Capitolo 29 - Sentimenti

Aar, Keiarn e Jude

«No, seriamente, cosa dobbiamo farci con questo affare, adesso?» chiese Keiarn, osservando l'oloschermo davanti a loro con un'espressione decisamente confusa ed indecisa sul da farsi.

«Keiarn, calmati... so che è una situazione difficile da cui probabilmente non usciremo vivi, però... l'unico modo che abbiamo per provarci, almeno, è premere il tasto play e vedere che cosa succede dopo. Non penso che esploderà tutto» provò a rassicurarla Jude.

«Sì, genio, dille che moriremo tutti e stai convinto che la farai calmare» ribatté Aar, avvicinandosi all'oloschermo, esitando un po'. Proprio come aveva detto Jude, premette il tasto play e poi indietreggiò per quello che stava vedendo.

Uno schermo nero, l'unica cosa che c'era scritta era 'Aar Khyan, di anni 26, lesbica, she/her. Trauma: perdita."

E poi ricomparvero le immagini, solo che erano sullo schermo, e rivederle un'altra volta le faceva male quasi quanto quand'era successo per davvero: lei e Ashyx che ritornavano dal concerto, si spogliavano rapidamente, si infilavano a letto... e neanche cinque minuti dopo il soldato che la faceva fuori, e ancora Aar che si vendicava di lui sparandogli e gettando il cadavere fuori dalla finestra.

Poi tornò lo schermo nero, stavolta la scritta recitava: 'Keiarn De'Vaash, di anni 27, bisessuale, she/they. Trauma: perdita.'

Stavolta fu Keiarn che impallidì: il video scorreva velocissimo, era come se qualcuno fosse stato lì vicino a lei mentre tutti quegli episodi spiacevoli accadevano e avesse registrato tutto con una di quelle videocamere antiquate che utilizzavano i terrestri. Si rivide mentre scappava da quello psicopatico di Leon, rubava un'astronave, si trasferiva al Liceo di Specializzazione e iniziava la sua scalata al successo, per poi vedere tutte le persone a cui teneva morte di nuovo, e cadere nel vuoto un'altra volta. E poi, Lux.

Aar non sapeva ancora chi fosse quella donna, non le era mai stato raccontato niente del passato della sua ragazza: all'inizio aveva pensato che fosse molto riservata o che non si fidasse abbastanza di lei per poterglielo riferire, però ora capiva che la criminale galattica si sentiva a disagio nel raccontare quegli episodi e poteva capirlo benissimo. 

Lo capì dal fatto che, non appena quella donna era apparsa sui fotogrammi, aveva spalancato gli occhi e aveva iniziato a sudare.

Poi tornò la solita schermata nera, la quale riportava, stavolta, la scritta: 'Jude O'Brien, di anni 25, trans/panromatico/asessuale, he/him. Trauma: perdita.'

Jude si avvicinò ad Aar e la abbracciò, lei non seppe come reagire e lo lasciò fare. Lo sentiva tremare mentre osservavano le scene di un giovane O'Brien che veniva minacciato dal padre, che poi gli aveva rotto il naso e l'aveva costretto a scappare di casa, via dai genitori omofobi e transfobici e via da quella vita che non gli piaceva assolutamente.

Poi, un'ultima schermata nera: 'Zolay Honara, di anni 25, aromantica, she/her. Trauma: perdita.'

Ecco che in quel momento presero a scorrere nuove immagini: Zolay che assisteva in diretta alla morte dei suoi genitori, a causa di alcuni colpi di pistola sparati da un probabile terrorista della Galassia Quattro, poi l'incontro con Jude e l'inizio della loro lunga amicizia... fino a quel momento. 

«Okay, e con questo?» chiese Keiarn, per poi impallidire rapidamente quando vide la scritta che recitava la parola deceduta stampata a caratteri cubitali sulla faccia di Zolay.

