Capitolo 27

La sveglia non tardò a suonare, inaugurando il nuovo anno di inizio scuola. 

Gli ultimi giorni restanti delle vacanze natalizie volarono in un batter d'occhio. Ma non mi sembrava poi così pesante ritornare a scuola. L'anno nuovo era iniziato bene, in modo tranquillo. Speravo solo si concludesse allo stesso modo. Iniziò la routine dell'anno precedente. Suonava strano dire "anno precedente", quando in realtà erano passati solo pochi giorni.

«Joe, grazie ancora per il passaggio» dissi entrando nella sua auto.

«Di nulla» sorrise mettendo in moto. 

Era dalla festa che non lo vedevo, perché ero stata a casa a recuperare tutti i compiti assegnati che non avevo svolto. Ovviamente sempre agli ultimi momenti.

«Allora, Desy, era Ryan ad averti mandato quel biglietto e la lettera?» chiese curioso il ragazzo alla guida.

Annuii, ma ricordai solo dopo che non poteva vedermi. Mio fratello dietro era attento alla conversazione.

«Sì, è stato lui anche a regalarmi la collana» dissi sorridente.

«Sei sicura?» corrugò la fronte e alzò un sopracciglio perplesso.

«Sì, è stato lui a regalarmi il biglietto e...» stavo per terminare, mai fui interrotta.

«Si, il biglietto sì, ma la collana?»

«Sì... io ho capito così» dichiarai non più così sicura. Joe scosse la testa e vidi Jem fare altrettanto.

«È stato Kyle, non Ryan» ammise Jem. 

Rimasi sconcertata. Kyle aveva avuto il pensiero di farmi gli auguri di Natale, regalandomi anche quella magnifica collana. In quel momento ci pensai bene: "Buon Natale, principessa". Solo lui mi chiamava "principessa", avrei dovuto capirlo subito. 

Perché Ryan non mi aveva detto di non essere stato lui? Forse non aveva capito neanche cosa stessi dicendo; era la teoria più probabile. Ma la cosa fondamentale era: non avevo neanche ringraziato Kyle, lo avevo solo trattato male anche alla festa di Capodanno. Anche con la faccia da duro e da stronzo mi aveva pensato. E sapevo che era raro che lui facesse regali, così mi sentii lusingata, mi sentii per un po' importante, ma non potevo illudermi. Si trattava pur sempre di Kyle, no?

***

«Desy!» Katy urlò felice di vedermi appena arrivai a scuola. 

Mi mancava non vederla più gironzolare in casa mia a qualunque ora del giorno, ma non mi aveva comunque abbandonata. La sua storia con James sembrava ogni giorno migliorare e non potete capire quanto la invidiassi, sebbene sapessi si meritasse tutta la felicità del mondo. Per questo ero felice per lei e poi non si era dimenticata di me. Anzi, anche la nostra amicizia migliorava sempre di più. La mia migliore amica mi raccontava tutto, anche della sua storia con il suo ragazzo. Ci abbracciammo fin quando Jasmine non arrivò da noi.

«Ragazze!» la mora ci salutò con un grande sorriso. Ricambiammo.

«Io e Katy ti abbiamo preso questo» dichiarai, ricordandomi di averle preso un pensiero che la mattina stessa avevo messo nello zaino. Lo presi e glielo porsi. Lo aprì sorridendo, per poi ammirare il bracciale che le avevamo preso uguale al nostro. 

Le mostrammo il polso e lei notò i nostri, sorridendo. Indossò velocemente anche il suo.

«Grazie!» esclamò felice. 

Per un attimo vidi una strana emozione attraversare i suoi occhi, ma poi tutto ritornò ad essere tranquillo e allegro. 

Avanti a noi vidi Ryan scendere dall'auto con Megan ed Ethan. Megan! La vidi ed ero ancora della convinzione che saremmo diventate ottime amiche. I suoi capelli rossi scuri mossi svolazzavano al vento e molti dei ragazzi presenti si voltarono o smisero di parlare per osservarla fare la sua entrata. Delle ragazze fecero lo stesso per Ethan. Per i nuovi arrivati era così. Ovviamente per i bei ragazzi o belle ragazze era ancora più evidente, perché venivano squadrati per un bel po'. E i due non erano certamente da passare inosservati. 

Ryan mi si avvicinò dandomi un bacio a stampo, intrecciando la sua mano con la mia. Da quel che avevo capito stavamo insieme... be', non ne ero certa, perché nessuno dei due lo aveva detto mai chiaro e tondo, ma erano quelli più o meno i comportamenti di una coppia. 

Subito dopo abbracciai Megan per un lungo tempo, mentre a Ethan rivolsi solo un cenno del capo. Vidi Katy fare lo stesso, solo che questa sorrise ancora di più al ragazzo che, nonostante ciò, sembrava indifferente.

«Ethan!» sussurrò Megan provando a farsi sentire solo dal ragazzo, ma invano.

«È inutile» si arrese guardandoci.

«È il mio gemello, ma di uguale non abbiamo assolutamente nulla caratterialmente»

«Siete gemelli?» domandò Katy sbalordita quanto me.

«Non si direbbe, vero?» rise la rossa. Io scossi velocemente la testa.

«Peccato per te, sorella» disse il ragazzo, sperai scherzando. 

Era molto silenzioso, eppure la sua presenza potevi comunque sentirla. Girai la testa perché avrei voluto presentare Jasmine ai ragazzi, ma rimasi sorpresa nel non vederla più con noi, né ovunque il mio sguardo potesse arrivare. Probabilmente aveva avuto un problema. Le ragazze ridacchiarono scuotendo la testa. 

