29°
"Nelle grandi crisi, il cuore si spezza o diventa più forte."
-Honoré de Balzac
Matteo
Appena finiamo l'allenamento, corro immediatamente negli spogliatoi per farmi una doccia veloce e poter così andare a casa. Ho bisogno di stare da solo e staccare la spina da tutto. Da ogni responsabilità.
È da una settimana, ossia da quando io e Madeleine ci siamo lasciati, che non riesco a concentrarmi in nessuna delle cose che dovrei fare. Studiare per gli esami è complicato, mi distraggo ogni due frasi e non riesco a memorizzare nulla, e persino agli allenamenti non riesco a dare il massimo, ed è palese agli occhi di tutti.
Mi sento come sconnesso dal mondo. Come se non fossi completamente in me, come se mi mancasse un pezzo di me e questo mi rendesse impossibile fare le mie solite cose.
So bene che tutto questo è dovuto alla lontananza con lei. Mi sento quasi come quando è partita per la Francia sette anni fa. Solo che allora eravamo stati separati contro la nostra volontà e, in qualche modo, la consapevolezza che comunque ci amavamo, mi faceva continuare la mia routine. Ora, invece, è tutto più complicato.
Continuo a chiedermi come sia possibile essere arrivati a questo punto. Cosa ne abbiamo fatto di quella relazione perfetta che ho tenuto conservata nella mente e nel cuore per tutto questo tempo? Madi è sempre stata un bel ricordo, ciò che mi faceva sorridere al solo pensiero di ciò che avevamo condiviso. Ho sempre cercato un po' di lei in tutte le ragazze che ho incontrato dopo, perché ho amato infinitamente le parti del suo carattere che la rendevano speciale.
Pensavo che averla ritrovata avesse quindi un senso, ma non è stato così. Continuo a ripercorrere l'ultimo litigio che abbiamo avuto e mi sembra di rivedere il suo viso sofferente, mentre la sua voce esprime tutt'altro. Mentre la sua espressione era di una ragazza innamorata e spaventata, le sue parole cercavano una scusa per allontanarmi. Perché? È a questo che non riesco proprio a dare una risposta.
È dal momento che ci siamo rimessi insieme che sembrava cercare una scusa che potesse farci lasciare. E non credo che questa sia solo una mia sensazione, credo sia la realtà.
Ho provato a capirla, a sostenerla, ma mi ha allontanato più e più volte. Come la volta che mi ha lasciato a casa mia, dopo la discussione avuta perché non si fidava di me. Nonostante fosse stata lei a voler chiudere con me, io l'ho seguita in bagno e ho cercato di rassicurarla, facendo sì che le cose tra noi si aggiustassero. Anche lì, non c'era coerenza tra le sue parole e le sue azioni. Mi aveva appena lasciato, ma stava avendo un attacco di panico all'idea di noi due separati.
Sbuffo nervosamente e mi infilo sotto la doccia, lasciando che l'acqua sciolga un po' i miei muscoli tesi. Nel frattempo anche i miei compagni entrano negli spogliatoi, chiacchierando tra loro. Credo abbiano capito che qualcosa non va, nonostante non abbia parlato con loro di niente, ma per fortuna hanno rispettato il mio silenzio e la mia scelta di stare solo.
Tornerò come prima, mi serve solo qualche giorno. Sono certo che se ho superato tutto questo una volta posso farlo ancora.
*****
Madeleine
Il ticchettio dell'orologio mi tiene compagnia in questa mattinata noiosa. Bergamo è triste e piovosa e, nonostante sia mezzogiorno, nessun cliente è ancora entrato nella libreria. Questa giornata è un flop, credo che stasera terrò chiuso, tanto non ha senso che io rimanga qua. Tra l'altro, non ho l'umore adatto e nemmeno l'entusiasmo, tanto vale che mi prenda un momento per me.
Non mi sono fermata nulla da quando Matteo mi ha lasciato e l'ho fatto solo per non far preoccupare mia madre. Non voglio che riveda la stessa Madi che ha visto in Francia dopo la rottura con Matteo. Non voglio darle il secondo atto di quel film per lei così doloroso. No, meglio fingere che vada tutto bene. So che non è stupida, so che ha capito che non stiamo più insieme, ma l'importante è che creda che sto affrontando la rottura con forza.
Non le mostro quanto sia, in realtà, vuota dentro. Non le mostro quanto stia cadendo a pezzi come una stupida ragazzina alla sua prima cotta. Mi sento così ridicola a stare così male, ma davvero non riesco a smettere di pensare a lui. Alterno i bei momenti condivisi a ciò che ci siamo detti durante i nostri litigi, e mi sembra di impazzire. Le immagini non cessano di scorrere nella mia mente nemmeno per un attimo, non c'è nessuna tregua per me.