Aar si coprì la bocca con le mani e soffocò un urlo di terrore per quello che si ritrovava improvvisamente ad osservare, Keiarn le cinse le spalle con un braccio e Jude ebbe la reazione peggiore di tutte.

Si inginocchiò, iniziò ad ansimare velocemente e partì anche a sudare, dopo pochi minuti tremava anche e aveva le lacrime agli occhi, solo che era come se non riuscisse a piangere, visto il doppio trauma che gli era stato provocato nel giro di pochi secondi.

«Oh, no... questa non ci voleva proprio...» disse Keiarn con voce tremante.

«G-già...» balbettò Aar. «Però... adesso dobbiamo cercare di continuare, di andare avanti anche senza di lei, per quanto difficile potrà risultarci...»

Jude non ascoltava più le loro parole, per lui non avevano alcun senso ormai: aveva perso i suoi genitori perché non erano stati in grado di accettarlo, aveva abbandonato Goro un'altra volta nel suo magazzino di componenti elettroniche senza sapere che cosa ne sarebbe stato di lui e ora Zolay aveva abbandonato lui, così, dal nulla.

Gli restavano solo Aar e Keiarn, ormai, ma probabilmente non lo volevano nemmeno loro: ogni volta che si mettevano a parlare tra di loro finivano sempre per litigare per qualcosa che lui finiva per dire, anche se accidentalmente.

Il sarcasmo era parte del suo carattere, del suo modo di essere, e non riusciva assolutamente a cambiare quel comportamento che irritava così tanto la gente intorno a lui; allo stesso tempo risultava essere anche quello che faceva allontanare le altre persone con cui provava a stringere dei rapporti da lui.

Il sarcasmo era anche il suo unico meccanismo di difesa.

Non gli importava che le lacrime gli stavano rigando il volto, né tanto meno gli importava di rallentare la loro scalata alla conquista della Void.

Perché in fondo, umani o alieni che siamo,  i sentimenti rimangono qualcosa che neanche il potere più grande è in grado di arrestare o controllare.

"Combattere per Zolay sarà l'unica cosa che farò, anche a costo di morire, vendicherò il sacrificio che ha compiuto per noi. Anche se non era davvero necessario fare una cosa del genere, perché saremmo riusciti a sconfiggere la Void anche senza la tua morte, ma... è giusto che tu venga ricordata per esserci stata e per aver avuto un ruolo così importante" pensò il ragazzo.

Le altre due continuarono a fissarlo, senza capire cosa gli stesse succedendo. Sapevano che Zolay fosse la sua migliore amica, ma mai avrebbero capito né immaginato per quale motivo lui stesse soffrendo così tanto. Il problema era che ci erano passate anche loro.

«Sapete cosa? Proseguiamo, andiamo avanti e vediamo che cosa succede. Se moriremo, moriremo da eroi, proprio come ha fatto Lei» concluse, e poi si tirò rapidamente su da terra.

Aar e Keiarn si guardarono, dalle loro espressioni si capiva perfettamente che  stavano capendo ancora meno di prima quello che stava succedendo. Comunque, decisero di proseguire tutti assieme, dal momento che era impossibile lasciare da solo quel povero ragazzo in difficoltà.

Sala di controllo della Guilty, stanza 0001

Lo sguardo freddo e calcolatore della Mastermind era posato su Kharana, una donna che aveva commesso un errore terribile ed irreparabile: aveva sbagliato i calcoli all'interno dei numerosi piani che componevano il protocollo Two-Faced Lie e adesso la sua leader era arrabbiata perché era molto qualcuno il cui decesso sarebbe dovuto essere posticipato.

E invece, per colpa di un'imprecisione piccolissima, tutto quello che avevano costruito in quegli anni dove il Target aveva lavorato per loro, adesso si ritrovavano in una situazione di estrema difficoltà, in cui bisognava riprogrammare tutto quanto dall'inizio.