Mi concentrai un po' su Ryan. Avrei dovuto dirgli della collana ed incolparlo di qualcosa che probabilmente non aveva neanche capito? Decisi di tacere, ma pensai, inoltre, che sarebbe stato giusto ringraziare Kyle, anche se era strano stare al suo fianco e ogni cosa non andava mai come avevi immaginato. Dovevo comunque rischiare però.

La prima lezione era la stessa per me, Jasmine e Kyle. Quindi avrei avuto modo di chiedere alla prima della sua momentanea scomparsa e di ringraziare il secondo. Speravo solo di non ritrovarmi da sola con lui, niente sarebbe andato per il verso giusto altrimenti. 

Mi diressi da sola nell'aula, declinando anche l'invito di Ryan di essere accompagnata.

Scorsi Kyle da solo con le braccia incrociate al petto e la schiena vicino al muro. Decisi che quello sarebbe stato il momento giusto per parlargli.

«Kyle, volevo...»

«No, non qui» disse, prendendomi per mano e portandomi in un'aula che la prima ora sarebbe rimasta libera. Appena la porta fu chiusa lo guardai stranita. Perché non lì?

«C'erano troppe orecchie indiscrete. Sai, Fanny, non vorrei si spettegolasse di qualcosa di non vero sul giornalino scolastico»

Aveva ragione, ma non me la raccontava giusta. Lasciai comunque perdere. Io avevo solo intenzione di ringraziarlo, nient'altro.

«Dimmi, Desideria» disse. Il mio sguardo truce non lo smosse nemmeno un pochino.

«Volevo ringraziarti per la collana, non credev...»

«Credevi te l'avesse regalata Ryan, vero?» disse ridacchiando. Ma i suoi occhi erano tutt'altro che divertiti. 

Abbassai lo sguardo, facendo intendere la risposta. Poi puntai di nuovo gli occhi su di lui. Lo vidi alzare gli occhi al cielo, per poi sbuffare delicatamente e scuotere la testa.

«Non avevi molti motivi per regalarmela» spiegai nervosamente. Dopotutto era stato carino, molto carino.

«Era Natale, non basta?». Feci una smorfia che gli fece captare la risposta.

«E volevo ci fosse una tregua tra di noi, così mi è sembrato carino augurarti un buon Natale» disse superficialmente, ma ormai avevo capito troppo bene il suo comportamento. Sotto sotto non era così tranquillo, glielo leggevo negli occhi. Annuii poco convinta.

«E poi mi si è presentata l'occasione quando ho visto tuo fratello e quel tuo amico» continuò. 

Era sincero, ma strano. Forse soltanto perché era da molto che non mi parlava così spontaneamente.

«Grazie» sussurrai in un soffio. Suonava sempre strano detto a lui. Mi riservò un sorriso sghembo.

«Pace?» domandò, offrendomi una mano.

Allungai la mia e strinsi la sua: «Pace». 

Cercai invano di nascondere un piccolo sorriso.

«Quindi... amici?» sussurrai, inclinando il capo per ammirarlo meglio.

«Non posso promettertelo...», mormorò prima di ammutolirmi con il suo profondo sguardo e uscire dall'aula. Non capii cosa significasse, ma da allora ci sarebbe stata una pace, una tregua, ed era quello che mi interessava.

***

Toccai più volte sulla sedia vicino alla mia, per far intendere a Jasmine che avrebbe potuto sedersi lì. Un attimo dopo si apprestava ad appoggiare la borsa vicino alla sedia, sorridendomi. 

La lezione di filosofia era già iniziata, così Jasmine ricevette uno sguardo truce dal professore, che subito dopo proseguì con la spiegazione.

«Prima sei scomparsa...» sussurrai senza guardarla, coprendo la bocca con le mani, per non dare nell'occhio.

 La mia amica fece lo stesso: «Sono corsa in bagno. Credo che il cibo di ieri sera non mi abbia fatto molto bene».

Continuammo in silenzio a seguire la lezione, sebbene fosse scervellante.

«Abbiamo anche la prossima lezione insieme, andiamo?» mi domandò non appena quella di filosofia terminò. Annuii, raccogliendo i libri, seguita da lei. 

Come tutti eravamo dirette prima agli armadietti, nel corridoio.

«Come va con Ryan?» mi domandò la ragazza, torturandosi le unghie delle mani.

«Bene» le sorrisi. 

Proprio in quel momento lo vidi arrivare, con il ciuffo biondo un po' disordinato che si ostinava a tenere in piedi e i suoi occhi azzurri puntati su di me; un sorriso che scioglieva tutti i cuori dei passanti.

Mi baciò delicatamente sulle labbra, sussurrandomi: «Come sta andando?».

«Bene e a te?» domandai restituendogli un casto bacio.

Fortunatamente la sua risposta fu positiva.

«Jasmine! È proprio vero che chi non muore si rivede!» girai lo sguardo, giusto in tempo per vedere arrivare Ethan con il suo solito ghigno, seguito da Megan. Mi voltai di scatto a guardare il ragazzo che si fermò proprio davanti alla mia amica.

«Io devo andare, Ethan. Ci vediamo dopo» Megan fece un cenno della testa nella mia direzione con il suo bel sorriso e si dileguò. 

Non riuscivo comunque a togliere gli occhi dai due, che si scambiavano notevoli sguardi d'odio e non smettevano di fissarsi, intralciando gli studenti che si dirigevano nelle rispettive aule.

«Voi due vi conoscete?» domandai senza pensarci. Non avrei dovuto intromettermi comunque nelle loro questioni.

Entrambi voltarono il loro sguardo assassino su di me, perciò spontaneamente feci un passo indietro, dove Ryan mi afferrò un braccio, sussurrandomi: «Sarebbe meglio andare. Lasciamoli soli».

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