Chapter 1: "Maple Syrup in my hands"

- Voglio ringraziarvi immensamente per aver deciso di essere miei ospiti, questa sera. -

L'uomo con il volto coperto da una grande maschera da Tanuki spalancò le braccia e si esibì in un inchino reverenziale.

- Il Maple Syrup vi dà il benvenuto. Prego, prego, accomodatevi dove preferite, l'intera sala è a nostra disposizione. Vi anticipo che le ragazze sono una vera delizia per gli occhi, anzi, dei veri e propri gioiellini ricercati, quindi vi invito caldamente a sistemarvi vicino al palco. -

La piccola folla si sparpagliò per la stanza: i più, seguendo il suggerimento, andarono ad occupare i posti adiacenti al bordo del palco, mentre un paio si sedettero poco più indietro. Erano uomini vestiti in modo elegante, con orologi costosi al polso e scarpe rigorosamente firmate, acqua di colonia dal sentore esotico fin troppo forte e catenelle dorate ad intravedersi al di sotto del colletto della camicia. Tutti, nessuna eccezione, indossavano maschere orientali dai tratti animali: oltre al Tanuki, che era l'unico ad essere in piedi sulla parte sopraelevata in parquet, si riconoscevano un Usagi, un Kuma, un Kitsune, un Neko, uno Yagi, un Saru, un Fukurou e un Okami(1).

La sala era ampia, avrebbe potuto contenere almeno il triplo delle persone presenti, ed era illuminata da piccole luci rosse a LED e da un paio di faretti a puntare verso il centro del palco. Il pavimento era ricoperto di una morbida moquette scura, mentre le pareti erano rivestite da una serie di pannelli insonorizzanti decorati con motivi arzigogolati color oro. Per essere un Night Club, la cura riposta nei dettagli e nella pulizia lo collocavano ad un livello nettamente superiore rispetto alla concorrenza.

- Molto bene, molto bene. Ora che il primo giro di Scotch è stato servito, direi che possiamo iniziare a conoscere le nostre ragazze. Vedete, sono l'elemento chiave della serata: chi ha già partecipato ad una delle mie aste sa che sono solito rendere le cose un pochino più... entusiasmanti. -

Il Tanuki fece un cenno veloce dietro di sé e tornò a concentrarsi sul suo pubblico.

- Cari gentiluomini, ho il piacere di presentarvi le Regine indiscusse dell'evento: accogliamo queste meravigliose creature con l'applauso che meritano! -

Tra lo stupore e la confusione generale, quattro giovani ed avvenenti ragazze fecero il loro ingresso sul palco. Indossavano corpetti aderenti con lacci intricati e shorts quasi invisibili, mentre ai piedi calzavano scarpe dai tacchi vertiginosi; a completare l'opera, un disegno sulla guancia di ciascuna di esse che rappresentava uno dei semi delle carte da gioco. Si avvicinarono con passo elegante e volutamente sensuale fino ad arrivare ad un soffio dall'uomo che intratteneva la serata.

- Dal vostro mormorio posso dedurre che siete piacevolmente sorpresi dalla merce di questa sera... e data anche la mia impazienza, direi di andare subito al sodo. -

Il Tanuki rise in maniera quasi sguaiata aggrappandosi con le dita ai fianchi delle due giovani più vicine a lui.

- Ciascuna di queste bellezze rappresenta uno dei magnifici, rari e unici prodotti in vendita questa sera. Le regole sono le stesse di una comune asta, con una qualche piccola e sfiziosa aggiunta. A turno, queste giovani dee balleranno per noi fintanto che ci saranno rilanci d'offerta: ovviamente, quella di importo più alto si aggiudicherà l'agognato premio, il quale verrà consegnato solo ad evento concluso. Per rendere il tutto meno monotono, ho pensato di non rivelarvi l'oggetto in vendita fino al termine della serata, quindi deciderete se investire il vostro denaro semplicemente affidandovi alle abilità ipnotizzatrici delle giovani davanti a voi. Non lo trovate eccitante? Il brivido nell'accettare una scatola chiusa che può contenere chissà quale misteriosa meraviglia... -

L'uomo con la maschera da Kitsune si mosse sulla sedia, visibilmente irritato.

