3°capitolo: Perché Non Provi Ad Amare?
Ho paura di essere ferito, per questo preferisco non amare!
«Marco ti prego, basta, sono stanca.» mi lamento esausta. Non ce la faccio più, correre per così tanto tempo non fa per me.
«No piccola, dobbiamo fare altri due giri di campo.» mi dice sorridendo sotto i baffi. Gli piace proprio stuzzicarmi.
«Almeno smettila di chiamarmi piccola! Lo sai che lo odio.» lo rimprovero, ma scoppia a ridere perché mi sente sbuffare dietro di lui. Aiuto, non mi sento più le gambe!
«Basta, non ce la faccio più.» parlo a fatica e dopo un po' mi siedo per terra sull'erba.
«Ehi! Non ti ho detto che potevi fermarti.» ride sedendosi accanto a me.
«Stai zitto, il tuo non è un allenamento, ma è una tortura, guardami...sono tutta sudata e ancora respiro a fatica.» mi lamento fulminandolo con lo sguardo. Lui mi guarda per alcuni minuti e tra di noi incombe un imbarazzante silenzio.
«Marco, torna tra noi, ehi! Ci sei?» A un tratto mi alzo e mi posiziono davanti a lui.
«Sì Fede, ci sono, grazie.» mi sorride e poi gli viene la folle idea di prendermi per i fianchi e di farmi il solletico ovunque. Quanto lo odio quando si comporta come uno stupido bambino.
«No, fermo! Non sopporto il solletico.» urlo morendo dal ridere. Siamo tutti e due molto vicini, sento benissimo il suo respiro affannato sulla mia pelle sudata. A un tratto inciampo su una pietra e cadiamo entrambi, però Marco sopra di me. I nostri occhi si intrecciano, i colori si mischiano e diventiamo una cosa sola.
«Mi stai facendo male ti levi?» Lo rimprovero dandogli piccoli pizzicotti sul braccio.
«Ah, sì, scusami.» si alza e mi dà una mano.
«Accidenti!» Esclamo toccandomi la schiena.
«Scusami, ti ho fatto male?» Chiede lui guardandomi dispiaciuto.
«Un po', ma stai tranquillo, penso che passerà subito.» gli sorrido massaggiandomi la schiena.
«Vuoi un po' d'acqua?» Mi domanda preoccupato.
«Sì, grazie.» gli rispondo sedendomi su una panchina.
«Tieni.» mi porge la borraccia che prende dallo zaino di colore blu.
«Perché mi guardi storto?» mi chiede confuso.
«Dovremmo bere dalla stessa bottiglia?» gli dico diventando rossa in faccia.
«Ma no tranquilla, ne ho due.» mi tranquillizza, però lo vedo muovere nervoso la gamba, sta sicuramente mentendo.
«Ah ok, grazie.» gli sorrido e prendo velocemente la bottiglia e inizio a bere.
«Perfetto, tu adesso resta seduta e prendi il cronometro. Dovresti misurare il mio tempo mentre corro, va bene? » Mi spiega non smettendo di guardarmi. Annuisco senza aver capito molto di quello che mi ha detto, mi dà il cronometro e iniziamo.
«Sei minuti e dieci, wow!» Gli dico entusiasta, ma lui non è felice.
«Già.» mi risponde sedendosi accanto a me
«Che c'è? Perché questa faccia da morto?» Gli chiedo smettendo di sorridere.
«Sono ancora troppo lento.» mi spiega giocando con un filo d'erba.
«Ah, e vabbè allora io a cosa servo qui? Dai non preoccuparti, con me, la super allenatrice, riuscirai a fare tutto in un minuto.» scoppio a ridere della mia stessa battuta e sentendosi contagiato, ride anche lui.
«Ah ok, allora mi affido a te.» mi strizza un occhio divertito.
«Certo.» gli sorrido.
A un tratto gli arriva un messaggio e si allontana un minuto.
«Chi è?» Gli chiedo curiosa.
«Nessuno di importante.» mi risponde riponendo il suo telefono nella tasca dei pantaloni.
«A me non sembra.» gli dico offesa.
«Dai, non fare così.» mi supplica.
«Dimmi, chi è allora?» Alzo un sopracciglio come punto di domanda.
«Melissa, una ragazza che ho conosciuto a un corso.» mi spiega.
«Ah, e ti piace?» Gli domando un po' infastidita.
«Un po', è carina.» mi risponde accigliato.
«È bionda?» Continuo ancora con l'interrogatorio, ma a questa domanda sorride.
«Sì, lo sai che esco pazzo per le bionde.» mi fa un occhiolino.
