CAPITOLO 3
Fred stava scendendo le scale a chiocciola che dal suo appartamento che condivideva con il suo gemello George portavano al negozio "Tiri Vispi".
Il Tiri Vispi era un negozio di scherzi che i due gemelli avevano comprato anni e anni prima, quando erano appena ventenni, diventando da subito il centro del divertimento degli studenti di Hogwarts.
I gemelli ricevevano richieste giornaliere da parte dei ragazzi che chiedevano aiuti per la scuola o meglio, come saltare le lezioni.
Trovò il gemello insieme al fratello minore Ron nel retrobottega.
"Ciao, come procede qui?" Chiese il rosso entrando nella stanza, facendo voltare Ron e sollevare lo sguardo di George.
Fred si avvicinò al gemello per lasciargli un bacio sulla fronte, gesto che compiva molto spesso dopo che il fratello aveva quasi rischiato di morire durante la battaglia di Hogwarts.
Dopo la guerra il rapporto tra i due gemelli era diventato ancora più forte di prima.
Ron, dopo la scuola aveva deciso di intraprendere la carriera di Auror insieme al suo migliore amico Harry Potter, ma da qualche anno aveva lasciato il lavoro perché lo occupava troppo e aveva cominciato a dare una mano a Fred e George che oltre ai Tiri Vispi avevano acquistato anche un locale notturno fuori Londra, il Freedom.
"Tutto bene, stavamo ricontrollando i conti di stamattina. È come se mancasse qualcosa…"
"In che senso manca qualcosa?" Chiese Fred che era stato tutta la mattina in negozio.
"Mancano due oggetti che non sono stati venduti" spiegò George mostrandogli il foglio.
Fred lo prese e lo lesse attentamente, poi uscì dal retrobottega e andò verso gli scaffali dove si trovavano gli oggetti mancanti.
Uno lo aveva venduto quella mattina, se lo ricordava bene, il secondo oggetto non gli era parso di averlo visto quella mattina.
"Sicuro che tutti gli oggetti siano qui? Non abbiamo altro in magazzino? Magari sono in fondo agli scatoloni" disse Fred perplesso.
"Abbiamo controllato tutto il negozio, ho applicato anche degli incantesimi di appello ma niente, non sono nel negozio.." disse Ron.
"Hanno rubato? Stai dicendo questo?" Chiese Fred voltandosi prima verso il fratello minore che non rispose, limitandosi ad abbassare la testa, poi guardò il gemello che alzò le spalle.
"Faccio questo lavoro da vent'anni. Non ho mai sbagliato. Non è stato rubato nulla. Ricontrollate. La roba non è uscita da qui. Ne sono sicuro" disse Fred sentendo il nervosismo coglierlo.
E se davvero avessero rubato nel negozio? Però non era squillato niente quando le persone erano uscite e tutti gli oggetti erano incantati proprio per evitare che venissero rubati.
Fred, ancora perplesso e confuso, salutò i fratelli per recarsi al Freedom. Quella sera, come ogni giovedì, aprivano le porte del locale per tutti coloro che volevano incontrarsi e approfondire la loro conoscenza.
Al piano superiore si trovava la darkroom, un lungo corridoio nascosto dietro una porta di servizio, che nascondeva svariate stanze con letti o divani, dove alcuni clienti che pagavano apposta, si incontravano per fare sesso sul momento.
Fred, George e Lee Jordan avevano scelto il nome Freedom proprio per quel motivo. Nel loro locale tutti potevano essere liberi di essere quello che volevano, senza alcuna discriminazione.
Quando si materializzò davanti al Freedom, che era situato in una cittadina di nome Black Angel City, Fred si bloccò sul marciapiede, sorprendendo due suoi collaboratori, Adam e Joey, scambiarsi un bacio prima di entrare nel locale, tenendosi per mano.
