33~ Hai riparato

PENULTIMO CAPITOLO

«Il verde ripara ogni cuore spezzato. E tu hai riparato il mio, di cuore»
~ Shadowhunters, "Signora della Mezzanotte"

QUATTORDICI ANNI DOPO

Lux non aveva mai dato importanza alle bambine che lo osservavano con gli occhi sgranati e le labbra socchiuse.

Aveva imparato ad ignorarle, proprio come gli aveva insegnato suo padre, che faceva altrettanto con le donne che gli lanciavano fugaci occhiate.

Lux non aveva mai dato importanza nemmeno al suo aspetto, sebbene sapesse di avere accostamenti rari.

E fu perciò stupendo sé stesso che quel mattino indugiò con lo sguardo sul suo riflesso.

I suoi occhi brillavano vividi e verdi, quasi abbaglianti nella loro luminosità.
Aveva un fisico allenato, merito del padre che fin da piccolo gli aveva insegnato a combattere.
La carnagione pallida, e sulle guance una spruzzata di lentiggini, che lui odiava profondamente per farlo sembrare più piccolo. Nere rune gli marchiavano la pelle, e persino qualche cicatrice sbiadita.
I capelli erano rossi, accesi e quasi vermigli, costantemente in disordine.

Lux sapeva che quei colori li aveva ereditati dalla madre, eppure non poteva fare a meno di pensare a quanto stonassero su di lui, che avrebbe preferito assomigliare di più al padre, tutto oro e gloria.

Con un sospiro, indietreggiò e scostò lo sguardo dal suo riflesso.
Si morse le labbra - rosse come quelle di Biancaneve - e si sistemò meglio la giacca nera, dopodiché uscì dalla camera e si diresse speditamente verso quella della sua parabatai.

Si piazzò davanti alla porta e ascoltò con meraviglia la straordinaria melodia che inondava il corridoio, provando un barlume di orgoglio al pensiero che la ragazzina stesse migliorando anche con quello strumento.

Bussò alla porta, e la musica si interruppe.
Qualche secondo dopo, Mina Carstairs la spalancò e gli sorrise.
-Sapevo che eri tu!- esclamò, sfiorando appena la runa parabatai sull'avambraccio.

Lux fece un sorriso che di certo avrebbe potuto uscirgli meglio.
Mina incarcò le sopracciglia e lo fece entrare nella sua stanza, esaminandolo attentamente.

Come le orde di bambini continuavano a ripetere, Mina era molto bella.
Sembrava fragile e delicata, con quel viso a cuore e gli occhi grigi dalle lunghe ciglia, ma Lux sapeva quanto in realtà potesse diventare spietata e forte. Soprattutto quando si trattava di proteggere la famiglia.

-Dai, dimmi che ti prende, Lu'- lo spronò, dirigendosi verso il letto e riponendo il violino che stava imparando a suonare.

Per Mina, la musica era ciò che per sua madre erano i libri.
Sapeva già suonare fluidamente il qin, un antico strumento cinese, e da poco aveva imparato a suonare il violino: si esercitava ogni giorno per eguagliare - se non superare- suo padre.

-Ecco...tu mi trovi bello?- mormorò Lux, sedendosi a terra e posando la schiena contro il letto.

Mina si immobilizzò, sgranò gli occhi e lo guardò sorpresa.
La risata era imminente, Lux poteva già sentirla. Ma Mina non rise.
Mina aveva un'empatia straordinaria, e sapeva che in quel momento non avrebbe dovuto ridere, così non lo fece.

Sorrise dolcemente, e si sedette accanto a lui, paziente.
-Sì, Lux. Sei di una bellezza spettacolare, e se non fossi la tua parabatai farei un pensierino su di te. Ma sei anche straordinariamente stupido, zuccone di un Herondale!- gli rispose, sorridendo.

-Nessun altro ragazzo ha...questi colori.- borbottò lui, lo sguardo basso.
-Sono i colori di tua madre, Lu'. Dovresti esserne fiero.-
-E lo sono, ma...lei era bella con questi colori, io no. Io sembro solo...sbagliato.- gli sfuggì un sospiro.

