8

Marco si avvicinò al tavolo poggiando sopra la presina, che vi aveva sistemato su precedentemente, la moka con dentro il caffè caldo. Appena in tempo prima di prendere un mezzo infarto nel sentire qualcuno molestare violentemente il campanello di casa:
-Arrivò!*- disse sbuffando e Vincenzo ridacchiò lanciando un'occhiata in direzione di Paolo:
-È Rosy- disse il biondo:
-Puoi scommetterci- borbottò l'altro andando ad aprire la porta d'ingresso. Paolo seguì Marco curioso ed agitato: in quel momento vedeva nell'amica la sua unica salvezza da quella strana situazione, ma la reazione dei due lo lasciava alquanto interdetto.
-Ciao, micetto!- trillò Rosy entrando in casa:
-Ciao, cucciola- le rispose Marco baciandola sulle labbra... e Paolo sgranò gli occhi.
-Ragazzino!- disse la giovane rivolta verso l'inglese: -Che diavolo hai combinato?- gli domandò e nel vederla entrare come un uragano dentro quella casa, Paolo si sentì piccolo e non più tanto al sicuro sotto la sua "tutela".
-E questo sarebbe il ragazzino?- domandò una voce maschile, resa ancora più bassa e marcata nell'accento senza interferenze date dai microfoni dei loro cellulari.
L'uomo entrò nel soggiorno e Paolo deglutì: era un bestione largo di spalle, alto molto più di lui e di Rosy, difatti quest'ultima gli arrivava a malapena al petto. Aveva i capelli acconciati in sottilissime treccine cornrows che gli sagomavano la testa e poi scendevano lunghe oltre le spalle, occhi nerissimi, un sorriso malizioso stampato in volto, la barba ben curata ad incorniciargli la mandibola. La sua pelle aveva lo stesso colore della cioccolata, ricoperta in buona parte da tatuaggi di ogni genere: teschi, animali, fiori, spesso circondati da black tattoo. Indossava una camicia senza maniche di un verde acceso e pantaloni a quadri neri e grigi.
-È un gran pezzo di figo, eh?- gli chiese Rosy facendolo sussultare. Il sorriso di Kev si fece più largo:
-Mi piace come mi guarda...- mormorò l'uomo e Vincenzo saltellò al fianco di Rosalia per poi stringerle le braccia intorno alla vita:
-Dovrai aspettare un po', mi sa.- disse rivolgendosi a Kev: -Ha avuto una notte troppo intensa per permettersi di farsi visitare dal coso enorme che hai tra le gambe- ed, a quelle parole, Paolo divenne bordò in viso mentre gli altri ridevano.
-La colazione- disse Kev porgendo a Marco un vassoio incartato:
-Era ora!- esclamò quest'ultimo e Rosalia sbuffò:
-Non è colpa mia, Micio! Lo sai che questo scemo ci mette tre quarti d'ora per prepararsi!-
-In realtà, abbiamo perso più tempo ad aspettare...- ribatté Kev e Vincenzo rise:
-Volevi proprio farlo morire?- chiese il biondo all'amica:
-Oh, suvvia! Non siete dei divoratori di uomini, volevo solo punirlo un po' per aver scopato con me e con voi! Nello stesso giorno, per giunta!-
-Io sarei qui...- balbettò l'inglese, pregando affinché una voragine si aprisse sotto i suoi piedi e lui venisse risucchiato lontano da lì.
Kev gli si fece vicino e gli sollevò il viso con due dita:
-Hai un colore degli occhi strano, ragazzino- sussurrò contro le sue labbra e Paolo sentì un brivido corrergli lungo la schiena...:
-Vero? L'ho notato anch'io- confermò Rosy, mentre Vincenzo si avvicinava ai due ragazzi per scrutare meglio gli occhi di Paolo:
-Sono incredibili- mormorò il biondo:
-Oh, mi avete fatto diventare curioso!- sbottò Marco avvicinandosi agli altri due:
-Cioè, ve lo siete scopati e non vi siete accorti di che colore ha gli occhi?-
-Primo, ci siamo scopati il suo sedere, non gli occhi- ribatté Marco alle parole della ragazza:
-Secondo, era tutto molto buio, avevamo le luci spente qui ed al locale sai com'è- continuò Vincenzo mentre Kev si godeva l'emozioni di sgomento ed imbarazzo che affollavano il viso di Paolo rendendolo paonazzo e riempiendoli gli occhi di una luce molto accattivante.
-Sono blu, ma anche verdi e vicino alla pupilla sembrano addirittura dorati- disse Marco:
-Sembra che tu abbia una spiaggia con il suo mare dentro agli occhi- disse Vincenzo e Paolo deglutì: Kev gli si avvicinò ancora di più e gli baciò piano prima uno e poi l'altro occhio:
-Mi intrighi sempre di più, ragazzino- gli sorrise e si staccò da lui di colpo e se non ci fossero stati Marco e Vincenzo attaccati a lui come due sanguisughe, probabilmente sarebbe finito sul pavimento: le sue gambe avevano preso a tremare già da un pezzo.
Marco gli diede una pacca sul sedere riscuotendolo dalla sua trance mentre seguiva con lo sguardo Kev andare in cucina seguito da Rosy:
-È il ragazzo della mia migliore amica, non ti innamorare- gli sussurrò dentro un orecchio e Paolo sussultò:
-Io non potrei... non volevo che tu pensassi...- cercò di dire, ma Vincenzo lo interruppe:
-Stai tranquillo. Kev fa a tutti quest'effetto. Deve ringraziare che Rosy sia sempre stata un'amante del sesso libero, altrimenti si sarebbe trovato in guai molto grossi perché, sì, Kev è innamorato follemente di quella pazza ed anche se gli piace il sesso, se a lei avesse dato fastidio, si sarebbe castrato pur di non tradirla e non farla soffrire-
