Parte 9

Un formicolio penetra fin nelle viscere, il respiro si fa intenso, sempre più soffocante, la gola si chiude come se fosse ella stessa che attenta al corpo, per impedirgli di pensare, di fuggire dalla realtà, rendendolo allo stesso tempo più veloce e vigile, ma a nulla serve se, a questa, fa eco il gelo della paura. Crudele padrona, essere mostruoso che frena anche l'istinto più indomito costringendolo alla paralisi, alla viltà ed al tradimento, fin anche quello più grave, ed era quest'ultima a riempire il cuore di Giovanni mentre i suoi occhi correvano rapidi da un volto all'altro e, ad ogni sguardo, la nebbia nella sua mente andava sparendo rendendo ancora più vividi i ricordi del passato.

Uno dopo l'altro quei ragazzi si fecero largo con le unghie e con i denti ferendo la loro preda nell'intimo più profondo, erano così veri, creature degli incubi materializzate, coi loro ghigni divertiti, le risatine schiacciate fra le labbra incurvate e le lingue sottili ad inumidire le loro fauci voraci, pronte ad azzannarlo e ridurlo in frammenti microscopici. Lo studente si avvolse più saldamente le braccia intorno alle gambe piegate, gli occhi spalancati ed allucinati come se investiti dalla luce del Sole, il corpo a tremare come pervaso da scosse elettriche ed un'unica e grande consapevolezza a farsi largo nel cuore, quella volta nessuno sarebbe venuto a salvarlo. Le lacrime del giovane uscirono con più foga quando Kevin fece il primo passo nella sua direzione, non c'era modo di fuggire, quei pazzi avevano chiuso la porta del tetto, erano troppi per provare a scappare abbastanza a lungo da attendere l'arrivo di qualche professore o alunno che potesse arrivare in suo soccorso, il ragazzo sapeva bene purtroppo dove si trovasse la sua unica speranza in quel momento. Non appena la sua mente tornò a Riccardo, ed alla loro discussione di poco prima, il corpo del castano cominciò ad essere scosso da singhiozzi sempre più forti, non poteva credere di aver davvero litigato con lui, con quell'uomo che era stato in grado di farlo sentire vivo coma mai gli era successo prima, il moro ancora non riusciva a smettere di chiedersi come il bidello fosse arrivato al punto di prendersi gioco di lui usando quell'orribile disgrazia successa tempo addietro, solo per non voler uscire insieme, davvero assurdo ! Quanto poteva peggiorare la sua esistenza dopo una cosa del genere ? Al pensiero Giovanni capì che, qualsiasi cosa fosse accaduta da quel giorno in avanti, non avrebbe permesso più a nessuno di prendersi gioco di lui e rubargli il cuore, quello oramai aveva già un possessore, così come il suo corpo, non aveva alcuna intenzione di permettere a quel gruppo di idioti di usufruirne nuovamente senza combattere, la volta precedente lo avevano preso di sorpresa, ma non gli avrebbe lasciato occasioni altrettanto facili ! Il ragazzo si passò la mano chiusa a pugno sulla guancia arrossata, cacciandone via il pianto salato con disprezzo, per poi alzarsi in piedi sotto le risate derisorie dei presenti e guardarli con odio, un'occhiata così carica di disprezzo da far cessare l'ilarità generale per qualche secondo.

<< Andatevene via ! Lasciatemi stare ! Non vi ho denunciati la prima volta perché pensavo aveste capito ! Non siete costretti a comportarvi così ! Farmi del male non vi darà nulla di più o di meno di quanto già avete, quindi lasciatemi andare e la chiudiamo qui ! >>

Lo studente aveva cercato di mettere nelle proprie parole tutta la sicurezza e la convinzione che era riuscito a racimolare in quei pochi secondi e, per un attimo, quando vide il gruppetto scambiarsi vari sguardi, a lui completamente incomprensibili, ebbe quasi l'impressione di averli convinti ed una leggera tranquillità lo fece sperare per il meglio. Partendo dalla sua destra un biondino dagli occhi verdi fece un paio di passi indietro attirando la sua attenzione, ma fu proprio quel gesto così semplice che fece scattare un giovane mulatto dal lato opposto, che gli saltò addosso, facendolo finire a terra a pancia in giù. L'agitazione tornò più rapida della paura facendo agitare Giovanni con forza nel tentativo di liberarsi, ma poi arrivarono altri due che iniziarono a prenderlo a calci sulle costole intimandogli con scherno di stare fermo e lasciarsi fare quanto gli veniva ordinato. Il moro tentò in più modi di voltarsi per fermarli, ma ogni colpo di punta lo lasciava senza fiato, quando poi le pedate gli arrivarono anche al volto, un fischio si espanse dai suoi timpani e lo studente cominciò ad urlare per il dolore.