-Ascoltami, Lu': tu sei perfetto così. Credimi. Quando crescerai diventerai come tuo padre, e allora a me toccherà allontanare tutte quelle ragazze che si aggrapperanno disperate alle tue braghe.- affermò Mina, prendendolo per le spalle e costringendolo a guardarla.
-Io non ho le braghe.- replicò lui.
-Dire pantaloni mi sembrava brutto.- ribatté lei.

Le labbra di Lux si curvarono verso l'alto, e finalmente si aprì in un sorriso sincero.
Mina sapeva sempre come rincuorarlo, come aiutarlo a non cadere: ecco perché era la sua parabatai.

-Bambini?-
-Avanti!- trillò Mina in risposta alla voce della zia Izzy.

Lux scattò in piedi, tendendo la mano a Mina che la afferrò e si fece tirare su.
Entrambi si stavano spazzolando via la polvere dai vestiti quando Isabelle aprì la porta.

-Voi due, sempre a bighellonare! È ora, ormai.- disse, guardandoli sorridendo, i capelli sciolti e i tacchi alti.

I due ragazzi seguirono Isabelle lungo i corridoi, finché non si trovavano nella sala da pranzo, gremita di persone.

Quel giorno ricorreva la vittoria del Consiglio su Ash Morgenster, e quindi era stata organizzata una festa, come ogni anno.

Quel giorno, in realtà, era pieno di eventi: per prima cosa, era il compleanno di Lux, che compiva quattordici anni; c'era poi ovviamente la ricorrenza della vittoria; e infine, era il giorno in cui Clary Fairchild era morta.

Per questo Lux non trovava suo padre da nessuna parte.

-Lì c'è il console.- gli bisbigliò Mina all'orecchio, indicando lo zio Alec, che stava parlottando con Rafael, suo figlio.
-Ormai tende ai quaranta, ma è sempre un bell'uomo.- fluttuò la voce di Magnus Bane - o zio Magnus - da dietro di loro.

-Buon compleanno, pasticcino.- disse a Lux, scompigliandogli i capelli.
-Grazie. Hai per caso visto mio padre?- replicò lui.
-Tuo padre? Mh, no. Ma probabilmente sarà chiuso in qualche stanza ai piani di sopra. Tuo padre, invece...- e si voltò verso Mina, puntandole contro un dito ingioiellato:-... l'ultima volta che l'ho visto stava parlando con Lily Cheng, che temo abbia ancora una cotta per lui.-
-Pff, come se potesse mai lasciare Tessa!- esclamò immediatamente Lux.

Magnus alzò le spalle, dopodiché si allontanò, dirigendosi verso il marito.

Lux stava per dire qualcosa a Mina, ma ogni pensiero gli sfuggì dalla mente quando suo padre fece il suo ingresso.
Abbagliante negli abiti bianchi del lutto, possente e dorato, ma pur sempre bellissimo. Il ragazzo distinse varie donne - e anche vari uomini - voltarsi nella sua direzione.

Jace Herondale ignorò tutti i bisbigli, mentre camminava per raggiungere Lux.
Quando gli si piazzò davanti, sorrise serafico, porgendogli una scatolina che il ragazzo si affrettò a prendere.
-Buon compleanno, figlio.- gli disse, guardandolo dall'alto pieno d'orgoglio.
-Grazie.- borbottò il giovane Herondale, aprendo la scatolina.

Al suo interno trovò un anello d'argento, sopra il quale era inciso un motivo di aironi.
Lux aveva visto i gemelli Lightwood - Jordan e George, figli di Simon e Isabelle - portarne due uguali.
-Ma questo... è l'anello di famiglia degli Herondale!- esclamò, sorpreso, facendo saettare lo sguardo sul padre.

-Lo so: direi che è arrivato il momento di darlo a te.- replicò lui con disinvoltura.
Lux se lo infilò all'indice, fiero.
-Tua madre sarebbe stata fiera di te, Lux.- bisbigliò poi Jace, facendo attenzione a non farsi sentire che da sul figlio, conscio che dimostrazioni di affetto in pubblico l'avrebbero imbarazzato.

E mentre Jace si allontanava e Mina gli studiava l'anello con occhi scintillanti, Lux si sentì rinascere.
Da quel momento, tutto sarebbe cambiato.

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