Parte 11 - Epilogo
È oramai giunto Aprile, il velo liscio ed etereo del gelo abbandona le labbra delicate dei giovani e le punte dei nasi, rese purpuree sui più puri e sensibili al suo bacio fatto di formicolii e pizzicotti dati a fior di pelle. I marciapiedi delle strade, lucidi e lisci come rocce levigate da un torrente, avevano abbandonato i pizzi e merletti di brina ed ora restavano nudi e spogli dal qualsivoglia abito, solo piccoli ciuffi smeraldini impudenti comparivano fra i duri ciottoli, spingendo contro essi alla ricerca della luce con più forza e volontà di qualsivoglia intervento umano, aguzzi, ma fragili allo stesso tempo, in attesa di liberare i propri boccioli primaverili.
Le palpebre di Giovanni si sollevarono ed abbassarono un paio di volte ammirando gli alberi della scuola in procinto di cominciare la loro rinascita, quell'anno così lenta rispetto ad altre alle quali il ragazzo dai capelli castano aveva assistito nella sua seppur breve vita, ma allo stesso tempo bellissima. Alle sue spalle, leggermente incurvate a causa della scomoda posizione nella quale si trovava, la lezione di grammatica procedeva fra sbadigli e spiegazioni, nessuno dei venti individui presenti era in grado di vederlo in quel momento, ed all'ex studente andava bene così anche se, effettivamente, avrebbe preferito poter chiedere una sedia per stare seduto ad ammirare il paesaggio, piuttosto che rimanere incurvato come un vecchietto. La campanella suonò di nuovo ed il moro si tirò in piedi stiracchiandosi annoiato, quelli erano stati i mesi più difficili di sempre, dover assistere allo sconforto dei suoi familiari quando erano venuti a ricevere le condoglianze dell'intera scuola lo aveva ucciso emotivamente, dopo erano venuti i momenti di silenzio in sua memoria, durati circa un paio di minuti di un anonimo mercoledì, durante un'ora di fisica, almeno per quanto riguardava la sua vecchia classe. Tra colpi di tosse e bisbiglii di poco conto sulle condizioni in cui si trovavano i colpevoli della sua condizione, nessuno era rimasto veramente zitto, in certe classi alcuni si erano addirittura organizzati per urlare frasi omofobe, le solite cose, di quanto il mondo ora fosse un posto migliore, dell'Inferno che doveva aver accolto il giovane per il mostro che era ... insomma, ognuno si era espresso come meglio credeva rispetto a quel gossip di tendenza. Ogni tanto gli occhi blu del diretto interessato erano corsi al proprio banco, qualcuno vi aveva lasciato dei fiori finti che poi altri avevano strappato o rubato, il danno di morire in una data troppo vicina a san Valentino, poi qualche pene inciso usando la punta di un paio di forbici sulla verniciatura e vari bigliettini con delle frasi stampate da internet, un compito della professoressa di italiano, magra consolazione. Lo spirito prese un profondo respiro e si voltò nuovamente verso la finestra guardando dritto il cielo azzurro, più in alto che i suoi occhi potessero scorgere, non una nuvola a bloccargli la visuale perfettamente piana e limpida, il solito pensiero ad attraversargli la mente.
