Omicidio a Murano cap. 14


Alice

Io e Claudio siamo tornati insieme da qualche giorno... ma ho dovuto mettere i puntini sulle i, riguardo al nostro rapporto. A lui piace comandare e quando mi trovavo a Roma praticamente ero sua succube... lo adoravo e acconsentivo sempre a tutto... lo adoro anche adesso ma devo porre i limiti a questo atteggiamento altrimenti il mio mondo finirebbe a girare sempre intorno a lui... com' è stato a Roma... io devo avere i miei tempi ed i miei spazi... non devo essere sotto il suo controllo e sotto il suo sguardo... dipendere da lui... dalle sue opinioni... non sono più la ragazzina sprovveduta di allora... ma una donna che sa quello che vuole... e cosa voglio? Non lo so quello che voglio, so soltanto che non voglio soffrire come allora... lui mi ha detto che ha capito di aver sbagliato e sta dimostrando che ha cambiato rotta... e mi ha riconquistata... davvero... solo che sotto sotto ho ancora timore... per cui... mi tengo un tantino a distanza e non dò il mille per mille... come per esempio non andare più in albergo da lui... è stato troppo imbarazzante... io sono attratta da lui... azz se sono attratta ma non voglio darlo a vedere... altrimenti perderei su tutta la linea... lui contava di avere l' appartamento ma stanno ancora aspettando la proprietaria che è fuori Venezia ... lui vorrebbe venire da me ma io ho sono ancora indecisa... averlo a casa mia, nel mio letto, tra le mie cose... implicherebbe subito un' intimità rinnovata... Claudio si prende il dito con tutta la mano... e comanderebbe anche a casa mia in un attimo... 


Claudio

Pensavo che ormai filasse tutto liscio con Alice... invece  mi tiene a distanza... stiamo si insieme ma lei procede con il freno a mano tirato... mi ha spiegato che non vuole correre, che ci vuole andare con calma perchè io tendo a dominarla... ha detto proprio così... certo ho questa tendenza ma non credevo che fossi così forte e lei ne risentisse... che io pretendo di avere sempre ragione e che tutto deve essere fatto a modo mio... e purtroppo ha ragione anche su questo, ma è deformazione professionale... ha detto che lei non è più una ragazzina che ha bisogno dei miei consigli, cioè ordini... che sa come fare e anzi ha bisogno dei suoi spazi... che io non devo invaderli... il fatto che stiamo insieme non significa che dobbiamo dormire tutte le notti insieme... ed anzi finchè sto in hotel non vuole venirci... quando l' ha fatto si è sentite in enorme imbarazzo anche se i camerieri non hanno detto alcunché. 

Non vuole neanche che io vada a casa sua, ma dimmi tu come dobbiamo fare? Neanche io mi comportavo così agli inizi, anzi tutto il contrario, io la volevo sempre ed ora non è cambiato niente. Lei forse ha paura di darmi troppo, restare delusa e soffrire ancora. Già sono due giorni che fa così... non resisto più e non solo per il sesso, ma perchè voglio trascorrere più tempo con lei... aspetto il momento giusto per dirglielo... anche su questo le sono andato incontro... aspettare per rivelarlo agli altri... anche se a questi qua non credo che interessi tanto... a parte ad Eva, come non potevo non notare le sue occhiate languide e commenti allusivi? Aveva ragione Alice che l' ha chiamata gattamorta... le ho fatto capire subito di rivolgere le sue attenzioni altrove perchè io non ero interessato... ho mostrato evidenti gesti verso Alice a cui invece non è andata giù... mi sta mandando davvero fuori di testa... comunque il momento giusto come arriva se ne va perchè Alice riceve una telefonata per un sopralluogo. A malapena mi saluta e corre via... ma più tardi la chiamo.


