Prologo: The night is about to begin

C'è una storia dietro ogni persona.
C'è una ragione per cui loro sono quel che sono.
Loro non sono così solo perché lo vogliono.
Qualcosa nel passato li ha resi tali, e alcune volte è impossibile cambiarli.

- Freud

Il silenzio era così schiacciante da farlo impazzire.

In quella fredda notte primaverile ogni suono era cessato al crollare di un corpo sfinito su un letto, campo di guerra disfatto; poi tutto era rimasto immobile, statico, come se Dio avesse fermato il tempo per osservare con più attenzione un piccolo particolare.

Il termometro della sveglia analogica sul comodino segnava in blu 14°C.

Il ragazzo le rivolse un'occhiata sfuggente coi suoi occhi offuscati dalla stanchezza, probabilmente la sensazione di freddo che avvertiva era da addebitare al condizionatore. Aveva già tentato di lamentarsene col padrone di casa, ma senza successo: Shaun Morris era fatto così, aveva sempre caldo quando, in realtà, era più asfissiante lui con le sue continue lamentele che l'afa estiva.

Ogni tanto il giovane lo prendeva in giro, accusandolo di essere una vecchia in menopausa; l'altro rideva – aveva un sorriso bellissimo, trentadue denti bianchi e dritti -, ma poi gliela faceva pagare, perché Shaun era quel tipo di persona a cui non si può dire di no, una di quelle che inizialmente vengono ammirate perché sanno fare tutto, ma che poi vengono irrimediabilmente marchiate come fastidiose perché, a conti fatti, sanno fare proprio tutto.

E ora gli giaceva accanto, Mr. Io-So-Fare-Tutto Morris, nel vano tentativo di ignorare la sua presenza all'altro capo del letto. Lui invece riprendeva fiato con tutta la calma del mondo, incurante di fare rumore.

Il petto nudo si alzava ed abbassava freneticamente, senza rispettare un'unità di tempo, o al massimo rispettava la velocità con cui il suo cuore batteva. L'intero corpo gli doleva in modo quasi insopportabile.

"Porca puttana... ormai dovrei essermi abituato a queste cose..." pensò, frustrato e con un mal di testa lacerante.

Era sempre così con Shaun: passava a prenderlo al Naughty Sunday, snobbando chiunque altri tentasse di abbordarlo, durante il tragitto fino all'appartamento lo riempiva di chiacchiere, molte delle quali non ascoltava neanche, a volte gli offriva la cena se non era troppo tardi, ma in genere lo era. Infine c'era il solito combattimento a letto, a seguito del quale si accasciava sul materasso, gli dava le spalle e alzava un muro di invalicabile silenzio.

Il più giovane invece, testardo e disilluso, sperava inutilmente ogni volta in una parola in più.

Non che pretendesse chissà cosa, ma almeno un commento, anche uno di quelli maliziosi a cui rispondere con veleno, e invece niente, nemmeno un "niente di speciale". Era una cosa che gli dava sui nervi e lo faceva sentire davvero come una vecchia in menopausa. Ma quello era il suo mestiere, il più antico del mondo... beh, sempre che la prostituzione possa essere considerata un mestiere.

Hound si abbandonò ad uno sbadiglio celato dietro la mano scheletrica, per poi dardeggiare con gli occhi felini sulla camera avvolta nella semioscurità. Non avrebbe mai capito il senso di tutta quell'eccentricità: cuscini rossi con motivi etnici, lampade liquide a dir poco discutibili, luci soffuse psichedeliche...

Aveva sempre reputato quella casa estrosa il lampante manifesto dell'omosessualità di Shaun, punto e basta. Non gli era mai importato più di tanto, solo che ogni tanto si scopriva a osservare i movimenti ipnotici delle bolle nelle lampade come un gatto fissa una preda prima di scattare.

Con lentezza dovuta alla stanchezza e al dolore voltò la testa, in uno sfregare di capelli e pelle in fiamme contro il cuscino, ed incontrò i capelli scuri di quell'uomo a lui quasi del tutto sconosciuto.

Di Shaun Morris sapeva solamente che aveva trentadue anni ma ne dimostrava qualcuno meno, che era fidanzato con un tizio di nome Ian Newell che stava dall'altra parte degli Stati Uniti - e che tradiva puntualmente. Oh, e che la sua sottile crudeltà era pari solamente alla sua bellezza, degna di un complimenti alla mamma.

Era il perfetto edonista che si concedeva tutti i piaceri della vita. Quando Hound gli aveva chiesto perché tradisse il suo ragazzo, Shaun gli aveva risposto che "il bello delle relazioni è che esigono il tradimento". Faceva tanto Oscar Wilde.

Quanto a Hound, era uno dei suoi piaceri preferiti.

Mosse la mano destra sotto le coperte umide, la chiuse a pugno stendendo solo indice e pollice e la puntò contro le spalle di Shaun, sfiorando la schiena nuda.

"Bang." pensò, e sorrise più con gli occhi serpentini che con le labbra.

