Flashback

4 anni prima
"Signore, siamo pronti per iniziare"
"Procedere!" la parola fu l'inizio di un piccolo inferno in terra
"NO! NO PER FAVORE NO!" le urla della ragazza, disperata e soffocata dalle lacrime, riecheggiavano per tutta la struttura "FARÒ TUTTO QUELLO CHE VOLETE! TUTTO MA NON QUESTO VI PREGO!"
I giorni precedenti furono un'incubo: si rifiutava di mangiare, si feriva volontariamente, provava ad accoltellarsi con schegge di piastrelle rotte, era disposta addirittura a donare il suo corpo a tutti i suoi carcerieri in cambio della libertà...ma il suo corpo era troppo prezioso.
Lei, l'unico esemplare adatto al nostro scopo, l'unica in grado di sopportare l'operazione...forse...
Si accesero le luci illuminando il lettino da sala operatoria sul quale era bloccata, una giovane ragazza sui diciassette anni, le sue guance erano rigate di lacrime, lo sguardo disperato e i denti stretti ma pronti ad aprirsi per lasciar uscire le urla di dolore.uu
"Signore, ecco l'anestetico"
"No dottore, quello solamente a metà operazione, dopo la fase di rimozione, altrimenti rischieremmo di compromettere il progetto"
"Signore...è disumano..."
"Tra poco sarà lei a non essere più umana..." la figura vestita di bianco con due visori davanti agli occhi si voltò verso la paziente che con occhi supplichevoli chiedeva pietà.
"Per favore...ti prego...non voglio..." disse col fiato mozzato dal pianto
"Avete fatto partire la registrazione? No? Che incapaci..." disse con tono più basso e sbuffando mentre lei lo guardava esterrefatta prima che si rivolgesse al computer "computer, registra, ore 10:50, laboratorio 7, inizio esperimento Pontifex, numero 4872" poi si rivolse a noi "signori qui presenti, oggi stiamo per varcare la soglia che divide due realtà ad un altissimo prezzo...Dio perdona tutto e tutti...ma non potrà perdonare ciò che stiamo per fare...iniziamo!"

Se qualcuno fosse stato fuori da quella stanza, lungo i bui corridoi, negli sgabuzzini, nella mensa o nella sala di controllo non avrebbe sentito altre che grida ed urla femminili disumane, rappresentazione concreta del vero dolore e della sofferenza neanche fosse stato il Diavolo in persona.
Però non c'era nessuno, nessuno avrebbe dovuto sapere...MAI.
Dieci ore, dieci lunghe ore di strazianti ed interminabili urla, dieci ore di suppliche e pianto ininterrotto.
Dieci ore in cui una innocente ragazza desiderava la morte più di ogni altra cosa...invece ricevette solo un sedativo...le sue sofferenze sarebbero tornate, diverse ma peggiori, si addormentava in un inferno...e si sarebbe risvegliata in qualcosa di tanto disumano che ancora oggi non è stata coniata una parola tanto orribile per descriverlo.
Passate le dieci ore la portarono all'interno di una stanza cubica, tutte le pareti erano trasparenti, in modo da riuscire a studiare meglio la cavia, era attaccata a dei tubi che le permettevano di respirare, aveva bende, incisioni e punti ovunque.
A tempo debito i tubi sarebbero stati rimossi, lo stesso per le bende e le cuciture. Ancora peggio era la stanza, a prova di suicidio, lì dentro morire per mano propria sarebbe stato impossibile, era come girare il coltello nella piaga...
Una manciata di scienziati l'avevano presa e l'avevano trattata come carne di bestiame, una ragazza deturpata di qualsiasi cosa umana che potesse avere, una vita strappata per un capriccio. Quella ragazza non avrebbe mai finito gli studi, non avrebbe mai incontrato l'amore, non avrebbe mai raggiunto l'altare e l'abito bianco tanto sognato in età infantile, non avrebbe provato il dolore piacevole del parto e della felicità a tenere in braccio un essere così forte ma così debole al tempo stesso, non avrebbe mai avuto l'occasione di essere autoritaria, di impartire ordini e lezioni ai figli, non li avrebbe visti crescere, non li avrebbe sentiti pronunciare la loro prima parola, non avrebbe mai provato l'amore incondizionato, ma soprattutto, il suo unico e semplice desiderio di morire non si sarebbe mai realizzato, avrebbe sofferto fino al suo ultimo respiro...caso mai arrivasse...

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