Parte 10

Il corpo di Giovanni veniva scosso da fremiti leggeri, ma il giovane non era assolutamente in grado di farli cessare vista la condizione in cui si trovava, soprattutto dal punto di vista psicologico. Il ragazzo stava osservando fuori dalla finestra da diversi minuti ormai e, nonostante il vento gli investisse il viso scuotendogli le ciocche brune, lui non sentiva proprio nulla. Il freddo che fino ad un attimo prima gli faceva venire la pelle d'oca ed il calore del Sole oramai sorto, gli apparivano come un piatto insipido al quale mancava il sale, simili ad un meraviglioso concerto visto da dietro un vetro insonorizzato, vuoto e privo di quella magia naturale che, per ogni altro, era accessibile come l'aria per il respiro. I tremori che salivano e scendevano lungo tutte le estremità del povero studente cessarono d'improvviso quando, una grande e stranamente calda  mano, andò a posarsi proprio sulla sua spalla facendolo scattare in piedi e voltarsi di colpo, inutile dire di chi si trattasse, era Riccardo, il suo Riccardo. Il più giovane si gettò fra le braccia dell'uomo accogliendo con gioia le splendide sensazioni che solo quel contatto era in grado di dargli, tutto il resto gli era passivo come una foglia percorsa dalla pioggia. Il corvino non era come il resto del mondo, lui emanava sempre il suo profumo unico, la sua vecchia divisa da lavoro gli grattava le guance arrossate mentre le grandi mani callose passavano ad accarezzarlo lungo la schiena, non ci volle molto perché il castano capisse come stavano le cose, oramai l'unica variabile a farlo sentire davvero vivo era il bidello che gli aveva rubato il cuore, nient'altro e nessun altro sarebbe stato in grado di dargli le stesse emozioni, mai più. Era morto, si era suicidato, nella fine non aveva trovato paradiso o inferno, né pace eterna né un più probabile dolore illimitato fino alla conclusione dei tempi, solo una specie di limbo, lo stesso luogo in cui aveva rinunciato all'esistenza come la conosceva, per sempre. La paura lo attanagliava lambendolo da ogni lato, l'ormai ex studente, non si sentiva ancora in grado di accettarlo completamente, ma la presenza del più grande certamente lo rincuorava, l'idea di passare il proprio tempo totalmente concentrato su Riccardo non sembrava tanto male, al punto di bloccare le sue lacrime, che smisero obbedienti di scavalcargli gli occhi. Appena il corpo del più piccolo si fermò, l'uomo spostò i propri palmi portandoli sul viso di Giovanni e presero ad accarezzargli le gote rosse con dolcezza, muovendo i polpastrelli dei pollici per asciugare i residui salmastri mentre uno splendido sorriso andava lentamente ad illuminargli il viso, provocando anche nel ragazzo la stessa risposta automatica.

<< Ti senti più tranquillo adesso ? Il pianto ti ha fatto sfogare almeno un po' ? >>

Le labbra del giovane non si separarono per dare risposta a quelle domande, anzi, si strinsero ancora di più una contro l'altra, stritolandosi fino a cominciare a sbiancare sui bordi, fu compito del capo di muoversi leggermente dando un segno di assenso, anche se non gli faceva molto piacere ammetterlo visto la criticità di quanto gli era successo, il moro si sentiva davvero più leggero dopo quel breve sfogo. Quest'ultimo, fin da quando era un bambino, aveva sempre odiato la facilità con la quale aveva la tendenza a lasciarsi alle spalle il dolore, un pianto, un paio di urla, ed era già tornato come prima, certo, con un bel dolore interiore a ricordargli di quanto fosse stato male, ma pur sempre calmo ed era proprio quella stessa calma a rendere la sua mente più lucida e piena di quesiti senza risposta che aveva davvero troppa voglia di esprimere. Il ragazzo si separò lentamente dalla stretta accogliente del bidello ed incrociò il suo sguardo scuro con il proprio, da quanto intensamente questi si incontrarono, il castano fu in grado di vedere il proprio blu nelle iridi dell'altro che, più che confuso dal suo gesto, appariva sorridente e rillassato, quasi si aspettasse un comportamento del genere da parte sua, ed in effetti era così. Riccardo riusciva a scorgere attraverso Giovanni la medesima curiosità che aveva catturato sé stesso il giorno in cui era morto e si era ritrovato ancora perfettamente coscente, nonostante intrappolato da quelle infauste mura, ma, a differenza della condizione di assoluta solitudine nella quale si era risvegliato, il più piccolo aveva qualcosa in più e quella, grazie al caso, era proprio lui. Il bidello prese dolcemente la mano del giovane e lo portò a sedersi ad uno dei banchi per poi separare le loro falangi tramite un bacio leggero lasciato a fior di pelle. L'uomo si mosse sicuro verso la lavagna ed acchiappò un gessetto scrivendo lungo la grande lastra di ardesia, quasi fosse un insegnante pronto a cominciare la sua prima lezione alla classe, il più piccolo ne ridacchiò divertito coprendosi le labbra con la mano destra.

