mormorò il principe, stringendola di più a se- Per un attimo ho temuto il peggio.
-Credevo di essere arrivata tardi.- rispose la giovane. Si staccò dall'innamorato- Dobbiamo andare a parlare con tuo padre, subito!
Mentre si allontanava, Thranduil pensò Forse mi sbagliavo. Non è del tutto vero che non sa combattere.
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