"Che brutto andare avanti ma sentirsi comunque indietro."
-Fonte: Tumblr

Mi siedo nel mio letto e mi passo le mani sul viso, mentre ripenso alla serata che si è appena conclusa. Mi sento agitata e ho l'umore a terra, soprattutto perché ho in mente l'immagine di Matteo e Noemi che si allontanano insieme per dirigersi alla macchina e tornare a casa.

Inutile specificarlo... un po' vorrei essere lei.

Non sono sicura che quella di stasera possa essere stata un'occasione per potermi riavvicinare a lui, anche solo come amici intendo. È palese che Noemi non mi sopporti, visto che mi ha fulminata con lo sguardo per tutta la serata e al momento di salutarmi si è limitata a farmi un cenno del capo, squadrandomi da capo a piedi.

Non capisco questo odio incondizionato che prova verso di me, in fin dei conti io non le ho fatto nulla, non le ho mancato di rispetto. Ho continuato ad essere gentile e carina per tutta la serata, nonostante lei e il suo modo di fare.

In questo momento vorrei essere nella mente di Matteo, vorrei sapere cosa pensa di tutto quello che è successo, vorrei sapere se potremmo continuare a sentirci. Per un secondo valuto l'idea di mandargli un messaggio e ringraziarlo per aver accettato l'invito, anche solo per vedere se risponderà, ma poi mi ricordo delle occhiate nervose di Noemi e decido di lasciare stare; rischio che veda il messaggio e venga ad ammazzarmi in piena notte.

Una parte di me ha seriamente paura che con lui tutto finirà così e io smetterò di vederlo nuovamente. Uscirà di nuovo e facilmente dalla mia vita proprio come ci è entrato, e questa possibilità mi uccide.

Mi tolgo le scarpe e le lancio in una parte a caso della stanza, dopo di che mi sdraio nel letto, senza nemmeno cambiarmi o struccarmi. Mi mancano letteralmente le forze. Ho solo bisogno di staccare la mente e smetterla di farmi paranoie, e chi meglio delle braccia di Morfeo può aiutarmi a farlo?

*

Chiudo la porta della libreria e mi dirigo al bar più vicino, per prendermi qualcosa per pranzo. Stamattina non ho fatto colazione, visto che sono rimasta a letto fino all'ultimo minuto utile, ora sento lo stomaco brontolare. Non avevo la forza di alzarmi, al solo ricordo della serata di ieri mi veniva voglia di affogarmi con il cuscino, ma poi la parte più volenterosa e matura di me ha avuto la meglio e mi sono andata a preparare per il lavoro.

In fin dei conti, stare in libreria mi aiuta a distrarmi, mi aiuta a svuotare un po' la mente, soprattutto se nei momenti in cui non c'è nessuno riesco a leggere qualche pagina di qualche buon libro. La lettura mi ha sempre aiutato a distrarmi, ad entrare in un altro mondo che sapesse accogliermi e proteggermi, in un certo senso.

Arrivo in pochi minuti al bar dove vengo solitamente e spingo la porta dove c'è scritto "tirare", per un momento mi sento una vera stupida, ma poi mi guardo intorno e mi rendo conto che non mi ha notato nessuno. Bene, almeno mi sono risparmiata una delle mie solite figuracce.

Finalmente riesco ad entrare nel locale e, dopo aver salutato cordialmente, mi metto in fila dietro ad un ragazzo che sta scegliendo il suo pranzo. Mi guardo un po' intorno, nel mentre che aspetto e mi rendo conto che non c'è quasi nessuno, se non alcuni ragazzini, che sembrano appena usciti da scuola, che stanno pranzando con delle focacce super invitanti. Vorrei rubarle e mangiarle ora.

Mi rigiro in avanti e osservo il ragazzo che mi sta dando le spalle, che è abbastanza più alto di me, e ha le mani nelle tasche del jeans che ha addosso e, ora, sta chiaccherando amichevolmente con il barista. Annoiata, decido di ascoltare la loro conversazione, magari questo mi aiuterà a non pensare alla fame che ho.

-E quindi è per questo che oggi sei in territorio nemico, Andrea?- il barista, che mi pare si chiami Gianni, ride sguaiatamente da dietro i suoi baffoni bianchi, mentre rivolge questa domanda al ragazzo davanti a me

Anche lui ride sentendo le sue parole e poi annuisce -sì, ma non dirlo troppo in giro, rischio davvero a stare qui a Bergamo-

Disconnetto le orecchie non capendo assolutamente a cosa si stiano riferendo e perché siano così divertiti, anche se ammetto che il loro buonumore contagia un po' anche me. Dopo di che, finalmente il ragazzo, che ho appreso chiamarsi Andrea, paga i suoi tramezzini integrali e saluta il barista.

Invece di girarsi, come ogni persona normale farebbe, però, indietreggia di qualche passo in modo tale da poter continuare ad osservare Gianni mentre scambiano le ultime battute, e mi sbatte addosso, dandomi una gomitata sul petto.

