Capitolo 12 - Incertezze e stivalate

«Quella ragazza è davvero fantastica... com'è che hanno detto che si chiama?»

«Be', non ha importanza; ha una voce bellissima, è perfettamente intonata, ha un sorriso che sicuramente farà parlare tutti, i suoi testi sono diversi dal solito e fa musica alternativa. Giuro che la amo, è il mio mito, tutto quello che fa per l'Universo è davvero fantastico.»

«Lo sapevi che ha donato un patrimonio per una fondazione yarenii?»

«Davvero, deve aver avuto un passato luminoso come la Terza Supernova di Judaki, e sicuramente il suo futuro lo sarà ancora di più. Dominerà le classifiche universali, un po' come facevano quei cantanti terrestri di cui nessuno ricorda più il nome. Certo, alcuni erano davvero fantastici, ma altri... chiamarli cantanti non è molto appropriato, ecco. Però non si può non dire che lei è brava, anzi, è dotata.»

Magari fosse stato davvero così, pensava Aar ogni volta che qualcuno diceva frasi del genere sul suo passato.

...

Lers, la capitale della Galassia Dodici, e anche la città più importante di tutto l'Universo: nota per il cielo, i locali stellati alla moda frequentati dalle numerose celebrità che la abitavano, le vie degli artisti, il cielo, il buon cibo, la cultura, la tecnologia avanzata... ma anche tanta, tanta criminalità.

Era proprio lì che la storia di una giovane graentiana dai capelli viola, cresciuta nei budelli e nelle retrovie dove era meglio non girare da soli la notte, cominciava...

...dall'ennesimo incontro con un ragazzino insolente che la odiava, ovvio.

«Guarda, guarda, guarda un po' chi si rivede! Abbiamo la graentiana più inutile dell'Universo, e anche la più stupida! L'unica che non ha né famiglia, né amici, né lavoro, contrariamente a tutti noi che abbiamo voluto accettarti nonostante fossimo assolutamente contrari.»

Frasi e parole di questo genere se le sentiva ripetere di continuo da tutti quelli che avevano intorno e che non l'avevano mai voluta avere lì con loro.

Non ne poteva più: era stanca, c'erano giorni in cui non sapeva assolutamente come facesse a continuare quella vita orrenda dove la odiavano tutti coloro che conosceva e dove lei non sarebbe riuscita a fare niente per cambiare la situazione.

Continuava a ripetersi che, un giorno, sarebbe riuscita a farsi amare da tutti, ma in fondo in fondo queste rassicurazioni non la convincevano per niente.

Non sarebbe mai valsa la pena di vivere una vita come la sua, che era partita malissimo.

I suoi genitori, che non aveva mai conosciuto, l'avevano abbandonata in una via malfamata di Lers, la capitale della Galassia Dodici, e lei aveva imparato a sopravvivere da sola e a difendersi da tutti quei criminali che pullulavano da quelle parti e che le sembravano moltiplicarsi ogni giorno che passava.

E cosa aveva passato, in quel periodo... ogni tanto ripensava a tutte le scene che aveva visto: sangue, urla, droghe, dipendenze, abusi e storie che erano iniziate bene ma che si erano distrutte come ridere.

Un colpo di pistola e via, come avrebbe dovuto fare lei per mettere fine a tutta quella sofferenza.

Senza famiglia, senza amici, senza nessuno che la volesse. Proprio per quel motivo, quando ascoltava della musica, nelle rare volte in cui le capitava, e sentiva parlare di "amore", "amicizia", "affetto", "romanticismo" o argomenti del genere faceva parecchia fatica a capire cosa si intendesse con quei termini.

Ed era determinata a capirlo.

Le sarebbe piaciuto avere qualcuno che potesse provare dei sentimenti del genere nei suoi confronti, anche se si convinceva sempre di più che quel qualcuno non sarebbe mai stato - o stata, o statx - in grado di incontrarla.

Più gli anni passavano, più si convinceva che non sarebbe riuscita a continuare ancora a lungo.

A volte, quando per strada o nelle fabbriche abbandonate trovava delle armi ancora funzionanti e in buono stato, come le pistole ioniche che in quel momento erano solo ai primi prototipi, le prendeva in mano, se le puntava contro e faceva per premere il grilletto, ma poi si fermava subito perché sapeva che se avesse aspettato un altro po' magari sarebbe riuscita ad avere un futuro migliore.

Suicidarsi non sarebbe servito a nulla, se voleva sistemare le cose.

