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Paolo si svegliò intorpidito e con la bocca impastata. Tentò più volte di districarsi tra le lenzuola sino a quando il sonno non abbandonò completamente il suo corpo e si rese conto che no, non erano le lenzuola del letto a tenerlo legato in quella posizione.
Aprì gli occhi di scatto sentendo il cuore iniziare a martellargli nel petto. Diede una rapida occhiata alla stanza mentre la consapevolezza ed i ricordi della sera precedente si facevano prepotentemente strada nella sua mente: deglutì più volte ritrovandosi incastrato tra i due ragazzi che aveva incontrato al concerto della band di Valentina.
Ricordava perfettamente la notte di fuoco ed il sesso pazzesco sino all'alba, ma adesso i dubbi avevano preso il posto dell'euforia e tutta l'adrenalina era defluita dal suo corpo sostituita dal panico: non ne aveva motivo, ne era consapevole. I due non l'avevano messo in pericolo in alcun modo e nulla l'avevano costretto a fare. Però, in quel momento, si sentì troppo in imbarazzo per attendere il loro risveglio lasciando che lo trovassero avvolto tra le loro braccia ed incastrato tra le loro gambe, per giunta, nudo. Era assurdo: l'avevano baciato, leccato, morso ovunque, esplorato ogni angolo del suo corpo in modi che non aveva mai sperimentato sino a quella notte. Era stato pazzesco, l'avevano reso il centro delle loro attenzioni, tutto era ruotato intorno a lui e l'avevano fatto sessualmente impazzire come mai nessuno prima.
Sospirò piano senza riuscire a farsi scivolare di dosso quel terribile imabarazzo: non sapeva come funzionasse da quelle parti, ma sparire dopo il sesso occasionale, senza neanche salutare, credeva che fosse una cosa tipo... universale, ecco, ed iniziò a liberarsi la parte superiore del corpo togliendosi di dosso mani e braccia. Si sedette sul letto e cercò di fare altrettanto con la parte inferiore, per poi scivolare verso il basso e scendere dal letto senza svegliare gli altri due. Afferrò velocemente i vestiti sparsi un po' dappertutto, recuperò le scarpe che aveva abbandonato all'ingresso la notte prima, si rivestì velocemente, e corse fuori dal loro appartamento; scese le scale di corsa e si ritrovò per strada e gli prese un colpo: non aveva la più pallida idea di dove si trovasse.
Si portò le mani ai capelli incrociando le dita dietro la nuca, guardandosi intorno sempre più spaesato.
Non ricordava il nome della strada in cui era sito il suo albergo e comprese di avere solo una possibilità per tirarsi fuori da quel pasticcio.
-Pronto?- rispose Rosalia al quarto squillo.
-Rosy! Oh my God! Finalmente!-
-Senti Paolo, se hai chiamato per ieri...-
-No!- la interruppe il giovane: -Cioé, mi è dispiaciuto che tu sia sparita dopo, ma...-
-Ma io avrei anche un ragazzo, Paolo- lo interruppe Rosy ed il giovane sgranò gli occhi per la sorpresa dimenticandosi per un attimo dei suoi guai:
-Come?-
-Così, da nove anni circa-
-Cosa?!- tuonò il giovane: -Perché non me l'hai detto?-
-Perché non me l'hai chiesto-
-Ma che c'entra! Così è come se mi avessi usato per tradirlo!- Rosy si lasciò andare ad una risata divertita prima che il ragazzo captasse strani rumori e la voce di Rosalia venisse sostituita da quella di un uomo:
-Tranquillo, bambino. Non sei il primo ed ad oggi, non sarai l'ultimo- disse la voce con uno strano e marcato accento straniero.
-Sentito?- gli chiese Rosalia riappropriandosi del cellulare:
-Io ed il mio ragazzo abbiamo una relazione aperta tipo da... sempre. Ed al momento, ci sta benissimo così- Paolo era troppo sconvolto per approfondire la vita amorosa della sua nuova amica:
-Okay...- mormorò: -... io sono nei guai- disse con voce che tremava un po'. Sentì Rosy sbuffare:
-Che hai combinato, ragazzino?- gli chiese e l'inglese arrossì furiosamente:
-Sono stato ad uno spettacolo di musica live, ti avevo scritto ieri sera se ti andava di venire, ma tu non...-
-Sì, non ti ho risposto, dato che stavo con Kev, ma smettila di girarci intorno e sputa il rospo- Paolo immaginò che "Kev" fosse il ragazzo di Rosy.