<< Se non mi fossi suicidato sarei andato davvero lassù ? La mia anima sarebbe stata abbastanza perfetta da permettermi di raggiungere quei parenti che non ho mai conosciuto ? Oppure l'amore che ho, e che ho sempre avuto per gli uomini, mi avrebbe portato verso il fondo ? >>
Le iridi zaffiro si abbassarono di colpo, la testa assunse peso e puntò verso terra, in una pozza d'acqua melmosa e piena di fango nella quale il giovane fu in grado di vedere riflessa la propria immagine, quasi fosse ancora una persona qualunque, come se l'acqua sapesse leggere il suo viso ed accarezzarlo con la sua trasparenza, riportandolo, anche se nel limitare di un piccolo ovale asimmetrico, a camminare fra i vivi. Sia chiaro, Giovanni non aveva alcun rimpianto per il gesto compiuto, era sfuggito ad uno stupro che non avrebbe mai potuto dimenticare in vita propria, forse ad una morte addirittura più lenta e molto, molto dolorosa, ma sentiva che gli mancava qualcosa, ed una grande paura lo agitava, come se la perdita del corpo fisico gli avesse tolto una parte fondamentale di sé, forse impossibile da recuperare a quel punto. Che fosse quello il motivo per il quale il mondo si rifiutava di addolcire la sua pena con i suoi profumi e sensazioni, lasciandolo separato da ogni cosa ? Il ragazzo si lasciò scivolare fin sul pavimento, le gambe lunghe e stese davanti a sé mentre con lo sguardo percorreva lentamente il contorno della porta rossa che separava la stanza dal corridoio, il silenzio sempre più profondo a causa dei numerosi studenti in uscita, incredibile quando la sua distrazione gli avesse impedito di capire che era giunta, anche per quel giorno, la conclusione delle lezioni, ma forse era meglio così, almeno lo spirito non aveva passato l'intera mattinata in un'attesa sofferente del ritorno del suo amato. Era stato proprio quest'ultimo il motivo per il quale Giovanni non aveva potuto abbandonare l'aula nella quale attualmente ancora si trovava, Riccardo lo aveva lasciato lì ad aspettarlo, accompagnandocelo non appena si erano svegliati al sorgere del Sole e promettendogli, nel caso in cui non si fosse mosso, una sorpresa speciale, era bastata quell'idea a convincere totalmente il minore, che così era rimasto tranquillo dove il corvino gli aveva indicato ad attendere l'intera fine delle lezioni. La vita dopo la morte non presentava molti accadimenti particolari, il pensiero di una novità emozionava il moro che, allo scoccare dell'ora seguente, quando oramai la scuola era caduta in un silenzio di tomba, cominciò a spazientirsi domandandosi di continuo cosa ancora trattenesse il più grande, quale sorpresa poteva essere così elaborata da richiedere un'intera giornata di lavoro ininterrotto ? Passò ancora un ora prima che il giovane, stanco di aspettare, si decidesse, ma in fine si rialzò in piedi ed andò verso la maniglia afferrandola con presa ferrea e fissandola torvo per qualche secondo, senza più alcuna sicurezza, fu proprio allora che questa si abbassò autonomamente nel suo palmo e, un istante dopo, la possente figura di Riccardo gli si parò davanti investendolo di sensazioni, come una cascata di acqua fresca per un assetato.
<< Rick ... io ... io non stavo ... Ok, forse stavo venendo a sbirciare, ma ero troppo curioso ! E poi tu avevi detto che saresti venuto a prendermi alla fine delle ore di lezione, ma ne sono passate altre due intanto e ... >>
Una bomba, un carrarmato che spara un colpo, l'esplosione di milioni di stelle ed una fiamma che invade ogni centimetro di pelle, muscoli ed ossa, corrodendoli fino all'ultimo granello di cenere facendoli così scomparire dall'esistenza. Dopo ore ed ore totalmente prive di sensazioni di alcun genere, nemmeno la più fragile o impercettibile, le emozioni insite in quell'unico bacio dato, con tutta probabilità, allo scopo di zittirlo, accesero il corpo di Giovanni come il più potente degli interruttori, facendolo fremere, scoppiare da un desiderio forte ed incessante che lo portò a spingere maggiormente con la bocca contro quella del più grande, unendo la propria lingua alla sua, gemendo rumorosamente, il corpo fuori controllo dal bisogno. Adesso il ragazzo poteva capirlo, quanto importante fosse per il corvino tenerselo vicino il più possibile, quando nient'altro al mondo può darti le stesse emozioni come l'unica persone in grado di capirti ed amarti, allora la cerchi anche oltre i confini dell'orizzonte, anche solo per percepire un breve contatto fra le vostre pelli, un brivido di freddo pungente, un calore soffocante dato in una stretta furiosa. Il minore si strinse con forza al collo possente dell'altro e sollevò le gambe avvinghiandole alla sua vita, venendo accolto su quel petto muscoloso e guizzante contro il suo, da grandi mani fugaci, alla ricerca, sotto gli abiti che il giovane indossava, della minima sensazione da percepire. Anche quando il loro principale contatto si fermò il moro continuò ad assaporare il collo dell'uomo, salendo e scendendo mentre questi lo portava lungo i corridoi diretto verso una meta imprecisata, non che al più piccolo interessasse particolarmente, sentiva solo un profondo bruciore, di secondo in secondo più doloroso alleviato da una brezza leggera solo laddove riusciva ad unirsi alla pelle del suo amato. Riccardo respirava profondamente, chiudendo gli occhi dal piacere che sentiva ogni qualvolta i denti del suo passeggero lo ghermivano sull'incavo del collo, da quando questi aveva rinunciato al suo corpo fisico, il bidello aveva fatto di tutto per non separarsi da lui troppo a lungo, voleva aspettare il giorno giusto, il momento giusto per fargli capire quanto la sua mancanza, anche solo per qualche ora, gli risultasse pesante come un macigno, aveva preparato ogni dettaglio al meglio, non poteva più tentennare a quel punto. Il maggiore cominciò a salire le scale dell'ultimo piano diretto al tetto, solo allora le iridi blu del giovane fra le sue braccia si serrarono spingendolo ad alzare la testa dalla sua spalla, il cuore a mille, la guardia alta, la paura crescente.