Qualche minuto più tardi si mise seduto sul materasso e cercò con lo sguardo i suoi vestiti: li trovò ammucchiati ai piedi del letto, reduci da una battaglia senza esclusione di colpi. Scivolare fuori dalle lenzuola appiccicose lo fece sospirare di sollievo, come se si fosse finalmente liberato di un peso; al contatto col tappeto un brivido si propagò dai piedi lungo il resto del corpo, diamine se faceva freddo. Invece però di raccogliere i suoi abiti - rigorosamente griffati, non qualcosa che un morto di fame avrebbe potuto sfoggiare -, si alzò e attraversò la stanza.

Per quanto lo imbarazzasse, ed era strano a dirsi per una persona priva di pudore come lui, non era il bisogno di soldi a spingerlo a usare in quel modo il suo corpo: era un istinto naturale. Ogni tanto si definiva senza remore puttana naturale.

Raggiunse la poltrona damascata su cui era stato posato delicatamente l'accappatoio nero in microfibra che Shaun gli prestava sempre e lo indossò. La camera da letto non era affatto l'ambiente più eccentrico di casa Morris, ma bastava a rendere l'idea di quanto fossero peggiori i restanti.

Raggiunse la porta finestra e scostò delicatamente la tenda ruvida con le dita ossute, dardeggiando con lo sguardo sull'esterno. I suoi occhi gialli vennero illuminati di nuova vita, assumendo una colorazione dorata e vivace; era così ogni volta che le luci abbaglianti della città gli ricordavano che c'era un mondo fuori, un mondo che lui doveva ancora combattere e vincere.

Perché Hound, il cui nome si tramutava in Vincent Black quando il sole sorgeva, viveva per quello scopo: sconfiggere tutti quelli che lo opprimevano, primo tra tutti il mondo stesso.

E lei, la sua amata Phoenix, capitale dell'afosa Arizona, coi suoi bagliori che si rincorrevano come stelle, era il teatro della sua battaglia.

Hound sorrise, ma in quel momento le gambe gli crollarono e si ritrovò seduto sul pavimento gelido, sul quale si rifletteva la sua espressione che mescolava troppe emozioni confuse. Sconfitto ancora una volta da quella visione che gli provocava un tuffo al cuore.

Molti lo avrebbero definito pazzo, quel ragazzo che aveva avuto tutto dalla vita, ricchezza, bellezza, popolarità, un futuro già pronto e un carattere accattivante, ma che di notte bazzicava per i posti meno adatti a un diciannovenne vendendo il suo corpo. Altri l'avrebbero solo compatito, perché convinto di essere una persona che non era, una persona che gli piaceva tantissimo e che ammirava.

E in quei momenti, in cui un improvviso gelo interiore gli mozzava il fiato in gola, si ricordava con delusione di essere più Vincent che Hound, e quel Vincent non lo ammirava quanto Hound.

Al contrario, mentre il suo riflesso si stagliava sul vetro levigato della finestra, Vincent sorrideva nervosamente e stringeva con più forza l'accappatoio che gli carezzava la pelle come un corpo invadente ed estraneo, alla disperata ricerca di un po' di calore in quella stanza dannatamente fredda, dove il condizionatore non era mai stato acceso.


Note dell'autrice, su Twisted Mind e sulla Phoenix di Vincent:

Grazie per aver letto il prologo di Twisted Mind! Sperando che vi abbia incuriositi abbastanza da convincervi a proseguire la lettura, vorrei fare un paio di precisazioni.

Su Twisted Mind: è una storia che ho scritto diversi anni fa, fu cominciata nel 2011 e completata e revisionata nel 2013. Ho deciso di riproporla su Wattpad mentre mi dedico alla scrittura di altre storie, che saranno pubblicate solo a stesura e revisione completa. TM è dunque completa, non preoccupatevi di vederla interrotta.

Un'importante precisazione sui capitoli: i capitoli di TM sono molto lunghi per gli standard di Wattpad, così li ho separati in parti. La storia è articolata in tre grandi archi narrativi: Evolution, rEvolution e Redemption. Ogni arco contiene un tot di capitoli, ogni capitolo è diviso in parti: 1, 2, 3 etc etc. Capisco che sia alquanto machiavellico, ma purtroppo è l'unica soluzione che ho trovato. Per orientarsi, dunque, basta tenere a mente che funziona così: Arco > Capitolo > Parte.

Sulla Phoenix di Vincent: sebbene io non abbia avuto il piacere di visitare l'Arizona, mi sono documentata al meglio. Le strade che verranno nominate sono tutte realmente esistenti, così come quasi tutti i luoghi; le uniche eccezioni saranno i locali Naughty Sunday e Sunshine, luoghi chiave per la narrazione, e l'appartamento di Vincent, collocato in un grattacielo governativo sulla Monroe.

Infine, mi sembra doveroso aggiungere che so molto bene di aver affrontato in questa storia temi estremamente delicati, e non mi riferisco solo alla prostituzione, ma ho cercato di farlo con la dovuta maturità. Spero che deciderete di continuare questo viaggio con me e Vincent! 

Grazie infinite a chi ha a letto e a chi leggerà, siete preziosi! ♥

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