Un posto in più
"Non mi fai pena, è solo che ti desidero ancora di più. Sei una ragazza straordinaria Bren, fai sempre qualcosa per far stare bene gli altri e io mi sento un privilegiato per essere finito nell'orbita delle persone a cui ti dedichi. Sono sicuro che tua madre sia fiera e orgogliosa di te, non potrebbe non esserlo" dice tenendo il mio volto stretto tra le sue mani.
Le ha pronunciate così, quelle parole, tutte d'un fiato, come se avesse davvero dato respiro ai suoi pensieri e non fossero parole di circostanza.
"Non si è fatto più vedere da quel momento?" chiede ancora con gli occhi ritti nei miei. Scuoto la testa.
"E non mi, non ci" mi correggo "è mai mancato. Tutti dicono è pur sempre tuo padre, io credo che i figli siano di chi li cresce, non solo di chi li metta al mondo. Sono di chi sceglie di essere genitore, perché è una scelta. Non sopporto chi dice è pur sempre tuo padre, ecco..." faccio una pausa per calmare la rabbia che sormonta in me quando penso a chi profonde commenti non richiesti sulla genitorialità.
" Non volevo essere indiscreto, Bren. Solo che... non l'ho mai visto e sto frequentando casa tua da un po', non volevo chiedere a Stefano o Chiara, volevo chiedere a te..." ammette.
"Ti ringrazio" dico sinceramente.
"E comunque non preoccuparti se non hai tempo adesso... Avremo tutta la vita per stare insieme. Io ti aspetto."
"Cosa ti fa essere così sicuro?"
"Tu."
Lo bacio sancendo la fine di quella conversazione.
Quando raggiungiamo il piano inferiore, lo aiuto a riprendere i libri che sistema disordinatamente nello zaino, riservandomi ancora le sue occhiate fugaci e languide. Sentiamo le chiavi inserirsi nella serratura della porta e dallo specchio vediamo entrare mia madre e mio fratello.
"Oh, ragazzi!" ci saluta.
"Buonasera Jane" ricambia Manuel che fa per infilarsi il giaccone.
"Ti aiuto mamma" dico vedendola indaffarata con le buste della spesa. Quando la raggiungo scorgo Leo dietro di lei.
"E tu?"
"Mamma mi è venuta a prendere" dice, portando lo zaino su una spalla e due buste nell'altra.
"Ma, avete svaligiato il supermercato" Manuel si appresta ad aiutare mio fratello e seguire mia madre in cucina, dove posizioniamo le buste.
"Quando vado a fare la spesa, almeno approfitto per farla a lungo termine... credo che si risparmi di più" concerta.
"Potevi chiamarmi, ti sarei venuta incontro per aiutarti" dico mentre disfo le buste.
"Oh" fa un gesto di sufficienza con la mano "figurati se ti avrei disturbato con la caviglia così. Piuttosto, cosa ha detto Mario?" Mario. Quel nome mi fa ricordare la cena a cui non posso andare. Incredula di essermi dimenticata, mi porto le mani alla bocca.
"Chiara!" esclamo. Improvvisamente ritrovo gli occhi dei presenti puntati su di me, ma io non mi preoccupo di spiegare perché mi fiondo per le scale, noncurante delle raccomandazioni di Mario, per recuperare il mio smartphone e chiamare Chiara.
"Chi mi dispiace non averti avvisata prima..."
"Sto uscendo proprio ora, cosa dovevi dirmi?"
ZMario mi ha sconsigliato, se non vietato, di uscire se voglio togliere la fasciatura la prossima settimana. Tra il weekend, la scuola e la giornata al mare, con tanto di corsa che ho azzardato, ho rischiato di allungare i tempi.... Mi dispiace solo di non essermi ricordata di chiamare prima. Ma ti prometto che, non appena sarò nuovamente libera da restrizioni, andremo io e te due giorni a Roma. Che ne dici?" propongo entusiasta.
" È per Manuel che ti sei dimenticata di chiamarmi?" tiro un respiro di sollievo nel sentire il suo solito tono malizioso.
" No... cioè..." arrossisco nonostante sia sola in stanza, ma i pensieri si susseguono come immagini che si snodano nel nastro di un rullino fotografico. E non sono per nulla innocenti.
"D'accordo, mi racconterai domani."
"Scusami ancoraChi. Buona serata."
Lancio il telefono sul letto, dove mi lascio cadere per vedermi riflessa in uno specchio che mi consegna l'immagine di me. Mi trovo diversa, colgo negli occhi una luce che non ho mai incontrato prima.