<< Basta ! Basta v-vi prego ! Fermatevi ! A-aiut ... o >>

<< Ma come frocetto, hai fatto un così bel discorso convincente prima ! >>

<< Perché non ce lo ripeti un po' mentre finiamo di pestarti e poi cominciamo a fotterti in gruppo ? >>

<< Però devi cercare di sbrigarti, più tardi potresti avere la bocca davvero molto, troppo occupata >>

Le gote ormai tumefatte del giovane ripresero ad essere scavate dal sale, ormai la sua vista, con i suoi grandi occhi blu, si era ridotta ad un insieme indistinto di macchie scure, grige e nere, impossibile dire dove iniziasse uno degli assalitori e ne cominciasse un altro, come la prima volta cominciarono ad apparire già moltiplicati per il castano. Tante mani, fin troppe, rudi come le corna di un cervo che sfregano sulla dura corteccia, e voraci come tanti denti aguzzi, andarono a strappargli i vestiti di dosso con rabbia, il ragazzo era così confuso che, in un momento d'impeto, riuscì finalmente a voltarsi a pancia in su cominciando a tirare pugni a raffica ovunque capitasse. Il moro non era in grado di dire dove si trovassero esattamente gli assalitori, allungava le braccia, li graffiava facendoli ringhiare e ricevendo altre botte in risposta fino a quando non sentì un'imprecazione più forte delle altre ed il peso che sentiva su di sé affievolirsi, era riuscito a far alzare lo sconosciuto che gli stava sopra. Giovanni non perse nemmeno tempo a decidere come agire, si alzò in piedi correndo verso una direzione imprecisata, non gli importava dove, voleva solo che quell'Inferno finisse, a quel punto, la morte non sembrava qualcosa di terrificante da temere, ma appariva più un'amica preziosa che gli porgeva una mano in aiuto per salvarsi da anni e anni di soprusi dai quali nessuno lo avrebbe più difeso. Ad un tratto la corsa del castano venne fermata da un'inferriata metallica che, al contatto con il suo addome, provocò un suono secco, che si espanse nell'aria lasciandolo senza fiato, al quale pochi istanti dopo, misero fine nuove e ben più forti risate, probabilmente vista da fuori doveva essere una scena davvero esilarante : Uno studente sfigato che, dopo essere stato pestato così forte da essere portato alla momentanea semi-cecità, nel tentativo di sfuggire allo stupro da parte dei propri coetanei, finisce contro la cancellata che delimita il bordo del tetto, giusto un passo dal finire di sotto, schiacciato dalla forza di gravità, morto, nel buio, per sempre ... Già, davvero molto, ma molto divertente. Giovanni si voltò di spalle rispetto al suo nuovo appoggio e tentò di coprirsi, poteva sentire l'aria fredda penetrargli attraverso la pelle a causa dei vari punti strappati dei suoi indumenti, solo il suono dei passi degli altri ragazzi, sempre più vicini, erano sufficienti a fargli galoppare il cuore a sufficienza da spingerlo ad attraversare quella cancellata per poi tenersi sul bordo di essa con le ultime forze rimaste.

<< Che pensi di fare ? Buttarti di sotto ? Figuriamoci se ne avresti il coraggio ! >>

<< Non fare il difficile secchione, tanto lo sappiamo tutti come finirà questa storia ! Con te piegato a novanta ad urlare ! Anzi, no, probabilmente ti imbavaglieremo anche questa volta, non vorremo mica disturbare i vicini, vero ? " >>

<< E oggi sarà solo la prima di una lunga serie di divertentissime giornate da passare insieme ! E sai quale sarà la prima cosa che faremo una volta che avremo finito con te ? Andremo dal preside e diremo che è stato quel vecchio bidello che ti piace tanto ad averti fatto ogni cosa ! >>

<< Esatto, così verrà prima licenziato e poi incarcerato, così impara a disturbarci quando ci divertiamo ! >>

Lo studente era incapace di dire la qualsivoglia cosa, era troppo impegnato a tenersi stretto alla grata metallica, i piedi a scivolargli lungo il bordo del tetto, ad intervalli riusciva a sentire il nulla che ben presto lo avrebbe accolto e, nel frattempo, ascoltava quelle frasi piene d'odio per il suo amato e piangeva, se solo avesse potuto essere più forte e reagire in qualche modo a quelle provocazioni, per difendere la persona a cui teneva di più, ma non lo era. Il moro ripensò a tutti i momenti belli che aveva passato con il suo corvino e trovò così sciocco il proprio comportamento, a quell'ora potevano essere insieme ed invece non avevano più il tempo nemmeno per un bacio d'addio, forse era quella la parte che lo rattristava più di ogni altra. Il giovane tornò con la mente al periodo prima di conoscere Riccardo e vi vide solo un grande vuoto, un ragazzino come tanti altri, senza hobby o abilità particolari che non fosse nella scuola, due genitori normali, un padre spesso assente, ma affettuoso, una madre casalinga a volte severa, ma sempre lì per i propri figli, una sorellina rompiscatole con troppe pretese ed un fratellino fin troppo silenzioso, ma sempre in grado di rubargli una risata quando necessario, gli sarebbero mancati così tanto, ma loro avrebbero certamente capito le ragioni del suo gesto, o almeno, il castano dagli occhi blu, lo sperava con tutto il cuore. Le risate del gruppo cessarono e Giovanni poté sentire chiaramente lo spostamento di uno di loro farsi più veloce e superare tutti gli altri con grande agitazione, doveva trattarsi di Kevin, non era mai stato uno che amava aspettare e lui stava facando perdere troppo tempo al loro divertimento.