Alice

Quando mi hanno chiamata per il sopralluogo ho avuto la sensazione guardando Claudio che volesse dirmi qualcosa, ma ho dovuto correre, anche perchè il cadavere si trova a Murano, menomale che vado con la volante acquatica della polizia altrimenti avrei dovuto aspettare il vaporetto, la frequenza dipende dalla linea e comunque da qui ci impiega dai trenta ai quaranta minuti, con la volante invece ci vogliono solo dieci minuti. Querini mi accompagna perchè è la prima volta che vengo a Murano, la patria del vetro per lavoro, sono venuta a visitarla all' inizio che sono venuta a Venezia essendo molto curiosa non solo del posto ma anche della lavorazione del vetro... purtroppo all' epoca non mi fecero entrare in nessuna fornace per vedere come lavoravano perchè non era il momento adatto...  e ho rimandato sempre per riandare, non so se dopo aver visto la salma posso vedere... chiederò a Querini se conosce qualcuno. Manco a saperlo il cadavere si trova proprio accanto ad una fornace di una delle tante vetrerie. Querini durante il viaggio nella volante e a piedi per raggiungere il posto del ritrovamento mi spiega che  l'affascinante storia del Vetro di Murano nasce nel 1291, quando si decise che le vetrerie di Venezia fossero trasferite a Murano. Questa decisione, che si rivelò ben presto importante per gli abitanti dell'isola di Murano, fu presa perché i forni dei laboratori a Venezia erano la causa principale di gravi incendi. Concentrare tutte le vetrerie a Murano fu utile a Venezia per controllare l'attività dei mastri vetrai e per custodire quell'arte che l'aveva resa famosa in tutto il mondo. Gelosa della fama acquisita, Venezia obbligò i mastri vetrai a vivere sull'isola e impedì loro di lasciarla senza un permesso speciale. Nonostante queste restrizioni, tuttavia, molti vetrai riuscirono a fuggire, portando con sé un bagaglio importante di esperienza e conoscenza artigianale ed esportando all'estero le loro celebri tecniche. La crisi più significativa che dovette affrontare il Vetro di Murano fu nel XV secolo, quando si cominciò la fabbricazione dei cristalli di Boemia. Venezia riuscì ad uscirne, grazie anche all'impiego del vetro di Murano per la realizzazione di lampadari, ancora oggi tra le opere più note ed apprezzate in vetro di Murano. Nel 1602, il podestà, nel censire gli isolani, ricorse alla compilazione di un Libro d'Oro. L'iter per ottenere l'iscrizione era lungo e avveniva solamente mediante il consenso della Repubblica. Durante gli ultimi anni le vetrerie sono diminuite per la crisi economica, se la devono vedere coi cinesi che copiano gli oggetti che costano pochissimo. 

Arriviamo in un giardino dove a terra si trova il corpo di una donna... mi abbasso e controllo tutto... ha dei sogni sul collo violacei... è stata strangolata... con un filo sottile... ma qualcosa non mi convince nella posizione... controllo i dintorni, per fortuna nonostante il cielo nuvoloso non ha piovuto, così ho potuto constatare che la donna è stata trascinata, hanno cercato di camuffarlo, ma ad un occhio attento si vede, come l' uccisione... non pensavano che si formasse il livido? Può essere che non fosse stato premeditato e poi preso dalla paura l' assassino ha spostato il cadavere, ma la signora non è molto magra per cui sarà stata uccisa qua vicino... è un posto alquanto solitario e nessuno l' ha notata... ma non avrà gridato? Può essere che nessuna l' ha sentita? E se la donna invece conosceva l' assassino o l' assassina che l' ha avvicinata? E troppo tardi s' è resa conto delle sue intenzioni? Naturalmente ne parlo con Querini che mi legge i dati della signora, intanto dopo averla girata vedo che un poliziotto controllo nella tasca della donna... c' è qualcosa di voluminoso... un sacchetto con palline di vetro... le mostra a Querini che spalanca gli occhi... io non me ne faccio proprio capace...mi sembra che  sono perle di vetro... 





lui mi spiega che... la perla è chiamata rosetta... è una particolare perla costituita da sei strati di vetro bianco, blu, rosso, sovrapposti così da suggerire un'idea di rosa. È di forma ovale, realizzata a stella intorno a un sottile filo di rame. La sua invenzione è attribuita a Marietta Barovier, la geniale figlia del famoso maestro Angelo a metà del XV secolo, e divenne presto famosa in tutto il mondo con il nome di chevron.