<< D-dove andiamo Rick ? I-io non ci voglio andare sul tetto ! T-torniamo giù ! Andiamo nella tua stanzetta ! Voglio andare lì e stendermi su quella bruttissima amaca ! Ti prego, scusami se stavo per uscire e non mantenere la promessa, ma ti prego, andiamo via ! >>
<< Non ti succederà nulla Gio, non ti lascerò nemmeno per un secondo, ma devi venire con me, altrimenti la sorpresa che ti ho preparato andrà sprecata. Sai che non ti farò mai del male perciò resta >>
A quelle parole il passeggero si calmò leggermente, in effetti non vi era ragione per la quale l'altro avrebbe dovuto metterlo in pericolo, perciò annuì asciugandosi rapido un paio di lacrime sfuggite al controllo, in fondo quel terrazzo li legava indissolubilmente, vi erano periti entrambi, vittime del prossimo, senza altre possibilità di scelta. Quando la porta metallica si aprì, la luce del sole in procinto di giungere al tramontare, accecò per qualche istante gli occhi di Giovanni obbligandolo serrarli ed impedendogli così di ammirare immediatamente ciò che l'altro aveva preparato per lui, dovettero passare vari istanti prima che i fastidiosi puntini neri gli dessero tregua lasciando così che, nei suoi occhi luminosi, si aprisse una distesa erbosa piena di fiori colorati ed una familiare amaca stesa fra i ciuffi smeraldini, come se fosse un semplice telo. Le parole si seccarono nella gola del ragazzo come foglie autunnali, la scena che aveva davanti aveva del surreale, come se un mago fosse stato in grado di portare sul grigio di quel luogo austero ed artificioso, un frammento di natura e bellezza, il castano presto non fu più in grado di trattenersi e scese dalle braccia del suo accompagnatore togliendosi scarpe e calzini per poter camminare sull'erba, ma praticamente subito si accorse che, lontano dal suo Riccardo, nemmeno quel meraviglioso dono gli trasmetteva più alcuna emozione o significato, così il giovane prese un'importante decisione e si voltò verso il trentacinquenne, ancora intento a togliersi una scarpa. Non c'era nessun altro oltre a loro, nessun essere umano o animale riusciva a vederli, e quello strano calore che gli pervadeva il corpo stava ubriacando la mente di Giovanni più di ciò che avrebbe potuto causargli il qualsiasi quantitativo di alcolico. Il moro non stette a rifletterci molto, sapeva che se l'avesse fatto, il ricordo del passato, lo avrebbe assalito bloccando il suo intento sul nascere e quindi si limitò a lasciare che fosse il suo stesso corpo ad agire per la mente. Le mani piccole e delicate si mossero veloci accompagnando la zip della sua felpa verso il lungo tessuto in cotone facendola così finire al suolo, immediatamente seguita dai jeans scuri che indossava e dalla canotta a maniche corte, unica difesa rimastagli dal dolce sguardo profondo del più grande. Le parole e le spiegazioni risultarono più che inutili in quel momento, la coppia era troppo intenta ad assaporarsi, allontanando qualsiasi ostacolo che ancora impediva ai corpi di percepirsi nella propria interezza, solo l'intimo aveva infine resistito a quell'assalto pieno di incessante bramosia. La schiena di Giovanni strusciava contro il sottile manto erboso mentre le labbra del bidello passavano al contrattacco sul petto del ragazzo, viziandolo con piccoli morsi e turgide leccate alle morbide areole ad incorniciargli i carnosi capezzoli arrossati. Gemiti su gemiti abbandonarono la gola del moro mentre la lingua ruvida del compagno abbandonava il suo petto per giungere all'elastico dei candidi boxer, inumiditi dal liquido preseminale dell'adolescente, totalmente in estasi. La prima cosa ad investire il membro ormai eretto del passivo fu il caldo sospiro del corvino, la sensazione fu così intensa da bagnargli le gote di lacrime salate, era proprio così che se la immaginava, in quello splendido modo sarebbe dovuta essere la sua prima volta. La semplice tristezza venne inavvertitamente segnalata da un singhiozzo che fece cessare quella splendida tortura e riportò il volto di Riccardo al punto da cui era partito, l'incontro con lo sguardo annebbiato dal piacere di Giovanni.
