26. Qualcosa di inaspettato.

Octavia's POV
Ok Octavia, hai capito che non è la tua giornata.
Artax non è una buona compagnia per fare dialoghi.
Ti sei appena scontrata contro Lincoln e per quel che gli hai detto non ti parlerà mai più.
Lincoln è bellissimo.
Sospiro, sia per cercare di calmarmi e sia perché mi sono accorta che, qualsiasi cosa mi accada, il primo e l'ultimo pensiero vanno sempre a Lincoln.
E al fatto che sia bellissimo.
Ti vuoi concentrare, Dio santo?, mi ripeto.
Mi stacco dal muro bianco e continuo a percorrere il corridoio dell'infermieria, mentre la mia testa già rinizia a lamentarsi per l'eccessiva luce bianca dei led.
La porta di Heda è l'ultima a sinistra. Anche se non avessi saputo questo dettaglio, i due molossoidi di terrestri impiantati li davanti me lo avrebbero fatto intuire lo stesso.
Ora che ci penso, uno lo conosco pure, o almeno di vista. Mi rivolgo a lui.
- Kirton - faccio un passo per salutarlo, ma mi ritraggo subito.
È una guardia, non può farsi "abbracciare" da chiunque passi, sarebbe un bersaglio troppo facile da accoltellare alle spalle.
- Chiedo di vedere Heda, devo fare rapporto.
Lui fa un cenno all'altro. Sono quasi identici, rifletto. Stesso naso importante, capelli rossi, occhi duri sul verde nocciola. Potrebbero essere fratelli.
Mi accorgo improvvisamente di conoscere davvero poco questo popolo, i Trikru, che vorrei fosse il mio popolo. Che dovrebbe essere il mio popolo.
Devo rimediare.
Avverto un dolore al collo e scuoto la testa. Possibile che tutte le persone di questa tribù, donne incluse, mi superino di minimo venti centimetri in altezza?
Intanto la porta si apre e io faccio per sorpassare i due colossi.
Uno, però, mi afferra il braccio e sono costretta a voltarmi.
- È morto bene? Vynt, intendo... Era nostro amico.
Wow, le notizie viaggiano veloci... Ecco con chi avevo già visto Kirton.
- Si fratello, è morto da combattente.
Ci guardiamo negli occhi con uno sguardo intenso, di chi non ha paura di morire ma rispetta la morte, uno sguardo di quelli che mettono i brividi.
- Và, l'Heda ti aspetta da giorni, meglio non ritardare ancora.
E con questa frase mi lascia il braccio. Un secondo dopo la porta si chiude alle mie spalle.
Lexa è seduta sul bordo del letto, con un'espressione dura, triste, malinconica e dietro a tutto, sofferente.
Quando mi vede non si alza, si limita a fissarmi con aria fiera.
- Heda, i miei saluti e... Condoglianze - dico inchinandomi.
- Alzati, Octavia. Sono tre giorni che aspetto un tuo rapporto, cosa ti ha trattenuto?
Decido di non mentirle.
- Il mio cuore Heda, un passato di cui non sapevo l'esistenza è tornato per tormentare i miei sogni.
- Capisco, anche se pensavo che una guerriera come te avesse già sconfitto un muscolo debole e inutile come il cuore. Ma, dopotutto, sei giovane e imparerai. Indra è una buona maestra, va da lei dopo, un sano combattimento aiuta a schiarire la testa.
Cosa?! Non glielo ha detto nessuno?
Oggi partirà qualche testa.
- Heda... Indra è stata catturata dai mietitori, tre soli fa in battaglia.
È strano parlare così, eppure è il modo migliore di interagire con i terrestri.
Lei spalanca gli occhi, che in un attimo diventano di ghiaccio.
- Indra... Ecco perché lei non... Kylia, manda subito a chiamare Nico - dice con una voce rotta, ma al tempo stesso ben controllata, come solo un comandante sa fare.
Noto solo ora che, in un angolo buio della stanza, è sull'attenti una bambina di non più di dieci anni. Ha i capelli castano scuro, occhi dello stesso colore e tante, tante lentiggini.
Avanza con il suo corpo minuto e, dopo un inchino a Heda, si dirige fuori dalla porta senza emettere un suono.
- Io... Sono costernata che nessuno te lo abbia riferito prima.
Ci guardiamo fisso negli occhi, e stavolta, oltre al ghiaccio vedo, anche la rabbia.
È così che ora immagino il suo cuore. Duro e freddo come il ghiaccio, ma anche straziato da ardenti fiamme di vendetta e rabbia. Un altro brivido mi percorre la schiena.
- Va al nostro villaggio, Octavia kom Skaikru. Porta queste notizie al nostro popolo. Annuncia la morte di Vynt e di Almof, organizza i loro funerali. Annuncia la cattura di Indra e il salvataggio di Etria. Di loro che Heda farà presto il suo ritorno a casa, e che, quando questo avverrà, saremo alleati con Arcadia per sconfiggere Mount Weather.
L'ultima frase mi stupisce, mentre lei la pronuncia con innaturale sicurezza e calma.
Penso all'ironia della situazione: è da tantissimo tempo che il popolo del cielo desidera quest'alleanza, e lei la annuncia così, come se nulla fosse.
- Si Heda, ogni tuo ordine sarà il mio respiro.
E dicendo la frase tipica di questo popolo, mi inchino alla comandante. Non abbassando però lo sguardo, come vuole la tradizione.
Resto così per parecchi secondi, aspettando un suo cenno che mi permetterà di alzarmi.
Lei, come il suo ruolo le concede, potrebbe anche decidere di farmi restare così delle ore. Nonostante ciò non fiato, continuando semplicemente a guardare quella donna straordinaria, così giovane, potente, sola e, purtroppo, già condannata.
Alla fine il suo cenno arriva e io mi dirigo velocemente fuori dalla porta. Appena in tempo per veder tornare Kylia con Nyko.
Vorrei salutarlo, ma so di non potere. Lexa non può aspettare oltre per sapere la verità su Indra.

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