Una giornata...particolarmente no

Juvia Pov's
Quella notte stranamente riuscii a dormire, mi svegliai solo la mattina seguente ma quando provai a muovermi non ci riuscii, i miei occhi ci misero un po' a mettere a fuoco...
"Cosa...che ci faccio qui?" Accanto a me c'era Ivan a torso nudo con le braccia avvinghiate ai miei fianchi e le mie erano attorno al suo collo...
"Che...che ci faccio io qui?"
Provai a muovermi ma avevo paura di svegliarlo, i capelli spettinati gli coprivano la fronte, il suo respiro era calmo e lento e la sua espressione era finalmente tranquilla e rilassata...
"E pensare che sei anche carino quando non mi parli male" bisbigliai ma sentii qualcosa che mi toccava la schiena, qualcosa di simile a...un paio di mani...ed infine realizzai "perché sono petto nudo...che fine ha fatto la mia canotta!" quel gridolino bastò per farlo alzare di scatto, tolse un coltello da sotto il cuscino e per lo spavento caddi dal letto.
"CHI VA LÀ!" gridò alzandosi "Juvia?" chiese preoccupato
"Sono qua giù!"
"Hei...ciao Juv- cioè Lattina...che ci fai lì?"
"E tu cosa ci fai nudo nel mio letto!?"
"Sei tu nel MIO letto e stai tranquilla che indosso i pantaloni"
"Perché mi hai portata nel tuo letto!?"
"Perché hai paura dei fulmini"
"Perché sei pieno di lividi?"
"Perché scalci e tiri pugni mentre dormi"
"Non è vero!"
"Si, come no..." disse mentre si alzava
"Non è vero, tu menti, non sono così animale come te..." dissi imbronciata "e adesso si muova a prepararsi che io ho bisogno dell'acqua già calda"
"Va bene Lattina dittatrice..." mi aiutò a rialzarmi
"Come mi ha chiamata?" chiesi aggressiva
"Lascia perdere angelo mio..." disse sbadigliando ed accarezzandomi il viso
"Co...cosa?" chiesi sconvolta ma speranzosa di riascoltare quelle due parole
"Va bene! Ti ho dato della dittatrice...tagliamola corta..." disse mentre se ne andava
Andò in bagno e sentii l'acqua scorrere, ci mise cinque minuti ed uscì quasi tirato a lucido, doveva solo indossare la sua uniforme e sarebbe stato pronto a partire.
Entrai con i vestiti in mano e aprii l'acqua della doccia che era già calda, odiavo aspettare, mi misi sotto il getto e guardando in alto ripensai a ciò che era successo...
"Non tiro pugni nella notte e non ho paura dei fulmini, no...forse un pochino...no! E poi come osa darmi della dittatrice...per poi chiamarmi angelo mio..." arrossii e mi strinsi le braccia attorno al petto fino alle spalle "...se solo me lo dicessi più spesso...cretino...non sai quanto mi..." mi resi conto di ciò che stavo dicendo "Juvia? Seriamente? Scherzi o ti sei fritta qualche circuto?" mi diedi due pacche sulle guance e finii di lavarmi, mi tirai a lucido ed uscii preparata per andare al lavoro...questa volta senza incidenti...
Andai in cucina e quasi ci rimasi sconvolta, apparecchiato per due in maniera elegante ed una rosa accanto al mio posto...
"Ah Juvia! Che ne pensi dei waffle?"
"Ecco...ehm io..."
"Ok, non mi importa"
"Non le importa? Menefreghista come al solito signore?" chiesi quasi rassicurata dal suo solito comportamento
"No, non è che non me ne freghi di te, è solo che o facevo i waffle...o facevo i waffle...oppure mangiavamo aria ed acqua, non ho comprato niente per fare colazione, adesso capisco perché ho speso meno del solito..."
"Signore...ma si sente bene?"
"Sì perché?"
"Ha per caso uno strano malore, si sente mancare o è reduce da qualche malattia?" chiedevo mentre annusavo la piccola rosa bianca
"No...mi sa proprio di no" rispose sorridendo
"Lei è diventato troppo gentile di punto in bianco e vorrei delle spiegazioni..." dissi diffidente mentre mi sedevo
"Non so proprio, forse non sono così cattivo come pensi..." disse mentre mi porgeva un piatto di waffle con la marmellata
"Mi dia i suoi!" ordinai con un ghigno malefico in volto
"Va bene..." scambiò i piatti "...ma perché?"
"Per me nel mio piatto mi ha messo ancora la salsa piccante, non pensi che sia così ingenua! Buon appetito!" addentai lo waffle
Lo guardai con aria di sfida, lui mi guardò con indifferenza e poi si mise a mangiare come se nulla fosse, anzi, finì prima di me e lavò il piatto "allora Signorina Diffidenza? Ci decidiamo a mangiare o continuiamo a guardarmi sconcertata?"
Imbarazzata a causa della figuraccia mi alzai e me ne andai senza finire, c'era qualcosa che non quadrava, tantissimo che non quadrava!