«Dimmi, Kharana, quanto tenevi a lavorare con noi della Void a questo progetto, all'inizio del quale ti sei dimostrata, tra l'altro, molto fiera di partecipare e collaborativa nei confronti dell'organizzazione?» domandò la Mastermind.

La sua voce era qualcosa che metteva paura praticamente a tutti: era metallica e profonda, dentro di essa si potevano percepire perfettamente tutti i disturbi della donna e i suoi fantasmi del passato che continuavano a tormentarla. Da quella voce si poteva capire che donna corrotta, fredda, calcolatrice e traumatizzata fosse la Mastermind, il cui vero nome era ignoto a tutta la sua organizzazione, compreso il membro di cui si fidava di più e che ora l'aveva tradita, praticamente come avevano fatto tutti.

Ma adesso stava risorgendo, e la sua vendetta si stava finalmente compiendo... certo, sarebbe stato molto più facile se gentaglia come Kharana non si fosse messa in mezzo ai suoi piani perfettamente programmati, però era sicura che sarebbe riuscita ad uscirne, in qualche modo, e soprattutto senza l'aiuto di nessuno.

Da quando lei aveva deciso di andare per la sua strada, avrebbe fatto qualunque cosa per distruggere lei e tutto quello a cui teneva... no, anzi, a tutto quello che amava.

«Era... era la cosa a cui tenevo di più nella mia vita, almeno, ci ho tenuto dal momento in cui mi è stato chiesto di prendere parte a questo complotto contro colei che mi costringeva  a rimanere l'eterna seconda, mia signora» rispose Kharana, con voce tremante.

«Bene, molto bene, Kharana, questa risposta è soddisfacente da parte tua, però è allo stesso tempo falsa. Perché, Kharana, stai cercando di nascondere i tuoi veri sentimenti, che io sono perfettamente in grado di leggere da sotto il tuo sguardo spaventato?» 

La ragazza prese un respiro profondo e abbassò lo sguardo. Però, un attimo dopo, si ricordò che sarebbe stato meglio guardare la Mastermind dritta negli occhi, perché era un segno di rispetto, quindi alzò lo sguardo nella sua direzione.

Incuteva timore, ma era costretta a contemplarla, a venerarla e a servirla.

«Perché odio mostrarmi debole, mia signora, e ho paura che colei che stiamo cercando di distruggere possa riuscire a farmi soccombere, cosa che non deve assolutamente succedere. Ho paura per la mia incolumità» spiegò.

«Posso capire che tu abbia paura, tutti gli esseri viventi provano quella sensazione... ma non noi, Kharana, perché la Void va contro alle caratteristiche dei comuni mortali, in quanto noi siamo superiori a loro. Noi non ci lasciamo nemmeno avvicinare dalle cose superflue come i sentimenti, ricordi? Uso questo verbo perché ti avevo già detto questa cosa, e a quanto pare l'hai dimenticata» spiegò la Mastermind.

"Che sia dannato l'Astro Nascente fino a quando le Galassie cesseranno di esistere" pensò la donna, mentre fissava il pavimento con sguardo dispiaciuto e continuava a rimuginare sulle parole che l'altra aveva appena utilizzato.

Unirsi al Protocollo Two-Faced Lie le sembrava un sogno, quando gliene avevano parlato per la prima volta, ma adesso che iniziava a capire che cosa fosse veramente quel caos dove aveva deciso di introdursi si stava pentendo della sua decisione.

«Sì, purtroppo l'avevo dimenticata, quest'ultima cosa, ma ora che me l'avete ripetuta un'altra volta l'ho fissata molto bene e sono sicura che la rammenterò» spiegò Kharana, in tutta tranquillità, e cercando di mantenere un tono piatto e calmo.

«Molto bene, Kharana. Ora ritorna a fare il tuo lavoro e cerca di correggere l'errore che hai appena commesso, prima che la situazione degeneri completamente» la zittì in tutta calma la Mastermind, e poi la lasciò andare per la sua strada.