<< Amore, va tutto bene ? Se ancora non te la senti possiamo fermarci qui, per me non c'è alcun problema, te lo assicuro, posso aspettare ancora >>
<< No ! No ... ti prego, no ... >>
Il giovane negò più e più volte, le sue mani strette ai bicipiti del suo uomo, la bocca a catturare la sua in ogni pausa e l'intimità spinta in avanti, per sentire quella del maggiore, per accertarsi di condividere quella stessa passione che ora riempiva il neo diciottenne di una gioia mai sentita prima. In poco tempo furono entrambi totalmente nudi, ancora avvinti in una forte stretta, le falangi del più grande a violare con pazienza la calda entrata, stretta ed inumidita di saliva dell'altro, gemente ad occhi chiusi per abituarsi l'intrusione, i denti a ghermire la pelle rosea del suo labbro superiore. Non appena Giovanni prese a muoversi contro alle sue dita, l'uomo capì che era giunto il momento, finalmente erano entrambi pronti, così sollevò dall'erba lentamente il fragile corpo che teneva fra le braccia e lo penetrò togliendogli il respiro e facendo cessare i leggeri tremori a scuoterlo. La forte sensazione che prima li aveva portati a quell'atto d'amore, si fece ancora più cruda e decisa in entrambi, un riflesso arcano li accompagnò in ogni amplesso, urlo e goccia di sudore, la carne di Riccardo sbatteva contro quella soda delle natiche del ragazzo dagli occhi blu che intanto affondava nella sua schiena con le unghie, graffiandolo ed eccitandolo con più foga. Non uno dei due riuscì a trattenersi, nemmeno per un istante, la certezza di essere soli al mondo li rendeva ancora più spudorati, tanto che, quando infine si liberarono spargendo i propri umori e cadendo mezzi addormentati l'uno sull'altro, alla ricerca del respiro perduto, vi fu qualcuno che riuscì a sentirli rendendosi finalmente conto della loro esistenza.
<< Non m'importa se resteremo bloccati in questa scuola per sempre, fino alla fine dell'eternità. Adesso che sei qui con me Gio, non ho più motivi per essere infelice, ti amo >>
<< Ti amo anch'io Rick ... grazie per avermi salvato ... grazie per essere qui con me >>
E quando le palpebre di entrambi si serrarono ed i loro spiriti si addormentarono stretti in un dolce abbraccio, una luce chiara li avvolse liberandoli dalla loro prigionia terrena.
Tempo addietro non esistevano, come adesso, due sessi, bensì uno solo, il sesso androgino. Allora tutti gli esseri umani avevano due teste, quattro braccia, quattro mani, quattro gambe e due organi sessuali, ed erano tondi. Per via della loro potenza, gli esseri umani erano superbi e tentarono di spodestare dio, ma egli, che non poteva accettare un simile oltraggio, decise di intervenire e divise a metà gli aggressori. In questo modo gli esseri umani furono divisi e s'indebolirono, ma le loro anime separate non furono più in grado di giungere in Paradiso. Ed è da quel momento che essi sono alla ricerca della loro antica unità e della perduta forza che possono ritrovare soltanto unendosi e, grazie alla quale, se le loro anime sono pure, ottengono la possibilità di raggiungere insieme la pace celeste.
Ecco l'ultimo capitolo della storia per il concorso di shinigami_micchan
Spero vi sia piaciuta !
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top