Capitolo 25 - L'ora è giunta
«Guarda quanti dati interessanti sono riuscita a trovare, esaminando tutti i documenti che ho abilmente sottratto a quella associazione di coglioni?» commentò Zolay, mentre apriva alcuni file dal suo schermo olografico per farli leggere ad Aar e Keiarn.
Le tre donne erano sedute attorno a un tavolo nell'Archivio e l'hacker era seduta nel centro. Aveva collegato la tastiera portatile del suo oloschermo ad uno dei computer presenti nella stanza e adesso era impegnata a cercare i documenti importanti che era riuscita a recuperare grazie al virus da lei sviluppato.
«E io che sono riuscito a creare un'arma in grado di cancellare le persone dalla faccia dell'Universo, cosa dovrei dire?» rispose Jude, seduto dall'altro capo del tavolo intento ad armeggiare con i suoi attrezzi da meccanico, avvitando, svitando e agganciando componenti all'ultimo disintegratore. Nella sua voce c'era una nota di sarcasmo che all'assassina diede subito fastidio.
«Lavora e taci, Jude. Se ci sono dei cadaveri sulla coscienza che voglio, sicuramente sono quelli di Boss, Loyath e di chi sta dietro a questo dannato gioco di potere e bugie» ribatté infatti, lanciando un'occhiata di sbieco al ragazzo.
«Uh. Certo che detto da un'ex assassina suona proprio strano» scherzò Keiarn, per poi scoppiare a ridere. Non si accorse che Zolay e Jude la stavano guardando con gli occhi e la bocca spalancati. Addirittura, l'hacker si diede un pizzicotto, come se non riuscisse a credere a quello che aveva appena sentito dire.
«Lei faceva... cosa?» domandò infatti.
«Questo è il momento in cui, a quanto pare, vi racconterò in quali circostanze ci siamo incontrate noi due. Tutto è iniziato quando la Void, esattamente l'organizzazione che stiamo cercando di mandare a rotoli, mandò la sua più brillante dipendente, una donna di nome Two-Faced ad ammazzare la criminale galattica più temuta, ovvero io. L'assassina finse di essere una delle mie numerose cameriere, una nuova arrivata, e si comportò come tale per tutta la sua prima giornata qui. Il suo piano era quello di farmi fuori la sera, e una volta che mi avrebbe uccisa avrebbe anche rubato quelli che la Void le aveva fatto pensare che fossero dati importanti per impedire lo scoppio di una guerra. Molto credibile, veramente. Che fantasia hanno quelli là, a volte» spiegò Keiarn.
«Okay, però, in tutto questo, cosa c'entra Aar?» domandò Zolay, che stava iniziando a calmarsi solo in quel momento.
Venire a conoscenza del fatto che Keiarn avesse rischiato di venire assassinata, nonostante le sue probabili doti in fatto di autodifesa, l'aveva scioccata.
Poi però alzò un sopracciglio e disse, come se fosse un'ovvietà: «Sì, Aar c'entra perché è lei l'assassina in questione, giusto? E quindi lavorava per la Void. Molto interessante.»
Jude alzò lentamente la testa e puntò lo sguardo in direzione delle donne. Il suo sguardo era carico d'odio e di dubbio. «Keiarn, ho sempre saputo che, tra voi tre, tu sei quella che mentalmente è messa peggio. Però non mi sarei mai aspettato che tu potessi arrivare a essere... così»commentò, scandalizzato.
L'umana lo guardò e stavolta fu lei ad alzare un sopracciglio. «O'Brien, si può sapere cosa intendi?»
«Intendo dire che ti si è fuso il cervello, bella. Oppure te lo sei bruciato con quel dannato accendino delle sigarette, ecco cosa intendo. Tu mi stai dicendo che hai avuto la brillante idea di risparmiarti un'impiegata della Void - ma che dico, l'impiegata per eccellenza! - e di tenerla in casa tua! E non finisce qui! Dobbiamo aggiungere anche che hai deciso di fare di lei la tua fidanzata e di darti alla bella vita con lei! Deduco dal fatto che Aar abbia deciso di allearsi con te che le hai spiegato cosa c'era dietro a quella Void che tanto le piaceva. E cosa ti suggerisce che non stia fingendo di essere d'accordo con i tuoi ideali? Del resto, il suo nome in codice per la Void - almeno credo che fosse un nome in codice - era Two-Faced!»
Aar lanciò un'occhiata di sbieco a Jude, il quale non smise di fissarla, anzi, rimase lì fermo, con un sorriso sadico stampato in faccia, come per dire: Ah, volevi che non ti sgamassero... be', con me non funziona!
«O'Brien, sia dannato l'Astro Nascente! Puoi tornare a fartene il tuo lavoro in silenzio e non comportarti da persona odiosa quale sei in ogni secondo della tua esistenza? Ti risulta davvero così difficile?» domandò Aar, cercando di mantenere la calma, nonostante il suo istinto omicida si faceva sentire.