  Poi legge di nuovo il nome della signora e mi rivela che ...

ecco perchè il suo nome mi sembrava conosciuto... ha una vetreria qui vicino... 

E che ci faceva con questo sacchetto...?

Mmm... non saprei forse l' aveva appena fatte? So solo che si dice che stanno per chiudere... l' azienda si trova in mal' acque...

E come mai? Queste sono belle, non credo che tutti siano capaci di farle.

No, neanche i cinesi se è per questo... è colpa loro se diverse vetrerie hanno chiuso o stanno chiudendo. E comunque queste non tutte possono comprarle. I classici turisti vogliono spendere poco. 

Mentre torniamo a Venezia mi rendo conto che questa vicenda mi ricorda il libro che ho iniziato a leggere da poco, la collana di cristallo di Cristina Caboni, il quale narra proprio della storia del vetro di Murano... una ragazza americana con la passione della lavorazione del vetro nonostante l' opposizione della famiglia entra in una scuola del vetro di Murano, unica donna per giunta in mezzo a tutti uomini... però la sua storia s' interseca con quella di Marina degli anni quaranta che lavora nella vetreria di famiglia, e anche lei ha problemi, è vista male dagli altri perchè è una donna che vuole lavorare nella fornace... appena torno a casa voglio continuare a leggere il libro, qualcosa mi dice che mi aiuterà a capire qualcosa di quest' omicidio... com' è successo cogli altri libri... un segno del destino che io l' abbia visto nella libreria a casa mia per puro caso? 





Poi visto che si è fatto tardi non vado in istituto e torno direttamente a casa... sono solo indecisa se comprare qualcosa di pronto per cena o cucinare io... nell' incertezza mi fermo vicino ad una panetteria... ancora con torte salate e fagottini ripieni in vetrina... mi sa che copro anche un dolcetto, c'  è ampia scelta... potrei comprare anche qualche tortina per colazione domani... sono una golosona vero? Nel frattempo mi squilla il telefono e chi è...? Claudio... rispondo senza riflettere, in fondo ho voglia di sentirlo... anche se immagino cosa possa volere.

Sacrofano dove sei?

Davanti ad una vetrina ... indecisa tra dolce e salato.

Come sempre... ma tu puoi avere entrambi.

Come?

Dai che t' invito a cena.

Claudio sono stanca, sono appena tornata da Murano.

Allora invitami tu... stasera non mi scappi.

Non voglio andare in un ristorante, ho voglia d' infilarmi sotto la doccia, mangiare ed andare a letto.

Non nomino il libro... penserebbe che sia la solita scusa...

Sarebbe anche la mia idea, facciamo una cosa, vengo da te, cucino io.

Una parte di me vorrebbe rifiutare non perchè non lo vorrebbe, ma perchè è la mia parte razionale che ha timore di lasciarlo entrare troppo nella propria vita... ma sono due giorni che l' ho appena baciato e mi manca... sono quasi sicura che stasera finirà nel mio letto... ma voglio rischiare... voglio lasciarmi andare e far parlare il cuore...

Solo che non mi ricordo cos' ho nel frigo.

Anche su questo non avevo dubbi.

Mmm... per la strada mi fermo a comprare qualcosa o vuoi una torta salata?

Ho detto che cucino io... c' è il despar qui vicino vado io a fare la spesa.

Non devi.

Fammi fare il cavaliere per una volta, guarda che non accadrà spesso.

Su questo... io non avevo dubbi.

Allora appena arrivi a casa tua mandami la posizione.

Io sorrido tra me e me , cammina ancora col navigatore.

Non ridere di me sacrofano, dammi il tempo di ambientarmi e conoscerò Venezia come le mie tasche.

Ne dubito... comunque non fare tardi altrimenti mi addormento.

Sei così stanca piccola? Ma con me non ti addormenterai ti sicuro.

Eh... questo lo so, caspita se lo so...

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