Immediatamente si gira verso di me e allarmato sgrana immediatamente i suoi occhioni azzurri. -Oddio, non ti avevo vista, stai bene?-

Mi posa una mano sulla spalla e mi osserva in viso, mentre io mi accarezzo la parte colpita. -Stavo per smettere di respirare, ma sto bene.- ironizzo, rivolgendogli un sorriso come per tranquillizzarlo -È tutto ok, può capitare-

-No, scherzi? Sono un cretino- si gira verso Gianni nuovamente e poi mi indica -Pago io ciò che prende la ragazza...-

-Come? No- sussulto, non essendo d'accordo. Ma quando mai? Ora perché mi è sbattuto distrattamente addosso vuole offrirmi il pranzo? Non se ne parla -Non c'è bisogno, assolutamente-

-Invece sì, insisto. Mi sentirei in colpa tutto il giorno altrimenti, e poi non penso mi farai diventare povero con un pranzo, no?- mi fa l'occhiolino, come a convincermi, mentre si passa la mano tra i capelli corvini, portandoseli all'indietro -Quindi, accetti?-

-Ma... Sei sicuro?-

Lui annuisce immediatamente, come se non ci fosse nemmeno da chiedere -allora, cosa prendi?-

-Un panino con il prosciutto e la maionese andrà benissimo- acconsento, così lui mi sorride e Gianni inizia a preparare ciò che ho ordinato.

Dopo di che il moro, si gira verso di me e mi porge la sua mano, a mo di presentazione -Comunque io sono Andrea, Andrea Cistana. Solitamente non ammazzo nessuno così a caso, mi dispiace ancora-

Ridacchio davanti alle sue parole e scuoto appena la testa -Io sono Madeleine Cavuoti. Tranquillo, è tutto ok-

-Nome francese e cognome italiano?-

Sorrido perché solitamente nessuno fa osservazioni alla mia metà francese senza lanciarmi occhiate malefiche, beh sì sa che italiani e francesi non vanno propriamente d'accordo. -Mio padre è francese, ma mio nonno paterno era nato in Italia e si è trasferito in Francia poco prima che mio padre nascesse, quindi mio padre ha voluto avessi un nome francese, lui si reputa totalmente francese, o quasi-

Annuisce comprensivo e sorride ancora, in modo interessato -sembra una storia interessante, sono sicuro che ci sia tanto altro da dire, no?-

Faccio per rispondere, ma Gianni attira la nostra attenzione, comunicandoci che il mio panino è pronto, così Andrea scatta immediatamente verso il bancone e paga il mio pranzo, senza nemmeno darmi il tempo di reagire, poi si gira verso di me e mi porge la bustina bianca con dentro il panino. -Ecco, Madeleine. In fondo non ti è andata poi così male, ti sei fatta un pranzo gratis- ironizza e ride, facendo ridere anche me

-Esatto, stamattina è stato davvero il mio primo pensiero, cercare qualcuno che mi desse una gomitata e poi mi offrisse il pranzo per farsi perdonare, e tutto solo per risparmiare pochi euro eh- si inumidisce le labbra e nasconde un sorriso davanti alle mie parole, poi entrambi salutiamo nuovamente Gianni e usciamo dal locale, per fortuna indenni

Una volta fuori, ringrazio Andrea per il pranzo e faccio per andare via, ma mi blocco sentendolo parlare -hai da fare? Sennò potremmo fare una passeggiata qua intorno, sono in territorio nemico e vorrei un po' di compagnia- sento nuovamente una nota di ironia nella sua voce, ma pur non sapendo di che rivalità parla, annuisco, senza pensarci su

-E va bene, Andrea. Ma forse non è andata male nemmeno a te oggi, visto che puoi così godere della mia presenza- ci scherzo su, citando le parole che ha usato pure lui poco fa

Scoppia immediatamente a ridere e alza le mani in aria, tenendo stretta la busta del suo pranzo, come in segno di resa -mi hai scoperto, probabilmente è andata meglio a me che a te-

Mi imbarazzo leggermente davanti alle sue parole, ma non le commento. Iniziamo poi a camminare per la via, diretti verso la mia libreria, iniziando a parlare del più e del meno, e solo ora mi rendo conto di non aver pensato nemmeno una volta, da quando sono entrata nel bar, alla serata disastrosa di ieri.

Nota: 03:37, oggi un po' tardi, ma tra scrivere il terzo sequel cartaceo e l'inizio del campionato, ho trovato solo ora il momento. AMATEMI.

Tadan, abbiamo qua un nuovo personaggio. La nostra Madeleine pensa e ripensa a ciò che è successo alla cena con Matteo e Noemi, ma l'universo le mette sulla strada Andrea Cistana. Raga, uno dei miei calciatori preferiti da anni, dovevo per forza inserirlo vista la vicinanza tra Bergamo e Brescia. Cosa accadrà tra i due?

Detto ciò aspetto i pareri su questo e i pronostici sul prossimo. Bacini e grazie di tutto. Buonanotte, Ele 🤍

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