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Ma non ebbe tempo di terminare il movimento, perché Rosy gli afferrò i capelli sulla nuca con una mano e voltò il viso nella sua direzione infilandogli la lingua in bocca.

Paolo sgranò gli occhi per la sorpresa, ma durò il tempo di un battito di ciglia che subito venne sedotto dal sapore della sua bocca ed iniziò a ricambiare il suo bacio.

Si staccarono poco dopo con un sonoro schiocco e Paolo sentì le tempie pulsare mentre la sua erezione premeva sempre più costretta dentro i pantaloni: era giovane, gli bastava poco per infiammarsi.

-Andiamo nel tuo albergo- sussurrò Rosy al suo orecchio con voce sensuale e Paolo sentì la pelle del collo incendiarsi e ricoprirsi di brividi di piacere. Era certo che fosse diventato più rosso di un peperone, ma si limitò ad annuire cercando di apparire risoluto e sicuro.

La strada di ritorno verso l'albergo gli sembrò molto più corta rispetto all'andata: vuoi perché il pollice della mano che Rosy teneva stretta intorno alla sua, gli comprimeva quel punto preciso in cui era possibile sentire le pulsazioni del cuore, vuoi perché l'eccitazione stava velocemente prendendo possesso di lui scivolando come lava bollente in ogni angolo del suo corpo ribollendogli il sangue nelle vene.

Sta di fatto che, nel giro di pochi minuti, si ritrovarono nella sua stanza d'albergo.

Rosy chiuse la porta alle loro spalle e si fiondò sulle sue labbra, Paolo contraccambiò il bacio della ragazza abbracciandole la vita e stringendola maggiormente a sé.

Le accarezzò la pelle della schiena sollevando la t-shirt che indossava fermandosi con le dita a giocare con i gancetti del reggiseno: sin dal primo istante in cui si erano incontrati aveva desiderato follemente affondare il viso e le mani nella morbidezza del suo petto, ma temette che aprile subito il reggiseno mentre erano ancora vestiti e si stavano "semplicemente" baciando, l'avrebbe fatta indispettire.

Si allontanò riluttante dal suo reggiseno stringendo le mani sui fianchi morbidi, esplorò ogni angolo della sua bocca con la lingua sentendo il respiro strozzasi nella gola, dovettero allontanarsi l'un dall'altra per riprendere fiato e ne approfittarono per sfilarsi le magliette.

Rosy aveva le pupille dilatate per l'eccitazione, il viso arrossato e le labbra gonfie e lucide, era uno spettacolo mozzafiato ed a Paolo montò in petto una voglia selvaggia di farla sua.

Prese a baciarle il collo ridisegnando con le mani il reggiseno di pizzo nero che la ragazza indossava sentendo la ruvidezza del tessuto contro le mani, apprezzandone il contrasto con la pelle pallida della giovane, desiderando ardentemente di liberare i suoi seni da quella prigione.

Le leccò la curva della spalla scendendo verso la clavicola poco pronunciata a causa del seno abbondante e poi tracciò un percorso lento ed umido sulla sua pelle seguendo la linea morbida al centro del suo petto: abbassò le coppe del reggiseno stringendo, finalmente, i seni tra le sue mani tremanti di desiderio.

Con la bocca scese a mordicchiarle il seno sinistro sentendola gemere di piacere, succhiò, leccò ogni millimetro di pelle sino a prendere tra le labbra il capezzolo duro. Rosy si fece scappare un urletto eccitato, lo sospinse delicatamente lontano da sé contro il letto, lo fece distendere sulla schiena e salì a cavalcioni sul suo bacino: i capelli scompigliati che le ricadevano sulle spalle, la pelle pallida ed arrossata sul viso e collo, gli occhi febbricitanti di desiderio, i seni liberi dalle coppe, ma allo stesso tempo costretti e protesi dal reggiseno... e Paolo sentì la propria erezione pulsare dolorosamente.

La ragazza iniziò a muovere il bacino contro quello del ragazzo facendo sì che le loro intimità si accarezzassero nonostante la tanta e fastidiosa stoffa che ancora le divideva.

A Paolo scappò dalle labbra un piagnucolio di frustrazione che subito la ragazza soffocò con un bacio. Iniziò a far vagare le mani sul suo petto, mentre la lingua usciva dalla bocca dell'altro ridisegnando sensualmente i contorni delle sue labbra, del mento, mentre Paolo buttava la testa indietro e Rosy gli leccava il collo per poi mordicchiare il suo pomo d'Adamo.

Le mani presero a tracciare la linea degli addominali del ragazzo appena accentuati nel suo corpo ancora adolescente, finendo per arrestare la propria escursione nei pressi del limite imposto dai suoi jeans.

Rosy protese il sedere lasciandosi scivolare indietro, sino a ritrovarsi inginocchiata sul pavimento. Paolo si sollevò sui gomiti puntellandosi sul letto e vide le mani dalle lunghe unghia nere di Rosy, trafficare con la cerniera dei suoi jeans. Pochi secondi dopo ed emise un sospiro di sollievo sentendo la pressione sulla sua erezione cedere un po'... e lo stupore lo travolse quando la ragazza gli strattonò con forza jeans e boxer abbassandoglieli di colpo sulle caviglie.

Gli sfilò le scarpe da tennis ed i calzini, fece scivolare via i vestiti attorcigliati alle caviglie e lo lasciò lì, alzandosi da terra ed allontanandosi di un paio di passi per fissare tutta la perfezione mascolina del ragazzo totalmente alla sua mercé.

