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Lily emise l'ennesimo sospiro della mattina mentre servì del caffè bollente a un uomo in cravatta che gli diede dieci dollari per essere "veramente bellissima".
Dovette fare ricorso a tutte le sue forze per non guardarlo con disprezzo quindi si stampò un sorriso di circostanza e lo ringrazio con un tono di voce piatto.
I campanelli della porta d'ingresso tintinnarono nuovamente e la ragazza, trovandosi lì vicino, diede un caloroso benvenuto al cliente. Quando alzò lo sguardo dal suo taccuino scarabocchiato, sussultò nel incrociare gli occhi azzurri come il cielo e stanchi del ragazzo, amico dell'ex fidanzato di Jamie.
Jason percepì il fiato spezzarsi in fondo alla gola, trovandosi davanti proprio Lily mentre i battiti aumentarono di velocità. Quindi è destino che io debba presentarmi oggi, pensò il ragazzo, ripensando alla promessa che quella mattina si era fatto prima di dirigersi verso il Green Lights.
«Niente amico cogl-, oggi?», gli chiese, indicandogli un tavolo libero, uno dei pochi a dire il vero. Nonostante fossero solo le otto del mattino, il bar era già gremito di clientela che si stava gustando tranquillamente la propria colazione.
Il ragazzo si morse l'interno guancia perché non si era di certo aspettato che gli avrebbe persino rivolto la parola dopo ieri sera, «Per quanto riguarda il mio amico... Mi dispiace per come si è comportato», mormorò con un tono di voce modificato, dopo averla ritrovata in fondo alla gola, dove era rimasta intrappolata tra le grinfie dell'imbarazzo.
La ragazza fece spallucce, «Da grande stronzo», concluse la frase per poi stamparsi un sorriso sulle labbra tondeggianti e salutare un cliente che se ne stava andando. Sperò le avesse almeno lasciato una mancia.
«Non è sempre così scorbutico. Solo che questa storia di 'sta ragazza lo sta facendo uscire di testa. Chi è il pazzo che non dice il proprio nome a qualcuno con cui sta parlando da una settimana?!», gli spiegò Jason, rendendosi poi conto che anche lui stava chattando con Lily senza essersi mai mostrato e per quello si sentì un idiota. Devo dirglielo.
«Bo', persone senza palle?! Comunque che ti porto?», la ragazza subito dopo aver fatto quelle domande, mimò a una cliente abituale che tra non molto sarebbe andata da lei.
Il ragazzo si sentì ferito da quella definizione, ma Lily non aveva tutti i torti. Chi non aveva il coraggio di presentarsi, un po' senza palle era. E lui era proprio un fifone che non riusciva a farsi forza e a presentarsi come si doveva a lei.
«Un caffè nero», rispose Jason poi incominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore insicuro sul da farsi. Doveva dirglielo o era meglio aspettare quando c'era meno gente? Ora o mai più, Jason!
Esalò un profondo respiro poi deglutì, «Lily?»
«Il caffè arriva tra poco! Ora, scusami ma devo andare a servire gli altri clienti.»
Lily non stette nemmeno a chiedersi cosa il ragazzo volesse domandarle mentre si avvicinò alla cliente abituale con un sorriso, quella volta, sincero.
Era una delle poche persone che non la trattavano con sufficienza. «Buongiorno Vivian, ti porto il solito?»
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