Non ho nemmeno qualcuno con cui sfogarmi, ho conosciuto solamente una ragazza che ha un negozio di cellulari qua accanto e alcune volte siamo andate a bere un caffè insieme, ma nulla di più. Non siamo amiche o che, abbiamo chiacchierato sempre e solo del più e del meno, non posso certamente iniziare a parlarle, all'improvviso, di quanto io mi senta spenta. Non voglio scaricare i miei drammi sopra qualcuno che non mi conosce. Odio parlare con qualcuno e rischiare di non essere capita. Quanto è brutto raccontare i propri dolori a qualcuno e sentirsi dire in risposta solo frasi cliché e di circostanza? Ti fa quasi pentire di esserti aperta.
Improvvisamente, però, il nome di Marcelo mi si palesa in mente. Avrei potuto pensarci prima, in fin dei conti, in Francia, abbiamo condiviso tante di quelle cose che non sarebbe strano se gli telefonassi e gli parlassi di tutto. Siamo stati amici ancora prima di essere fidanzati, e poi siamo tornati ad essere amici, consapevoli che l'amore non era cosa che ci apparteneva. È una delle persone su cui ho sempre contato in questi anni.
Afferro il mio cellulare e, senza nemmeno pensarci, cerco il suo nome in rubrica e faccio partire immediatamente la chiamata, nonostante non l'abbia sentito nulla da quando sono in Italia. Squilla, squilla, squilla e, proprio mentre sto per rimettere giù, la sua voce riecheggia dall'altro lato del telefono.
"Mon amour, come va?" il suo solito accento francese mischiato a un italiano quasi perfetto, mi fa sentire al sicuro, come chi riabbraccia un amico dopo tanto tempo, e per questo scoppio in lacrime. "Chérie, che succede?"
Cerco di calmare il mio pianto, mentre lo immagino passarsi le mani tra i suoi capelli biondi in un gesto nervoso. "Marcelo, ho bisogno di te. Ci sono tante cose che devo raccontarti, non so con chi altro parlare. Lo sai che di te mi fido" nessuno dei rapporti che ho instaurato in Francia è così profondo da far sì che io riesca a confidarmi con tranquillità, nessuno tranne lui.
Lo sento sospirare piano, ed è davvero come se lo vedessi davanti a me, con lo sguardo corrucciato e i suoi occhi azzurri che cercano una soluzione veloce. "Chiederò a mio padre di coprire il mio posto per una o due settimane e vengo da te, ok?"
"Oh no, non posso chiederti di fare questo. Davvero... mi basta parlare per telefono" suo padre è capo di un'importante azienda che costruisce elettrodomestici e Marcelo ha un ruolo come dirigente, da appena ha compiuto la maggiore età. Ha iniziato l'università continuando a lavorare, suo padre ha sempre ritenuto opportuno che imparasse il valore dei soldi e del sacrificio, nonostante la loro posizione abbastanza rilevante nella società e nonostante stiano economicamente bene.
"Non esiste, se mi hai chiamato è perché è successo qualcosa di importante. Poi ti sento, sei disperata. Non puoi mentirmi, ti conosco, mon amour" sorrido sapendo che è la realtà, poi annuisco arresa, anche se lui non può vedermi. Mi ha conosciuta quando stavo a pezzi per la lontananza con Matteo e poi per la rottura, sa tutto di me e lui, ogni cosa. Deve solo essere aggiornato sul presente e su ciò che abbiamo vissuto da quando l'ho rincontrato.
"Va bene, Marcelo. Ma sarai mio ospite" ordino categorica, non mi va che stia in una stanza d'Hotel per tutto il tempo che resterà qua, non se viene per aiutare me e sostenermi.
Lo sento immediatamente ridere, dall'altro capo del telefono, per il mio ordine impartito "Très bien. Allora dì ad Angela che voglio le sue famose lasagne, che siano pronte per quando arrivo, mi raccomando" ironizza, ma non troppo, so che le ama realmente. Mia madre gliele preparava sempre quando eravamo più piccoli e lui ne andava matto ogni volta.
Rido anche io, contagiata da lui, e mi rendo conto che era da più di una settimana che non lo facevo. Questo mi dà la conferma che ho fatto bene a contattare Marcelo, è lui ciò che mi serve. Il mio amico sarà in grado di ricaricarmi e darmi, così, la giusta forza per riprendere in mano la mia vita, senza soffrire in questo modo per Matteo.
Nota: 2:33 anche oggi qua per voi, Ele ama il popolo.
Anyway, in questo capitolo vediamo inizialmente i pensieri di Matteo, sembra abbastanza tormentato, ma non capisce che Madi non vorrebbe assolutamente stargli lontano, che non ha mai usato scuse per lasciarlo, ma che era solo spaventata dall'idea che succedesse davvero e, quindi, aveva paura di stare male
Nella seconda parte, abbiamo i pensieri di Madi che, atterrita e sola, decide di contattare Marcelo, il quale abbiamo già sentito nominare in passato (capitolo 21 per chi non lo ricorda). Lui, dolcissimo, ha subito deciso di partire per l'Italia e starle accanto, nonostante non sappia nemmeno cosa stia accadendo. Che ne pensate di questo nuovo personaggio? Che accadrà, ora?
Detto questo, come sempre aspetto i vostri commenti e i vostri pronostici per il prossimo capitolo. Grazie di tutto, buonanotte, Ele 🤍
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top