<< Benvenuto nella mia classe Gio, io sono il professor Riccardo Mannoni e questa è la tua prima ed ultima lezione su come funzionerà da oggi in avanti la tua vita da spirito ... immagino avrai davvero moltissime domande da pormi, ma, per il momento, te ne concederò una sola, così prima risponderò a quella e poi potrò collegarmi con il resto ! Prego, dimmi pure >>

Fu solo in quel momento, quando lasciò nuovamente alle proprie spalle la lavagna, che l'uomo si rese conto dello sguardo basito che stava attraversando gli occhi oceanici del suo unico, ma stupendo, ascoltatore. Le gote di Giovanni si erano tinte di rosso, simile ad un fulvo tramonto all'orizzonte mentre le sue labbra, richiamo invitante anche se lontane, si erano leggermente separate ed aperte in un piccolo ovale di stupore, il ragazzo appariva visibilmente basito. Il corvino stette immobile qualche secondo ad osservare quella reazione così curiosa ed apparentemente inspiegabile, non era molto sicuro di aver compreso cosa l'avesse provocata così provò a fare mente locale, proseguendo a ritroso quegli ultimi minuti, fino al momento in cui la causa non gli apparve certa. Il bidello si avvicinò in un paio di passi al banco dello studente e vi si accuccio davanti sorridendogli  rassicurante mentre portava le grandi mani ad avvolgere quelle ben più fragili dell'altro, ponendo così fine ai tremori emozionati che scuotevano il corpo del moro.

<< Tu ... Tu ... Tu mi hai ... Tu ... >>

<< Chiudi la chiamata piccolo, non stai sognando, ti ho chiamato Gio, ho davvero usato un soprannome. Ecco, devi sapere che avevo un padre piuttosto severo, non sopportava diminutivi affettuosi e così mi abituai a non usarli nemmeno io, ma pensavo che, visto il rapporto che c'è fra noi attualmente ... potevo cominciare ad usarli, tu che ne dici ? >>

Le labbra del giovane si serrarono in un sorriso di pura gioia e presero a tremare mentre il blu delle sue iridi entrava in tempesta e s'illuminava come le onde al chiarore della Luna. Non una parola abbandonò il minore che fu solo in grado di annuire rapidamente un paio di volte per poi gettarsi fra le braccia del suo amato, stringendolo con tutta la forza di cui fu capace. Le mille domande che prima divagavano nei pensieri confusi, e nella mente affamata del diciassettenne, si fecero totalmente da parte lasciando lo spazio meritato ad un'unica, sola, consapevolezza, nonostante la condizione in cui si trovavano fosse in tutto e per tutto fuori dalla qualsiasi legge naturale, niente importava, finalmente lui e Riccardo sarebbero potuti stare davvero insieme, e questa volta per l'eternità. Il minore si tenne ancora più forte alle braccia possenti dell'operatore scolastico che, immediatamente, lo sollevò da terra di qualche centimetro, usando esclusivamente le braccia, gesto che spinse il suo pacchetto ad alzare le gambe ancora di più avvolgendogliele  alla vita, proprio nell'istante in cui un frastornante suono di sirene si espanse lungo la via attirando l'attenzione di entrambi gli amanti. Gli occhi di Giovanni corsero sul numero impressionante di volanti accorse e, in un impeto di terrore, si aggrappò ancor di più al petto del maggiore, spaventato all'idea che li scoprissero, cosa avrebbero pensato nel vedere un bidello ed uno studente chiusi nell'istituto in atteggiamenti intimi ?!? Significava la fine per loro, Riccardo sarebbe andato in prigione e lui non lo avrebbe rivisto più ! Il ragazzo era appena passato dal proprio sogno più bello fattosi realtà all'incubo più terrificante nel giro di cinque minuti, il suo cuore batteva come una furia nel tentativo di bucargli la cassa toracica, ma fortunatamente corse in suo aiuto un semplice gesto, una carezza data sulla chioma riccia, che lo calmò all'istante.

