Brothers

Sirius non vedeva niente. Soltanto la più profonda oscurità che lo circondava. Anche se, in un certo senso, c'era abituato.

Dodici anni ad Azkaban non erano passati così in fretta. Giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, sentiva il proprio corpo farsi sempre più pesante e allo stesso tempo vuoto.

Le rughe ancora presenti sul suo volto, difatti, non erano dovute solamente all'avanzare degli anni.

Nonostante la sua aria da malvivente sopravvisuto però, il corvino aveva ancora gli stessi occhi scintillanti e maliziosi che aveva in passato.

Era il malvivente più temuto del mondo magico dopo il Signore Oscuro, ma continuava a sperare che un giorno le cose sarebbero andate meglio.

Perché?

Perché stringere i denti e sopportare quel dolore per così tanto tempo?

Si era ritrovato più di una volta a domandarsi che senso ci fosse nel continuare, ma ogni volta che sfiorava quel limite, una voce nella sua testa lo richiamava.

"Resisti un altro po' Felpato. Sei un uomo molto più forte di così"

Nonostante gli anni trascorsi dall'ultima volta era sempre nei suoi pensieri, si diceva Sirius, lo guardava dal cielo, e veglia a su di lui proprio come faceva quando era vivo.

Il suo miglior amico, James, non lo avrebbe mai abbandonato.

Anche in quel momento la sua voce risuonò in quel silenzio oscuro, e Sirius pensò di essere definitivamente impazzito.

Che fine aveva fatto Harry? E i suoi amici?

Remus e gli altri dell'Ordine se la stavano cavando contro i Mangiamorte? Cosa diavolo era successo?

"Sirius! Sirius!"

Dinuovo la voce disperata dell'amico continuava a chiamarlo.

Percepiva ogni fibra muscolare sciogliersi piano piano, come un blocco di ghiaccio scaldato da una fiamma

"Cosa mi sta succedendo?!" il panico lo assaliva sempre di più, tanto che chiuse gli occhi "Dove finirò?!"

Il fatto che quel calore si stesse mutando in un familiare tepore lo spaventò ancora di più.

Si stava liberando di tutte le paure e la angosce che teneva dentro. Stava diventando sempre più leggero, tanto che gli parve di alzarsi in volo

"È questo che si prova quando si muore?"

"Esattamente fratello"

Quella voce non era più nella sua testa. Lo aveva sentito. Lo aveva veramente sentito.

Riaprì gli occhi, e lo spettacolo che gli si presentò davanti gli mozzò il fiato.

Era ad Hogwars. Era finalmente tornato ad Hogwars.

Il cielo era dieci volte più limpido del normale, riflettando così la pallida luce solare sulla facciata principale dell'edificio.

Lui era proprio lì davanti.

I suoi indomabili capelli neri erano esattamente come li ricordava, e pure i suoi occhi scaltri nascosti dietro le lenti tonde.

Sembrava ringiovanito di vent'anni.

Accanto a lui, una ragazza dai capelli rossi lo teneva a braccetto. Rivolse un tenero sorriso a Sirius, asciugando le lacrime che velavano i suoi occhi smeraldo.

"James...Lily... Siete veramente voi?"

Avrebbe voluto gridare di gioia, ma la voce gli rimaneva bloccata in gola.
Riuscì giusto ad avvicinarsi al ragazzo.

Mise una mano in avanti, rimanendo stupito: non c'era più alcuna riga o venatura in rilievo

Lily ridacchiò, lasciando il braccio del suo amato, permettendogli di avvicinarsi.

Sirius si toccò le guance. Erano lisce, lisce come quelle di un ragazzino.
L'unica cosa che percepiva su quella pelle tanto giovane erano le lacrime che non era riuscito a contenere.

"È passato molto tempo" fece James, sorridendogli a trentadue denti "Non hai idea di quanto tu mi sia mancato, fratello"

Non un attimo venne sprecato dopo quella frase. Si abbracciarono stretti, stringendosi l'uno più forte all'altro tanti da non aver bisogno d'ossigeno.

Tanto, quale morto aveva bisogno di respirare?

"Sono a casa... Non ci posso ancora credere" singhiozzava il giovane Black, felice di potersi lasciare alle spalle tutti quegli anni di sofferenze.

Aveva finalmente trovato il suo paradiso

"Esattamente Felpato" rispose l'altro, altrettanto gioioso "E questa volta sarà per sempre"


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