Fred sbarrò gli occhi chiari, poi entrò subito dentro il locale, raggiungendo il bancone del bar dietro al quale si trovava Kayden Bower, fratello di Joey.
Fred si avvicinò al bancone, tamburellando le dita sul marmo nero e facendo voltare il barista che stava sistemando nel frigo delle birre.
"Sono io che ho visto male o tuo fratello sta con il mio gogoboy?"
Kayden sollevò lo sguardo, lo fece vagare lungo la stanza vuota e sorrise appena.
"Convivono, sono migliori amici da anni. Che si mettessero insieme prima o poi era sicuro. Sono felice che almeno per ora sembrano andare d'accordo…"
"Che cosa? Convivono? A me hanno fatto credere di non conoscersi!" Disse Fred sentendosi ferito per quella rivelazione.
"Joey non voleva influenzare la sua assunzione se te lo avesse detto" disse Kayden che continuò a svuotare un'altra cassa, questa volta di liquori.
"Come se a me interessa qualcosa se i miei dipendenti stanno insieme! Basta che non si mettano a litigare durante il turno, per me possono fare quello che vogliono. Aspetta, ti do una mano" disse Fred con un sorriso prima di fare il giro del bancone e aiutare il barista con le varie bottiglie.
~*~
Alle sette di sera Ron Weasley lasciò il "Tiri Vispi" lasciando George da solo che dopo aver terminato di scrivere su un quaderno il resoconto della giornata, chiuse il quaderno, si alzò dalla sedia della scrivania, spense la luce, chiuse la porta e salì le scale a chiocciola che lo avrebbe condotto nel suo appartamento.
Entrò in casa, si tolse le scarpe che lasciò davanti alla porta e poi entrò in camera da letto, raggiungendo il comodino.
Anche se era da solo si voltò lo stesso, guardando dietro la spalla nel caso Fred, che quella sera lavorava al Freedom, potesse comparire.
Aprì il cassetto e osservò i due oggetti che erano stati "rubati".
Erano due giocattoli erotici arrivati da pochissimo ma che George desiderava provare. Non su se stesso, ma sugli studenti.
George chiuse gli occhi, ripensando alla settimana prima, quando c'era stato l'incidente durante il gioco "sette minuti in paradiso".
Quel ragazzo, Scamander, gli si era gettato tra le braccia e lo aveva sentito tremare per la paura. Gli aveva fatto tenerezza.
I suoi occhi chiari lo fissavano spaventati, doveva essersi preso un bello spavento. Sperava, il giorno dopo, di poter stare con quel giovane e consolarlo.
Che diavolo stai pensando, George? Quel ragazzino potrebbe essere tuo figlio, non puoi desiderare uno studente! Sono studenti, non potete toccarli!
George sospirò. Sapeva che era sbagliato pensare a lui, ma non riusciva a non farlo.
Preso da un coraggio che non credeva di avere raggiunse la cucina e una volta seduto al tavolo, scrisse una lettera indirizzata proprio al giovane, ma quando controllò tra i partecipanti, strinse la mascella.
Chi era tra i due? Lorcan o Lysander?
George tamburellò con le dita sul tavolo, prendendosi tra le mani la testa.
Ricordava bene la scena, ricordava bene lui, ma il nome proprio non lo ricordava. Sospirando, decise di scrivere ad entrambi i gemelli, chiedendo all'altro di ignorare la richiesta.
George mandò prima un gufo e successivamente rimandò il gufo ad Hogwarts per la consegna della seconda lettera.
Si chiese che cosa avrebbero pensato di lui. Un quarantenne che faceva il filo ad uno studente. Che imbarazzo. Se si fosse beccato una lettera di richiamo non li avrebbe biasimati.
Eppure… sentiva nel profondo del cuore che quello che stava facendo era giusto, che quello che stava per fare avrebbe portato qualcosa di buono nella sua vita.
NOTE: mi raccomando non chiudete la storia senza aver prima stellinato e/o commentato. A presto, Galaxy✨
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