Piccantino
Juvia pov's
Ero grata con Ivan per avermi aiutata, ma ciò non significava che avrei dimenticato tutto ciò che era successo. Mi sembrava strano che potesse comportarsi in questo modo. Volevo la verità e lui me l'avrebbe detta. Volente o nolente.
"Allora? Davvero, o lei ha un disturbo anche nella personalità, oltre alla mania dell'ordine, o mi sta nascondendo qualcosa" notai di aver colpito nel segno, si guardava le mani con fare colpevole, prese un respiro e parlò:
"Mi sono comportato davvero male, prima. Mi sono comportato dall'inizio male in realtà, e non ne avevo il diritto, per questo ti chiedo scusa. Il mio, come si può definire, 'odio' per i droidi è abbastanza conosciuto qui, ma devi capire che non ce l'ho con te...ti chiedo di non fare domande a riguardo."
"Certo signore, non ne porrò" mi guardò molto sollevato, e mi intimò di finire il mio pasto.
Una volta finito di mangiare tentai di alzarmi dal letto, ma con mia grande sorpresa, non ci riuscii. Ivan notando la mia difficoltà si avvicinò a me e sostenendomi il busto mi tirò su a sedere, lo ringraziai e lui sorrise.
"Ti tolgo il bendaggio. Penso che ormai non serva più. Ti sentirai indolenzita per un po' ma passerà presto" mi sfiorò il collo con la mano ruvida ed ebbi un impercettibile sussulto, le sue mani erano così calde, oserei dire quasi confortevoli...una volta finito mi alzai, mi sgranchii compendo dei piccoli esercizi per riattivarmi, mi ero ripresa e sentivo che andava tutto bene.
"Bene, signore. Ora che dobbiamo fare?"
"Beh, il mio turno è finito da ben 4 ore quindi anche il tuo, possiamo tornarcene a casa dove vedremo come usare la tua capacità, ah no aspetta, il tuo hobby" fece una risatina tra se e se e ci incamminammo verso la macchina.
Tutti quelli che incontravamo nell'edificio ci seguivano con lo sguardo, ero a disaggio, molto a disagio, al contrario di Ivan che sembrava essere la tranquillità in persona...decisamente troppo tranquillo e decisamente 'Mr. disturbo della personalità'.
Una volta raggiunta l'auto salimmo, ci fermammo poco dopo in un centro commerciale:
"Che ci facciamo qui signore?"
"Mi è venuta voglia di girare un po, non ti dispiace, vero?"
"No, in effetti anche io dovrei comprare qualche cosa, sa, ho portato poche cose con me, in treno il bagaglio è molto limitato. Ci possiamo incontrare qui in un ora precisa se vuole"
"Ritrovarci qui? No, gireremo insieme, ti devo tenere d'occhio Lattina"
"Come preferisce"
Ero arrabbiata. Non poteva farmi una cosa del genere! Insomma, intromettersi così in affari da donne! Non potevo proprio comprare ciò che mi serviva con lui che mi guardava e mi giudicava, ma ormai era troppo tardi, si era già avviato verso le porte automatiche.
Mentre camminavamo per negozi Ivan continuava a indicare dove avrei trovato vestiti adatti ad un droide, oppure altri in cui avrei trovato i miei pezzi di ricambio, ovvero una semplice ferramenta, ah-ah-ah, mi stavo rompendo le scatole con tutte queste frecciatine nascoste da quel bel sorrisetto, allora decisi che l'avrei fatto sentire di troppo, proprio come lui aveva fatto con me.
"Beh, io devo entrare qui, lei rimanga pure fuori, a meno che non voglia fare un regalo alla sua fidanzata" e senza aspettare una risposta entrai nel negozio di intimo con un sorriso smagliante. Stavo guardando un completino azzurro quando qualcuno mi toccò i fianchi:
"Hey ma che?! Ivan!? Che diavolo...ma è entrato!?" chiesi facendo uno scatto in avanti
"Non sapevo che voi droidi soffrivate il solletico, beh buono a sapersi"
"La prego esca"
"Secondo me quell'azzurro non è adatto ad una Lattina, non è come quello dei capelli, io preferirei quello lì rosso, sai il rosso è il mio colore preferito. Ma soprattutto, io non ho una ragazza, Lattina" sorrise e si mise le mani nelle tasche della giacca per toglierle subito dopo e passarmi un completino rosso "Questo dovrebbe essere della tua taglia"
Come reazione arrossii violentemente, e non solo perché tutte le donne in quel negozio ci guardavano, o meglio guardavano Ivan affascinate, ma anche perché era davvero della mia taglia! Non risposi ed uscii dal negozio impettita. Poco dopo mi raggiunse anche il cretino porgendomi un pacchetto.
