7.SECONDA PARTE


- Quanti sono?

E' quasi un sussurro, impercettibile. Faccio segno a Lily di tacere e striscio con le ginocchia accanto al foro d'entrata, abbassandomi per controllare. Fuori la strada è polverosa, come al solito. 

Ne conto uno. Un uomo, probabilmente sulla trentina. Strizzo le palpebre. Anche da qui, da questo minuscolo buco, riesco a scorgere la pece nei suoi occhi spalancati, non più umani. Poi, dietro di lui, un'altro. Stavolta è una donna. I capelli scuri sono incrostati di sangue rappreso, gli arti contorti in movimenti inumani. Serro la mascella. 

-Lily, sta giù- sibilo a denti stretti. Sento mia sorella strisciare dietro di me e circondarmi la vita con le braccia. Mi appoggia la testa sulla schiena e la sento trattenere il respiro.

-Mandali via, Eve!- sussurra.

Deglutisco amaramente. Dove diavolo sono finiti mio padre e Hunter? Non ho idea di come allontanarli. Di solito se ne occupa Hunter, gettandogli contro un pezzo di carne. Anche quella si sta esaurendo. Sono rimaste solo poche scorte, nel seminterrato, e la maggior parte servono a scacciare i cannibali.

Non posso dire a Lily che non so come mandarli via. Mi reputerebbe una codarda. Cosa che, in realtà, sono. Ma ammetterlo mi provoca sempre uno strano effetto alla bocca dello stomaco. Fin dal momento in cui è venuta al mondo ho desiderato essere il modello, per mia sorella, l'esempio da seguire, a cui ispirarsi. Forse lo sono stata, per qualche tempo. Ma adesso, in questo nuovo mondo, non credo di esserlo più.

Respiro profondamente, inmodo da concentrarmi. Si stanno avvicinando. Ogni secondo, sempre più vicini. Nonc'è tempo per prendere le scorte di carne nel seminterrato. Maledizione.

-Eve, fa qualcosa!- sussurra Lily terrorizzata.

-Lily, ti prego, devo capire...-

-Capire che cosa?

Mi blocco. Come mandarli via. Stanno quasi per uscire, queste parole. Ma qualcosa mi blocca. Un movimento, alle spalle dei due cannibali. Un braccio si alza, semisepolto dalla polvere, e si avventa nel collo della donna. Vedo la lama di un coltello trapassarlo da parte a parte, impregnata di sangue scuro. Trattengo un suono strozzato, incapace di proferire parola. E poi, attraverso la polvere, scorgo i capelli scuri di Hunter e, mentre abbatte il cannibale maschio, quelli castani di mio padre. Entrambi sembrano animati da una violenza inumana. Mi accorgo di aver spalancato gli occhi solo quando Lily parla di nuovo. –Che cosa sta succedendo?

-Loro sono...

Non so come dirlo. Morti? In teoria lo erano già prima che venissero pugnalati.

-Non sono più una minaccia, Lily – dico semplicemente, battendo le palpebre. Non sono più una minaccia, grazie a nostro padre e ad Hunter. Ancora non riesco a crederci. Non li avevo mai visti in quella veste, non ci avevo mai nemmeno pensato, che sarebbero stati in grado di compiere dei gesti talmente estremi. Ma sono grata loro per averlo fatto. 

Entrambi corrono verso il foro d'entrata, calpestando i corpi caduti a terra. Afferro le mani di Hunter e lo tiro dentro con forza. Cado all'indietro e, inaspettatamente, lui crolla sopra di me; la sua bocca finisce in prossimità dei miei occhi, ma io non me ne rendo conto fino a quando non abbassa lo sguardo sul mio, ansimando. –Hunter- sospiro, incredula. –Dovresti... ecco...-

Come se lo avesse capito solo in quel momento, lui fa leva sulle braccia e si solleva rapidamente, per aiutare mio padre ad entrare. Lui fa sempre più fatica perché ha una corporatura più robusta della nostra e ci entra a malapena. –Papà- esclamo. –Stai bene?

-Tutto intero- conferma, scrollandosi di dosso i residui di polvere dai pantaloni. – Qui è tutto a posto, a quanto vedo.

Rivolge uno sguardo a Lily, dietro di me e lei gli sorride, correndo ad abbracciarlo. –Ehy, pulcino!- 

Mia sorella gli si aggrappa talmente forte alla vita che per un attimo temo che possa spezzarlo. Sorrido e a getto le braccia al collo di Hunter. Quando lui mi affonda la testa nella spalla avverto uno strano impulso: quello di staccarmi e cercare il suo sguardo, di perdermici dentro. Cerco di scacciarlo, chiudendo gli occhi. Non so che cosa significhi, ma forse non voglio nemmeno saperlo. Mi basta che stiano bene, entrambi. Mi basta essere stretta tra le braccia del mio migliore amico e che, poco distante, mio padre stia cullando la mia sorellina.

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