31. Stranezze.

Bellamy's POV
Solarys getta un'occhiata al polso, dove mi accorgo che porta un antico orologio.
Un momento, un orologio?!
Pensavo che i terrestri non usassero questi "aggeggi" moderni...
Ma insomma... Prima i palazzi, poi il ghiaccio (che ghiaccio non è), quindi questo appartamento (che di casa non ha nulla, anche se lei insiste che sia la sua), poi lei, che non sembra una ragazza ma una barbie, e ora... Orologi?!
In che razza di posto siamo finiti?
Lei guarda l'orario, solleva gli occhi al cielo in segno di desolazione, quindi li riabbassa e, incontrando il mio sguardo confuso, si affretta a precisare:
- Oh, è solo un gingillo che ho... Che ho preso in prestito dai Grandi Magazzini.
Le rivolgo un sorriso rassicurante, ma dentro di me son tutt'altro che tranquillo.
Che roba sono questi "Grandi Magazzini"?
- Sembra un posto interessante - commento, con falso tono disinteressato - Dici che potremo vederli?
Le guancie della ragazza si colorano di rosso.
- Oh, io... Non lo so, non è un posto dove... Dove possono entrare tutti - balbetta.
Che ci nascondi, Solarys?
Le rivolgo un altro sorriso noncurante e decido che per il momento è meglio non insistere.
In ogni caso, lei non pare interessata a continuare la conversazione, anzi, sembra andare di fretta.
- Scusatemi, ma ora... - esordisce con un ritrovato sorriso - Ora devo proprio scappare. Torno presto. Voi non muovetevi di qui, eh!
Detto ciò ci fa un rapido cenno di saluto, esce velocemente e richiude la porta dietro di sè. Per ultimo sentiamo uno strano click.
- Ci ha...
- CI HA CHIUSI DENTRO - sbotto, raggiungendo la dannata porta in una falcata e iniziando a tirargli pugni su pugni.
Non posso crederci. È successo di nuovo! Come è possibile che finiamo sempre chiusi da qualche parte?!, penso rabbiosamente.
Guarda te se non si sono tutti messi d'accordo a insaputa nostra...
- Bellamy! Bellamy, fermati, è tutto inutile...
Finn mi si avvicina e mi poggia cautamente una mano sulla spalla, mentre io continuo a manifestare la mia rabbia sulla maledetta porta.
- Questo non ci condurrà da Clarke - sussurra lui, rabbuiandosi.
Quelle parole fanno effetto e subito arresto la mia inutile scazzottata.
- Non so te ne sei reso conto - ribatto acidamente - Ma siamo chiusi dentro. Di nuovo!
Lui scrolla le spalle.
- A quanto pare, "questo è il mio destino" - commenta.
- Cosa?!
Ma di che parla?
- Lascia stare - sospira lui - Piuttosto, fermiamoci un attimo a rilassarci e ragioniamo sulla prossima mossa compiere.
Rilassarci? Ragionare?! Scuoto la testa. Finn deve essere impazzito.
- Fammi capire, pensi di star giocando a Risiko? Svegliati, Spacewalker, siamo in trappola. Per la seconda volta in pochi giorni. Probabilmente non vedremo mai più la luce del giorno - ribatto.
Abbandono la postazione sulla porta e mi dirigo al centro del salottino, lasciandomi cadere sul divano.
- Non sono uno spacewalker - borbotta lui - E comunque...
- Cosa?! - domando, pensando di aver capito male.
Mi tiro su di scatto, improvvisamente interessato.
- Nulla - risponde.
- Oh no, ora mi spieghi. Cosa significa che non sei uno spacewalker?
- Significa che non sono uno spacewalker, o meglio lo spacewalker che voi tutti credete, punto.
Stavolta il tono acido lo ha la sua voce.
- Ma come...? - domando confuso.
Se Finn non ha mai cazzeggiato per lo spazio a suo piacimento, sprecando quintali di ossigeno in una botta sola, come mai era in prigione e successivamente fra i cento?
- Per amore si è disposti a tutto... Tu dovresti saperlo, Mr. ho-sparato-al-Cancelliere-per-seguire-mia-sorella.
Scuoto la testa e la bocca mi si spalanca automaticamente in un sorriso.
- Sembrano passati anni da quel giorno - commento.
- Puoi dirlo forte... - risponde Finn - Ma ora cerchiamo un modo per mettere fine a questo casino e uscire di qui.
- E trovare Clarke.
- Sì - sospira lui - E trovare Clarke.
Mi rialzo, più tranquillo rispetto a pochi minuti fa (per quanto l'agitazione sia rimasta), e inizio a camminare in circolo: questo appartamento è davvero piccolo, sembra più un rifugio anti-atomico che un posto dove passare la vita.
A un certo punto, così dal nulla, mi sorge un dubbio.
- Finn, ma... Se l'avessero catturata loro Clarke? Quelli della Nazione di Ghiaccio?

Lo so, è una follia, ma qui tutto può essere. Ormai è un'ora che io e Finn giriamo in circolo, a ragionare ed escogitare un metodo per trovare Clarke.
D'altra parte c'è il "problema Solarys". Quella ragazza non ce la racconta giusta. Ed è sparita da troppo tempo.
- Ok, ripetiamo - esclamo all'improvviso.
Finn sospira.
- Allora, abbiamo tre opzioni: se lei torna con degli uomini, specie se guardie...
- Andiamo all'assalto come se non ci fosse un domani con i fucili.
- Mh - geme Finn, leggermente disgustato dall'idea di usare delle armi da fuoco - Fucili e... E qualcosa di meno pericoloso, magari. Dopo ciò potremo dire addio alle coperture.
- Per forza - annuisco.
- Se invece torna da sola... - continua Finn.
- Verifichiamo le sue intenzioni.
- Esatto. Se son buone...
- E questo consisterebbe nel lasciarci liberi, beh, allora continuiamo con questa farsa e diamo un'occhiata in giro.
- E se invece non sono buone...
- Farà meglio ad avere buone intenzioni - ringhio io.
Finn sussulta, come terrorizzato all'idea.
- Sa... Saranno buone, vedrai - balbetta.
- Sarà meglio per lei - concludo.

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