13° capitolo: una notte insieme da soli (prima parte)

«Tesoro vieni a mangiare!» Mi sveglia mio padre dalla cucina, neanche me ne sono accorta che mi ero addormentata.

Così vado in bagno, mi lavo la faccia, mi cambio mettendomi qualcosa di più comodo e scendo giù. Mi siedo a tavola e iniziamo a gustarci la nostra cena.

«Come è andata la tua prima giornata di lavoro?» mi chiede mentre soffia sulla carne bollente.

«Tutto sommato bene, non ho fatto le mie solite figuracce, però i piedi mi fanno molto male.» mi lamento facendo scricchiolare il collo indolensito. Vorrei tanto prendermi i piedi e massaggiarli, ma sto mangiando ed è una cosa poco signorile oltre che poco igienica.

«È normale, appena ti abituerai non ci farai più caso.» mi spiega serio e accende il televisore.

«Lo spero...» farfuglio mandando giù i miei piselli.

Dopo cena metto i piatti in lavastoviglie, mio padre mi saluta e torna al lavoro, mentre io vado a prepararmi per recarmi dall'unico ragazzo che mi fa stare bene e male allo stesso tempo.

Opto per qualcosa di semplice ma carino, non voglio esagerare neanche con il trucco, infatti indosso del normale fondotinta che copre quelle odiose puntine che ospitano la mia faccia da quando sono diventata signorina e la matita nera per contornare i miei grandi occhi marroni. Mi metto un po' di schiuma per i capelli ricci, tocco le punte con le mani e gli do una passata veloce con l'asciugacapelli. Cerco di ravvivarli senza sembrare per forza una pazza furiosa che è appena uscita dal manicomio.

Mi guardo ancora allo specchio e sono davvero soddisfatta del risultato. All'improvviso suonano il campanello, rimango interdetta per alcuni secondi, ma poi immagino che l'unico che può essere a quest'ora sia solo Marco, forse è venuto a prendermi con la macchina. Scendo allegramente le scale canticchiando la melodia di "perfetti sconosciuti" di Mosè e apro la porta: « Ehy, ciao Marco.» lo saluto mostrandogli il sorriso più bello che ho.

«Buonasera Fe, pronta?» ricambia il saluto posando un delicato bacio sulla mia guancia e io avvampo diventando rossa in viso.

Questa sera è vestito sportivo infatti indossa dei semplici jeans neri, una camicia del medesimo colore e un giubbotto di pelle. È perfettamente perfetto, adoro pronunciare questo gioco di parole, soprattutto se è rivolto a lui. Rimango piacevolmente sorpresa dalla sua visita, pensavo che sarei andata io a casa sua e invece eccoci qua: io tra il salone e la cucina e lui ancora sulla soglia della porta a fissarmi.

«Come sei carina stasera.» mi sussurra in un orecchio suscitando in me qualcosa che non ho mai provato prima di adesso. Mi prende alla sprovvista facendomi sussultare, si è avvicinato a me così velocemente che non me ne sono neanche accorta. Sento uno strano calore nel basso ventre e mi è venuta una gran voglia di baciarlo.

«T-ti p-piace questo vestito?» balbetto cercando di azzerare i pochi centimetri che ci dividono. Voglio assaporare di nuovo le sue labbra, ne ho bisogno, lui è la mia dose giornaliera di droga.

«Sì, magari più tardi te lo strappo di dosso.» afferma mordendomi le labbra e io non aspettavo altro.

Gli butto le braccia al collo e ci baciamo per pochi minuti che a me sembrano durare un'eternità. Impazzisco di gioia quando sento la sua lingua farsi spazio dentro la mia bocca, cerco di fare lo stesso, ma sembro una capra bavosa in confronto a lui. Devo ammettere che non fa così schifo come dicono, per me è la forma di bacio più profonda e bella che abbia mai provato.

«Va bene piccola, andiamo o gli altri potrebbero fare due più due. Gli ho detto che sarei tornato subito dopo essere venuto a prenderti a casa.» mi dice interrompendo il bacio e io non riesco a credere alle mie orecchie.

«Cosa? Pensavo che saremmo stati soli, io e te, a casa tua.» gli rispondo dispiaciuta.

«Lo credevo anch'io, ma poi Eva ci ha chiesto di uscire tutti insieme, se avessi rifiutato si sarebbero insospettiti.» mi espone guardandomi con quegli occhi da cane bastonato che immediatamente mi fanno sciogliere.

«Va bene, però domani stiamo insieme.» gli propongo con un sorriso.

«Certo piccola, domani sono tutto tuo.» dichiara rendendomi immensamente felice.

Saliamo in macchina e il tragitto e silenzioso, solo alcune volte ci guardiamo e ci sorridiamo un po' in imbarazzo.

Scendo dalla macchina e felice noto che siamo allo Spazio, la mia discoteca preferita. È davvero bello tornare qui dopo tanto tempo, ricordo ancora come se fosse ieri il giorno in cui io e Nina incontrammo un simpatico ragazzo dalla coda bionda.