A momenti avrebbe potuto saltare su dalla sua sedia, avvicinarsi a quel ragazzino insolente, tirare fuori la pistola dallo stivale - come aveva fatto una volta, in quella Residenza - e puntargliela contro. Infine avrebbe premuto il grilletto senza alcuna esitazione o ripensamenti.
«Come ti pare, sappi che di te non mi fido e che dovresti essermi grata per il fatto che ti lascio usare il mio prezioso disintegratore» ribatté Jude. Fece un gesto con la mano e poi si mise a lavorare nuovamente al suo progetto, che ormai era quasi finito.
"Terrestri. E valli a capire" pensò Aar, mentre alzava gli occhi al cielo.
«Dunque, signore, prima che il mio migliore amico che in certi momenti soffocherei ci interrompesse, adesso ho bisogno di qualcuno che traduca per me questo linguaggio in codice che la Void utilizza in tutti i suoi documenti, perché io sono riuscita a capirne gran poco» disse Zolay, mentre con il dito indicava l'unica pagina che componeva il documento.
«Io so tradurre qualcosa, però potrei essere un po' arrugginita. In fondo, è da un po' di tempo che non traduco dal codice segreto che utilizzano gli impiegati della Void per comunicare questo tipo di informazioni. Magari... Aar...?» rispose Keiarn.
La sua fidanzata annuì e poi iniziò a leggere, man mano che andava avanti annuiva.
«Okay, questi documenti sono solo dei verbali delle riunioni tra alcuni dei membri di altri settori di cui si occupa la Void. Quando hanno qualcosa da comunicare alla diretta interessata, cioè io, mettono il suo nome nel titolo del documento, così che lei riesca a trovarlo più velocemente tra i tanti presenti nel database delle comunicazioni che utilizzavamo lì» spiegò la graentiana. «Zolay, hai scaricato tutti i documenti che c'erano nel database?»
«Sì, tutti quanti. Ho capito cosa vuoi fare: esaminarli tutti fino a quando non avrai trovato qualcosa che ti interessa» la precedette l'hacker, e come risposta ricevette un cenno del capo che serviva solo a confermare la sua teoria.
«Guarda, in realtà non è che ci vuole molto. Boss e Loyath, quando dovevano spedirmi delle comunicazioni importanti tramite database, scrivevano una sequenza di simboli specifica nel titolo, così potevo capire se si stessero rivolgendo a me oppure no. Posso scriverla un secondo nella barra di ricerca?» chiese Aar.
«Assolutamente sì, fai pure» rispose la xyan, spostando l'oloschermo verso la donna per darle la possibilità di cercare il suo codice.
«Complimenti per il gran lavoro che hai fatto, Zolay! Grazie al tuo virus, da come mi pare di capire, è possibile visualizzare se il destinatario - o la destinataria, nel mio caso - della comunicazione l'ha letta e scaricata. Guarda, ad esempio tutte quelle che ci sono per me sono semplicemente dei messaggi di Boss e del collega che stavano cercando di accertarsi che stessi bene e avessi completato la missione. E, a quanto pare, riusciamo anche a vedere in quali di questi documenti appartenenti a quei due sono stata menzionata... oh! Cos'è questo?!» esclamò Aar, dopo che ebbe spostato lo sguardo su un file in particolare. Cliccò, e si aprì un documento di una pagina in cui apparentemente c'erano solo lettere e numeri scritti completamente a caso.
L'idol spalancò gli occhi quando ebbe finito di leggere.
«Non voglio assolutamente credere a quello che c'è scritto... non può essere possibile... non oggi!» disse quelle parole quasi urlando. Keiarn le appoggiò una mano sulla spalla e Zolay la abbracciò.
Poi, Aar iniziò a parlare.
28.07.3195.
Da: Mastermind
A: Boss, Loyath
Oggetto: Protocollo Two-Faced Lie
Dai recenti rapporti che mi avete inviato, ho dedotto che la nostra dipendente migliore non è ancora tornata dalla missione in cui l'abbiamo incaricata di uccidere Keiarn. Quella donna ci serve morta, e al più presto possibile, oppure tutto quello che avevamo programmato andrà a rotoli. Proprio per questo motivo, ho deciso di avviare il Protocollo Two-Faced Lie, "protocollo a due facce", per la nostra Two-Faced Liar, "bugiarda a due facce" preferita. Strano che io sappia parlare l'inglese, non lo fa più nessuno di questi tempi, mi domando sulla Terra come facessero a considerarlo come lingua più parlata al mondo... Ad ogni modo, vi spiego in cosa consiste il protocollo.
Esattamente il giorno 14.11.3195 attaccheremo la Residenza Nera, io, Kharana e un esercito composto dai nostri dipendenti più validi ed entro quel giorno riusciremo a fare fuori Keiarn. Nel caso in cui Aar avesse deciso di smettere di essere alleata con quest'ultima, avvieremo un processo per ripristinare il suo modo di pensare... con le buone o con le cattive, come si suol dire.
Mastermind
«Sì, c'è decisamente da preoccuparsi» commentò Jude, mentre contemplava il suo ultimo disintegratore finalmente completato. «Anche perché, se ci fate caso, il giorno menzionato alla fine della comunicazione è proprio oggi...» concluse infine, dopo aver appoggiato la sua arma sul tavolo, aver incrociato le braccia e iniziato a spostare il suo sguardo prima su Zolay, poi su Keiarn e infine sulla sua peggiore nemica.