La ragazza in nero

Si fermò ad osservare per un attimo l'interno dell'astronave: si trattava semplicemente di grandi lastre di metallo sottili, tenute insieme da chiodi e bulloni. Vista da fuori, invece, la sua forma ricordava parecchio quella di un cannone di quelli che si utilizzavano durante la Prima Guerra Mondiale sulla Terra, argomento che l'aveva sempre affascinata.

Si sarebbe aspettata di trovare un interno dell'astronave appena più decente ed accogliente... ed ecco che si ritrovava ad osservare quello sgorbio di astronave. Data la quantità enorme di soldi che possedeva la Void, avrebbe potuto impegnarsi un attimo di più, ma a quanto pare non gli piaceva ragionare così, in termini di estetica.

Era sicura che se lui fosse stato lì con lei, per alleggerire la tensione presente nell'atmosfera e anche perché gli sarebbe stato impossibile rinunciare a fare quel commento dato il suo essere perfezionista, avrebbe detto esattamente: "Secondo me questo ammasso di lastre di metallo, quattro chiodi in croce messi nel modo più inadeguato, per non parlare delle viti a testa piana svasata (mannaggia, le viti a testa piana svasata!) cadrà tutto in un secondo e non rimarrà vivo nessuno. Figuriamoci poi se questa struttura è stabile!" 

Ora stava combattendo in anonimato per salvare lui e anche le altre, prima che quel 'troppo tardi' che avevano temuto arrivasse prima del dovuto.

Non le importava se non ce l'avrebbe fatta oppure no, anzi: doveva farcela, doveva almeno provarci, non le era consentito 'provare e basta', anzi, avrebbe combattuto fino a quando il suo obiettivo non sarebbe stato raggiunto.

Camminò per i vari corridoi, le cui pareti e il pavimento riportavano gli stessi motivi che aveva notato all'inizio sui muri, e che le avevano portato in mente le parole che avrebbe detto il ragazzo con ogni probabilità. 

Era un attimo perdersi là dentro, ma per fortuna il suo senso dell'orientamento in quegli anni si era sviluppato moltissimo e ora sarebbe riuscita a capire dove si trovava anche in un luogo dove non aveva mai messo piede prima.

Attraversandoli, in alcuni punti notò dei corpi ricoperti di sangue e in via di composizione, e le bastò davvero pochissimo tempo per capire che cosa fosse successo nella Guilty della Void quando lei non c'era lì.

Oltrepassò anche uno schermo su cui c'era raffigurata una schermata nera e un tasto play: lo premette e guardò dall'inizio alla fine e più volte in cui decretavano che una donna di nome Aar Khyan, una demigirl che si chiamava Keiarn de'Vaash e un trans ftm, Jude O'Brien, erano tutti vivi.

E poi arrivava il quarto membro del gruppo: una ragazza chiamata Zolay Honara, di venticinque anni, pronomi she/her, aromantica, che era stata data per morta.

La guerriera in nero alzò un sopracciglio e mise le mani sui fianchi, sbuffò e guardò con aria di sufficienza il grande oloschermo e disse: "Void, Void... l'unica cosa di Void, qui dentro, sono la loro testa e i loro neuroni. Dovrebbero capirle certe cose."

Si allontanò.


Spazio autrice

Bene, molto bene, la mia ispirazione si va a far benedire un'altra volta. Proprio alle battute finali di Two-Faced Lie mi vengono questi blocchi assurdi... a parte che sono anche impegnata molte volte, ma altre non so cosa scrivere. 

Dopo che la revisione del libro sarà conclusa, usciranno qui delle cosine nuove e il 29 luglio 2024... entro quella data vi farò avere qualcosa di molto speciale per celebrare il primo compleanno di questo libro, mi porterà via molto tempo per l'editing e tutte le cose che ci dovrò mettere dentro ma fidatevi che non ve ne pentirete.

Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo! <3



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