«Dimmi per l'ultima volta, Hex, si può sapere cosa vuoi da me?» rispose la graentiana, che si era trovata ancora faccia a faccia con il ragazzo che aveva tutta una serie di modi in cui gli piaceva "divertirsi con lei".

Quando lui non era nei paraggi, le piaceva riferirsi a lui come "big bitch".

«Cosa voglio io da te? Piuttosto, io direi... perché qualcuno dovrebbe mai volere qualcosa da te, haetìor?».

Il ragazzo scoppiò a ridere, aveva una risata sadica e anche piuttosto brutta da sentire, ed era anche rumorosa.

Come se quella risata e quelle parole non avessero fatto già abbastanza male da sole, a quelle si unì anche una stivalata dritta sulla mascella, e subito Aar iniziò a sanguinare.

Oltre a un liquido rosso sulla sua faccia che colava per terra, dove adesso si trovava lei, c'era anche un liquido nero: segno che stava piangendo. Si domandava perché di tutti i colori che si potevano piangere da graentiani le fosse toccato proprio il nero e non qualcosa che si abbinasse di più ai suoi capelli.

«Brava, brava, prenditi tutto quello che meriti!» continuò a ridere Hex, chiaramente compiaciuto nel vederla soffrire in quel modo, e intanto con lo stivale continuava a colpirla sulla mascella, come se fosse intenzionato a spaccargliela a un certo punto.

Quando vide che sanguinava abbastanza, spostò il piede sul suo petto, all'altezza dei polmoni, rendendole difficile la respirazione. Mormorò qualcosa come "muori" e dopodiché si chinò lentamente verso di lei, come faceva ogni volta dopo aver provocato un'esplosione da parte dei suoi dotti lacrimali.

Riusciva a sopportare il dolore, ma non il fatto di essere stata chiamata "haetìor".

Una tr...

«Quindi, dov'eravamo rimasti l'ultima volta? Ti dispiacerebbe ricordarmelo?»

Le lacrime le rigarono le guance più velocemente di prima e le labbra, così come tutto il resto del corpo, presero a tremarle in modo violento: non avrebbe voluto ricordarglielo, avrebbe solo voluto scappare via da quell'inferno ma sapeva che se ci avesse provato ne sarebbe rimasta uccisa.

E doveva impedirlo.

...

Il presentatore, un umanoide con le orecchie e la coda da gatto, che si era fatto un nome tramite le trasmissioni televisive che conduceva e le sue numerose introduzioni ai concerti nei locali di Lers, sorrise e iniziò il suo discorso.

«Ecco a voi colei che avete sempre voluto vedere, la cantante migliore che si esibisce in questo bar, Y'Ther, "i riflettori dell'Universo"!» annunciò, mentre la graentiana dai capelli viola che incantava tutti coloro che si ritrovavano in quel bar per ammirarla o per mangiare qualcosa faceva il suo ingresso sul palco, vestita ovviamente con quel completo nero per cui era diventata famosa.

Era riuscita a scappare da quell'orfanotrofio infernale per puro caso, alcuni mesi prima, e una volta fuori di lì aveva deciso di seguire il richiamo della cosa che amava di più in assoluto: la musica. Aveva imparato a cantare e a scrivere testi, poi aveva recuperato un gruppo di persone disposte a suonare per lei e si erano trovati insieme un lavoro in un bar, però poi i suoi aiutanti avevano deciso di lavorare come band di musicisti lasciandola da sola.

Un'altra volta.

Decise di non pensarci mentre dominava il palcoscenico con la sua coreografia, la sua voce, e soprattutto il suo sorriso, che faceva sì che tutti gli sguardi dei presenti fossero rivolti a lei.

Adesso, finalmente, la sua vita stava riuscendo a cambiare in meglio.

Quelle pistole ioniche non sarebbero servite a molto, ora che ci pensava, se alla fine avesse deciso di usarle su sé stessa.


Spazio autrice

Ciao gente, come sta andando? Spero tutto o-kappa. Perché sì, sapete com'è. Scusate se questo capitolo era un po' più corto degli altri, ma non è che ci fosse così tanto da dire, se non che Aar ha avuto un passato difficile da cui è riuscita a uscire senza farla finita prima. Poi in questi giorni non ho avuto molto tempo di scrivere (perché ho dovuto lavorare queste sere assieme a Mezzelfoyandere in sagra) e non mi sentivo ispiratx, sono sicurx che è successo anche a qualcuno di voi. Ci si sente al prossimo capitolo >:3

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