Raven's POV
- Ehy, ciao.
Una voce maliziosa alle mie spalle mi sorprende e lascio immediatamente cadere il cacciavite, con cui stavo cercando di staccare il bracciale.
Pessima idea, visto che cade a terra provocando rumori non esattamente  lievi.
- Ehy, che stai facendo?
- E tu chi diamine sei?! - sbraito, raccogliendo alla svelta il cacciavite e infilandomelo in tasca.
Mi giro di scatto e mi ritrovo a pochi metri da un viso dai lineamenti scolpiti, con occhi verdi e sorrisetto malizioso, quest'ultimo incastonato fra uno spesso strato di barba dai riflessi ambrati.
A dividerci è solamente la porta di vetro infrangibile.
Mi sfugge un "oh" di sorpresa, che tento subito di camuffare.
Lui solleva la fronte e, con il sorrisetto ancora scintillante, mormora:
- Lo so, faccio questo effetto alle donne.
Faccio una smorfia e mi giro di spalle.
- Mpf, modesto - sussurro.
- No, realista - ribatte - E oh, sono il tuo "carceriere". E rispondendo alla domanda che ti ronza in testa, sì, ci conosciamo.
Mi giro a fissarlo e mi accorgo che ha un viso familiare.
- Wick?
- Esatto, bambola. Come puoi esserti dimenticata di me? - mi stuzzica.
- Non so, forse perché eri il peggiore del corso di informatica e io la migliore, e io i perdenti non li calcolo.
Il sorrisetto scompare per un attimo dalle sue labbra, per poi tornare subito dopo più convinto e strafottente di prima.
- Beh, dovresti calcolarli invece, perché questo tuo caro perdente ha qui la tua cena.
Mi avvicino al vetro, drigno i denti e in un soffio gli dico:
- Allora non c'è problema, dato che non ho fame.
Imitandolo, gli faccio un sorrisetto strafottente e quindi mi allontano di nuovo.
- Va bene bambola, ti sei meritata la cena.
E così dicendo preme dei tasti sul computerino presente accanto alla porta e posiziona un vassoio su un contenitore laterale, che si apre l'inserimento del codice.
Preme poi un altro tasto e la porticina che dá sul suo lato si chiude, mentre quella rivolta verso di me si apre.
- Buona cena, milady.
E sparisce così come era comparso.