«Guarda che non è detto che vengano per forza oggi... sai com'è, possono anche aver calcolato male la data, e magari tarderanno di un giorno... allora sarà importante che ce lo godiamo, no? In più abbiamo tra di noi la migliore dipendente che era dalla loro parte fino a un po' di tempo fa, quindi dovremo riuscire a cavarcela, no?» ribatté l'hacker. Poi guardò la graentiana con uno sguardo carico di speranza.
«No, Zolay, guarda che ti sbagli. Non è così semplice come pensi tu. Non è che, siccome ero la loro più valida alleata, allora vuol dire che automaticamente riesco a capire al momento come fare per distruggerli. Non è detto che riesco a vincere contro tutti, non sono così forte. Potrebbe anche succedere che la vittoria se la conquistino loro, e potrebbero anche farmi fuori immediatamente... chi lo sa quanto possono spingersi oltre quelli là? Non lo so nemmeno io, che con loro ho lavorato per un'eternità. Non so se riuscirei a uscirne viva da un combattimento contro Kharana... figuriamoci con la Mastermind...»
Keiarn cinse con un braccio le spalle della fidanzata e la strinse a sé. «Cos'è successo con Kharana? Chi è la Mastermind? Se ti va di raccontarmelo, ovviamente» la interpellò.
«D'accordo, mmm... Kharana era la famosa 'numero due' della Void, la ragazza che in tutti gli incarichi di gruppo e nella classifica generale dei dipendenti si trovava sempre una posizione di sotto di me, cioè al secondo posto. Un giorno, senza preavviso, mentre mi trovavo davanti al bar dove normalmente si facevano le pause pranzo, quella donna mi ha attaccata. Io ero seduta su una sedia e avevo appena finito di mangiare e, a un certo punto, lei è corsa verso di me senza che io me ne accorgessi, ha tirato un calcio alla sedia e mi ha fatta finire lunga distesa per terra. Ha poi approfittato della mia debolezza per picchiarmi a sangue, ed è stato proprio causa sua se per nove mesi non ho più potuto lavorare» raccontò Aar.
«Dev'essere stata dura, mi dispiace» commentò Zolay.
«Infatti lo è stato, però in un certo senso è stato meglio così. Per quanto riguarda la Mastermind, è la burattinaia che muovi i fili delle marionette della Void, che sarebbe il suo teatro. Dietro a quel gioco spietato che risponde, appunto, al nome di "Void", c'è lei, assieme alla sua fidata consigliera Kharana. E questo me l'ha sempre rinfacciato, la "numero due". Mi ripeteva in continuazione che io ero solo una pedina insignificante nelle loro mani, e che appena ne avrebbero avuto l'opportunità mi avrebbero buttata fuori come se niente fosse.»
Keiarn sorrise tristemente e affondò la testa nei capelli di Aar. Avrebbe voluto continuare così per sempre, ma probabilmente non sarebbe stato possibile se la Void non sbagliava. Quella pace le sarebbe mancata tantissimo.
La sua ipotesi era, sfortunatamente, corretta.
Improvvisamente gli allarmi della casa - stavolta non c'era Devil's Casino, ma Bulls on Parade dei Rage Against the Machine - iniziarono a suonare all'impazzata. Stava succedendo sicuramente qualcosa. Keiarn si mise ad armeggiare con uno dei computer dell'Archivio, schiacciando tasti all'impazzata, quindi riuscì ad accedere alle videocamere della Residenza e a vedere perché gli allarmi erano scattati.
Una Guilty - così chiamavano le astronavi da battaglia, altrimenti dette incrociatori - enorme, con il logo della Void ben visibile su un fianco, si era piazzata davanti alla Residenza Nera, e probabilmente stava aspettando solo di distruggerla.
«Devo dire alle cameriere di evacuare...» iniziò Keiarn.
«Non ti preoccupare, a quello penserò io. Voi tre prendete i vostri disintegratori e le vostre armi e andate a combattere, io cercherò di lavorare qui dall'interno, provando a mandare in cortocircuito i loro sistemi. Questo posto rimarrà intero, fidatevi di me» rispose Zolay.
Tutti e quattro annuirono, dopodiché si separarono.
La battaglia era appena cominciata, e l'avrebbero vinta.
Spazio autrice
Oof, finalmente sono riuscitx a finire 'sto capitolo. Non ne potevo più, veramente, anche perché in questo periodo sto avendo una specie di blocco, il che mi rende difficile continuare. Però ci provo! Adesso siamo arrivati alla parte importante (veramente importante) della storia, ovvero l'arco narrativo della battaglia finale, nonché l'ultimo. Per vostra fortuna, so già come andrà a finire questa storia. Due cose veloci: 1- Stimo tantissimo chi si metterà a fare battute sull'accendino. 2- Il riferimento ai RATM ci andava.
Ci leggiamo al prossimo capitolo!
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