4°capitolo : Odio Il Tuo Stupido Gioco!

«Che cosa diavolo stai facendo? Ti sbrighi?» Mi urla Ninfa dall'altra parte del telefono.
«Sono quasi pronta, tranquilla.» le dico, mentre cerco una scarpa.
«Cinque minuti e ti veniamo a prendere.» mi informa dandomi un dolorosissimo colpo al cuore: non sono per niente pronta. Ogni sabato sera tutti e cinque usciamo insieme e andiamo a ballare e a divertirci. Ormai è diventata una regola che nessuno di noi trasgredisce, anche se qualche volta avrei preferito restare sotto le coperte da sola a vedere un bel film, ma se lo faccio sono sicura che me la farebbero pagare amaramente, soprattutto Ninfa e quindi evito di farli arrabbiare.
«Ok perfetto.» le rispondo e poi riattacco.
Mi guardo per la centesima volta allo specchio e penso, come ogni ragazza che non accetta il suo corpo, che sono orrenda e che forse dovrei restare a casa, ma chi se ne frega! Tanto se i ragazzi non mi si avvicinano è meglio. Indosso un vestitino nero che arriva fino al ginocchio, delle scarpe dorate con il tacco e i miei capelli castani, molto vicini al biondo, sono morbidi con dei boccoli sulle punte. Sistemo ancora una volta il mio trucco semplice, quasi invisibile e scendo al piano inferiore.
«Papà, sai dove sono le chiavi?» Gli chiedo.
«No tesoro, guarda in cucina.» mi dice, mentre è seduto nella sua scrivania a fare dei conti.
«Trovate, grazie.» lo informo.
«Che c'è?» Gli domando a un tratto vedendolo con la bocca spalancata e molto pallido in viso. Sembra che abbia visto un fantasma.
«Niente, stai attenta mi raccomando.» mi dice ritornando con lo sguardo sui suoi fogli.
«Tranquillo, con me ci sono Marco e Paolo che mi difendono meglio di una guardia del corpo.» rido pensando a loro.
«Lo so, ma non si sa mai, soprattutto questa sera.» borbotta l'ultima frase.
«Perché?» Chiedo confusa.
«Come perché? Sembra che tu stia andando a un matrimonio.» si alza dalla sedia e mi fissa nervoso.
«Esagerato, dici così perché non mi vedi mai con un vestito.» cerco di sdrammatizzare un po'.
«Sì, può darsi, sta di fatto che sei stupenda questa sera, proprio come lo era tua madre, quindi stai attenta mi raccomando. Niente incidenti di percorso.» mi fa l'occhiolino e io dovrei capire che quella sua metafora si riferisce a: "niente sesso e niente bambini, mi raccomando." Lo detesto quando fa il padre super protettivo.
«Tranquillo.» gli dò un bacio sulla guancia ed esco fuori. I miei amici sono già arrivati. Vedo Ninfa fuori dall'auto che mi fa cenno di sbrigarmi.
«Finalmente, sali che siamo gia in ritardo.» mi fa salire in macchina.
«Ok, scusate, ciao Paolo.» saluto il mio amico.
«Ciao Fe.» mi sorride e mette in moto.
«Marco ed Eva? Stanno arrivando?» Domando curiosa.
«Sono gia dentro.» mi informa la mia amica.
«Ah bene.» le rispondo e poi mi metto comoda sul sedile posteriore e non dico più nulla. Dopo un quarto d'ora arriviamo al club, un bar discoteca dove i ragazzi della nostra età vanno lì per divertirsi e ballare in compagnia.
Entriamo e il locale è già attraversato da una musica assordante, i baristi sono già all'opera per servire i clienti e un bel gruppo di persone ballano come pazzi sulla pista.
«Ninfa, dove sono Eva e Marco?» Chiedo sperando che la mia amica mi senta.
«Nella zona vip, andiamo.» è un posto su in alto, dove chi paga una somma a testa può entrarci e stare un po' tranquillo e siccome l'affittiamo sempre noi, nessuno può entrarci o riservarla.
Saliamo la scala a chiocciola ed entriamo nella stanza.
«Ciao Marco, ciao Eva.» li saluto io.
«Ciao ragazzi sedetevi.» ci dice Eva con uno strano sorriso. Dopo cinque minuti metto a fuoco e vedo che c'è una strana ragazza con dei capelli corti e biondi.
"Cavolo! Il tipo di ragazza che piace a Marco." penso diventando un po' nervosa.
«Ciao Fe.» mi saluta Marco sempre seduto su un divanetto.
«Ragazzi lei è Sofia.» ci informa.
«Ciao Sofia, piacere.» le stringe la mano Paolo.
«È la tua ragazza?» Domando cercando di rimanere calma.
«Quasi, prima deve superare un test.» dice lui con un sorriso.
«Giusto fratellino, Sofia devi conquistare Marco.» sogghigna Eva.
"Fratellino? E da quando?" Penso confusa.
Così prendo il telefono e mando un messaggio a quel ragazzo che sempre di più mi sembra senza cervello e gli chiedo da quando lui ed Eva sono fratelli. Lui ride leggendo il messaggio, alza gli occhi verso la mia direzione e poi mi risponde: "Da un bel po', è divertente... e comunque facciamo finta. Sospiro non potendo ribattere, prendo la bottiglia di vino che si trova davanti a me, riempio un bel bicchiere di cristallo e torno a guardare la scena in silenzio.
«Ok, non c'è nessun problema, cosa devo fare?» Domanda la povera ragazza non curante di quello che le accadrà.