Eravamo al secondo anno di liceo e quella sera eravamo lì per festeggiare il mio compleanno. A quei tempi non avevamo molti amici, eravamo sole, giovani e inesperte, stavamo danzando insieme fino a quando Nina non notò quel bel ragazzo biondo ballare da solo. Si allontanò da me e si avvicinò a Paolo, iniziarono a parlare e a conoscersi mentre io mi misi a scherzare e a ballare con due ragazzi simpatici e molto carini che nel vedermi sola ne approfittarono per avvicinarsi a me.

Dopo la mia amica mi presentò a Paolo, ne fui piacevolmente colpita, mi fece una grande simpatia, legammo subito e io non desideravo altro che un vero amico, sentii subito che di lui mi sarei potuta fidare, era qualcosa che il mio istinto mi fece capire come se fosse un qualcosa di naturale.

«Buonasera a tutti!» saluta Marco non appena raggiungiamo i nostri amici. Non me ne sono proprio resa conto che sono già entrata dentro la discoteca, i miei piedi hanno fatto tutto da soli.

«Ehi ciao ragazzi!» Esclama Eva venendo ad abbracciare Marco e io rimango immobile per alcuni istanti, ma poi Nina viene verso di me e mi abbraccia: « Ciao Fe, tutto bene?»

«Certo, una meraviglia!» affermo ridendo, però in realtà vorrei sotterrarmi viva.

«Buonasera Fe, come è andata la tua prima giornata di lavoro?» mi chiede Paolo con uno splendido sorriso e subito dimentico di essere arrabbiata con quel cretino. Il mio amico è la mia forza, riesce sempre a distrarmi e a farmi tornare il sorriso, per questo lo adoro.

«Bene dai, non ho fatto figuracce.» rispondo mentre il mio sguardo si rivolge a Marco e a Eva che si siedono in un divanetto lontano da noi e iniziano a parlare di cose a me sconosciute e che spero di sapere non appena rimaniamo soli perché tutto questo mi sta dando fastidio.

«Mi fa piacere.» mi fa un occhiolino, prende per mano la sua ragazza e incominciano a ballare un lento. Io invece non sapendo che fare, mi siedo in una sedia in pelle del bancone degli alcolici e ordino al barista, davvero carino, un drink. Bevo troppo lo so, dovrei smettere, ma quando sono nervosa è l'unico modo per non fare una strage.

Dopo passata quasi un'eternità Marco ed Eva si alzano e mi invitano a ballare tutti insieme e così decidendo di non rovinare la serata a nessuno, mi alzo e inizio a scatenarmi.


«Va bene ragazzi io vado, è stata una giornata davvero pesante, scusatemi, ci vediamo domani.» a un tratto Eva ci saluta e se ne va via e io ne approfitto per avvicinarmi a Marco: «Come mai se ne è già andata? Cosa le è preso?»

«Non sta molto bene Fe, oggi ha saputo che una sua amica è finita all'ospedale.» mi comunica e io mi rattristo per Eva, certo è una stronza, non la sopporto, ma è sempre una mia amica e sapere queste cose mi fanno male.

«Mi dispiace, per questo non ha parlato molto questa sera?» chiedo abbassando gli occhi a terra.

«Sì, se ci siamo allontanati era solo perché mi ha raccontato cosa è successo.»

«Ah...» mugolo non sapendo cosa altro dire.

«Bene balliamo?» mi propone rendendomi piena di gioia.

«Certo, mio cavaliere» accetto ridendo come una stupida. Ci posizioniamo al centro della pista, mi cinge la vita con una mano e iniziamo a dondolarci sulle note di "Senorita", da stasera è di sicuro la mia canzone preferita.

Balliamo diverse canzoni, una più bella dell'altra, la discoteca è piena e ci divertiamo tutti e quattro a scherzare e a fare dei movimenti buffi. Poi piano piano la gente diminuisce e mettono un altro lento bellissimo e la coppietta felice si allontana nuovamente.

«Ehi Fe, che ne dici se andiamo a casa mia? Dopotutto penso che i due piccioncini vogliono restare da soli no? E io ti avevo promesso ti strapparti questo stupendo vestito.» mi sussurra all'improvviso e il mio cuore accelera così forte da farmi venire qualche infarto, sento le farfalle nello stomaco, non ne sono sicura, ma mi sento al settimo cielo.

«Va bene, come vuoi»

Mi prende per mano e si avvicina ai nostri amici che in quel momento erano persi uno negli occhi dell'altra.

«Ehi raga noi andiamo a casa, ci vediamo domani.» dice Marco a Paolo con un sorriso.

«Cosa? Andate via di già? Perché?» ci chiede perplesso.

«Siamo entrambi distrutti, domani ci aspetta una giornataccia, vero Fe?» mi guarda e io sto al gioco annuendo con la testa. So che è sbagliato, so perfettamente che dovrei stare lontana da lui il più possibile, ma il mio cuore me lo impedisce e si sa, quando è lui a comandare, il cervello può solo obbedire.

«Va bene, buonanotte» mi saluta velocemente Nina ed entrambi tornano a ballare ignorandoci completamente, così andiamo via e ci rechiamo a casa di Marco.

Non posso sapere cosa accadrà da qui in poi, l'unica cosa che so è che lo amo e non mi pentirò mai di tutto quello che faremo insieme.

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