- Dovremmo davvero scommettere i nostri soldi per una merce che non possiamo nemmeno vedere e valutare con i nostri occhi? -

- Caro ospite... - il Tanuki abbassò leggermente la testa e mosse la mano in un fronzolo nella sua direzione. - Se tutti voi ora siete qui è perché siete interessati a qualcosa di unico nel suo genere e perché siete consapevoli della qualità di ciò che produciamo. Merce di un tale valore e prestigio è impossibile da trovare altrove: siamo la crème de la crème, il meglio del meglio. L'esperienza che vi offriamo va al di là del semplice e mero scambio di prodotto e denaro, il nostro servizio vuole essere l'eccezione in un mondo di piatte banalità realizzate tramite uno stampino. Mi rincrescerebbe perdere la sua compagnia a causa delle regole di questo gioco, quindi è mia premura assicurare a tutti voi gentili ospiti che ogni singolo centesimo investito questa sera varrà la ricompensa finale. -

Il Kitsune incrociò le braccia al petto ed appoggiò la schiena alla sedia, rimanendo in silenzio ed accettando così le condizioni.

- Se ci sono altre domande, sarò ben lieto di risolvere ogni vostro dubbio, altrimenti suggerirei di procedere. Non sto più nella pelle, riuscite a percepire anche voi questa palpabile frenesia? -

Nessuna obiezione fu sollevata, così il Tanuki diede ufficialmente il via all'asta. Chiese alla ragazza con un cuore rosso dipinto sulla guancia di avvicinarsi al palo dorato posto al centro del palco affinché iniziasse con la sua danza, mentre le altre sparirono dietro le quinte. La giovane dai capelli chiari fece quanto richiesto e cominciò a piroettarci intorno, accarezzandolo con fare provocante.

- La Regina di Cuori è perfetta per dare inizio alla serata. Io la trovo stupenda, così come la merce preziosa che rappresenta. Ma lasciate che vi dia un indizio, voglio stuzzicare un po' la vostra curiosità: l'arma che rappresenta è potente, distruttrice e... focosa come lei. -

Alcuni dei presenti cominciarono a confabulare tra loro scambiandosi pareri su quale potesse essere effettivamente l'arma in questione.

- "Focosa"? Scommetto che ha a che vedere con delle fiamme vive. - il Saru inclinò la testa verso il Fukurou seduto vicino a lui, che annuì in risposta. - Potrebbe essere un Napalm. O magari un Lanciafiamme. -

- La base d'asta è ottomila dollari americani. Avanti signori, fate la vostra offerta! -

- Addirittura ottomila dollari? Dev'essere qualcosa di assolutamente incredibile! Ne offro ottomiladuecento! -

- Ottomiladuecento dollari per il Saru qui in prima fila! - il Tanuki lo indicò, estasiato. - Guardate con quanta sensualità ed eleganza si muove la nostra Regina di Cuori. I suoi capelli ondeggiano per aria proprio come dei preziosi fili d'oro. -

- Ottomilacinquecento dollari. -

- Ottomilacinquecento dollari per lo Yagi dall'altra parte del palco! -

- Ottomilasettecento! -

Il Saru rilanciò ancora, convinto, e lo Yagi parve pensarci un po' su. La ragazza piroettò attorno al palo fino ad arrivare a terra con le ginocchia, al che buttò la testa indietro muovendo rapidamente la chioma ed ondeggiando con il bacino.

- Ottomilasettecento dollari e uno... ottomilasettecento e due... -

Il Tanuki guardò verso lo Yagi, ma l'altro scosse la testa.

- Ottomilasettecento dollari e tre! Complimenti all'ospite con la maschera da primate per essersi aggiudicato un pezzo unico! Prego, cara, avvicinati ora al vincitore per fargli compagnia. E non dimenticare di portargli l'omaggio di questa sera! - cominciò ad applaudire e la ragazza smise di ballare per raggiungerlo come richiesto, sorridendo.

- Caramelle...? - domandò il Saru con tono confuso nell'osservare da vicino il piccolo sacchetto.

- Sono un'offerta della casa, un piccolo assaggio del nostro nuovo business. - rispose l'intrattenitore.

La bionda si sistemò a sedere sul bracciolo della poltrona del vincitore e questo fu così entusiasta della situazione che gonfiò il petto.

- Anche tu sei compresa tra le caramelle e gli omaggi della serata? - il Saru rise senza ritegno, e la ragazza fece finta di divertirsi quanto lui.

- Molto bene, molto bene! Cosa ne dite, è ora di far entrare la prossima Regina? -

Gli uomini annuirono e confermarono ad alta voce, così dopo pochi istanti una ragazza con i capelli mori a caschetto fece il suo ingresso sul palco. Aveva un corpo più minuto e decisamente meno formoso rispetto alla Regina precedente, ma era più tonico ed asciutto. Avanzava in modo un po' titubante su quei tacchi, come se non fosse del tutto abituata a portarli.