-Quando l'ho conosciuta... pensavo che... beh, mi ha detto che nessuno le aveva mai detto di essere sexy- balbettò Paolo aggrottando la fronte. Marco e Vincenzo lo guardarono straniti:
-Nessuno della tua età, ragazzino- disse Rosalia tornando nel salotto e poggiando una spalla contro il telaio della porta che divideva la stanza dalla cucina. Incrociò le braccia sotto al seno e gli sorrise alquanto sinistra:
-In pratica... mi hai sedotto- disse Paolo e Rosy rise:
-Non ho mai avuto intenzione di abbandonarti, però- disse la giovane puntandogli contro un dito: -Sarò il tuo tormento finché non te ne tornerai a Londra-
-Londra?- domandò stupito Marco:
-Dannazione, Micio! Ma davvero, dici? Avete scopato tutta la notte!- esclamò la ragazza alzando le mani al cielo:
-Non chiediamo carta d'identità e storia della propria vita ai nostri amanti per una notte- ribatté l'altro aggrottando la fronte:
-Su questo sono d'accordo con lui- disse Vincenzo grattandosi il mento:
-In che senso?-
-Solo tu mischi sempre sesso ed amore- le rispose il biondo: -Io non potrei amare nessuno all'infuori di Marco: so bene che, tutti coloro che incontriamo, sono solo sesso, non potrebbero mai essere altro-
-Invece tu, seduci e ti fai sedurre troppo spesso...- aggiunge il moro seguendo nell'altra stanza Rosalia che li aveva appena mandati a quel paese con un gesto della mano.
-Tutto bene?- gli domandò Vincenzo facendogli scorrere una mano lungo la schiena: Paolo, finalmente, sentì la tensione abbandonare il suo corpo mentre quella carezza così confortante, gli dava la possibilità di sciogliere i muscoli e tornare a respirare con più calma. Annuì: -Lo so che sembriamo dei matti mezzo ninfomani. Ma non devi avere paura: siamo solo persone intelligenti a cui non spaventano i propri impulsi sessuali. Finché si è tutti consenzienti e si usa il preservativo, il sesso non fa male a nessuno.-
-Solo alla tua immagine in società- borbottò Marco tornando nel salone ed abbracciando la vita di Vincenzo prima di stampargli un bacio sulle labbra:
-Avete litigato?- chiese il biondo e l'altro annuì piano nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Vincenzo gli circondò la schiena con le braccia:
-Agli altri sembra meno scandaloso ammazzare di botte qualcuno rispetto a due uomini che si baciano. Questo conferma il fatto che loro siano marci, loro, non di certo noi-
Paolo annuì con un sorriso tirato.
Era esausto: il sesso, il concerto, il viaggio, tutte quelle situazioni strambe all'interno delle quali si era ritrovato da quando aveva lasciato Londra.
E non aveva neanche chiamato i suoi genitori per dirgli di essere ancora vivo.
Sospirò e guardò i due ragazzi abbracciati con un po' d'invidia: certo, Rosy aveva anche avuto ragione a definirlo un "accalappia sesso", lo era anche in lingua originale, non solo a Palermo; semmai, aveva scoperto di esserlo anche fuori dalla sua terra natia. Il sesso, nella vita, non gli era mai mancato.
Ma, a differenza delle due coppie presenti in quella casa, aveva sempre visto questo suo modo di vivere la vita come un qualcosa di passeggero: una volta adulto, pensava si sarebbe calmato, che sarebbe cambiato ed avrebbe smesso di fare sesso a destra ed a manca. Perché lui la vedeva come una cosa sbagliata: perché non pensava che avrebbe finito per dare una buona impressione di sé se fosse venuta fuori quella parte della sua vita alla luce del sole. Temeva che gli altri avrebbero finito per tacciarlo come il "perverso" e che si sarebbero fermati lì, alla superficie, limitando la sua possibilità di fare conoscere ad essi anche il resto di sé.
Era combattuto: voleva essere se stesso, ma era terrorizzato di esserlo.
Voleva essere libero, ma aveva paura che la sua libertà finisse per diventare la sua gabbia.
Desiderava vivere una vita che fosse sua, ma temeva che ciò lo avrebbe condotto verso una vita vuota, piena di solitudine.
E gli mancava qualcuno che lo capisse, che non lo giudicasse, che semplicemente lo abbracciasse e lo accettasse per quello ch'era.
Come se avessero sentito i suoi pensieri, Marco alzò la testa circondando il collo di Vincenzo con un braccio, mentre il biondo abbracciava la vita del compagno ed entrambi allungavano una mano in direzione di Paolo. Il ragazzo rimase sorpreso, ma i loro sorrisi lo rassicurarono: avevano ragione, non c'era nulla di male in ciò che avevano fatto.
Nessuno di loro ne stava soffrendo.
Nessuno di loro ne stava piangendo.
Nessuno di loro sembrava essersene pentito.
A loro stava benissimo così com'era andata, perché... era giusto, per loro, e non era importante che lo fosse anche per qualcun altro quando, di tutto quello che era successo quella notte, doveva importare proprio solo a loro tre.
E si lasciò abbracciare dagli altri due.

*-È arrivata!-

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top