14. La battaglia.

Octavia's POV
Irrompiamo nella radura sotto lo sguardo allibito di una quindicina di mietitori.
Non credevo che fossero così tanti... Ma dai, Octavia, cosa ti aspettavi? Che Lincoln scappasse da Arkadia per inseguire un unico, misero nemico?
Il mio sguardo lo cerca: sono preoccupata di trovarlo in mezzo a loro, intorno al fuoco, magari con un piatto di carne, carne umana, in mano. L'idea che sia un traditore persiste, anche se solo in un angolino oscuro della mia mente.
Ma il mio amore non si trova fra quei bastardi.
E allora, dov'è? Possibile che non sia qui?
Sposto lo sguardo e ai lati della radura noto una donna stesa a terra con un uomo piegato su di lei, come a proteggerla.
Aspetta solo un momento... Quello non è un uomo qualsiasi.
Quello è Lincoln.

Numerosi pensieri e dubbi attraversano velocemente la mia testa, come delle freccie.
Intanto, i mietitori si sono ripresi dallo shock e si fiondano su di noi.
I primi a scontrarsi sono Vynt e Almof, che fronteggiano con un mietitore a testa.
Vedo Vynt cadere quasi subito, ferito da un pugnale alla spalla sinistra. Il suo corpo si affloscia e cade a peso morto in maniera troppo grave per potersi rialzare.
Nyko, invece, parte spedito verso Lincoln e la ragazza... Ovvio, lui è principalmente un curatore, sarà più utile lì.
Alla mia destra il cavallo di Lexa si impenna e cade; subito dopo emerge la testa di un mietitore che, coperto di sangue, sorride soddisfatto.
Guardo Indra e insieme scendiamo dai cavalli.
In un momento mi ritrovo circondata. Provo sicurezza nel sentire che alle mie spalle c'è la terrestre, con la schiena premuta contro la mia.
Insieme attacchiamo.
Meno un fendente alla spalla di un mietitore, faccio un mezzo giro su me stessa e ne colpisco un altro alla gamba.
Mi abbasso appena in tempo per evitare la spada di Indra, che mi passa ad un centimetro dall'orecchio, ferendo un altro mietitore al braccio. Sono in quattro e ci circondano, ma Indra è veloce e con le schiene attaccate continuiamo a ruotarci, l'una difendendo l'altra.
Quello con la gamba sanguinante mi sferra un colpo alla spalla sinistra e io urlo. Lo scudo di corteccia cade a terra.
Lo colpisco al fianco sinistro, lo stesso di prima, e stavolta vacilla.
Cade in ginocchio e, con tutta la forza che ho, miro alla sua testa.
Ma quello, all'ultimo secondo, alza la spada, parando il colpo.
Compie uno scatto felino e ci ritroviamo con le spade incrociate e le facce a un centimetro.
Le braccia iniziano a bruciarmi.
Dietro di me Indra scaraventa un mietitore a terra con un calcio e infila la sua spada nella gola di un altro. Con uno scatto del capo mi riprendo e torno al combattimento. Il mio.
Mi libero velocemente dall'intreccio di spade col mietitore e piego le gambe.
Un momento dopo mi ritrovo sotto di lui, e la mia spada lo colpisce nuovamente alla gamba, troncandogliela di netto.
Il tempo di un sospiro e mi ritrovo ad indietreggiare, braccata da una raffica di colpi veloci e mortali.
Ho solo il tempo di parare, indietreggiare, parare ancora.
Poi il mietitore si ferma improvvisamente e la punta di una spada si fa largo nel suo corpo, uscendo dal torace.
La testa di Indra spunta da dietro il collo del mietitore ormai andato. La sua espressione esprime pura disapprovazione. Dopotutto, sono ancora una sua allieva e di certo non è orgogliosa di me quando mi faccio fare il culo da un misero mietitore...
Ai nostri piedi ci sono quattro cadaveri, mentre a quelli di Lexa ce ne sono altri due. Lei sta avendo la meglio su quello che ha ucciso Vynt.
Mi volto. Almof è a terra, morto.
Un conato di vomito mi investe, ma mi trattengo e il mio sguardo passa oltre.
Indra, che nel frattempo si è allontanata da me, sta combattendo con un ennesimo mietitore, mentre un'altro si sta avvicinando alle sue spalle.
Muovo un passo verso la sua direzione, ma un'immagine ai limiti del mio campo visivo mi blocca. Lincoln si regge su una gamba sola. L'altra gamba, ferita, poggia a terra, caricando il peso sul ginocchio. Questa condizione lo costringe in netto svantaggio.
Sopra di lui, infatti, un mietitore mena fendenti senza tregua e ad ogni colpo Lincoln si incurva un po' di più.
Un'altro mietitore si avvicina zoppicando e sono piú che certa che se non intervengo per Lincoln sarà la fine.
- Octavia! Kurt iht!
"Aiutami"
Indra mi chiama con un tono di urgenza.
Mi volto a cercarla con lo sguardo e quando la vedo mi si blocca il cuore.
È quasi costretta spalle a un albero e continua a indietreggiare sotto i colpi di tre mietitori.
Fra poco non avrà più spazio di manovra.
Cazzo, non posso essere rimasta solo io per aiutarla...
Per l'ennesima volta mi guardo intorno e ho conferma di ciò che non speravo. Sono rimasta solo io.
Sono a un bivio, nell'indecisione piú totale. Indra e Lincoln sono entrambi in pericolo di morte, e io posso salvarne solo uno.
Il mio sguardo e quello di Indra si incrociano per un istante.
Il mio dice tutto.

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