Frugò velocemente nella tasca esterna della sua valigia e ne estrasse un preservativo:
-Regalo di mio fratello- disse ed entrambi si sorrisero un po' imbarazzati.

Rosy si passò la lingua tra le labbra e piano tornò su i suoi passi mentre si andava sfibbiando i jeans neri lasciandoli scivolare sulle cosce tonde, ma sode, stringendo la bustina del preservativo tra i denti. Era tutta soda e piena, nonostante i suoi chili in più, non c'era nulla in lei di stonato, era perfetta ed eccitante, sensuale ed arrapante.

Tolse i jeans rimanendo con addosso solo il reggiseno mezzo aperto e gli slip di pizzo nero che lasciavano davvero poco all'immaginazione: la vide aprire la bustina e afferrare delicatamente il suo membro: Paolo tremò selvaggiamente a contatto con le mani di lei mentre gli infilava delicatamente il preservativo.

-Ma...- incominciò col dire il ragazzo temendo di stare per dire una qualche cazzata che avrebbe potuto indispettire la sua compagna di viaggio, solo che, la curiosità di sapere premeva contro la sua lingua e cercò quindi di soddisfarla usando parole il più possibili misurate: -... ma tu... vai in giro sempre così... vestita così sexy?- Rosy si lasciò andare ad una risatina. Bene, non l'aveva offesa:

-È il mio stile, indosso solo cose che mi piacciono: non vedo perché dovrei farlo solo in determinate occasioni. Ho solo vestiti neri e lingerie di pizzo nero, perché indosso solo questo genere di cose. Non lo faccio perché penso di poter essere sexy, anzi, sei il primo a dirmelo, lo faccio perché  mi piace-

Paolo deglutì sonoramente:
-Solo un coglione potrebbe pensare che tu non sia sexy- un'ombra scese sul viso della ragazza:

-La mia non è una bellezza alla moda... non vesto una trentotto- Paolo si alzò dal letto e le andò incontro abbracciandola e sentendo le loro pelli aderire alla perfezione.

Le sfibbiò il reggiseno e le abbassò le mutandine, fece un passo indietro ed incominciò a baciarle una guancia bollente:
-Sei bellissima- le sussurrò contro un orecchio. Le baciò il collo, scivolò con la lingua tra i suoi seni: -Sei perfetta- disse stringendo delicatamente i seni tra le mani, tastandone la squisita morbidezza: -In ogni tua curva... perfetta- le baciò prima uno e poi l'altro seno mentre Rosy, con le lacrime agli occhi, affondava le mani tra i suoi capelli.

Si avvicinarono nuovamente al letto, ma questa volta fu lei a stendersi di schiena sul materasso. Paolo le schiuse le gambe con un ginocchio: -Così sensuale...- mormorò guardandola negli occhi prima di scendere a mordicchiarle il lobo di un orecchio ed iniziando ad esplorare con le dita di una mano l'intimità tra le sue cosce: Rosy inarcò la schiena lasciandosi scappare un gemito e, la sua voce arrochita dal piacere, mandò fuori di testa Paolo:

-Non resisto...- balbettò contro un suo orecchio e subito il fiato gli si mozzò in gola: guardò verso la parte bassa dei loro corpi e vide la mano della ragazza avvolta intorno al suo membro turgido:
-Non resistere...- gli sussurrò contro una guancia accompagnando il membro del ragazzo verso la sua intimità.

Paolo la penetrò delicatamente sentendo l'intero corpo tremare, sentì le sue mani sulla schiena accarezzargli ogni centimetro di pelle sino a scendere sul suo sedere e stringerlo forte spingendolo contro di sé: entrambi urlarono completamente uniti ed il giovane iniziò a muoversi dentro di lei mentre tutto intorno a loro spariva e restavano solo loro due, i loro ansimi, i respiri sempre più corti, l'eccitazione ormai alle stelle, le spinte sempre più irruente ed umide.

Rosy gli strinse il viso tra le mani cercando la sua bocca e Paolo non si fece desiderare, penetrò le sue labbra con la stessa irruenza con cui la stava possedendo tra le cosce mandandola in visibilio, ed inarcò la schiena annebbiato da un lampo di puro piacere che gli annebbiò la vista nel sentire le sue unghie piantarsi nella carne tesa delle spalle.

La sentì urlare e contorcersi sotto di lui e ricadde totalmente esausto sul corpo di lei: entrambi ancora incastrati alla perfezione.

-Minchia...- mormorò la ragazza con il fiato corto:
-Lo devo prendere come un complimento?- le chiese sollevando il viso con riluttanza dal suo petto per poterla guardare negli occhi:

-Non me l'aspettavo...- disse Rosy:
-Dovrei sentirmi offeso?- chiese Paolo guardigno mentre si sfilava delicatamente dal suo corpo, toglieva il preservativo e lo andava a buttare in bagno.

Al suo ritorno trovò Rosy sollevata sui gomiti che lo fissava curiosa ed un po' divertita:
-Pensavo fossi gay- disse accarezzandosi sensualmente i lati dei seni con le unghia dei suoi indici: Paolo divenne paonazzo:
-Perché?- balbettò:
-Ho una specie di radar per questo genere di cose... metti mio fratello: ho capito ch'era gay prima che lo ammettesse lui con se stesso- Paolo rimase in silenzio per qualche secondo:

-Mi piacciono di più gli uomini, ma... anche le tette, tanto- ammise alla fine. Rosalia si lasciò ricadere sul letto ridendo:
-Bingo!- esclamò e Paolo sorrise correndo ad accoccolarsi al suo fianco.

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