3. Rivelazioni da incubo.
Jasper's POV
Mi sveglio e per un secondo non capisco dove sono.
Non sento la freddezza della terra sotto la schiena o il rumore (o meglio, il non rumore) dello spazio. Nelle mie orecchie si innesta un suono che ormai mi perseguita perennemente, dovunque io vada.
Da quando mi trovo sotto questo monte, il ronzio delle ventole dell'aria eccheggia indisturbato ai margini della mia coscienza. Mi tormenta incondizionatamente, giorno e notte.
D'altra parte, penso che la gente che abita qui oramai si sia abituata e non lo senta neanche più. Beati loro.
Le molle del letto sopra al mio cigolano, attirando la mia attenzione: sbatto gli occhi e torno alla realtà. Sopra di me il mio amico Monty dorme ancora, rigirandosi nel sonno. Probabilmente sta sognando di trovarsi ancora sull'Arca.
Mi alzo e mi vesto, poi esco dalla stanza e mi dirigo verso la sala della colazione. Man mano che mi avvicino comincio a distinguere molte voci, ma ne cerco una soltanto.
- Jasper!
- Ciao Maya - saluto la ragazza. È seduta a un tavolo laterale, da sola. Come al solito ha un libro in mano e indossa la sua divisa verde da infermiera. I capelli nero corvino le ricadono sciolti intorno al pallido volto.
Per queste persone la pelle chiara è un tratto ormai comune, dato che non hanno mai visto la luce del sole. In realtà, non hanno neanche mai visto la Terra, in quanto le radiazioni solari presenti in superficie gli impediscono di sopravvivere all'esterno di questo bunker sotterraneo.
Mi siedo di fronte a lei. Maya sorride e io per un secondo mi lascio distrarre dai suoi occhi di lapislazzuli. Ma qualcosa non va. La luce che solitamente li pervade sembra svanita. Adesso in quei laghi leggo solo paura e urgenza.
Mi ritrovo ad irrigidirmi, come i topi quando fiutano il pericolo nell'aria. Alzo un sopracciglio e, a un suo cenno, le gambe mi portano nuovamente in corridoio. Lei mi segue a ruota.
- Allora - esclamo, quando siamo abbastanza lontani da orecchie indiscrete - Vuoi dirmi che succede?!
- Ssh, fai piano! Vuoi che ti sentano tutti?
In quel momento passa una guardia. Lei gli sorride con finta disinvoltura e quello si dirige incurante al banco delle uova strapazzate.
- Cosa c'è di tanto urgente? Che hai scoperto?
- Dovete andarvene! - il suo tono diventa affannoso - Stanno progettando di far saltare in aria tutti!
- Cosa?! Ma perché?? È la vostra gente, non possono farlo...
- No, non noi, voi... Siete in pericolo! - abbassa di colpo la voce - Ho fatto delle analisi, Jasper... Le persone che sono state più a stretto contatto con voi già presentano i sintomi della mutazione!
L'ultima parola le provoca uno spasmo. Faccio per incalzarla a parlare, ma riprende da sè.
- Non ci vorrà molto perché se ne accorgano... Il contatto con voi, respirare la vostra stessa aria... I nostri organismi si stanno risvegliando, presto il vaccino non farà più effetto e saremo di nuovo in grado di assorbire le radiazioni.
Ma di cosa sta parlando? Non ho il tempo di obiettare che lei riprende subito: - Oddio... Non ci faranno andare via.
Posa le mani sulle mie spalle e mi scuote con forza. Nei suoi occhi si spande una cieca paura.
- Noi gli serviamo Jasper, gli serviamo... Scappa! Scappa, porta via i tuoi amici prima che se ne accorgano!
Ha lo sguardo perso negli occhi di qualche mostro che solo lei può vedere e mi strattona così tanto che la sua presa diventa dolorosa. All'improvviso inizia a tremare convulsamente. Sul suo volto, sfigurato dalla paura, appare un'espressione di folle terrore. Si accascia a terra, porta le ginocchia al petto e il viso tra le mani.
Urlo, ma non mi sente e non mi vede.
Dalle sue labbra esce la stessa frase, ripetuta all'infinito:
- Gli serviamo, gli serviamo, gli serviamo...
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