Partimmo dieci minuti dopo per andare al lavoro e per tutto il viaggio restammo in silenzio, immaginai che forse c'era qualcosa come un progetto di cui voleva vantarsi e che voleva sbattermi in faccia, sì, doveva essere così!
Arrivammo e scesi mentre lui andava a parcheggiare, mostrai il mio tesserino ed entrai, procedetti lungo il corridoio ed entrai nei laboratori 17 in cui avremmo dovuto operare oggi.
Tutti mi guardarono male vedendomi arrivare, nessuno mi salutò e sentii pure qualche insulto sotto voce ma non sprecai tempo a ribattere o aumentare il mio udito, presi dei fascicoli con sopra "Riservato; consegnare a Ivan Kirkhoff" e li aprii iniziando a leggere.
"Mettili giù! Ammasso di ferraglia!" disse Knel strappandomeli di mano
"Hei! Stai al tuo posto che qua conto più di te!"
"Ah davvero? E se non facessi il bravo? Mi denunceresti al tuo superiore?"
"E anche se lo facessi?"
"Darebbe ragione a me in qualcuno caso! Ferrovecchio!" concluse ridendo coi suoi collegli e poggiando i fascicoli sulla scrivania "quindi ammasso di ferraglia? Quanto ti credi superiore a noi miseri mortali?" chiese con tono provocatorio
"Mi ascolti bene, siamo palesemente indietro con la tabella di marcia quindi lasci insulti e provocazioni per quando avremo finito"
"Ma sentite qua il Ferrovecchio, vuoi venire ad insegnare a me come si lavora? Faresti meglio ad andartene in questo stesso momento liberandoci della tua incompetenza e della tua stupidità"
"Mi ascolti artentame-"
"Ma sta zitta!" mi diede contro spingendomi "ma vai a battere che forse torneresti utile per una buona volta!"
"Lei è solo un droide" intervenne Ivan entrando "ma tu non sei paragonabile nemmeno ad un bambino di sette anni, mi sarei aspettato più professionalità ed una mentalità più elevata dal capo della sezione di ricerca chimica..." replicò con tono rassegnato lasciando intendere ciò che voleva dire
"Suvvia Ivan, è solo un droide, non è che per caso ti ci stai affezionando? Di la verità, hai cambiato idea e vuoi farle cambiare lavoro, non vorresti riprogrammarla come sto pensando io?" chiese malizioso ma crollò il silenzio; Ivan si guardò in giro un attimo, si mise due dita sugli occhi facendo un po' di pressione ed infine incrociò le braccia mentre tutti lo guardavano spaventati...
"Signor Knel..." prese una pausa e mise una mano in tasca "...sinceramente, dal profondo del mio cuore e con tutto l'affetto di questo mondo, vada a fottersi il più presto possibile..." disse serio e si iniziò a sentire un brusio di sottofondo che cessò appena tolse la pistola dalla fondina, premette sull'impugnatura e da sotto la canna comparve una baionetta laser "in questo momento per mancanza di rispetto verso una collega ed ancora peggio, per mancanza diretta di rispetto verso un superiore sul posto di lavoro in ambito oltretutto militare, la sollevo dal suo incarico e le confisco i meriti ottenute durante la sua operatività in questa struttura" e con la baionetta tagliò due medaglie e sette mostrine dalla divisa dell'altro "il suo lavoro qui è terminato, prego, può andare"
"Ivan...FIGLIO DI PUTTANA!" alzò un pugno e lo caricò per colpirlo ma all'ultimo presi e spostai Ivan di lato, tirai un calcio in pancia a Knel buttandolo di lato "TROIA!" disse estraendo la pistola dalla fondina "oggi ti spegni putt-" venne interrotto da Ivan che gli sparò un colpo dritto in fronte, cadde di lato accasciandosi su se stesso e lì rimase...
Tutti lo guardarono preoccupati, lui si alzò e ripose la pistola, parlò notando che tutti erano parecchio allarmati "se non lo avessi fatto qualcuno avrebbe potuto rimetterci, non che ne vada fiero ma non ho visto altre possibilità"
Arrivarono sia la sicurezza che i medici che portarono via il corpo e ci controllarono tutti, io ed Ivan venimmo incaricati di scrivere due rapporti ufficiali e gli altri testimoni avrebbero scritto dei rapporti che sospetto avrebbero comparato ai nostri.
Non mangiammo per l'acccaduto e tornammo insieme a casa per l'ora di cena, i test li avremmo fatti il giorno dopo...ero rimasta piuttosto confusa.

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