Un nipotino pretenzioso e una colpevole nonnina
Nadia sospirò, ancora travolta dalle emozioni così indissolubilmente legate a quei ricordi; poi riprese, con gli occhi lucidi:
"E così ci eravamo ritrovati, io e Giorgio... Chi l'avrebbe mai detto?"
Rivolse un sorriso nostalgico al marito, che invece aveva uno strano luccichio divertito negli occhi:
"Beh, ci mettemmo ben poco a perderci di nuovo, se ben ricordo..."
Nadia si portò una mano al viso, soffocando una risata spontanea, mentre Ellen spostava lo sguardo su di lei e poi di nuovo sul nonno, incredula:
"Cosa ci state nascondendo?"
Giorgio proseguì, sollevando un dito:
"Manca ancora un pezzetto della storia, prima del tanto atteso lieto fine: eravamo proprio destinati a perderci, noi due..."
Prese fiato, poi continuò:
"Quella sera, quando ci salutammo, le diedi appuntamento per il giorno dopo, al torrente. C'era solo un corso d'acqua, nel minuscolo paesino di allora, che si gettava direttamente nel mare."
Nathan si illuminò a un tratto:
"Nonno, c'è ancora! È il fiume, dove c'è l'acqua gelatissimissima!"
Giorgio annuì, soddisfatto, tirandosi su gli occhiali e osservando il suo sagace nipotino:
"Esatto, proprio quello, Nathy. Ormai ci stiamo alla larga, un po' per la dubbia provenienza di quell'acqua e un po' per le correnti fredde... Ma una volta era il punto della spiaggia più frequentato."
Nadia annuì, un po' incupita per quelle parole:
"L'acqua inquinata non era certo un problema dei nostri tempi."
Giorgio ondeggiò il capo avanti e indietro, assentendo tristemente. Poi però, dopo qualche istante di doveroso silenzio, si rinvigorì, riprendendo il filo del racconto:
"Comunque, come vi dicevo, avevamo concordato di trovarci al torrente. Ero lì con largo anticipo, ma niente. Rimasi ad aspettarla per un'ora intera, eppure Nadia non arrivò."
Ellen guardò la nonna con aria interrogativa:
"E perché? Ti era successo qualcosa?"
Lei scosse la testa, imbarazzata:
"No, niente affatto. Anche io lo aspettai per più di un'ora, ma nel posto sbagliato... Non ci eravamo capiti!"
Nathan incrociò le braccia, immusonito:
"Ma come, nonna? Come hai fatto a non trovare il fiume?"
Nadia sollevò le spalle, un po' a disagio:
"C'era anche un piccolo rigagnolo che scivolava dal lato degli scogli... Era vicino al punto in cui vostro nonno era uscito dall'acqua con la barca, il giorno prima, dopo la pesca mancata. Avevo dato per scontato che fosse quello il torrente a cui si riferiva."
Nathan si portò una mano alla fronte, disperato:
"Ma no, nonnina! Non era quello!"
Giorgio faticava a rimanere serio, nell'arduo tentativo di continuare il suo racconto nonostante le esuberanti reazioni del nipote:
"E così, dopo la lunga attesa, iniziai a preoccuparmi. Chiamai a raccolta mio cugino e gli altri ragazzi. Andammo avanti e indietro lungo la spiaggia, finché non la trovai. Era seduta sulla sabbia, il viso imbronciato e un libro tra le mani."
Nadia arrossì, lo sguardo basso e colpevole:
"Lo vidi passare con la coda dell'occhio, ma feci finta di niente. Ero arrabbiata perché pensavo che avesse deciso di non venire all'appuntamento per andarsene in giro con i suoi amici."
Sollevò di nuovo gli occhi, un sorriso abbozzato:
"Per fortuna lui si accorse di me, tornando indietro!"
Ellen tirò finalmente un sospiro di sollievo, mentre Nathy scuoteva ancora la testolina, in difficoltà nel perdonare la povera nonna.
"Menomale che c'eri tu, nonnino! Altrimenti non si combinava proprio un bel niente!"
A quella degna conclusione, tutti non poterono far altro che assentire, tra qualche risata e un abbraccio di perdono che sancì finalmente la pace tra quel nipotino pretenzioso e la sua colpevole nonnina.
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