<< Non avere paura piccolo, li ho chiamati io ... Appena ti ho riportato dentro attraverso la finestra sono subito andato a chiudere la porta che da sul terrazzo intrappolandoci quei sudici porci che ti hanno fatto del male. Subito dopo ho fatto una chiamata anonima alla polizia avvisandoli di averli visti gettarti giù dal tetto, non saranno mai più un nostro problema. Il tuo inferno finisce oggi, per sempre >>

<< Ma ... Rick ! Appena quei poliziotti verranno su ci vedranno ! Se si accorgono di noi ti porteranno in prigione ! Quei ragazzi hanno detto che avrebbero accusato te di tutto, la polizia potrebbe pensare che li hai bloccati là su solo per coprire il delitto che hai commesso ! >>

Il corvino rilasciò un profondo sospiro e scosse lentamente la testa, un sorriso tranquillo e sicuro gli attraversava il volto rassicurando in questo modo anche lo studente che, ciononostante, rimaneva comunque un po' scettico. In quell'istante, dal pesante cancello metallico, si poté sentire cedere la massiccia serratura che lo bloccava ed i passi di almeno una decina di persone, farsi largo sulla ghiaia fino all'ingresso dove, ancora inerme e privo di vita, giaceva il corpo di Giovanni. Qualche minuto ancora e la calca proseguì all'ingresso, il rimbombo delle scarpe di cuoio ed il tintinnio delle effigi sulle uniformi ad annunciare l'avvicinarsi sempre più rapido delle forze dell'ordine.

<< Sai perché loro potevano vedermi nonostante io sia morto ormai da circa 10 anni o più ? E come mai, nonostante non sia dotato di referenze o carta d'identità io sia stato comunque assunto dal preside ? >>

<< A dire il vero ... ora che mi ci fai pensare ... No. In effetti è un po' strano, almeno qualcuno si sarebbe dovuto accorgere che dormivi qui o che risultavi all'anagrafe come deceduto ... >>

<< È perché noi spiriti viaggiamo su una lunghezza d'onda simile a quella dei vivi, ma allo stesso tempo separata da un grande confine, la nostra volontà. Se io desidero essere visto può accadere e, coloro ai quali lo permetto, conoscono di me, e di ciò che faccio, solo quello che voglio. Il preside e gli alunni pensano che io sia un bidello quando mi rendo visibile a loro, l'ho fatto perché così non sembrasse che tu ... Insomma, conoscessi un bidello che nessun altro aveva mai visto. Ho iniziato ad usare questa tecnica in modo che non avessi paura di me al nostro primo incontro, in quell'aula, ma era già da tanto che mi ero ... innamorato di te >>

Giovanni era rimasto molto confuso da quella spiegazione e Riccardo se ne rendeva perfettamente conto, non era facile da capire, quindi optò per un test pratico. Il corvino cominciò a camminare verso il corridoio e si fermò proprio al centro di esso nell'esatto istante in cui i primi poliziotti della pattuglia giunsero alla fine della scalinata che conduceva a quel piano. Il ragazzo si rese immediatamente conto che gli agenti non erano in grado di vederli da come si muovevano da un'aula all'altra senza degnarli di uno sguardo, ma poi accadde qualcosa di strano, ci fu un fremito che percorse l'aria circostante e, voltandosi verso il viso del più grande, poté vederlo ornato di una strana aura dorata che lo faceva sembrare molto sfocato al suo sguardo, quasi ... Divino.

<< Ehi ! Ma lei chi è ? Da dove sbuca ?!? Lavora forse in questa scuola ?!? È stato lei a chiamarci per l'accaduto oppure ne è l'artefice !?! Risponda ! >>

Il moro poté scorgere la rabbia nei volti degli agenti, alcuni di loro avevano già estratto le pistole, ma tutti se ne stavano in rigoroso silenzio, in attesa di una risposta da parte del bidello, cechi della sua presenza fra le braccia del più grande. Il minore ebbe quasi paura che, alcuni dei poliziotti, fossero quasi sul punto di uccidere Riccardo quando, una nuova sensazione, tornò a fargli fremere la spina dorsale e riportò l'aspetto del suo amato a com'era prima. D'improvviso i volti degli agenti si fecero confusi e, dopo un attimo di titubanza, misero via le armi guardandosi fra di loro con incertezza, nemmeno il giovane aveva ben capito cos'era appena accaduto fino a quando uno del gruppo non parlò.

<< Perché ci siamo fermati !?! Coraggio ! Riprendiamo la ricerca di possibili indiziati ! >>

E così, compatta come un unico uomo, la pattuglia riprese la sua corsa lungo il corridoio, rapida e veloce, senza rendersi conto di star passando attraverso a due innamorati uniti in un abbraccio ed un bacio mozzafiato.

Ecco il decimo capitolo della storia per il concorso di shinigami_micchan
Spero ti piaccia !

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