- Eccola qui, la nostra piccola Regina di Picche! Lei è la rappresentante di qualcosa di incredibilmente potente e rapido, quindi non fatevi ingannare da quel suo sguardo così dolce ed apparentemente ingenuo. -

La musica ripartì e la ragazza si concentrò sulla propria esibizione: cominciò a camminare attorno al palo, prese uno slancio e si sollevò in aria svolazzando leggiadra, proprio come se non pesasse nemmeno un grammo. Fece per riappoggiarsi a terra, ma un piede le scivolò verso l'esterno storcendole la caviglia: se non avesse mantenuto salda la presa delle mani sarebbe certamente finita distesa sul parquet.

- Cazzo...! -

Si morse le labbra, ma l'imprecazione sfuggì comunque al suo controllo. Il Tanuki la fissò ad occhi spalancati, quasi inorridito, e deglutì rumorosamente. La Regina di Picche, dopo aver ripreso il controllo dell'equilibrio, si abbassò sui talloni con un movimento più o meno aggraziato con l'idea di disfarsi di quelle trappole mortali e lanciarle lontano, in un gesto rapido e stizzito.

- U-un piccolo incidente di percorso, ma come potete osservare, questa giovane bellezza ha del carattere da vendere! Ho quasi temuto che quella scarpa minacciasse la mia incolumità, o peggio, che il tacco mi arrivasse dritto dritto in mezzo alla fronte! -

Il Tanuki rise con enfasi per smorzare l'imbarazzo e molti dei presenti si unirono a lui, alcuni addirittura applaudirono e incitarono la ragazza a riprendere l'esibizione.

- La base d'asta per questo peperino è cinquemila dollari! -

La giovane tornò a concentrarsi e dopo essersi messa in punta di piedi passeggiò leggiadra attorno all'attrezzo, facendo qualche piroetta sul posto mentre manteneva gli occhi chiusi. Quando il ritmo della musica si fece più incalzante, cominciò ad arrampicarsi senza smettere un attimo di girare: nel momento in cui fu oltre la metà dell'altezza, si lanciò con l'intero corpo verso l'esterno, rimanendo ancorata al palo solo con la mano alta, poi con una torsione del busto finì per abbracciarlo anche con le gambe e le caviglie. I presenti la fissarono rapiti ed impressionati: così sistemata, sembrava la ballerina di un carillon.

- Seimila dollari! -

Il Fukurou fece la sua offerta, ma subito ci fu un rilancio dell'Usagi.

- Seimilacinquecento! -

La ragazza continuava a girare e girare, rimanendo armoniosa ed aggraziata mentre una volta muoveva le braccia verso l'esterno, una volta scuoteva i capelli. Sganciò poi la presa delle gambe per slanciarle verso l'esterno disegnando un grande ventaglio: si sbilanciò indietro con la schiena e si appese al palo all'ultimo momento utile con l'interno del ginocchio, rimanendo quindi a testa in giù.

- Settemila! -

- Ottomila dollari! -

- Ottomilacinquecento! -

- Diecimila dollari per quel piccolo esserino! -

I rilanci continuavano ad essere proposti uno dopo l'altro, ma l'Usagi sembrava intenzionato a non mollare.

- È come se per lei la gravità non esistesse! Non vi pare incredibile quello che sta facendo questa graziosa e fatale creatura? - il Tanuki era in visibilio e la voce fremeva per l'agitazione. - Vi confido che le parole che ho usato per descriverla non sono state scelte in maniera casuale... -

- Dodicimila dollari! - anche il Fukurou non accennava ad arrendersi.

- Dodicimila dollari per il nostro amico qui davanti! -

L'Usagi batté forte il pugno sul tavolo. - Quindicimila dollari! -

- Quindicimila! Incredibile, è una vera e propria lotta! Il Fukurou vuole rilanciare, per caso? -

- Sedicimi... -

- Cinquantamila dollari. -

L'uomo con la maschera da Okami parlò per la prima volta in tutta la serata, facendo ammutolire i presenti. Il Fukurou e l'Usagi strabuzzarono gli occhi e la giovane riappoggiò i piedi a terra, smettendo di ballare.

- C-cinquantamila...? - la voce incredula del Tanuki riecheggiò per l'intera sala dopo qualche primo momento di assoluto e sconcertato silenzio. - Cinquantamila dollari! L'offerta più generosa della serata! -

- Devi essere proprio un folle per proporre dieci volte il valore della base d'asta. - il Kitsune si voltò verso l'Okami, scuotendo la testa. - Non dimenticare che stai comprando l'arma, non la ragazza. -

Anche a quelle parole, il diretto interessato rimase impassibile, senza minimamente scomporsi.

