23~ Le tenebre sarebbero calate

«Molto vive di ciò che qui è morto, e molto è morto di ciò che vive nel tuo mondo[...]»
~ Shadowhunters, "Regina dell'Aria e delle Tenebre"


Cominciò a piovere all'improvviso, mentre la battaglia incalzava ed il sangue sgorgava dalle ferite.

Nessuno sapeva come fosse cominciata esattamente, chi fosse andato per primo contro chi.

L'unica certezza era che ormai la guerra era iniziata, e già si contavano morti e feriti, e il sangue imbrattava le armi e i vestiti e i visi e le mani.

Jace si stava facendo largo tra la folla a colpi di spada: il suo obbiettivo era Janus, che avanzava verso di lui inesorabile, uccidendo chi gli capitava a tiro.

Entrambi stavano tenendo d'occhio Clary, che affrontava flemmatica fate di ogni genere, muovendosi con sicurezza ed eleganza.

Tessa e Jem erano spalla a spalla, combattevano insieme difendendosi a vicenda.

Alec si muoveva fulmineo, circondato dalla magia di Magnus, alternando le frecce ai colpi di spada.
I suoi occhi erano di un azzurro incredibile, carichi di tensione e determinazione.

I vampiri assomigliavano a stelle cadenti che si gettavano contro il nemico in lampi d'argento, con i canini scoperti e le braccia tese.
Avevano potuto partecipare alla battaglia perché Magnus aveva fatto in modo che una nube nera coprisse completamente il sole, come era successo ad Idris.

Non che ce ne fosse stato poi così bisogno: cupi nuvoloni rovesciavano la pioggia come fossero secchi pieni d'acqua.

Emma e Julian si completavano a vicenda: combattevano come parabatai -anche se non lo erano-, conoscevano le mosse l'uno dell'altra, e si muovevano di conseguenza. Erano uno bello spettacolo da vedere, nonostante fossero sporchi di sangue.

Isabelle e Simon ancora non erano tornati, ma per come stava andando, Jace sperava che non si presentassero proprio, e che avessero una speranza di salvarsi.

Ash vigilava dall'alto, senza scendere in battaglia, ma osservando attentamente ciò che stava accadendo, e pensando.

Si irrigidì impercettibilmente quando vide Clary essere atterrata da una fata, che incombeva su di lei.

Avrebbe voluto impedire al suo esercito di farle male, perché lei era l'unica cosa bella che sapeva di avere, così come lo era stata per Sebastian, e per Janus.

Ma sapeva che se fosse caduta, con lei sarebbe caduto il mondo, proprio come era successo a Thule.
Quando i suoi occhi verdi si sarebbero spenti, le tenebre sarebbero calate, e Ash avrebbe finalmente regnato.

Perciò voltò la testa, per non guardare come quella Stella del Mattino sarebbe stata uccisa.

Clary sbatté dolorosamente la schiena contro il terreno, e un sibilo di dolore le sfuggì dalle labbra.
Nonostante questo, alzò la spada per parare il colpo che la fata abbatté su di lei.
Rotolò di lato quando la fata calò nuovamente la sua arma, che affondò nel terreno dove era stata fino a pochi attimi prima.
Si ritrovò a ringraziare Jace per tutte quelle ore di allenamenti, che magari l'avrebbero salvata abbastanza a lungo.

Piazzò gli stivali nel petto della fata, e la calciò via, spedendola distante.
Fece per rialzarsi in piedi, ma qualcun'altro, vedendola in difficoltà, l'aveva presa di mira.

Si ritrovò a gridare dalla sorpresa quando un'altra fata la sovrastò.
Alzò la spada, pronta a sentire le ossa vibrare sotto il peso dell'avversario, ma il colpo non arrivò mai.

Con un verso gorgogliante, la fata cadde all'indietro, una freccia nel petto, l'armatura macchiata di sangue.

Clary si voltò, e ciò che vide la riempì di sollievo.

Simon stava ricaricando l'arco, sopra un'altura, e stava mirando ad altro.
Accanto a lui, Isabelle srotolò la sua frusta elettro, i capelli neri a circondarle il viso.