"Consideralo un regalo di scuse. Ora seguimi devo cercare una cosa" rimasi stupita, me lo aveva comprato? Sottolineo di nuovo, DISTURBO DELLA PERSONALITÀ. Dopo due ore esatte uscimmo dal centro commerciale carichi di borse, io avevo preso due jeans, di cui uno aveva insistito il mio superiore, e delle magliette, Ivan invece aveva preso 3 completi eleganti, tra cui uno scelto da me. Caricammo tutto in macchina e tornammo a casa.
Il viaggio fu fortunatamente silenzioso, ero ancora imbarazzata per il completino intimo e non avevo osato proferire parola con lui fino a quando non arrivammo a casa, erano le 19.30 passate e Ivan si prenotò per cucinare, nonostante avessimo mangiato da poco; intanto io mi sarei fatta una doccia. Con mio grande dispiacere il bagno era solo uno. Portai i vestiti di ricambio con me e chiusi la porta a chiave, proprio non mi fidavo di quel malato dell'ordine e della pulizia cambia-personalità.
La mia diffidenza era ben riposta, aumentando il mio udito riuscii a sentirlo avvicinarsi, chiusi il rubinetto e mi misi un accappatoio, lui si fermò fuori dalla porta.
"Problemi?" dissi aprendo la porta e ricevetti due pugnetti sulla fronte
"Ecco...tu che vuoi per cena?"
"Mi ha appena colpito! Due volte? Chiedere scusa?"
"Volevo bussare ma tu hai aperto un secondo prima...e...e in questo caso non è colpa mia"
"Scelga lei cosa fare ma voglio che faccia due passi indietro" preparai il telefono
"Ecco, adesso?" chiese senza capire
"Veramente un bellissimo grembiule, signore!" mostrai il telefono, feci una foto e richiusi la porta a chiave scoppiando a ridere
"AMMASSO DI LATTA! APRI! ORA!" tirava pugni alla porta ed io continuavo a ridere, abbandonò l'impresa solo dopo dieci minuti...io stavo ancora ridendo...
"T-tranquillo signore!" quasi non riuscivo a respirare "le donano tantissimo i girasoli!"
"SAPPI CHE NE PAGHERAI LE CONSEGUENZE!" disse e lo sentii andarsene. Quando ebbi finito la doccia mi sentivo come rigenerata, tamponai i capelli e li asciugai con una salvietta, mi vestii e corsi in camera. Sistemai i prodotti che avevo usato per la doccia e già che c'ero anche le cose che avevo comprato, tranne il completino di Ivan, quello rimase nella busta e lo tirai nell'armadio. Una volta finito andai in cucina e con mia sorpresa vidi apparecchiato per due sul tavolo:
"Due minuti ed è pronto siediti pure" mi sedetti preparandomi mentalmente per la possibile vendetta, ma Ivan con un sorriso angelico mi passò un piatto con una crêpes salata, la mia preferita!
"Ho capito da oggi che questo è il tuo 'nutrimento da droide' preferito, quindi, prego mangia pure"
"La ringrazio signore non doveva disturbarsi in tal modo"
Aspettai che si sedesse e che desse il primo morso, dopo di che cominciai anche io a mangiare, ma subito dopo mi accorsi che c'era qualcosa che non andava, la bocca mi stava andando a fuoco. Mi portai una mano alla bocca e cominciai a farmi aria invano.
"Ho piacevolmente notato che hai le stesse papille gustative di noi umani, quindi ho aggiunto del tabasco molto ma molto speciale alla tua amata crêpes...ora, possiamo contrattare" sorrise beffardo mentre da sotto il tavolo tirò fuori un bicchiere pieno di latte.
"Tu cancelli la foto, io ti lascerò bere. A te la scelta Lattina" sentendo che il bruciore non accennava ad andarsene, presi il telefono e mostrandoglielo cancellai la foto, lui d'altro canto, soddisfatto e vittorioso, mi passò il bicchiere dando una bella bevuta e lasciandomene meno della metà. Bevvi tutto d'un fiato e finalmente il bruciore si alleviò.
Ivan si alzò, prese il mio piatto e lo sostituì con un altro dove dentro c'era un'altra crêpes:
"Tranquilla questa non è contaminata, Lattina" e per dimostrarmelo si tagliò un pezzetto e se la mangiò di gusto.
Mangiai, e una volta che la mia gola si riprese.
"Astuto da parte sua, signore, solo che si è dimenticato di una cosa molto importante, infatti noi droidi abbiamo una memoria fotografica" e ridendo gli mostrai il piccolo schermo sul mio polso sinistro, sul quale c'era Ivan che si muoveva con il grembiule per prendermi il telefono.
"Perspicace Lattina, veramente sorprendente" risi di gusto notando con piacere che anche lui sorrideva.
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