- Qualcuno è per caso disposto ad offrire di più? Lo chiedo per correttezza nei confronti del regolamento... -

Il Tanuki non riuscì a nascondere il proprio tono speranzoso mentre gli occhi rimbalzavano frenetici tra tutti i presenti.

- Allora procediamo: cinquantamila e uno... cinquantamila e due... - lasciò trascorrere qualche secondo aggiuntivo, giusto per dare loro il tempo di cambiare idea. - Cinquantamila e tre! L'ospite generoso con la maschera da predatore si aggiudica la fantastica arma rappresentata dalla Regina di Picche, la quale ora si siederà al suo fianco senza dimenticare di offrirgli il nostro prezioso omaggio! -

La giovane annuì e con gli occhi di tutti addosso scese dal palco per raggiungere il vincitore, scalza, camminando a passo svelto quasi sulla punta dei piedi. Esattamente un istante prima che potesse raggiungere l'Okami, l'uomo con indosso la maschera da coniglio le si parò davanti, bloccandole la strada.

- NO! Dovevi essere mia! -

Le afferrò prepotentemente il polso e la strattonò con forza verso di sé. La ragazza rimase spiazzata da quel gesto e perse l'equilibrio, incespicando nei suoi stessi passi e facendo cadere a terra il sacchettino di caramelle. A causa di quel comportamento, il clima iniziò a farsi teso e le guardie poste all'ingresso fecero qualche passo in avanti mentre il Tanuki si limitò ad osservare la scena, allarmato. L'Usagi avvicinò il volto a quello della giovane e si tolse la maschera con un gesto impacciato e nervoso, rivelando l'espressione esterrefatta di un uomo di mezza età con i capelli bianchi ispidi e gli occhi rossi. Le afferrò il mento per poterla osservare meglio, ma la giovane gli spinse via la mano, disgustata. L'uomo allora scosse la testa, incredulo.

- No, non puoi essere davvero tu, ma questi... questi occhi sono proprio i tuoi! Oh, Elyza, quanti anni sono passati dall'ultima volta che ci siamo visti! Elyza mia! -

La mora spalancò gli occhi, impietrita, e il fiato le si mozzò in gola mentre il battito le rimbombava frenetico nelle orecchie. In quello stesso istante accaddero più cose contemporaneamente: il Kuma si alzò dalla sedia facendola cadere dietro di sé, gli uomini della sicurezza avanzarono a grandi falcate verso il centro della sala e l'Okami fu al fianco della ragazza.

- Non credo voglia avere le tue mani addosso un secondo di più. -

L'uomo con la maschera da lupo gli afferrò il polso e con facilità liberò la giovane da quella presa. Aumentò la pressione della stretta sino a che non lo vide finire a terra e solo quando lo sentì rantolare per via del dolore decise di lasciarlo andare, voltandosi senza aggiungere una parola. La ragazza parve finalmente riprendersi da quel torpore e aggrottò la fronte: con la coda dell'occhio fece appena in tempo ad accorgersi di quello che stava succedendo e, quando l'Usagi spostò il dito sul grilletto della minuscola pistola che teneva stretta fra le mani, spinse l'Okami verso l'esterno per evitargli il colpo, finendo con lui sulla moquette. Nonostante l'evidente differenza di stazza e corporatura, si impegnò a fargli da scudo anche quando un paio di altri proiettili si conficcarono nei pannelli insonorizzanti posti a poca distanza da loro. Nel momento in cui il frastuono finalmente si arrestò, la ragazza stese le braccia per sollevarsi parzialmente con il busto: controllò che il Lupo non fosse stato ferito, poi girò la testa in direzione dell'uomo armato che, nonostante continuasse a tenerli sotto tiro, tremava come una foglia.

- Zero, la pistola! -

Ancora prima che lei lo richiamasse, il Neko fu sul Coniglio per disarmarlo.

- Lo so, Ultra Violet! -

Il Neko lo spinse a terra con la faccia premuta contro la moquette e gli portò entrambe le braccia dietro la schiena, torcendole in maniera quasi innaturale. Con un gesto rapido si levò la maschera e la gettò lontano, rivelando così il volto di un giovane ragazzo biondo dagli occhi scuri. Inclinò il mento verso l'alto e abbassò lo sguardo su di lui, osservandolo da sotto le lunghe ciglia con una smorfia di derisione.