-Sono finito a letto con due ragazzi. Sono sotto casa loro e non ho la più pallida idea di dove mi trovi- disse tutto d'un fiato. Rosalia rimase in silenzio qualche secondo prima di assimilare le sue parole e lasciarsi andare all'ennesima risata:
-Tu sei un'acchiappa sesso di prima categoria!- esclamò divertita e prima che potesse ribattere in qualsiasi modo, Paolo sentì dei mormorii e poi Rosalia tornò a rivolgersi a lui: -Kev sta diventando curioso... se continui così, finirà per volerti assaggiare anche lui- il giovane sbiancò: "In che diavolo di giro sono finito?" pensò: -Comunque, mandami la tua posizione che veniamo a recuperarti-
-Veniamo?- domandò titubante Paolo, anche se aveva capito benissimo a cosa si riferisse la ragazza:
-Assolutamente, io e Kev, in auto, con l'aria condizionata. Grandioso!- esclamò e chiuse la comunicazione senza dare il tempo all'altro di ribattere. Paolo sospirò ed inviò la propria posizione a Rosalia. Si guardò intorno cercando un posto dove stare nascosto ed al sicuro sino a quando la ragazza non fosse giunta a recuperarlo, ma il suo telefono squillò nuovamente facendolo sobbalzare:
-Descrivimi i due tizi che ti sei scopato- sbottò Rosalia e Paolo trasalì:
-Belli, alti più di me, sui venticinque/trent'anni. Un look misto tra il punk ed il metal, uno più punk l'altro più meta...-
-Occhi e capelli- lo interruppe la ragazza:
-Quello più alto, quello più punk, con i capelli neri e gli occhi chiari, tipo grigio molto chiaro, l'altro biondo con...-
-Con gli occhi verdi- lo interruppe nuovamente Rosy:
-Sì- confermò Paolo: -Come fai a...-
-Sei a casa di Micio e Vicio, i miei migliori amici- Paolo sgranò gli occhi: -Si può sapere come fai, ragazzino?!- gli domandò poco dopo incredula:
-Sto incominciando a spaventarmi...- mormorò Paolo sentendo un groppo stringergli la gola. Rosalia sospirò:
-Beh... non c'è nulla di cui stupirsi: quelli come noi sono pochi in città, si riuniscono quasi tutti al locale dove sei stato ieri sera, ho visto l'indirizzo che mi hai mandato per messaggio, è quello. E quasi tutti provengono dai licei d'arte, uno dei quali ho frequentato anch'io anni orsono, insieme ai ragazzi con cui hai fatto sesso stanotte-
-Ah- disse semplicemente Paolo:
-Eh, ci conosciamo un po' tutti tra di noi. Tipo, come se fossimo una qualche "sotto comunità". Resta di fatto che sono bravi ragazzi e ci resteranno male se non farai colazione con loro!- tuonò alla fine Rosalia: -Quindi, vedi di riportare il tuo bel culo in quella casa. Ci vediamo tra un po'-
-Ehi...! Aspet...- ma ancora una volta Paolo non ebbe tempo di finire la sua frase.
Rimise il telefono in tasca e sospirò. Che diavolo gli stava succedendo? Com'era possibile che fosse finito, nello stesso giorno, a letto con tre persone diverse, ma tra di loro connesse? Quale tiro mancino gli stava orcheatrando quella città? Scosse la testa e si ritrovò a seguire "l'ordine" di Rosalia.
Rientrò nel condominio e stava per giungere al pianerottolo dove si trovava l'appartamento dei due, quando la porta d'ingresso di casa loro venne aperta ed il biondo fece capolino sul pianerottolo. Lo vide ed incrociò le braccia sul petto:
-E quindi... volevi scappare senza salutare- disse quello con un sorrisino malefico ad incurvargli le labbra. Paolo arrossì:
-Mi dispiace, io...-
-Tranquillo...- disse il moro affiancando il biondo: -... quella pazza mi ha appena telefonato. Stanno portando la colazione. Su, entra, che nel frattempo prepariamo un po' di caffè- Paolo rimase ad osservare i due ragazzi: stropicciati di sonno, con i capelli in disordine, struccati e con solo dei logori pantaloni di tutta addosso e... sì, erano così meravigliosi, che non fu in grado di rifiutare la loro proposta e come un docile cucciolo, li seguì dentro casa.
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