«Cosa fai? Studi o lavori?» La interroga Marco grattandosi una guancia.
«Studio per diventare uno chef.» risponde Sofia orgogliosa e io guardo la mia amica e il suo ragazzo che ascoltano e osservano tutto in silenzio mangiando un po' di patatine, mentre io sto impazzendo dentro.
«Ah Marco, quindi ti vuoi fidanzare?» A un tratto domanda Paolo.
«Beh...vediamo se Sofia riesce a conquistarmi.» dichiara guardandola intensamente.
«Certo, ce la farò.» ammette entusiasta mettendo i capelli dietro le orecchie. Povera illusa, pensa davvero di poter conquistare Marco, mi fa un po' pena. Sicuramente sarà uno dei soliti giochetti che fanno quei due, ai sfortunati che incontrano.
«Bene, Sofia mi piace questo tuo ottimismo, a mio fratello piace la carbonara, sorprendilo. Come la cucineresti tu?» Chiede Eva alla sfortunata.
«Beh è facile: prendo la cipolla, la cucino con un po' d'olio, poi prendo la pancetta la rosolo, metto sale e pepe e quando la pasta è pronta, prendo la panna e gliela metto.» spiega in maniera semplice la biondina.
«No Sofia, non andiamo d'accordo. Non puoi mettere la panna nella pasta alla carbonara, ci vuole l'uovo e poi non puoi metterci la pancetta, ma ci vuole il guanciale. Mi dispiace, ma in questo sei stata bocciata.» chiarisce Marco in maniera odiosa, così tanto che non ce la faccio a stare zitta.
«Ma che c'entra Marco, sono gusti, io pure metto a volte la panna e il guanciale non lo trovi sempre, ma non puoi prendertela con lei solo perché non la fa come dici tu!» Mi alzo dal pouf un po' agitata. Quel cretino a volte vorrei strozzarlo.
«Lo so, ma se non la fa come dico io, non può essere la mia ragazza, altrimenti litigheremmo e basta.» mi risponde avendo sempre quel sorriso in faccia.
«È una stupida scusa Marco, se non vuoi fidanzarti, non c'è bisogno che prendi in giro così le ragazze, sei davvero una persona orribile.» gli urlo, mi sistemo il vestito e poi scendo al piano inferiore, non riesco più a sopportarlo.
Mi siedo su una sedia e rimango lì a fissare altri ragazzi che ballano e si divertono. Poi dopo un po' vedo Marco con in mano un drink venire verso di me e sedersi su un pouf.
«Si può sapere che cosa ti prende stasera?» Mi chiede un po' infastidito.
«Niente, sono scesa a prendere un po' d' aria, lì dentro si stava soffocando.» gli spiego acida.
«Bho, io non ti capisco.» mi risponde confuso.
«Ehi ragazzi, abbiamo lasciato sola Sofia.» dice ridendo Eva venendosi a sedere su una poltrona di fronte a me. Afferra una patatina da una ciotola del tavolo dove siamo e la mangia.
«Ah già, vero.» ride anche il cretino bevendo un sorso del suo drink.
«Ma chi è quella?» Chiede Ninfa venendosi a sedere accanto a me.
«Una che appena siamo entrati non lasciava neanche un secondo libero Marco e così abbiamo deciso di prenderla un po' in giro.» ci spiega Eva.
«Ah, ok e io che pensavo che Marco fosse uscito pazzo e che si volesse fidanzare.» sbotta Paolo ridendo.
«No, no, per carità, e poi non con quella.» ridono tutti tranne me. Quel giochetto mi ha dato fastidio, è incredibile che ai miei amici sia piaciuto.
«Che hai?» Mi sussurra Marco mentre tutti stanno parlando fra di loro.
«Cosa?» Gli chiedo sorpresa del suo interessamento.
«Voglio sapere che cosa ti prende, sei troppo incavolata.» mi domanda curioso.
«È solo che quello che hai fatto a quella ragazza non mi è piaciuto.» sbuffo mangiando un salatino.
«Ma era solo uno scherzo Fe.» mi spiega lui.
So benissimo che era solo uno scherzo, ma il suo comportamento l'ho ritenuto troppo infantile. Tuttavia, per non rovinare la serata a tutti, decido di assecondarlo.
«Lo so, però non mi è piaciuto lo stesso e se lo facessero a te? Tu come ti sentiresti?» Gli domando cercando di farlo riflettere.
«Beh, se devo essere sincero, un po' ci rimarrei male, ma lei se lo è meritato, le dicevo di starmi alla larga, ma continuava a girarmi intorno.» ammette sentendosi colpevole.
«Va bene, allora hai ragione tu, però non farlo più per favore.»
«Perché?» Domanda confuso.
«Perché odio i tuoi stupidi giochi.» gli spiego.
«Ah, beh ci proverò, non ti prometto niente però.» abbassa gli occhi e guarda le sue grandi mani che sono sulle sue ginocchia.
«Ok, fai tu.» gli dico e dopo ci alziamo tutti e andiamo a ballare.

"Dopotutto la mia vita senza di lui non sarebbe la stessa" penso, prima di abbandonarmi tra le braccia di Morfeo.
Spazio autrice:
Buon giorno ragazzi! Come va? Spero che la mia storia vi piaccia, a poco a poco stiamo entrando nel vivo della storia, vi raccomando votate, commentate e fate il passa parola con le vostre amiche, questa storia deve salire, ci tengo troppo. Va bene un bacio alla prossima.
Vi amo anime belle!
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