Mi sento più grande, mi sento più bella e anche più matura. Non è successo nulla di importante che possa dirsi degno di segnare un passaggio a questa nuova me o forse è semplicemente una persona, lo sguardo di una persona che mi sta riconsegnando una luce che non pensavo di avere.
Scendo al piano inferiore dove scorgo un quadretto inaspettato, insolito e divertente. Manuel e Leo stanno apparecchiando la tavola per quattro, mentre mia madre è già ai fornelli.
"Aspettiamo qualcuno e non lo sapevo?" azzardo sarcastica. Non manco di riservare un'occhiata furtiva a Manuel, che sorride alla mia battuta, senza cercare il mio sguardo, probabilmente per non far saltare la copertura della nostra ingenua amicizia e raggiungo mia madre per aiutarla con la cena.
"Ho invitato Manuel a restare, visto che c'era una cena in sospeso e poi deve essere stanco dopo il pomeriggio di studio. So quanto sai essere severa" arrossisco senza riuscire a controllarmi al pensiero del nostro pomeriggio. Forse dovevo ricordarmi di essere molto più severa, in effetti...
"Piuttosto, visto che sei scappata via di sopra, mi ha anticipato lui quello che ti ha detto Mario..."
"Oh sì... mi ero dimenticata di disdire la cena che avevo promesso a Chiara questa sera, Mario mi ha sconsigliato di uscire per almeno una settimana. Poi potrò togliere la fasciatura..."
"Meglio così... domani vengo a scuola..." aggiunge.
"Per?"
"La Del Fuoco vuole parlarmi..." quelle parole suonano assurde. Mi fermo per guardarla. In sottofondo i commenti di Manuel e Leo davanti ai programmi sportivi.
"E di cosa dovrebbe parlarti la Del Fuoco?" incalzo irritata.
"Ehi stai calma" mi tranquillizza "di qualsiasi cosa si tratti, vedrai che non sarà nulla di cui debba preoccuparti..." ma non mi ha convinta. Prendo la ciotola con l'insalata e faccio per portarla a tavola.
"Bren" fingo di non sentire "Bren!" mi volto, delusa, come se mi sentissi colpevole di qualcosa, anche se non so precisamente cosa.
"Non rovinarti la serata... domani il ricevimento è alle dieci, puoi assistere se vuoi. Per me non c'è problema" davanti alla fiducia di mia madre, torno a rilassarmi e a sorridere, convincendomi che non debba per forza trattarsi di un richiamo o di un rimprovero da parte della professoressa.
"Se ti ha convocata senza dirmi nulla, vorrà parlare solo con te. Ci vedremo quando avrete finito..."
Consumiamo la cena accomunati da una fame vorace che ci tiene le bocche impegnate, tanto da scambiare poche parole durante il pasto, finché mio fratello non inizia le sue interviste calcistiche cercando di estorcere qualche aneddoto sulla sua squadra di serie A a Manuel che, pazientemente, risponde divertito.
Io e mia madre che, sebbene interessate all'argomento, abbiamo un'autonomia programmata per sopportarlo, insistiamo per non farci aiutare a sgomberare la tavola, lasciandoli ai loro discorsi.
"È un bravo ragazzo" commenta mentre ci occupiamo della stoviglie - io lavo, lei asciuga. Mi limito a sorridere.
"È un bel tipo, ma non mi voglio illudere, non voglio nulla che vada oltre la semplice amicizia"
"Ma quanti anni ha mia figlia?" replica sollevando un tono di protesta che mi fa scoppiare a ridere "Brenda, ho capito che devi essere cauta e andarci piano, ma se punti i piedi in questo modo, se non ti lasci andare, non supererai mai le tue paure, non ti conoscerai mai a fondo e soprattutto procrastinerai anche i tempi giusti per capire cosa tu voglia dalla vita, dagli altri..."
" In effetti me ne sento quaranta" sospendiamo la conversazione per concludere la serata con un'ultima portata, il gelato, che servo in coppette di ceramica.
Quando raggiungo il salone, scorgo Manuel in una posizione decisamente rilassata, propria di chi sa trovarsi a suo agio in ogni situazione e spazio che lo circondi, con una gamba a terra e un piede incastonato nella fessura della sedia al suo fianco, sedia che mi appresto ad occupare, non senza la sua divertita smorfia di disapprovazione.
Mentre servo le coppette, sento il campanello suonare. Mi dirigo verso la finestra per capire di chi si tratti. È Chiara, avvolta nel suo lungo cappotto grigio, con la sciarpa rossa che le arriva fino ai piedi. Le apro, è congelata.
Grazie per le 1.2K letture <3
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