32~ Non sarà odio

TERZ'ULTIMO CAPITOLO

«Il Popolo Fatato ha covato a lungo l'odio per i Nephilim a causa della loro durezza. Mostrategli qualcosa che non sia durezza, e riceverete in cambio qualcosa che non sarà odio!»
~ Shadowhunters, Città del Fuoco Celeste


Alec sedeva il più dritto possibile, ma era difficile non abbandonarsi completamente alla sedia.

La stanchezza gli intorpidiva i sensi e i movimenti: a breve avrebbe avuto bisogno di altre rune d'energia, che da qualche giorno ormai erano le uniche cose che lo tenevano in piedi.

Ash Morgenster, con due fate come guardie del corpo, sedeva dall'altro capo del tavolo, di fronte ad Alec, rilassato e fresco come acqua di rose, non sembrava affatto che fosse stato lui a perdere la guerra.

Era pallido, gli occhi brillavano vividi e i capelli sembravano irradiare una luce fredda. Sedeva con la schiena dritta, le mani vuote posate sulla scrivania, indosso una camicia bianca.

Anche Alec vestiva di bianco, con le rune del lutto disegnate sugli abiti.
Le mani gli tremavano leggermente, come se avesse ingerito troppo caffè.
L'unica cosa che desiderava era che tutto finisse, così avrebbe potuto crogiolarsi nel dolore della perdita e consolare la sua famiglia.

-Ash Morgenster, hai scatenato una guerra con l'obbiettivo di distruggere ogni cosa, è vero?- chiese il console, la voce cupa.
-É vero.- rispose subito il ragazzo, rilassato, come se non temesse conseguenze.

-Hai ordinato al tuo esercito di combattere e uccidere il conclave e i suoi alleati, lo neghi?-
-No.-
-La responsabilità delle perdite è unicamente tua, e per questo sarai punito, ne sei cosciente?-
-Lo sono.-

Alec sospirò, poi abbassò lo sguardo sulle carte che lo circondavano.
La verità era che non aveva la più pallida idea di come comunicare la punizione che avrebbe dovuto dare ad Ash.

Era come se una parte di lui si rifiutasse di anche solamente pensare qualcosa che avrebbe potuto nuocere al figlio di Sebastian.
Eppure doveva farlo.
Gli occhi di tutti erano su di lui, e tutti si aspettavano una pena esemplare.

Alec alzò lo sguardo e cercò Magnus, che stava appoggiato alla parete, le braccia incrociate e uno scintillio negli occhi, intento a fissarlo.
Lo vide fare un cenno col capo.
Il console racimolò le ultime briciole di energia.

-Sulla pena si è discusso in separata sede, con i membri del Consiglio. Non è stato possibile trovare una soluzione che rendesse concordi tutti, ma comunque...- la voce di Alec tuonò nel silenzio.

Finalmente Ash mostrava un po' di interesse: i suoi occhi erano posati sul console, e le labbra erano curvate in un sorriso garbato.
Più Alec passava il tempo con il ragazzo, più lo trovava fuori luogo in qualsiasi situazione.

-... è stato deciso che tu sia, a partire da questo momento, rinchiuso nella Corte Seelie. Ogni tuo atto o ogni tua decisione verranno comunicati immediatamente al Consiglio. Se proverai nuovamente a sfidarci, unanimamente si è deciso che la pena sarà la morte.- non si levarono bisbigli dopo le sue parole.
Alec vide Lily tendersi per sussurrare qualcosa a Maia.

-Tuttavia...- continuò dopo una breve pausa:- il Conclave stabilisce l'abolizione della Pace Fredda, e pertanto le vie di comunicazione tra il Regno delle Fate e il Mondo delle Ombre resteranno aperte.- un boato si scatenò dalla folla. Gli occhi di Magnus scintillarono più vivi che mai.
Helen scattò in piedi, sorpresa, le orecchie a punta ben visibili.

-Sono accolte a braccia aperte le fate che sceglieranno di perdonare e seguire la via della conciliazione. Non molto tempo fa, un uomo saggio raccontò la storia di Roma e Cartagine, e disse che se il Conclave avesse mostrato qualcosa che non fosse durezza, avrebbe ricevuto in cambio qualcosa che non sarebbe stato odio. Non fu ascoltato.- tutti sapevano che Alec stava alludendo a Magnus, che era stato l'unico a sollevarsi contro la Pace Fredda, dopo la sconfitta di Sebastian.

-Non mostrarono indulgenza, e in cambio ricevettero odio, e altre guerre. Oggi, il Conclave si prende l'impegno di rispettare i suoi alleati, di ascoltarli e giungere a compromessi. Oggi, il Conclave decide di prendere una decisione che avrebbe dovuto prendere anni fa. Oggi, il Conclave si fa promotore della pace tra persone che ormai sono in guerra da troppo tempo.-

La voce di Alec venne inghiottita dal boato di acclamazioni che piovve nella sala.

Le fate si guardavano con occhi sgranati; Kieran fissava con sguardo ardente e i capelli azzurri Mark e Cristina; Helen piangeva tra le braccia di Aline, che sorrideva raggiante; Magnus applaudiva elegantemente, fissando Alec pieno d'orgoglio.
Il ragazzo gli fece un cenno col capo, curvando le labbra verso l'alto.
Simon e Isabelle si stavano baciando, e Alec si affrettò a distogliere lo sguardo, puntandolo su Julian, che aveva una mano sulla fronte, ed Emma, che stava saltando, entusiasta.

Con euforia si rese conto di quanto quella decisione fosse giusta, di quanto gli Shadowhunters l'avessero attesa e desiderata.

-La storia ti ricorderà, Alexander Lightwood.- la voce di Ash lo riportò alla realtà, e abbassò lo sguardo sul ragazzo, che si era alzato in piedi, candido e rilassato.

-La pena che ti è stata data non è minimamente paragonabile al dolore che hai causato.- precisò il console, alzandosi a sua volta e avvicinandosi al giovane, che ora aveva assunto un'espressione confusa.
-E perché allora non è stata peggiore?- domandò, con prudente garbo.
-L'ultimo desiderio di Clary era quello di mostrarti amore. Credeva in te, credeva che avresti imparato dai tuoi errori.- spiegò in risposta.

Ash sospirò.
Fece spaziare lo sguardo per la sala, ammirando l'entusiasmo generale e il chiacchiericcio euforico.
-Sembrava essere una brava persona.- constatò, atono.
-La migliore.- replicò immediatamente Alec, gli occhi puntati sul giovane Morgenster.
-Alla Corte Seelie potreste avviare un processo di recupero. Parlerò con Mark e Cristina, che cureranno l'alleanza. Prova davvero ad imparare dai tuoi errori, Ash Morgenster. Ti stiamo mostrando indulgenza, non deluderci. Non deludere Clary.- affermò il console, prima che Ash lo guardasse.

Le labbra del ragazzo si piegarono in un sorriso innocente, e ad Alec quasi fece male il cuore al pensiero che qualcuno di così mite e gentile all'apparenza avesse causato tanta sofferenza.

Ash si allontanò di un passo, inclinando il capo in cenno di saluto.
-Non la deluderò.- promise, dopodiché se ne andò, circondato da fate che gli avrebbero fatto da guardie e da scorta.

Alec sospirò, si scostò i capelli dalla fronte e guardò nuovamente la sala, carica di energia.

Sapeva che aveva appena dato inizio ad una nuova era.

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