- Cosa pensavi di fare?! -

- "Zero"?! "Ultra Violet"?! C-come hanno fatto alcuni dei Rising Five...?! - ancora sul palco, il Tanuki sbiancò di colpo e puntò gli occhi sui suoi energumeni, agitandosi come non mai. - E voi cosa ci fate lì impalati?! Fermateli, uccideteli! -

I due scimmioni della sicurezza annuirono e chiamarono a rapporto altri uomini della sua scorta personale. Dall'altra parte della sala, la ragazza tornò a concentrarsi sull'uomo con la maschera da lupo, rivolgendogli uno sguardo allarmato.

- Stai bene?! -

Lui inclinò leggermente la testa verso l'esterno, sfiorandole il braccio con la punta del muso incorporato alla maschera. Le appoggiò poi indice e medio sulla spalla nuda per spazzare via il rivolo rosso che aveva iniziato a colarle lentamente sulla pelle e la ragazza sussultò. Rispose con estrema calma e tranquillità, come se non fosse minimamente toccato dal fatto che qualcuno aveva appena tentato di ucciderlo.

- Sei tu quella che sta sanguinando. -

Lei diede un'occhiata rapida alla ferita e piegò le labbra in una smorfia.

- Non è niente, deve avermi preso di striscio. -

- Zero! -

Anche il Kuma si levò la maschera e assestò un pugno in pieno volto ad una delle guardie del Tanuki.

- Se con quel Coniglio hai finito, ti dispiacerebbe venire a darmi una mano? Perché finché sono un paio posso gestirli senza problemi, ma con quelli in arrivo vorrei coinvolgerti nella festa. -

- Arrivo, arrivo. Tienili a bada ancora per un po'. - il biondo utilizzò la propria cravatta per legare i polsi dell'Usagi e questo si lamentò per il dolore. - Troppo strette? Che peccato... -

Si alzò velocemente e raggiunse il ragazzo dai capelli rossi impegnato a schivare colpi su colpi. Arrivò da lui proprio nel momento in cui il giovane incassò un pugno sullo zigomo, afferrandolo e bloccandolo con il proprio corpo un attimo prima che finisse a terra.

- Ace, mi sembri in difficoltà. Batti la fiacca o ti stai trattenendo? -

Il rosso ridacchiò e si risistemò in posizione di guardia.

- Colpa dello smoking che mi limita i movimenti: non voglio strapparlo, è costato un occhio della testa! - questa volta, deviò con facilità il pugno diretto verso di lui, facendo finire l'avversario ai propri piedi. - In più, voglio lasciare a questi gorilloni un po' di vantaggio... se credono di non avere speranza, poi il corpo a corpo diventa una noia mortale. -

- Allora non stai chiedendo il mio aiuto? -

- Sto solo condividendo con te parte del divertimento. -

I due sorrisero e continuarono a parare ed assestare un colpo dopo l'altro, muovendosi in sinergia. Dall'altro lato della stanza, la ragazza, ancora distesa a terra a proteggere il Lupo, per un attimo fu tentata di levargli quella dannata maschera dal viso: un po' per la curiosità di sapere che faccia avesse il pazzo disposto a sborsare ben cinquantamila dollari per un'arma di contrabbando, un po' per capire chi diavolo fosse per essere riuscito ad intervenire ancora prima che i suoi compagni di squadra potessero muoversi dalle loro postazioni.

- UV, Twizzler sta scappando! -

La giovane voltò lo sguardo in direzione del palco e notò l'uomo con la maschera da Tanuki dileguarsi dietro le quinte.

- Non andrà proprio da nessuna parte! - puntò gli occhi sotto di sé e si sentì particolarmente frustrata dal non poter nemmeno vedere gli occhi del suo interlocutore. - Rimani qui e resta al sicuro. Spero di non averti macchiato la giacca con il sangue. -

Si alzò rapidamente in piedi e scattò in direzione dell'organizzatore in fuga. Poco prima che potesse raggiungere il bordo del piano in parquet, uno degli scagnozzi l'afferrò per i capelli. L'eroina fu costretta a fermarsi: sporse indietro la testa mentre le labbra si piegavano in una leggera smorfia di dolore, si girò con il busto di tre quarti e con un movimento estremamente rapido gli piantò il gomito nella bocca dello stomaco, facendogli sputare saliva. L'uomo incassò la stangata ma non accennò a mollare la presa, così, per divincolarsi, la ragazza fu costretta a disfarsi delle forcine che tenevano in posa la parrucca a caschetto, liberando i lunghi capelli biondi. Finì di voltarsi verso di lui e gli afferrò il viso coprendogli la bocca con il palmo della mano: immediatamente, l'uomo spalancò gli occhi e si irrigidì, cadendo sulle ginocchia. Ultra Violet sorrise di sfuggita e lo lasciò lì a terra per tornare all'inseguimento del Tanuki, sparendo dietro le quinte. Seguì la flebile luce che proveniva dalla fine del corridoio e si ritrovò nella stanza adibita a camerino che lei e le altre ragazze avevano utilizzato per prepararsi poco prima dell'evento.

