Gli occhi colsero ciò a cui le orecchie non credettero. Quel suono familiare, una voce sospirata nelle orecchie così tante volte da accorgersi, al suo ritorno, quanto a fondo fosse stata inconsciamente radicata.
Le dilatate pupille del sonno colsero una figura. Capelli corvini a perdersi nella penombra del giardino sul retro.
La guardava. Rovistava nei ricordi di Faith facendo riaffiorare in superficie anche i meno piacevoli.
« Cosa vuoi? » chiese spazientita.
« Solo parlarti! »
Non un accenno di rabbia o di severità. Solo l'implorante richiesta di una colpa distante.
Non sarebbe stata certo una seconda occasione. Troppe e troppo spesso. Le possibilità si erano esaurite mesi prima. L'ultima era stata spesa quella notte in cui la polizia trovò cocaina nella Chevy.
« Per noi è tardi Matthew e, per me, le sei di mattina troppo presto! »
« Ti ho aspettata! »
« Nessuno te lo ha chiesto! » urlò sottovoce.
« Non sono più quello di un tempo! »
« L'ho già sentita questa, ed anche di recente! Nessuno cambia! »
« Concedimi solo la possibilità di spiegare! » pregò lui.
« Non mi hai cercato per mesi... perché dovrei? »
« Sapevo che non volevi parlarmi ma io ho sempre chiesto informazioni a tua madre! »
« Non mi ha mai detto nulla... »
« Ciò non toglie che io mi sia preoccupato. Ti ho lasciato i tuoi spazi lavorando su me stesso! Mi sono disintossicato. Non tocco più alcool da quando te ne sei andata! Sono diverso... per te! »
Possibile che la madre le avesse mentito? Possibile l'avesse protetta da Matthew non rivelandogli quelle richieste di informazioni? In fondo, Cece stessa l'aveva spinta a scappare da quel ragazzo rifugiandosi a North Windfield. Ma la domanda principe era un'altra: le persone cambiano davvero?
« Dammi due minuti... » capitolò Faith in conclusione.
Qualcosa più forte di lei. Non lo avrebbe ammesso mai. La sua parte combattiva e rancorosa lo avrebbe negato fino alla morte. Ma, aprendo quella finestra, Faith aveva riaperto una vecchia strada, una strada dissestata e dalle rovine che occupavano il passaggio. Una strada che portava al suo cuore.
Un paio di jeans ed un cappotto sopra al pigiama.
Non si preoccupò più di tanto della sua apparenza. L'aspetto doveva ricalcare il suo distacco.
Con mano tremante aprì silenziosa la porta sul retro.
« Ciao Faith! » la salutò appoggiato al tronco dell'abete in giardino.
« Buongiorno Matt. »
« Mi sembra una vita che non ti vedo! »
« Già. »
Spazio. Cinque metri che rimasero immutabili tra loro.
« Ti ricordi quando mi arrampicavo fino alla finestra di camera tua? »
« Cosa vuoi Matthew? »
« Solo farmi vedere da te! » disse uscendo dall'ombra dell'albero.
Ciò che vide non fu ciò che la sua rabbia attendeva. Una figura sconosciuta, un Matt nuovo, distante anni luce da quello sciatto e sregolato ragazzo che tanto male le aveva fatto.
I capelli lunghi fino alle spalle erano stati nettamente accorciati per far spazio ad un corto taglio che meglio si abbinava al suo ovale così dolce e levigato. Vispi e svegli occhi azzurri brillavano nella fioca luce del mattino, oramai liberi dalle occhiaie delle quali droga, alcool e mancanza di sonno erano forieri.
Scarpe da skater e tute extra large, avevano ceduto il posto a scarpe scamosciate, jeans di marca e maglioni dalle maniche sollevate fino al gomito.
« Non hai freddo? » chiese Faith mostrando noncuranza verso quel cambiamento.
« Affatto ora che ci sei tu. »
Colpevolizzarsi. Biasimare il proprio io. Stigmatizzare la propria persona, rea di provare piacere in quelle parole ed in ciò che gli occhi imparavano.
Non hai tempo per lui Faith! Devi trovare Harry!
« Mi fa piacere vedere che hai cambiato il modo di vestire... »
« Non solo quello Faith! Sono mesi che lavoro su me stesso. Mesi iniziati quando tu, senza una parola, hai deciso di scappare lontano da tutto, lontana da me. Non mi fraintendere: sono contento tu l'abbia fatto. Sono felice che tu abbia abbandonato quello stupido Matthew per il quale i giorni erano tutti uguali e l'alcool mescolava la sua puzza al sangue. Gli è servito davvero. Quella mattina di fine luglio, è stata anche la sua fine. Per questo, nonostante le lacrime, ora sono contento e ti ringrazio della tua scelta. Come ti ho detto ho trovato un mio equilibrio lontano da cocaina e vodka, ho avuto modo di stare con altre ragazze che mi hanno aiutato a capire quanto dolore io ti abbia inferto, ho cambiato il modo in cui lo specchio mi rifletteva non solo grazie ai vestiti ma trasformando la visione che i miei occhi avevano del mondo. Ci rifugiavamo in quelle sostanze per fuggire ad una realtà che non ci apparteneva o, che forse, non eravamo in grado di apprezzare. Ma la tua partenza è stato lo schiaffo di cui avevo bisogno e tutto ciò che ho fatto, tutto ciò per cui ho sudato e sofferto, è stato per essere finalmente degno di te. »
Non ci fu bisogno di riflettere. La decisione da prendere solo una.
« Matt... sono felice per te ma come tu sei andato oltre "noi", anche io sono cambiata ed ora le mie priorità sono altre. Non mi tratterrò a lungo. »
« Lo so. Non sono qui per chiederti qualcosa in cambio. Sono qui semplicemente per mostrarti cosa l'amore è stato in grado di fare. »
A... amore?
« Ti confondi. Tra noi era sesso. »
« Il più delle volte sì. » rispose sorridente. « Ma per me c'era dell'altro. »
Situazione difficile che imponeva un'altrettanta difficile fuga.
« È stato un piacere incontrarti di nuovo. » chiosò Faith.
Il suo sorriso non smise di brillare mentre il sole faceva capolino oltre l'orizzonte illuminando il tetto dell'abitazione.
Sapeva che era ancora lì mentre tornava verso la porta di casa. Riusciva a percepire il suo sguardo bruciarle la schiena. Poi rumore di passi che si allontanavano.
Resisti Faith! Resisti!
« Matt! »
Egli si voltò.
« A quale ragazza ti riferivi? »
« Susie Donovan! »
« Susie Donovan? La stessa spocchiosa cheerleader che mi ridicolizzava per la mia povertà? La stessa a cui tante volte hai bucato le ruote della macchina perché mi sputava nel piatto e per quanto piccola mi faceva sentire di fronte agli altri? »
« Lei c'era per me. »
« Ma sbaglio o era lei che ci chiamava: "Pezzenti cocainomani"? »
« Ma lei c'era per me. Almeno fino ad una settimana fa. »
« Vi siete lasciati? »
Faith! Che cavolo stai facendo?
« Sì. Ascolta Faith ti chiedo solo quattro giorni per mostrarti il vero me, colui che hai contribuito a creare. »
« Non so... devo ripartire oggi... »
« Tre giorni e poi sarai libera di tornare da chiunque ti stia aspettando. »
Ammesso che mi stia aspettando...
« Posso concederti la giornata di oggi! » offrì.
« Oggi e domani! » insistette Matthew.
Cosa mai potrà succedere in due giorni?
« Va bene! »
© G.
Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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