Dietro di loro si estendeva una folla di alleati: Nascosti e Shadowhunters che li raggiungevano per combattere.

Clary notò con un moto di sorpresa Mark Blackthorn scendere di corsa verso il fratello, maneggiando con sicurezza una spada.
Dietro di lui c'era Cristina Rosales che lanciava i suoi coltelli a farfalla con precisione.

Delle urla bellicose costrinsero Clary ad alzare la testa, in tempo per vedere la Caccia Selvaggia, guidata da Gwyn e Diana, cavalcare il cielo.

-Clary.-
La voce gentile di Helen Blackthorn la costrinse a riportare l'attenzione su ciò che stava accadendo a terra.

La ragazza le stava tendendo la mano, che Clary afferrò per farsi tirare su.

-Grazie, per essere venute.- disse la rossa, notando Aline gettarsi nella mischia.
-Dovere.- replicò Helen, sorridendo serafica.

Le porte dell'Istituto si spalancarono.

Il gelo calò sugli Shadowhunters, che si voltarono verso l'edificio con gli occhi sgranati e colmi d'orrore.
-I bambini!- gridò Magnus, fulminando con un lampo azzurro il suo avversario.

Kit Herondale stava sulla soglia dell'Istituto, gli occhi sgranati, Mina in braccio e Max e Rafael per mano.
-É successo qualcosa.- affermò Clary, mentre il terrore le scuoteva le viscere.

Fece un passo esitante verso l'Istituto, sondando con lo sguardo ogni dettaglio di Kit.
Si guardava indietro, e teneva stretti i bambini: c'era decisamente qualcosa che non andava.

Prima che potesse raggiungerlo, però, un Centurione scese dalla collina, con gli occhi che scintillavano come antracite in quel viso dalla pelle pallida, i capelli che sembravano soffici piume scure arruffate.

Raggiunse il giovane Herondale e gli si piazzò accanto.
Persino dalla distanza era chiara la complicità tra i due.

-Ty!- urlò Jules, quando vide il fratello afferrare Kit e trascinarlo lontano da lì, dirigendosi zigzagando verso Clary.

Sembrava deciso, ed era chiaramente veloce.
-Cosa sta succedendo?- chiese Helen, rigida dopo aver visto il fratello.

In risposta a quella domanda, una folla di fate sciamò fuori dall'Istituto, e all'improvviso Clary capì perché i bambini fossero scappati: erano entrate.

-PROTEGGETE I BAMBINI!- tuonò Alec, scattando verso i figli, mentre Magnus gli copriva le spalle.

La battaglia continuò peggio di prima: il clangore della spade era pari ad un tuono, gli Shadowhunters si muovevano così veloce da assomigliare ai fulmini che squarciavano le nuvole, e le urla erano assordanti.

Rimettendo mano alla spada, Clary distinse Tessa e Jem baciarsi sotto la pioggia, prima che il giovane cominciasse a correre verso Kit.

-I Cavalieri di Mannan!- urlò Emma, puntando il dito verso il cielo.

Le urla si propagarono tra i presenti, eppure l'unica cosa che vide Clary furono gli occhi di Jace che la cercavano.

-KIT!- gridò Jem, quando due fate gli si pararono davanti per impedirgli di raggiungerlo.

-É la nostra unica speranza!- gridò Lily, additando il giovane Herondale.

-Difendetelo!- ordinò Ragnor, voltandosi verso il ragazzo, che osservava con gli occhi spalancati i Cavalieri.

Ty si parò davanti a lui, impugnando un pugnale.
Kit affidò Mina, che strepitava, a Rafe, che barcollò sotto il peso della bambina.
Max piangeva, stringendo la maglia del fratello.
Il discendente del Primo Erede si piazzò accanto al giovane Blackthorn, estraendo una spada angelica, che gli illuminò il viso.

Gli sguardi di Jace e Clary si incatenarono, e lei strinse la mano a pugno, l'anello freddo in contrasto con la pelle scivolosa di sangue.

-Clary, no.- lo vide sillabare, capendo quello che stava per fare la ragazza.

Lei non lo ascoltò. Gli diede le spalle.
E cominciò a correre verso Kit.

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