- Non fare un altro passo o l'ammazzo! -

Il Tanuki si era ormai liberato della maschera e stringeva la Regina di Quadri tra le braccia, tenendole una rivoltella puntata alla testa. Ultra Violet alzò lentamente le mani e le portò alla stessa altezza del viso, facendo un minuscolo passo in avanti.

- Mi vedi? Sono disarmata. - spostò lo sguardo verso destra e notò che la Regina di Fiori era rannicchiata sotto la specchiera, piagnucolante. - Non posso farti nulla. -

- Io ti conosco, so cosa sai fare! - strinse di più la presa sulla ragazza facendo tremolare la canna della pistola contro la sua tempia. - Non osare entrarmi nella testa, non ci provare! -

- Twizzler, per quello ho necessariamente bisogno che le mie mani entrino in contatto con il tuo viso. Perché non lasci andare la ragazza? -

- Non ci penso proprio! È l'unica merce di scambio che ho! -

Mentre si scambiavano quelle frasi, l'eroina notò quanto tremasse la mano che impugnava l'arma. Tentò un altro passetto in avanti.

- So che non vuoi farle del male. Tu non sei un assassino. -

- Smettila! Cerchi solo di confondermi con le tue inutili chiacchiere... per me ormai è finita. -

- Sappiamo entrambi che non hai mai direttamente alzato le mani su nessuno. Tu sei un amante dell'arte, della bellezza, del lusso. Guarda il posto che hai costruito, guarda cosa sei riuscito a fare. - agitò le mani in un cenno leggero. - Nei mesi che ho passato qui ho imparato a conoscere queste ragazze e tutte mi hanno confermato la cura che il Maple Syrup ha sempre riservato loro, a differenza degli altri posti in cui avevano lavorato in precedenza. -

- È vero, nessun Club è al pari del mio Maple. È il mio fiore all'occhiello. Una creatura rara in mezzo alla feccia immonda di questa città. -

- Esatto, una creatura rara. - avanzò ancora di un passo e lo vide serrare le labbra, guardingo e diffidente. - Non vuoi ferire queste giovani ragazze, tu vuoi proteggerle, hai creato per loro un posto sicuro, dico bene? -

L'uomo annuì lentamente. - Io vivo per elogiare la bellezza. Sono convinto che possa essere trovata nei posti più impensabili, perché anche il più piccolo dei sassolini nascosti tra la polvere può celare del potenziale. - allentò un po' la presa e la ragazza in ostaggio si fece sfuggire un singhiozzo.

- Allora lascia andare queste splendide giovani donne e metti giù quell'arma. - 

Azzardò ancora un paio di passi in avanti, ma l'uomo spostò la canna nella sua direzione e fece partire un proiettile. Questo colpì uno degli specchi posti dietro di lei, vicino alla porta d'ingresso, facendolo sfracellare in tante piccole schegge.

- NO! Rimani dove sei, ho detto! -

Ultra Violet si morse le labbra e smise di avanzare. - Twizzler... -

- Lui mi ammazzerà. Quando Bubblegum scoprirà quello che ho fatto, mi farà ammazzare di sicuro. - scosse la testa a destra e sinistra mentre la voce si incrinava ad ogni parola.

- Bubblegum non potrà farti nulla, ti terremo al sicuro. Però anche tu devi essere collaborativo: devi lasciare andare queste due ragazze e consegnarti alla polizia. Una volta in centrale, se ci fornirai tutte le informazioni relative a lui, cercheremo di farti assegnare una pena più equa. -

- Non fare promesse che non puoi mantenere! - singhiozzò e le sventolò contro la pistola. - Se dovesse scoprire che mi sono arricchito alle sue spalle, vendendo la sua merce ad un prezzo molto più alto di quello che avevamo pattuito, mi ritroverei con entrambe le gambe spezzate, o peggio, con la schiena crivellata di colpi. -

- Lo prenderemo, è lui il nostro obiettivo. Non potrà farti del male. -

- Non capisci...! Lui trova sempre il modo di ottenere ciò che vuole, sempre. -

L'uomo scosse la testa e fissò il pavimento per una serie infinita di istanti, poi, all'improvviso, fece scattare il collo e puntò gli occhi nella direzione della bionda.