«Quindi stai insieme a
lei?» Insisto.
«No Fede, lo sai che io non sto con nessuno, come te del resto!» Mi dice cercando di chiudere qui la conversazione.
«Ok.» gli rispondo abbassando lo sguardo a terra.
«Tu credi nell'amore?» Mi chiede questa volta lui.
«No.» gli rispondo secca.
«Perché?» Continua curioso.
«Perché l'amore non esiste, è solo attrazione fisica che spinge due persone a stare insieme. Quando finisce, la coppia è costretta a lasciarsi.» gli spiego triste. Però è strano, ogni volta che ripeto queste parole mi sembrano vuote. Cioè stonano con ciò che sono davvero. Non so come spiegare questa sensazione, ce l'ho sulla punta della lingua, ma non mi viene il perché.
«Vuoi dire che un rapporto esiste solo per il sesso?» Mi domanda e io divento rossa in faccia.
«Più o meno.» mi guardo le mani e le intreccio.
«Secondo me non è così semplice credimi, si può amare una persona anche senza fare sesso lo sai?» Mi risponde prendendomi il mento con due dita.
«E perché allora tu non provi ad amare?» Gli chiedo guardandolo quasi spaventata dalla sua risposta.
«Perché non ho trovato ancora la persona giusta.» afferma e in me si accende la speranza.
«Ah ok, quindi se la trovassi, staresti con lei?» Lo guardo di nuovo con gli occhi lucidi.
«Penso proprio di sì.» mi confessa sorridendo.
Credo che lui mi nasconda qualcosa, spero che prima o poi me lo dirà.
«Ok.» gli sorrido.
«Andiamo dai.» mi dice alzandosi dalla panchina.
«Verresti al ristorante con me? Certo, detto così sembrerebbe un'altra cosa, però io dicevo che visto che mio padre...» gli dico a raffica e lui mi blocca dandomi un bacio sulla guancia.
«Va bene vengo, ma cinque minuti perché devo andarmi a fare una doccia.» sorride vedendomi disorientata. Quel bacio non me lo aspettavo.
«Va bene.» gli dico entusiasta.
Ci mettiamo in cammino e arriviamo dopo un po' al "Vissero per sempre felici e contenti".
«Ciao papà.» saluto mio padre dandogli un bacio, mentre Marco gli dà la mano.
«Guardate chi c'è, pongo pingo e pingo pongo.» dice alzando la voce per farsi sentire da tutto lo staff.
«Papà smettila, per fortuna che ancora non c'è nessuno.» dico guardandolo male e al mio amico gli scappa una risata.
«Comunque come è andata oggi? Non vi ho visto proprio.» ci sorride mio padre.
«Ti sono mancata?» Domando sarcastica.
«No per niente, siamo stati tutti belli tranquilli, vero ragazzi?» Mi prende in giro.
«Ah! Che spiritoso, comunque se lo vuoi sapere sono stata al campetto con Marco ad allenarmi e adesso sono distrutta.» mi lamento toccandomi la schiena.
«Miracolo, una volta che mi ascolti e che soprattutto fai ginnastica.» mi scherna ancora.
«Ma la finisci? Non hai da cucinare tu? Invece di rompere le scatole» Sbuffo arrivata al limite.
«Ok, ok, vado ciao.» ci saluta, mentre lo spingo verso la cucina. Che nervi che ho, mio padre gode a prendermi in giro davanti ai miei amici, questa cosa non la sopporto.
«Fede ho le lacrime agli occhi.» continua a ridere.
«Smettila, non ti ci mettere anche tu.» gli ringhio furiosa.
«Io vado, ci vediamo sta sera, fai la brava mi raccomando.» mi fa un occhiolino.
«Io faccio sempre la brava, comunque ciao, a stasera.» gli dico e dopo lui va via.
"Che giornata, sono davvero distrutta!" Penso mentre salgo le scale.
Spazio autrice:
Ciao amici, eccomi con un nuovo capitolo, oggi abbiamo scoperto un po' di più Marco che ne pensate? Quale sarà questo suo segreto? Lo scopriremo solo più avanti quindi non perdetevi nessun nuovo aggiornamento vi raccomando!
Come sempre vi ricordo che questa storia è ispirata a una storia vera a quello che è capitato più o meno a me e quindi quasi tutto quello che metterò è vero. Infine commentate, votate e diffondete questa storia alle vostre amiche, sarei davvero felice se questa storia avesse almeno dei lettori fedeli. Ok io vado, ci vediamo al prossimo capitolo.
Vi amo anime belle!
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