<< Che pensi di fare puttana ? Hai voglia di morire ? Beh, se ti va di farlo aspetta almeno che ci facciamo un giro con te, o magari anche due o tre a testa e poi, quando non sarai nemmeno più capace di camminare, vedrai che la voglia di morire ti sarà passata e sarà solo merito nostro ! >>

Al ragazzo non servì sapere altro, si voltò di spalle rispetto al tetto e prese un profondo respiro tenendo gli occhi chiusi, tanto non sarebbe stato in grado di vedere nulla e quindi si lasciò semplicemente cullare da una leggera folata di vento, sotto di lui poteva sentire le porte dell'inferno aprirsi, non c'era salvezza né paradiso per i suicidi e, come diceva anche l'articolo su quel povero giovane, morto in quelle stesse condizioni, neanche per gli omosessuali. Giovanni lasciò scivolare un'ultima lacrima lungo la guancia e poi, con il volto meraviglioso di Riccardo nella mente, fece quell'ultimo passo nel vuoto, giusto un istante prima che Kevin lo raggiungesse, fortunatamente o meno a seconda di come la si voglia vedere, non in tempo per fermarlo. Per il moro l'esistenza parve fermarsi in quella discesa così rapida e lenta al medesimo istante, le palpebre dello studente riuscirono a sollevarsi un'ultima volta permettendogli di vedere la luce dell'alba all'orizzonte, rendendo rosa il cielo azzurro e limpido, privo di nubi,imbarazzandolo come se avesse ricevuto il più dolce dei baci. Il castano chiuse gli occhi per l'ultima volta nel mondo dei vivi ed attese il dolore della caduta, il gracchiare lancinante delle sue ossa contro il duro e gelido asfalto, lo sciabordio delle sue interiora all'esterno del loro involucro carnoso e la mente smettere per l'ultima volta di formulare pensiero compiuto, sfracellata in mille pezzi inutilizzabili privi della minima capacità intellettiva.

<< Addio ... amore mio >>

Lo "splat" fu chiaro come un sasso in una pozza, suonò incredibilmente sofferto e feroce, come se migliaia di cani l'avessero dilaniato nello stesso istante per non lasciarne nemmeno la più piccola traccia, l'involucro vuoto era contorto in una smorfia spaventosa, la posa anatomicamente scorretta e l'immensa pozza di sangue sotto di essa ad ampliarsi sempre più di centimetro in centimetro cancellando il grigiore come lo sbocciare di tanti piccoli fiori scarlatti. La morte era qualcosa di spaventoso, ma anche ammaliante, questo si ritrovò a pensare Giovanni nell'attimo di shock in cui vide il proprio corpo agonizzante sotto il proprio sguardo rilasciare gli ultimi scricchiolii ed un lamento sommesso, proveniente probabilmente dai polmoni schiacciatisi nell'urto. La condizione in cui si trovava era a dir poco sconvolgente, stava vedendo il proprio cadavere mentre stava sospeso a mezz'aria, la mano stretta in quella di qualcuno che non riusciva a mettere bene a fuoco a causa della luce del Sole dritta in faccia. Il ragazzo deglutì e lasciò che lo sconosciuto lo tirasse dentro la finestra mentre lui, lentamente, cercava di dare risposta a ciò che era appena successo, era morto, non c'era dubbio, aveva visto i propri resti, ma allora come mai manteneva la consapevolezza ? Che fosse diventato un ... un fantasma ? Ma allora perché non poteva volare ? Tutte le questioni però vennero momentaneamente accantonate quando il giovane si trovò ad incrociare uno sguardo profondo e maturo, incorniciato da lunghi capelli corvini ondulati, fin troppo familiari, intenti a raccogliere grossi lacrimoni come non li aveva mai visti su quel volto coperto da una sottile peluria. Bastò un attimo perché anche gli occhi del castano tornassero a riempirsi di gocce salate, questa volta, sintomo di una gioia incontenibile che spinse il minore a gettare letteralmente le braccia al collo dell'altro. La paura ormai lontana, migliaia di cose da domandare e risposte mai dette da voler finalmente esprimere, ma anche la più piccola preoccupazione venne subito accantonata in un lungo e profondo bacio che rubò il primo respiro di Giovanni nel regno dei morti, il ladro, uno solo.

<< Riccardo ... >>

Ecco il nono capitolo della storia per il concorso di shinigami_micchan
Spero ti piaccia !

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