25~ Stella del Mattino
«Le luminose stelle del mattino. I figli di Lucifero, il più bello fra tutti gli angeli di Dio. Siamo molto più belli quando cadiamo.»
~ Shadowhunters, "Città del Fuoco Celeste"
Isabelle stroncò di netto la mano di una fata con la sua frusta elettro, sibilando di disgusto quando il sangue le sporcò gli stivali.
Non che fosse pulita: il sangue le imbrattava la tenuta, la frusta, perfino i capelli, che le si appiccicavano al corpo a causa della pioggia.
Con la coda dell'occhio vide Simon tenere fieramente testa ad un Berretto Rosso, trapassandolo con la spada in un movimento fluido.
Si voltò verso di lei e le sorrise, come sorrideva di solito Simon: alzando prima un angolo della bocca e poi l'altro.
In quel sorriso, Isabelle si sentì vivere e bruciare, e ricambiò.
Ma, veloce com'era apparso, il sorriso scivolò via dal viso di Simon, rimpiazzato da un'espressione di profondo dolore.
Vacillò, poi perse l'equilibrio, e cadde sulle ginocchia.
La mano premeva con forza il punto in cui c'era la sua runa parabatai.
Con orrore, Izzy la vide sporcarsi di sangue. Un sangue non suo.
Si girarono contemporaneamente verso il punto in cui pensavano fosse Clary, lì dove l'aria diventava più pesante, e la videro: stesa a terra, i capelli rossi riconoscibili, pallida come lo erano solo i morti, gli occhi verdi vitrei e spenti.
-NO!- Isabelle pensò che non avrebbe mai sentito un grido più straziante di quello di Simon, che si affrettò ad alzarsi, con gli occhi spiritati, per andare verso la sua parabatai.
A sorreggere il corpo della rossa c'era Jace, che la cullava e la stringeva a sé, come se non la volesse lasciar andare.
Involontariamente, gli occhi di Izzy si riempirono di lacrime, e la frusta si afflosciò nella sua mano.
La luminosa Stella del Mattino era caduta.
E si era portata dietro tutti i colori del loro mondo.
Isabelle si ritrovò Simon al fianco, che osservava Clary con disperazione.
Gli mise una mano sulla spalla, stringendo forte la presa, e costringendolo a guardarla.
-Tu va' da lei: ti copro io.- gli disse, mentre la frusta prendeva di nuovo vita.
Non aveva potuto proteggere Clary, ma avrebbe protetto Simon.
Il ragazzo impugnò meglio la spada, e cominciò ad avanzare verso quella testa rossa che da sempre era stata parte della sua vita e del suo cuore.
Isabelle si rizzò, ergendosi in tutta la sua statura, e alzò il mento, lasciando che le lacrime fossero confuse con le gocce di pioggia che si abbattevano su di loro.
Voltò la testa quando sentì gli occhi di suo fratello su di sé, ed incontrò il suo sguardo.
Alec vide le lacrime negli occhi della sorella, e ne rimase spiazzato.
Si voltò, alla ricerca di Jace, per assicurarsi che fosse salvo, perché era suo dovere proteggere la famiglia, ma quando lo trovò sentì lo stomaco precipitare.
Teneva stretto il cadavere di Clary, e in quel momento Alec capì perché Isabelle stesse piangendo.
Vide il suo parabatai urlare, dimentico della pioggia, del sangue, della guerra, dimentico di tutto ciò che non fosse lei, sua moglie, morta.
La Stella del Mattino era caduta, e quel pensiero fece torcere le viscere al giovane Console, che da sempre aveva guardato Clary come una presenza costante - inizialmente fastidiosa- che, per quanto rischiasse, non poteva essere scalfita.
Fece un passo esitante verso di lei: voleva almeno tirare via Jace, e costringerlo a sopravvivere.
Non ne fece molti di più: Magnus lo stava fissando, ed Alec si perse in quegli occhi da gatto.
Lo stregone lesse il dolore in quelli del marito, e si voltò alla ricerca di chi glielo aveva procurato: quando vide Jace e Clary, sentì la fiammella della speranza che ancora covava estinguersi, come se finalmente l'acqua l'avesse spenta.
Sgranò gli occhi, osservando la rossa e non potendo fare a meno di pensare a come l'avesse vista crescere, maturare, migliorare.
C'erano pochi Shadowhunters di cui Magnus potesse definirsi amico, ma Clary era una di quelli.
La Stella del Mattino era caduta, e aveva strappato un pezzo della vita dello stregone.
La sua natura immortale l'aveva costretto a sopportare innumerevoli perdite, eppure non sarebbe mai stato pronto a perdere coloro che amava.
Avanzò lentamente verso Clary.
Quel momento di distrazione bastò ad una fata perché gli si scagliasse contro, prontamente uccisa da Emma, che brandiva Cortana con naturalezza.
Si piazzò davanti a lui e lo guardò con confusione, leggendo nel suo sguardo il dolore.
E allora anche Emma si voltò, inorridendo quando vide il corpo di Clary stretto da Jace.
Tutte le sue certezze traballarono, mentre il viso della rossa le si parava davanti e le diceva ancora una volta come gli eroi fossero quelli che si rialzavano.
Per un folle istante, Emma pensò che Clary l'avrebbe fatto, che avrebbe sollevato la testa e avrebbe ripreso a respirare.
La disperazione di Jace, però, la costrinse a non credere nelle illusioni.
La Stella del Mattino era caduta, e si era portata dietro le speranze di una dodicenne arrabbiata.
E ad un tratto, tra una connessione di sguardi e l'altra, senza il bisogno che nessuno dicesse una parola, tutti sapevano che Clary era morta.
Il panico scese su di loro come un mantello oscuro, e non furono pochi quelli che pensarono di arrendersi.
La Stella del Mattino era caduta, mortale come tutti gli altri, colei che aveva costruito alleanze, rune capaci di trasformare il materiale in cenere.
Era morta e il sangue imbrattava i suoi capelli rossi, le mani sulle quali ancora brillava l'anello di adamas, la tenuta.
E se qualcuno si aspettava che la pioggia lo lavasse via, rimase deluso nel vedere che non fu così.
Rimase deluso nel vedere che, abbracciandola stretta, anche Jace Herondale si sporcava di sangue, e che non gli importava, non gli importava più di nulla ormai.
Ash volava in lenti cerchi sopra la battaglia, cercando di discernere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato: lottava contro sé stesso, contro la sua natura, contro ciò che gli era stato insegnato, contro i principi che il padre gli aveva istillato.
E non si sorprese quando Janus si rialzò in piedi e si abbatté contro Jace, né si tappò le orecchie quando cominciarono a gridare.
Il suo sguardo fissava solo Clary, la Stella del Mattino, che non splendeva più.
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