- Per questo non posso fare quello che mi chiedi. C'è bellezza anche nel salvaguardare la propria vita, ed è proprio questo l'ideale che intendo perseguire. -

Lasciò andare la ragazza che teneva in ostaggio e la spinse verso l'altra ancora raggomitolata sotto il mobiletto, poi puntò la pistola al petto dell'eroina.

- Mi dispiace, Picche. Spero che la tua bellezza non sfiorisca assieme alla tua vita. -

Abbassò la molla della rivoltella, e in quel preciso momento il tempo parve fermarsi. Lentamente, Ultra Violet vide Twizzler riportare il pollice in posizione sull'impugnatura della pistola, ma proprio quando il dito fece per scivolare sul grilletto, una scheggia di vetro gli colpì la mano conficcandosi esattamente tra le nocche di indice e medio, facendo sì che perdesse la presa sull'arma.

- UV, adesso! -

Ace le urlò quelle parole dopo aver fatto capolino sulla soglia, mentre Zero era a terra in prossimità delle schegge di vetro per continuare a tenerlo sotto tiro. La ragazza non se lo fece ripetere una seconda volta e scattò verso Twizzler: poggiò i palmi sulle sue guance e si concentrò affinché una sensazione di intorpidimento si impossessasse di lui. In pochi istanti, il criminale sentì le palpebre pesanti e cadde sulle ginocchia, quasi addormentato, così la ragazza poté immobilizzargli i polsi dietro la schiena con facilità.

- Ora non rischierai di far sfiorire la bellezza di nessuno. -

Continuò a mantenere il contatto con la sua pelle in modo da non far svanire l'effetto della sua abilità, calciò lontano la rivoltella e poi si rivolse agli altri due.

- Zero, Ace... potreste occuparvi voi delle ragazze? -

Quando sollevò lo sguardo in direzione dei propri compagni di squadra, si accorse che entrambi stavano già stringendo tra le braccia le due Regine. Si morse inconsciamente il labbro inferiore.

- Ah. Vedo che non avete perso tempo. -

- Ho avuto davvero paura. Credevo che sarei morta! -

Quadri nascose il volto nel petto di Zero e l'eroina sentì una fitta di gelosia attraversarle le costole.

- Va tutto bene, non preoccupatevi. Siete al sicuro ora. È tutto finito. -

Ace cullò leggermente Fiori in un abbraccio e Ultra Violet sentì la stizza montare.

- Dove sono gli altri? - chiese lei tentando di tenere sotto controllo il tono della voce.

- Stanno arrivando, assieme alla pattuglia di polizia. - le rispose Zero. - Anche se ormai non c'è molto da fare, se non arrestare questi ricconi e raccogliere le altre deposizioni. -

- Io garantirò per voi il massimo del punteggio! - squittì Quadri e Fiori annuì a supporto. - Siete stati fantastici! Così coraggiosi, così forti... -  

Ultra Violet sbuffò ad alta voce e una delle ragazze tossicchiò.

- N-naturalmente lo faremo anche per te, Picche. Chi l'avrebbe detto che tra noi si nascondeva un'eroina sotto copertura? Adesso finalmente si spiega tutta la tua enorme inesperienza e la più totale avversione per i tacchi alti. -

- Già, chi l'avrebbe detto... - alzò gli occhi al cielo. - Ho dovuto imparare piuttosto in fretta. -

- Meriti addirittura un bonus! Esistono bonus per questo genere di missioni? - Fiori si portò l'indice alle labbra ridacchiando con fare civettuolo e Ultra Violet roteò gli occhi al cielo per la seconda volta nell'arco di nemmeno quindici secondi.

- UV, prima sei stata incredibile. Sai, se anche voi ragazze aveste dovuto indossare delle maschere da animali, dopo averti vista lanciare quei tacchi fuori dal palco non avrei avuto alcun dubbio a riconoscerti tra le altre! -

Il rosso rise di gusto e lei sentì le nocche prudere dalla voglia di colpirlo, magari assestandogli un bel pugno.

- Ci tieni a tornare a casa tutto intero, Ace? Perché ad ogni parola che dici sembra che le probabilità si riducano sempre più in fretta. -

- Rilassati, UV, volevo solo farti un complimento... e dirti anche che tra tutte eri la più bella. -

Aggiunse con un sorriso, facendo indispettire le altre due ragazze e prendendo in contropiede l'eroina, che dal canto suo si ritrovò ad arrossire a dismisura. Zero rivolse ad Ace uno sguardo impassibile e il rosso si limitò ad un'alzata di spalle. Dopo qualche breve istante, nella stanza fece irruzione un gruppetto di agenti della polizia.

- State tutti bene? Ci sono feriti? -

- Nessun ferito, stiamo tutti bene, detective Keita. - rispose la bionda. - Le ragazze però si sono prese un bello spavento, meglio trovare qualcosa di caldo... -

- Y-Yulis! Cioè... - il giovane tossicchiò un paio di volte, correggendosi immediatamente per chiamarla con il nome da eroe. - Ultra Violet... stai sanguinando! -

- È solo un graffio, detective. - lasciò che uno dei poliziotti ammanettasse Twizzler e si avvicinò al ragazzo castano. - Cercate di tenerlo d'occhio nelle prossime ore, non escluderei che possa tentare di scappare. E assicuratevi che non riceva visite da nessuno, vorrei prima parlarci io. -

Il detective annuiva a tutto quello che l'eroina gli stava dicendo, ma la sua testa non riusciva ad elaborare nemmeno una parola. Era rimasto imbambolato a fissarla, concentrato soprattutto sul quel suo insolito abbigliamento e sul fatto che per qualche strana ragione non stesse indossando delle scarpe.

- ...Keita? Detective Keita? -

- Mmh...? C-certo, come dici tu Yu... Ultra Violet! - annuì convinto e spostò lo sguardo altrove, imbarazzato. - Vuoi che ti faccia portare, mh... una coperta? -

La ragazza scosse la testa e incrociò le braccia al petto. - Sto bene. Procuri delle coperte a loro due, piuttosto... -

- Sì, certo, ne avrei fatte portare alcune anche per loro, ovviamente. -

- Non deve preoccuparsi per lei, detective. - Ace si spostò al fianco della ragazza e le circondò la vita con un braccio. - La nostra Ultra Violet è molto più forte di quanto si possa immaginare. E nel caso in cui avesse freddo, ci penseremmo noi a scaldarla... -

Zero si sistemò dall'altro lato e le strinse la spalla in un abbraccio.

- ...E a rimanerle accanto in qualunque situazione, giorno e notte. -

Yulis si sentì tra due fuochi, letteralmente, immersa nell'imbarazzo e nel disagio più totali. Il detective bofonchiò qualcosa e poi si ammutolì, salutandoli con un cenno rapido della mano e spostandosi con gli altri agenti e le testimoni nella sala principale.

- Leo, dici che siamo stati un po' troppo diretti, questa volta? - Ace inclinò la testa di lato e l'altro dissentì animatamente.

- Se lui è talmente idiota da continuare a sbavarle dietro dopo tutto quello che è successo e soprattutto ora che è sposato, si merita questo e altro, Gareth. -

La ragazza si portò una mano a coprire il volto e sospirò.

- Ragazzi, dovete smettere di fare i bambini gelosi: dovreste cercare di andare d'accordo con lui, almeno quando siamo in servizio. -

- Ed è quello che facciamo, Yuls. È la sua gelosia ad essere immotivata: siamo i tuoi compagni di squadra, la tua famiglia... è normale essere affettuosi tra noi. -

- Certo, certo... come dici tu, Gareth. -

Yulis si perse a guardare altrove e portò le braccia incrociate al petto.

< Perché quello di poco fa non è stato uno stupido modo per "marcare il territorio", eh, nossignore... >

- Vorrei chiederti una cosa, Yulis. - Leo tornò ad impossessarsi della sua attenzione, distogliendola dai pensieri. - Cos'è successo prima con il Coniglio...? Sembrava ti conoscesse, vi siete già incontrati? -

La ragazza trasalì e scosse la testa. - No, mai. -

- Allora forse ti ha scambiato per qualcun'altra. Com'è che ti ha chiamata...? "Elise" o qualcosa di simile...? -

- Elyza. - precisò Yulis, iniziando a torturarsi insistentemente il labbro inferiore. Prese un grosso respiro e fissò i suoi due compagni di squadra. - "Elyza" era il nome di mia madre. -





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(1) Tanuki = procione; Usagi = coniglio; Kuma = orso; Kitsune = volpe; Neko = gatto; Yagi = capra; Saru = scimmia; Fukurou = gufo; Okami = lupo.

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